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WEC – Rivisto il processo delle Safety Car per Le Mans

Ancora novità per Le Mans del centenario: riviste infatti tutte le procedure riguardanti l’utilizzo delle Safety Car, che sappiamo avere un ruolo determinante sul Circuit de la Sarthe.

Le tre vetture di servizio fin qui hanno raggruppato i concorrenti in modo spesso arbitrario, generando, specie dall’introduzione della divisione del tracciato in tre zone, profonde distinzioni in termini di classifica, ed andando spesso a decidere il risultato finale, specie nelle categorie LM P2 e GTE.

L’azione delle Safety Car verrà ora distinta in tre fasi differenti: ricongiungimento (merging), pass-around (lasciar passare) e drop back (lasciarsi superare).

Il significato concreto di queste tre azioni, che verranno gestite mediante comunicazioni specifiche e l’uso delle luci della vettura di servizio, consiste, in breve:

1) Nel permettere il ricongiungimento delle vetture poste dietro la safety car principale (A) da parte di quelle dietro le altre due. Le macchine costrette ad entrare in pitlane (chiusa) potranno uscire solo dopo che è transitata l’ultima delle vetture dietro la Safety Car A.

2) Alle macchine che hanno dietro di sé il leader di categoria sarà consentito di sorpassare la vettura di servizio A; gli altri concorrenti rimarranno allineati alla parte sinistra della pista. L’eleggibilità al Pass-Around sarà responsabilità del team, con conseguenti penalizzazioni in caso di mancato rispetto del concetto;

3) Si cercherà di ricreare una griglia di ripartenza, mediante il ricongiungimento delle varie classi, a partire prima dalle LM P2, che si porranno sulla parte destra della pista e si lasceranno sorpassare dalle Hypercar, e poi, una volta completata questo processo, delle GTE, che ripeteranno la medesima operazione, ponendosi dietro le LM P2.

In pratica l’intenzione è di creare un serpentone unico di vetture ordinate per piazzamento e categoria. Questa procedura, senza dubbio molto dispendiosa in termini di tempo, non verrà applicata negli ultimi 60’ di gara. Infine, non viene citato il criterio applicato alle cosiddette vetture innovative.

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Al riguardo, nell’ambito della Daytona 500 è stata presentata la livrea ufficiale della Chevrolet Camaro NASCAR modificata iscritta come Garage 56 e che verrà portata in gara da Jimmie Johnson, Mike Rockenfeller e Jenson Button. Qui di seguito l’infografica riportante le differenze tra la vettura NASCAR NextGen ed il Garage 56.

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Piero Lonardo

Foto: 24H Le Mans, NASCAR

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LMC – 42 vetture al via dell’edizione 2023

L’endurance si avvia verso una stagione miliare, con l’edizione del centenario della 24 Ore di Le Mans e l’ingresso di costruttori importanti e l’ingaggio di grandi nomi fra i piloti.

Ma alla base di tutto questo c’è la passione dei team, grandi e piccoli, che si cimentano nelle serie continentali, e a far da spalla all’European Le Mans Series c’è dal 2016 la Le Mans Cup, protagonista anche dell’evento clou con la Road To Le Mans. Per l’ottava stagione sono ben 42 le vetture iscritte, con ben 30 LM P3 e 12 GT3.

Nomi nuovi di prestigio per la classe regina, con Inter-Europol che si affaccia anche nella serie cadetta con ben 3 Ligier, mentre United Autosports riduce l’impegno a due sole entry. Doppio effort anche per MV2S, 360 Racing, Cool Racing, CD Sport, Graff, Team Virage e Nielsen Racing, mentre i campioni in carica del Racing Spirit of Leman si presentano con una nuova line-up formata da Christian Gisy e Ralf Kelleners.

Vettura singola anche per gli specialisti DKR Engineering, campioni della categoria dal 2017 al 2020, con una delle sole 4 Duqueine iscritte. Le altre saranno portate in gara da Nielsen Racing, con Tony Wells che si separa dal consueto compagno Colin Noble, accasatosi al Team Thor, da Haegeli by T2 Racing, e da Murphy Prototypes, che ritorna sulla scena europea dopo 7 anni.

Assenti i vicecampioni del Reiter Engineering con la stellina Freddie Hunt. Vedremo come proseguirà il programma a suo tempo annunciato, destinato a portare il figlio dell’ex-campione del mondo di F1 a Le Mans nel 2026.

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12 invece le GT3, col debutto in Europa della nuova Ferrari 296, con due esemplari nelle mani di AF Corse. La categoria, dopo il successo della scorsa stagione, parla ancora danese con le due Honda iscritte da GMB Motorport, tra cui spicca la presenza di Jan Magnussen, già al volante delle NSX GT3 negli ultimi due appuntamenti del 2022, ma anche con l’HCR (High Class Racing) with Caffeinesix che schiera una Aston Martin Vantage per Anders Fjordbach e Tim Creswick. L’altra Vantage iscritta è per i campioni in carica delle LM P3, che schierano lo specialista Valentin Hasse-Clot.

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I due volte campioni di Iron Lynx switchano anche qui come nell’IMSA verso una delle tre Lamborghini iscritte; le altre due fanno capo al Leipert Motorsport, mentre Porsche sarà rappresentata dal Parker Racing con due entry. Si chiude infine con l’Audi R8 LMS GT3 dei campioni della GT4 britannica dello Steller Motorsport.

La vettura innovativa Mission H24 a idrogeno è infine attesa ad ulteriori outing in pista nelle mani dei collaudatori Stèphane Richelmi e Norman Nato, a partire dal Prologo di Barcelona del 18 aprile.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Iron Lynx

L’entry list della Michelin Le Mans Cup 2023

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Asian LMS – DKR: vittoria, titolo e vola a Le Mans insieme a Graff e Walkenhorst. HRT padrona di Abu Dhabi in GT

Il DKR Engineering legittima il titolo nell’Asian Le Mans Series conquistando anche la vittoria nella seconda gara di Abu Dhabi e vola a Le Mans.

Questa undicesima edizione della serie asiatica ha avuto come propellente proprio gli inviti per il centenario della classica della Sarthe, e ne ha risentito positivamente la griglia che anche oggi, dopo le ultime defezioni delle Ferrari di Formula Racing e Kessel Racing, contava comunque 42 unità; un successo corroborato anche dalla nuova regola del bronze driver obbligatorio in LM P2 e la contestuale abolizione dello sdoppiamento della classe regina.

_Z9A3789La gara era iniziata sotto il segno di Paul di Resta, che immediatamente aveva la meglio del polesitter Ahmad Al Harty e allungava su Christian Bogle, incaricato del turno iniziale sulla vettura di Inter-Europol, e sulla bianca Oreca dell’omanita. Poco dietro comunque, Salih Yoluc capoclassifica col DKR, per una volta optava per una partenza tranquilla e precedeva a sua volta John Falb per l’Algarve Pro Racing.

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Ancora sfortuna per Torsten Kratz e la Duqueine LM P3 del WTM by Rinaldi, toccato da Yasser Shahin e subito out dalla pole. La leadership di categoria andava quindi a Sebastian Alvarez del 360 Racing, inseguito da Tony Wells del Nielsen Racing, Adrian Chila del Cool Racing e Mathias Luethen del Rinaldi Racing.

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Tra le GT, dopo che la penalizzazione nel post-gara di HubAuto, quarti al traguardo, aveva avvantaggiato con due punti extra i leader di Walkenhorst Motorsport e GetSpeed nei confronti dei vincitori di ieri dell’HRT, era Henrique Chaves, uno dei pochi driver pro a prendere il via nella categoria sull’Aston Martin del TF Sport, ad avere presto la meglio su Martin Konrad, partito dalla pole, mentre Chandler Hull al contario si avviava in sordina sulla BMW leader in classifica generale.

Davanti, una volta esaurito il turno del driver ufficiale Peugeot Hypercar, Charles Crews non ci metteva molto a disporre del subentrato Jim McGuire, scivolando presto fuori dalla top five. Medesima sorte anche fra le GT, dove Klaus Bachler si impossessava della leadership con la Porsche #33 dell’Herbert Motorsport su John Hartshorne, subentrato a Chaves.

L’unica neutralizzazione della gara avveniva dopo poco più di 90’, a causa del contatto fra le due LM P3 di Belen Garcia con la seconda entry del Graff e la Duqueine di Matthias Luethen. La Ligier #9 aveva la peggio, mentre contestualmente si girava anche Satoshi Hoshino sull’Aston del D’Station.

Al restart, dopo che diverse squadre approfittavano per effettuare la sosta obbligatoria di 100”, Crews manteneva un vantaggio minimo su Nikita Mazepin, subentrato per il Garage 99, e su Ayancan Guven, il quale aveva rilevato il connazionale sull’Oreca del DKR. L’ex-F1 passava presto al comando, imitato dal turco che gli si installava alle spalle dopo un furioso duello con l’Oreca gialloverde.

La Full Course Yellow avvantaggiava anche la Mercedes dei trionfatori di gara 1, con Al Faisal Al Zubair ad estendere anche la sua leadership sulla Ferrari del Car Guy e sull’altra Mercedes del GetSpeed, ma gli sforzi Frederik Schandorff e Raffaele Marciello venivano vanificati da altrettante penalità per track limits (la Ferrari #57 ne aveva già scontata una), lasciando campo libero alla BMW del Walkenhorst, che progrediva nella propria marcia verso il titolo, marcia che in precedenza aveva subito un forte scossone a causa del contatto con l’Oreca #22 di United Autosports, da cui è uscita fortunatamente senza conseguenze definitive.

Con 100’ ancora sul cronometro, Malthe Jakobsen aveva iniziato la carica verso le prime posizioni, ma veniva dichiarato reo, con colpevole ritardo da parte della direzione gara, di un precedente contatto con l’entry campione uscente del Nielsen Racing.

Tutto da rifare quindi per Cool Racing, con Nolan Siegel a dare spettacolo e ad emergere al comando sulla vettura di Inter-Europol, inseguito dall’altro driver IndyNXT Kyffin Simpson subentrato per Algarve Pro Racing, dopo aver disposto con le cattive della concorrenza.

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Tra le LM P3, con Francois Heriau ed il Graff stabilmente al comando, l’esperto Ross Kaiser del 360 Racing metteva in difficoltà i leader in classifica dell’MV2S, spingendoli in terza posizione, mentre Luca Stolz e Nicky Catsburg mantenevano agevolmente le prime due piazze tra le GT.

Ma la gara era tutt’altro che terminata, e davanti Jakobsen, grazie anche al pitstop obbligatorio di 100” servito da Inter-Europol, tornava al comando su Siegel e su Charlie Eastwood, incaricato di terminare la gara per il DKR. Purtroppo però per il team svizzero, la direzione gara decideva di punire la sosta, giudicata scorretta.

_Z9A7136 Sembrava fatta per Inter-Eurpol, invece un problema al cambio rallentava la marcia del campionino statunitense. Via libera quindi per il DKR, che con la vittoria si aggiudica anche il campionato e l’invito automatico per Le Mans. Per Cool Racing la magra soddisfazione del podio dietro il 99 Racing.

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Finale thrilling anche tra le LM P3, con un testacoda del 360 Racing che mette la squadra britannica fuori dal podio, ma che non salva l’MV2S dall’assalto della Ligier #17 del Cool Racing, che con Marcos Siebert si appropria della seconda piazza dietro Alex Lloveras, che conquista la vittoria che vale il titolo grazie ai migliori piazzamenti ottenuti rispetto a Lavergne e soci, i quali termineranno a pari punti dopo il terzo posto finale nonostante il drive-through comminato al Nielsen Racing per track limits.

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Posizioni congelate infine tra le GT, con Luca Stolz che trascina l’HRT la secondo successo a Yas Marina davanti a Nicky Catsburg il quale regala il debutto a Le Mans al Walkenhorst Motorsport. Chiude il podio l’altra Mercedes del GetSpeed, al terzo podio in quattro gare.

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E’ tutto per l’Asian Le Mans Series 2023. Ancora da scoprire date e location della nuova serie asiatica, che dal prossimo anno dovrebbe essere gestita in coabitazione con SRO.

Piero Lonardo

Foto: Alberto Manganaro

L’ordine di arrivo di Gara 2

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Asian LMS – Ad Abu Dhabi, Cool Racing approfitta degli errori altrui e si aggiudica Gara 1. Nielsen ed HRT, successi in LM P3 e GT

Nuova line-up a due e prima vittoria nelle gare ACO in LM P2 per Cool Racing. Alexandre Coigny e Malthe Jakobsen, con il boss Nicolas Lapierre fuori dall’abitacolo, hanno approfittato di errori e sfortune altrui per aggiudicarsi la prima gara di Abu Dhabi.

Coigny, protagonista in negativo del season opener a Dubai, questa volta è stato impeccabile, ma è stato il giovane danese, campione LM P3 ELMS uscente, a dare la carica decisiva, aiutato da qualche errore della concorrenza, in particolare di Algarve Pro Racing, che da leader in classifica esce da questa gara con 9 lunghezze di ritardo dal DKR, ed alla pari coi vincitori odierni.

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Lo start è stato alquanto confuso, con il solito iper-aggressivo Salih Yoluc davanti ad insidiare il polesitter Ahmad Al Harty, in seguito passato anche da Charles Crews e Paul Di Resta, al volante delle vetture di Inter-Europol e della #22 di United Autosports, mentre poco dietro Rodrigo Sales si girava, fortunatamente senza danni. Ma il vero caos avveniva tra le GT, dove andavano pesantemente a contatto la Ferrari AF Corse di Stefano Costantini e l’Aston Martin del Bullitt Racing di Martin Berry.

Anche un’altra Ferrari si toccava con l’Aston del D’Station, che attraversava tutta la parte interna della prima curva, ma la prima Safety Car veniva chiamata in pista a causa del contatto fra la Ferrari del Car Guy e l’altra 488 iscritta da Formula Racing e la McLaren di Alexander West. Le ultime due vetture rimanevano infatti agganciate ed era necessario l’intervento dei commissari per farle ripartire.

Al restart, Di Resta passava facilmente al comando sui due bronze driver, mentre nelle altre due categorie erano i due polesitter, Torsten Kratz e Liam Talbot, a mantenere la leadership, ma alle spalle della Mercedes #79 si avvicinavano pericolosamente Alfred Renauer e Henrique Chaves, i quali avevano già avuto la meglio sulla BMW dei trionfatori di Dubai del Walkenhorst Motorsports.

La gara peró veniva neutralizzata nuovamente dopo appena 20’ per un contatto fra le Ligier LM P3 di Sebastian Alvarez e Jacques Wolff e questo comportava un cambiamento alla testa della gara con Yasser Shahin a rilevare Oliver Jarvis con un pitstop della lunghezza regolare, mentre in tanti approfittavano per effettuare in questo momento la sosta obbligatoria di 100” imposta dal regolamento.

Cambio della guardia anche in GT, dove il factory driver Peugeot Mikkel Jensen aveva facilmente la meglio su Talbot con la Ferrari del Car Guy gestita da Kessel Racing.

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Ma il vero spartiacque della gara avveniva dopo circa 47’, a causa del violento crash, probabilmente causato dal contatto con un prototipo, sostenuto da Johnny Laursen con la Ferrari del Formula Racing appena uscita dai box dopo l’estesa riparazione per il contatto iniziale.

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Segue una bandiera rossa che annulla la competizione per quasi un’ora per riparare il guard-rail, e al restart Charles Crews non ha problemi per passare il proprietario di The Bend, mentre la prima sosta ed una penalità per il contatto lasciano la Porsche #33 dell’Herberth Motorsport al comando su Chandler Hull e sulla Mercedes #7 dell’HRT di Martin Konrad.

La seconda Full Course Yellow appare a circa metà gara, e vede James Allen, salito sulla vettura dell’Algarve Pro Racing, al comando con un robusto vantaggio su Nikita Mazepin, ora al volante per il Garage 99, e Christian Bogle, che ha rilevato Crews sull’Oreca gialloverde. Tra le LM P3, Jerome de Sadeleer dell’MV2S ha approfittato per portarsi al comando su Tony Wells del Nielsen Racing.

In questa fase, dopo un testacoda e la sacrosanta penalità per l’incidente iniziale di Yoluc, è la macchina del DKR si manteneva alle spalle dei due battistrada con Ayancan Guven stabile P3, ma qui iniziava la rimonta di Malthe Jakobsen, che presto, anche grazie ad un testacoda da parte di Garnet Patterson, si installava alle spalle di Allen e Di Resta, che a sua volta aveva passato Bogle. Cambio della guardia tra le GT, con Luca Stolz ora a condurre per l’HRT.

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Allo scadere della terza ora Phil Hanson passava al comando sull’Oreca dell’Algarve Pro Racing, che peró andava corta nel tentativo di effettuare il pitstop da 100”, che nemmeno United Autosports aveva fin qui servito, lasciando quindi Jakobsen, terzo in pista, nella potenziale posizione di leader, evento che si concretizzava in occasione dell’ultima sosta, che la vettura del Cool Racing effettuava per ultimo a 25’ dalla bandiera a scacchi.

Nella concitazione, Nolan Siegel, eroe di gara 2 a Dubai, arrivava lungo al box e faceva perdere tempo prezioso ai meccanici di Inter-Europol, ma la disavventura piú plateale accadeva all’altro talentino made in USA, Kyffin Simpson, che nel tentativo di ricongiungersi a Jarvis e lottare per il podio, si girava e sbatteva all’ultima curva a circa 3’ dal termine.

Fortunatamente l’Oreca #25, di traverso all’inizio del rettilineo, riusciva a ripartire (incredibile l’assenza di interventi da parte della direzione gara) e a classificarsi nona a 3 giri, mentre davanti United Autosports poteva festeggiare il doppio podio, seppure a 33” di distacco, alle spalle di Cool Racing.

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In LM P3, nel finale Matt Bell riusciva a superare Fabien Lavergne e a tornare al successo per il Nielsen Racing davanti all’MV2S, con Nico Varrone che finalmente concretizzava il podio per il WTM by Rinaldi fin qui bersagliati dalla sfortuna dopo le splendide prestazioni in prova.

Al Faisal Al Zubair dal canto suo completava il compito e regalava il successo all’HRT sulla Porsche #91 dell’Herberth Motorsport e sulla Lamborghini del Leipert Motorsport del nostro Marco Mapelli.

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Tutti da decidere domani in gara-2, a partire dalle 16.00 locali (le 13 italiane) i tre titoli in palio. In classifica generale il DKR, quarti al traguardo, passa al comando a quota 48 con 9 punti di vantaggio su Algarve Pro Racing e Cool Racing e 11 su Inter-Europol, ma i 25 punti in palio lasciano in lizza anche Nielsen Racing (35) United Autosports #22 (34), e 99 Racing (30).

Tra le LM P3, l’MV2S puó vantare 10 lunghezze sul Graff e 15 sul DKR, oggi solo P5 proprio dietro alla Ligier #8. Solo un miracolo potrebbe permettere ai vincitori odierni del Nielsen Racing, a -25, di riappropriarsi del titolo di categoria dopo il successo del 2020.

Tre team in lizza anche nelle GT, col Walkenhorst Motorsport, oggi classificati in P5, sempre in testa dopo il doppio successo di Dubai con 62 punti contro i 46 dell’Haupt Racing Team e i 40 del GetSpeed, oggi appena ottavi.

Piero Lonardo

Foto: Alberto Manganaro

L’ordine di arrivo di Gara 1

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Asian LMS – Prima pole per 99 Racing. Kratz, poker per WTM, HubAuto beffa tutti in GT

L’innesto di Ahmad Al Harty, ennesimo sub per il 99 Racing, si è rivelato fortunato; l’omanita ha infatti regalato alla neonata squadra la prima doppia pole position della sua breve storia, primeggiando nelle qualifiche di Abu Dhabi col tempo di 1.42.644.

L’Oreca LM P2 #98, che verrà portata in gara anche da Neel Jani e Nikita Mazepin, partirà davanti a tutti anche nella gara finale del weekend, grazie alla seconda miglior prestazione. Ricordiamo che le qualifiche della serie asiatica sono riservati ai piloti bronze e che a Dubai la line-up della squadra era completata da Goncalo Gomes, sostituto all’ultimo momento per Felix Porteiro, e che Jani era stato ingaggiato pochi giorni prima per Ben Barnicoat.

A seguire Salih Yoluc per DKR e Rodrigo Sales per Nielsen Racing, a ranghi invertiti per gara-2, mentre in casa Inter-Europol si devono accontentare della quarta piazzola nella gara che partirà alle 15.00 locali e della sesta piazzola di domenica, anche a causa del tempo perso da Charles Crews per un testacoda all’ultima curva, che unita alla red flag causata da Yasser Yashin con l’Oreca #23 di United Autosports, ha ridotto il tempo a disposizione dei dominatori di gara-2 di Dubai.

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Torsten Kratz dal canto suo ha ribadito la superiorità in qualifica della Duqueine del WTM by Rinaldi completando lo sweep delle pole position nelle LM P3. Speriamo che la squadra abbia risolto anche i problemi di affidabilità che hanno complicato la gara del team tedesco a Dubai. Dietro il polesitter, accreditato di 1.48.576, Alexander Bukhanstov in entrambe le griglie con la Ligier #73 di Inter-Europol, mentre Nielsen Racing, Rinaldi ed MV2S si scambiano le posizioni immediatamente retrostanti nella griglia di gara-2.

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Tra i due litiganti infine spesso il terzo gode, ed è quello che è accaduto nelle GT, dove Liam Talbot e la Mercedes di HubAuto hanno primeggiato con 1.52.776 davanti a Thomas Merrill, double polesitter a Dubai per Walkenhorst Motorsport, e a Martin Konrad dell’Haupt Racing. Bene infine anche la Ferrari AF Corse con Stefano Costantini, P4 in entrambe le griglie.

Appuntamento a fra poco, alle 12 italiane con il terzo round dell’Asian Le Mans Series, che verrà trasmesso in free streaming sul sito ufficiale della serie https://live.asianlemansseries.com/en/ e sui relativi canali social. Ricordiamo che la gara verrà diffusa anche sul canale Sky 229 MS Motortv e sul canale YouTube Sport Car Racing https://www.youtube.com/channel/UCSHF34HFY8XqUyQ2bONp6YA con commento in italiano.

Piero Lonardo

Foto: Alberto Manganaro

I risultati delle Qualifiche-1

I risultati delle Qualifiche-2

Jacob Riegel - Bullitt Racing

Asian LMS – Gallery: I protagonisti visti da vicino

Nuova gallery esclusiva dai box di Yas Marina per il secondo weekend dell’Asian Le Mans Series 2023.

Foto: Alberto Manganaro

(clicca per allargare)

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USCC – Albuqerque svetta nei test di Sebring. Porsche e Ferrari ancora indietro col BoP

Il WTR with Andretti prepara già la rivincita dopo il secondo posto di Daytona e svetta con Filipe Albuqerque nei test IMSA tenutasi mercoledì e giovedì in preparazione alle 12 Ore di metà marzo.

Il pilota portoghese ha segnato il miglior tempo di 1.46.450 nel corso della sessione finale, precedendo di mezzo secondo Mathieu Jaminet sulla migliore delle Porsche Penske e di 6 decimi Renger van der Zande sulla migliore delle Cadillac.

Alla due giorni hanno partecipato 26 vetture, tra cui tutte le GTP esclusa la BMW #24, con i quattro driver full-season ad alternarsi sull’unica M Hybrid V8 presente, che è risultata la piú lenta del lotto, pagando 1”7 dal best lap.

Va detto che le nuove macchine hanno corso con una nuova versione di Balance of Performance, che va a sostituire quello specifico per la Rolex 24, che vede comunque ancora tutte e quattro le marche allineate in parametri di energia per stint e potenza massima in funzione della velocità.

Modificato leggermente anche il BoP delle GT rispetto a Daytona, che ora vede la Ferrari con un incremento della potenza del boost e Lamborghini e le Porsche con restrittori piú ampi. Davanti alle 13 GTD che hanno partecipato ai test ci sono però sempre le Mercedes, con gli esemplari di Korthoff Motorsports e Winward Racing.

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La lista dei tempi mostra miglioramenti per le Huracàn GT3 Evo2, che occupano la seconda fila virtuale con Loris Spinelli en Rahel Frey, mentre le Porsche e Ferrari – qui presente con l’esemplare di Triarsi Competizione – sembrano ancora non al passo dei primi, con distacchi nell’ordine del 1” dal leader Mikael Grenier.

Presenti anche due vetture GTD Pro, la Lexus #14, che presenterà come terza guida Kyle Kirkwood, a Daytona sulla gemella iscritta in GTD, e la Lamborghini di Iron Lynx che con Romain Grosjean ha viaggiato a 3 decimi dal leader Ben Barnicoat, autore di 2.01.743.

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Due LM P2 ed una sola LM P3 hanno calcato infine i bump dell’ex-aeroporto, con Scott Huffaker il più veloce tra le Oreca 07 con l’esemplare del TDS Racing, mentre Tony Ave, Seth Lucas e Tonis Kasemets si sono alternati sulla Ligier JS P320 dell’Ave Riley.

L’appuntamento ora è per la SuperSebring 2023, che prenderà il via sabato e domenica 11-12 marzo con il Prologue WEC in vista della 1000 km del venerdì successivo. Le vetture del WeatherTech SportsCar Championship torneranno invece in pista giovedì 16 marzo, alle 10.10 AM locali, con le prime libere in funzione della 12 Ore del 18 dello stesso mese.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

I risultati dei test di Sebring

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ELMS – Panis Racing ancora più olandese

Una delle ultime formazioni che ancora non aveva reso nota la propria formazione per l’European Le Mans Series era il Panis Racing.

I vicecampioni in carica della serie si presentano ora con una line-up giovane, capitanata da Job van Uitert, che ritorna per il secondo anno col team francese, il quale verrà affiancato dal connazionale Tijmen van der Helm e da Manuel Maldonado.

Van der Helm, appena 19 anni, è uno dei giovani più interessanti del panorama europe e ha esordito nel mondo dell’endurance nel 2021 con il Racing Spirit of Leman nella Le Mans Cup per poi passare la scorsa stagione in pianta stabile col TDS Racing by Vaillante nella classe LM P2 Pro/Am. Al tempo stesso ha debuttato anche a Le Mans con la stessa formazione e a Daytona col G-Drive by APR, disputando anche parte del FIA WEC con l’ARC Bratislava.

Manuel Maldonado dal canto suo, ha riportato il titolo dell’Asian Le Mans Series 2021 fra le LM P3 con United Autosports, col quale ha disputato tutta l’ELMS che la 24 Ore di Le Mans. Lo scorso anno il venezuelano, cugino del più famoso Pastor, si è invece dedicato alla Sprint Cup del GT World Challenge Europe con una McLaren del Garage 59, giungendo settimo in classifica generale.

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Presentata frattanto anche una delle prime livree fra le GT, l’Aston Martin del TF Sport #72, che verrà portata in pista da Arnold e Maxime Robin e da Valentin Hasse-Clot.

Piero Lonardo

Foto: Panis Racing, TF Sport

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Asian LMS – Inter-Europol si aggiudica gara 2 a Dubai. DKr al top nelle LM P3 mentre Walkenhorst si ripete in GT

Inter-Europol pareggia i conti con la sfortuna e si aggiudica il secondo round dell’Asian Le Mans Series a Dubai. Il team battente bandiera polacca, partito anche oggi dalla pole, ha rimediato ad un errore nelle fasi iniziali da parte di Charlie Crews, rimontando con le stelline delle monoposto USA Christian Bogle ma soprattutto Nolan Siegel.

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La gara sembrava iniziata sotto il segno di United Autosports, che con Garnett Patterson prendeva la testa della gara nonostante un evidente tentativo di chiusura da parte di Salih Yoluc sulla vettura del DKR. Il pilota turco verrà poi penalizzato di 20” per la manovra, ma Crews nel tentativo di riprendersi la testa della gara si girava ed era costretto a lasciare passare tutto il gruppone dei 46, assenti definitive la Porsche di Dinamic e l’Aston Martin #61 del TF Sport incidentate nei giorni scorsi.

Iniziava cosí una lunga rimonta dell’equipe gialloverde, mentre al comando si installava grazie alle strategie Phil Hanson con l’altra entry di United Autosports. Il robusto vantaggio accumulato dell’ex-campione WEC ed ELMS però scemava a causa della prima delle due Safety Car chiamate in causa durante la gara, per l’uscita di strada di Adrien Chila, fino a quel momento in terza posizione tra le LM P3 per Cool Racing. A seguire anche una Full Course Yellow.

Tutto da rifare quindi dopo poco più di un’ora di gara, e da questa situazione confusa si avvantaggiava soprattutto il DKR, che con Ayhancan Guven si installava al comando nonostante un’altra penalità per aver attraversato la linea bianca della pitlane. Dietro Algarve Pro Racing, trionfatrice ieri, era stabile terza dopo essere stata costretta a rimontare per una foratura, ma doveva cedere la terza piazza ai campioni in carica di Nielsen Racing.

Un nuovo ricompattamento avveniva però a 80’ dalla bandiera a scacchi per il crash tra la Ferrari di Formula Racing e l’Aston Martin del Viper Niza; quest’ultima aveva la peggio e la direzione gara era costretta a richiamare in causa la vettura di servizio.

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Il sorpasso che valeva la vittoria avveniva a 25’ dal termine, con Siegel ad avere la meglio su un Charlie Eastwood in difficoltà, mentre Ben Hanley si rimpossessava del gradino basso del podio. James Allen eroe di ieri resisteva invece a Malthe Jakobsen, che portava al traguardo in quinta posizione la vettura del Cool Racing dopo la gara sfortunata di ieri per il team svizzero.

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Ancora malasorte invece per il WTM by Rinaldi, che dopo aver dominato come in gara 1 la graduatoria delle LM P3 nelle fasi iniziali, era costretta a cedere terreno per un problema tecnico, anche se questa volta il tutto si è risolto con una sosta un po’ più lunga del solito ai box.

Il comando della categoria era quindi appannaggio del 360 Racing con Sebastian Alvarez, risalito dal fondo dello schieramento, ma questa leadership si rivelerà temporanea, e Valentino Catalano, salito sulla Duqueine del DKR imporrà il proprio ritmo sulle Ligier del Graff (ottimo stint da parte di Belen Garcia) ed MV2S.

_Z9B8996Il tedesco e Tom van Rompuy manterranno il comando fino al traguardo, precedendo la Ligier #8 del Graff ed i vincitori di ieri dell’MV2S. Quarto posto a parziale consolazione per il WTM.

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Si ripete infine il Walkenhorst Motorsport fra le GT. Nonostante una partenza pessima da parte di Chandler Hull, la BMW #34 si è fatta largo fino a riconquistare il comando della categoria dopo 2 ore di gara. Le prime fasi vedevano il duello di gentlemen fra la Mercedes dell’Haupt Racing Team, la Ferrari di AF Corse e l’Aston Martin del D’Station, che prendeva la testa prima con Tomonobu Fuji e poi con Satoshi Hoshino davanti a Stefano Costantini sulla 488 #21.

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Ma era Nicky Catsburg a chiudere definitivamente la partita, lasciandosi dietro una battaglia feroce fra i protagonisti citati sopra. Alla fine erano Raffaele Marciello e Miguel Molina a giocarsi gli altri due gradini del podio, con vantaggio finale per lo svizzero del GetSpeed, che chiudeva nuovamente a podio davanti al Ferrarista. L’Aston del D’Station chiudeva solamente in P6 dietro le due McLaren del Garage 59.

In classifica generale, Algarve Pro Racing guida ancora con un solo punto di vantaggio sul DKR, mentre i vincitori odierni ed il Nielsen Racing inseguono a -10. Tra le LM P3, l’MV2S continua a condurre con 4 lunghezze sul Graff e 7 sul DKR. In GT infine, punteggio pieno, 52 punti, per il Walkenhorst, che vanta 16 punti sul GetSpeed e 31 sull’Haupt Racing Team, oggi terminato in P7.

L’Asian Le Mans Series tornerà il prossimo weekend con gli ultimi due appuntamenti di Abu Dhabi, sabato 18 e domenica 19 febbraio.

Piero Lonardo

Foto: Alberto Manganaro

L’ordine di arrivo di Dubai-2