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USCC – Ben 57 vetture alla 6 Ore del Glen col debutto della Wadoux

Il primo appuntamento dell’endurance dopo Le Mans è da tempo la 6 Ore del Glen, che vede la ripresa del WeatherTech SportsCar Championship, i cui protagonisti come noto si sono ben comportati sul tracciato della Sarthe, sfiorando il podio assoluto con la Cadillac #3 di Sebastien Bourdais e Renger van der Zande.

Sono ben 57 le vetture iscritte, la griglia più corposa dopo Daytona. 9 le GTP, in attesa della Porsche Proton, che dovrebbe debuttare a Road America, ma solo due vetture hanno optato per un equipaggio a tre, vale a dire la Cadillac dell’Action Express e l’Acura del WTR w/Andretti, che riportano in pista Louis Deletraz e Jack Aitken.

Qualche variazione anche al BoP, dove tutti e quattro i modelli hanno ricevuto incrementi di peso, dai 4 kg delle Acura, che rimane la vettura più pesante con 1.053 kg a vuoto, ai 5 delle Porsche fino ai 7 kg extra di BMW e Cadillac. Leggere modifiche anche in termini di potenza massima e di energia massima per stint per Porsche, BMW e Caddy, con le Acura che mantengono il maximum output con 520 kW ed il valore massimo per stint con 917 MJ.

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Nove anche le LM P2, con la novità AF Corse, che ritorna dopo Daytona con un equipaggio inedito formato da Luis Perez Companc, Nicklas Nielsen e Lilou Wadoux. Quest’ultima, reduce da una sfortunata Le Mans, debutta così nella massima serie endurance americana.

Anche se viene ancora listato John Farano, reduce dal crash di Laguna Seca, nell’equipaggio del Tower Motorsports, l’unico sedile ancora TBD della categoria appartiene per ora al TDS, che nei primi due round della Michelin Endurance Cup ha schierato l’infortunato Francois Heriau sull’Oreca #35.

UPDATE: Sarà Salih Yoluc a sostituire Farano al Glen, mentre il team owner/driver prosegue il processo di guarigione.

Per la terza apparizione stagionale delle LM P3 si contano ben 10 entry con un unico sedile da assegnare in Performance Tech, ma l’altra grande sorpresa di questa entry list é tra le GTD Pro, con una seconda Ferrari 296 GT3 schierata a fianco di quella di Risi Competizione per Davide Rigon e Daniel Serra, per Miguel Molina, Ulysse De Pauw e Simon Mann. L’addizione porta il totale delle vetture iscritte a 9 unità, che comprendono anche gli effort dedicati alle gare lunghe di Iron Lynx e Turner Motorsport, mentre MDK ha da tempo comunicato l’intenzione di non proseguire.

Tra le ben 20 GTD infine, da segnalare il ritorno delle altre 296 GT3 di Triarsi Competizione e Cetilar Racing, così come della Lamborghini in rosa delle Iron Dames. Gli unici TBD riguardano la Lamborghini dell’NTE e l’Acura NSX del Racers Edge w/WTR.

Modifiche anche al BoP delle GT, con ben 30 kg abbuonati alle Ferrari, 20 kg a Lamborghini, Mercedes e McLaren e 5 alla Corvette. La AMG GT3 rimane comunque la vettura più pesante con 1.370 kg contro i 1.350 di Ferrari e Corvette; quest’ultima guadagna leggermente nell’alimentazione (+0,3 mm di restrittore d’aria) così come le Lexus (+1 mm X2), che guadagnano anche 3 litri extra di carburante, mentre le Acura ne perdono altrettanti.

In classifica generale ricordiamo che tra le GTP sono gli alfieri Porsche Nick Tandy e Mathieu Jaminet a condurre sui vincitori di Sebring dell’Action Express. Primati parziali nelle altre categorie prototipi per l’accoppiata del TDS Racing #11, Steven Thomas e Mikkel Jensen, tra le LM P2, classe che nel prossimo anno vedrà protagonista anche il Riley Motorsports di Felipe Fraga e Gar Robinson, attuali leader delle LM P3. In GTD Pro l’equipaggio della Lexus del Vasser Sullivan composto da Ben Barnicoat e Jack Hawksworth procede a vele spiegate con una vittoria e tre podi, mentre tra le GTD conduce il Paul Miller Racing, forte delle due vittorie ottenute da Bryan Sellers e Madison Snow a Sebring e Long Beach.

L’appuntamento in pista al Glen è per venerdì 23 giugno alle 4.30 PM ET per le prime libere. Qualifiche sabato 24 a partire dalle 1.20 PM ET pari alle 19.20 nostrane e start della gara alle 10.40 AM ET, vale a dire le 16.40 italiane, di domenica 25. Qualifiche e gara come sempre fruibili gratuitamente dall’Italia sul sito IMSA https://www.imsa.com/tv/

Piero Lonardo

Foto: IMSA, Piero Lonardo

L’entry list della 6 Ore del Glen

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LMC – Alla Road To Le Mans, vittorie di Nielsen Racing, Cool Racing e doppietta WRT, anche con Rossi

Nella settimana della Le Mans del centenario spazio anche alla Road To Le Mans, giunta all’ottava edizione. Le qualifiche per le due manches, a valere nell’ambito della Michelin Le Mans Cup, hanno visto primeggiare Manuel Espirito Santo sulla Ligier del Team Virage e Fabien Michal del CD Sport. Il WRT dal canto suo ha monopolizzato le pole delle GT3 con Max Hesse e con Jerome Policand, pronto ad accompagnare con la propria esperienza il deb Valentino Rossi sul Circuit de la Sarthe.

Gara 1, disputata nel tardo pomeriggio di giovedí scorso, ha visto i consueti contatti in curva 1 ma soprattutto diverse vetture girarsi alla chicane Daytona, cosí da chiamare subito in causa la Safety Car. Valentino Rossi, il quale aveva ereditato la leadership tra le GT3 dall’altra vettura del WRT, era costretto ad evitare la melèe e perdeva cosí la prima posizione della categoria a favore della Mercedes del Winward Racing, mentre davanti a tutti svettava il veterano Wayne Boyd, subito al top per United Autosports.

Poco dopo il restart, a seguito di 15’ di neutralizzazione, era già il momento del pitstop obbligatorio, e John Schauerman, subentrato al posto di guida della Ligier #23, offriva poca resistenza a Matt Bell del Nielsen Racing e ad polesitter Espirito Santo, il quale approfittava di un errore del britannico per balzare al comando, mentre la battaglia per il terzo posto vedeva emergere un altro protagonista delle LM P2, Colin Noble con la vettura del Team Thor.

Duqueine_Nielsen

Tra le GT3, era battaglia fra la Porsche dell’HCR with CaffeineSix di Anders Fjordbach e la BMW di Hesse, che alla fine prendeva il comando. L’incidente della Porsche del Parker Racing e la relativa Safety Car chiudevano i giochi fino alla bandiera a scacchi. Nel post gara però la doccia fredda per il Team Virage, che perdeva la vittoria a causa di un sorpasso in regime di bandiere gialle, a vantaggio della Duqueine #4 di Bell e John Melsom davanti al Team Thor e alla Ligiere #97 del Cool Racing di David Droux e Luis Sanjuan.

#31 TEAM WRT - BMW M4 GT3 - Michelin Road to Le Mans - Circuit de la Sarthe - Le Mans - France -

Dietro WRT ed HCR, completa il podio delle GT3 l’Aston Martin del campioni in carica (tra le LM P3) del Racing Spirit of Leman Arnold Robin e Valentin Hasse-Clot, impegnati anche nella gara principale sempre con una Vantage in versione GTE.

Gara-2, disputatasi nella mattinata di venerdí ha avuto un avvio più tranquillo, con Torsten Kratz e la Duqueine del WTM by Rinaldi Racing a prendersi subito la leadership sulla Ligier in pole, cosí come gli alfieri di CaffeineSix e Winward Racing, Tim Creswick e George Kurtz, sulla BMW in pole.

L’inevitabile Safety Car è stata chiamata in causa al lap 4 per il contatto di due vetture alla Chicane Michelin in regime peraltro di Slow Zone. L’undercut del Team Thor permetteva a Colin Noble di salire al comando, davanti alla Ferrari AF Corse #51 di Kei Cozzolino. A seguire il Murphy Prototypes che però tardava ad effettuare la propria sosta obbligatoria, davanti a propria volta al WTM ora con Leo Weiss. In GT3 dietro la 296 GT3 #51 emergeva ancora una volta la Porsche dell’HCR w/Caffeine Six di Anders Fjordbach.

Mentre la battaglia infuriava alle spalle di Noble e Cozzolino, la direzione gara decideva per altrettante penalità, uno Stop&Go per il Team Thor per non aver rispettato il tempo del pitstop, e alla Ferrari per comportamento giudicato non regolamentare alle spalle della vettura di servizio. Entrambe le squadre optavano per lasciare le vetture in pista.

#97 COOL RACING - Ligier JS P320 - Nissan - Michelin Road to Le Mans - Circuit de la Sarthe - Le Mans - France -

La classifica finale vedeva quindi la vittoria della Ligier del Cool Racing di David Droux, il quale aveva la meglio in pista sulla Duqueine del WTM. Completa il podio la Ligier del CD Sport partita dalla pole. Tra le GT3, la Porsche di Fjordbach opponeva poca resistenza alle BMW e terminava con una doppietta WRT ed il primo successo di Valentino Rossi sulla vettura gemella di Hesse e Whale e sulla Mercedes del Winward.

Podium GT3 - Valentino Rossi (ita) -Michelin Road to Le Mans - Circuit de la Sarthe - Le Mans - France -

In classifica generale, il Team Virage conduce con 29 punti contro i 25 del CD Sport ed i 22 del Cool Racing. Tra le GT3, leadership per l’HCR with Caffeine Six con ben 42 punti contro i 36 del Racing Spirit of Leman ed i 27 del Parker Racing. La Michelin Le Mans Cup tornerà in azione il 15 luglio a Le Castellet.

Piero Lonardo

Foto: Michelin Le Mans Cup, Nielsen Racing

L’ordine di arrivo di gara 1

L’ordine di arrivo di gara 2

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WEC – Leclerc a Le Mans con la Hypercar? Potrebbe veramente succedere

Charles Leclerc potrebbe partecipare alla prossima 24 Ore di Le Mans su una 499P. Questa l’indiscrezione che è trapelata un po’ ovunque, all’indomani della splendida vittoria della Ferrari #51 di Antonio Giovinazzi, Alessandro Pier Guidi e James Calado, stando alle dichiarazioni raccolte nell’immediato post gara.

In realtà noi lo sapevamo da un po’ prima… la presenza del boss F1 Frédéric Vasseur e del pilota della Rossa di F1 a Le Mans non è stata assolutamente casuale. La gestione Binotto era assolutamente contraria a priori a questo tipo di operazioni, che invece Vasseur non disdegna e quindi ci sarebbe nel caso – con l’assunto che la F1 e Le Mans continuino a non collidere in calendario – il via libera ad un’eventuale partecipazione di Leclerc.

Tutta da vedere peró la dinamica di questa operazione, in primis perchè un’eventuale partecipazione futura, alla luce del massimo risultato già conseguito, avrebbe un valore mediatico per il pilota sicuramente inferiore; inoltre, non vediamo perchè scombinare gli equilibri cosí sapientemente dosati finora, per cui l’unica soluzione sarebbe affidargli un’eventuale terza vettura. Gli altri due piloti per affiancare il monegasco con un minimo di esperienza – in pista o al simulatore – sulla 499P, volendo ci sarebbero già. Bisogna solo attendere 12 mesi, nei quali i sei alfieri attuali del Cavallino tenteranno di portare a casa i titoli WEC.

Nella classifica piloti, Giovinazzi, Pier Guidi e Calado inseguono a quota 82 punti contro i 107 di Hartley, Hirakawa e Buemi, con Fuoco, Molina e Nielsen quarti più staccati a quota 67. Tra i costruttori invece il divario è molto meno ampio, con Toyota a 126 punti contro i 108 di Ferrari, a tre gare dal termine e 91 punti in palio.

Piero Lonardo

Foto: Scuderia Ferrari

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WEC – Ferrari trionfa a Le Mans! Voi ci credevate ? Noi sí

La Ferrari 499P di Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado trionfa nell’edizione del Centenario della 24 Ore di Le Mans, davanti alla Toyota di Brendon Hartley, Sebastien Buemi e Ryo Hirakawa e alla Cadillac di Earl Bamber, Richard Westbrook e Alex Lynn.

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Noi ci credevamo, ci abbiamo creduto sin da quando l’abbiamo vista in pista ad Imola per le Finali Mondiali 2022, magari ancora prima quando non si poteva dire nulla. E dopo Sebring, dove ha debuttato con una pole position ed un podio, abbiamo assistito al consueto carrozzone italico di fenomeni giornalistici improvvisamente interessati all’endurance e a Le Mans, come se fino a questo momento Competizioni GT guidate da Antonello Coletta e gestite in pista da AF Corse di Amato Ferrari e Battistino Pregliasco non avesse vinto nulla.

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Un carrozzone che si è via via addensato di presenze improbabili e parvenu, corroborato dagli altri due podi conquistati nel mentre della creatura dell’Ing.Cannizzo, più la pole forse “rubata” a Spa. Ma noi in questo momento guardiamo avanti, perchè, appunto, CI CREDEVAMO VERAMENTE, e, ci teniamo a dire che abbiamo spronato a modo nostro l’armata del Cavallino che è andata a crescere sino a dominare qualifiche ed Hyperpole al debutto della vettura a Le Mans.

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Adesso però per favore, non incominciamo sia coi paragoni con la F1 che fatica da anni, nè tantomeno col volere “trapiantare” la creatura vincente in quest’ultimo scenario. Per una volta gioiamo di un successo made in Italy (per quanto la globalizzazione può ora permettere), che proseguirà il proprio cammino durante i restanti appuntamenti del WEC, a partire da Monza il 9 luglio, dove l’Autodromo brianzolo, già giubilato per il 2024 in favore di Imola, dovrà dimostrare di essere all’altezza non solo della squadra che ha riportato AL PRIMO COLPO una vittoria che mancava dal 1965 (parentesi, l’anno di nascita del qui scrivente), ma anche di un pubblico che si merita di essere coccolato come ha fatto questa Ferrari.

Peccato per la #50 di Antonio Fuoco, Nicklas Nielsen e Miguel Molina, attardata nella notte da un problema al radiatore, ma che alla fine termina al quinto posto.

La cronaca di questa 24 Ore narra di safety car interminabili (oltre 4 ore di gara) per permettere la nuova procedura di pass-around, del ritorno una tantum degli “scaldagomme” (chissà cosa ancora sarebbe successo senza, visti i tanti voli, anche sull’asciutto) ed in generale di un’edizione che, in pista, ha superato la grandeur degli anni ’70 e ’80.

Toyota, fuori per un contatto con la #7 ancora prima di metà gara, ha tentato con i vincitori 2022 nonchè campioni in carica WEC, di mantenere il contatto con la Rossa #51, ma i riavvicinamenti sono stati solo frutto di situazioni temporanee, e la botta finale di Ryo Hirakawa a meno di due ore dalla bandiera a scacchi ha di fatto cristallizzato il risultato finale.

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Se la figura vincente della Ferrari può riassumersi in quella nell’Ing.Coletta, gli statunitensi del gruppo GM hanno in Laura Wontrop Klauser non solo un “faro” capace di catalizzare altrettante attenzioni, ma anche una “capitana” vincente, visto che tutte e tre le Cadillac LMDh hanno terminato la gara e due sono finite anche a ridosso dei due major contender; non solo, la Corvette ha trionfato nell’ultima apparizione in GTE-Am a Le Mans, mettendo una seria ipoteca anche sul titolo WEC di categoria con Ben Keating, Nico Varrone e Nicky Catsburg.

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Restando in tema States, perfetta anche l’interazione con la Camaro ZL1 NASCAR schierata dall’Hendrick Motorsports, che ha mostrato al pubblico che, senza scomodare per forza energie futuribili, esistono già alternative valide al motorsport di stampo FIA. A traguardo anche entrambe le Glickenhaus e le Peugeot, ancorchè una assai attardata, mentre Porsche dovrà fare quadrato da questa esperienza, da cui esce appena dentro la top ten con la 963 #5. EDIT. Nel post-gara alla Porsche #5 è stata comminata una penalità di 4 giri per non aver completato l’ultimo giro nei limiti previsti (9’57″ contro i 6′ massimi)  e si classifica quindi sedicesima assoluta. Incommentabile invece la gara della Vanwall (ma la colpa era di Villeneuve?)

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Tornando alle GTE-Am, dietro la Corvette, autrice di una rimonta dopo un problema iniziale agli ammortizzatori anteriori, si sono piazzate l’Aston Martin dell’ORT by TF e la Porsche del GR Racing, capace pure di rimontare da una situazione di svantaggio derivante da un’uscita di strada.

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Lo spettacolo delle Hypercar ha lasciato in secondo piano la gara delle LM P2. La categoria cadetta ha premiato Inter-Europol, che ha vinto il duello a distanza col WRT. Completano il podio i francesissimi del Duqueine.

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Nella sottocategoria Pro/Am, presto fuori Racing Team Turkey ed AF Corse, il successo è andato al Crowdstrike by APR davanti al Cool Racing ed al DKR.

E’ tutto per questa incredibile edizione della 24 Ore di Le Mans. Speriamo di avervi intrattenuto al meglio con contenuti originali ed esclusivi. L’endurance mondiale come detto, tornerà in azione a Monza il 9 luglio con la quinta tappa stagionale.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Alberto Manganaro, Foto MorAle

L’ordine di arrivo della 24 Ore di Le Mans 2023

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WEC – A quattro ore dall’arrivo, nuovamente Ferrari davanti

Una mattinata soleggiata accoglie le vetture superstiti sul Circuit de la Sarthe. Davanti la Ferrari #51 continua a macinare terreno sulla Toyota #8 che al momento rimane l’unica concorrente a contenderle il primato assoluto.

Le due hypercar fanno l’elastico grazie all’ennesima Slow Zone, questa volta procurata da Antonio Felix Da Costa, fuori ad Indianapolis, e Sebastien Buemi riesce persino a tornare davanti perchè la 499P fa fatica a ripartire, ma la leadership della GR010-Hybrid dura appena un paio di giri, ed il pilota di Tortona riprende la marcia – per ora – trionfale davanti al gruppo prima di cedere nuovamente il volante a James Calado.

Indianapolis quasi fatale anche ad entrambe le Glickenhaus, che fino a quel momento hanno corso costantemente a ridosso delle ben più costose LMH ibride, con Olivier Pla imitato da Franck Mailleux nel corso della 18ma ora.

Dietro i duellanti le due Cadillac del Team Ganassi proseguono imperterrite, ora con Alex Lynn e Renger van der Zande, un gran bel risultato per le LMDh al debutto sulla Sarthe, al contrario di Porsche, con la 963 #5 in P6 dietro la Peugeot #93, ormai nel mirino della Ferrari #50, in rimonta dopo i problemi notturni al radiatore.

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Anche nelle LM P2 è lotta a due fra Inter-Europol e WRT. Robert Kubica riesce a portarsi davanti all’inizio della 17ma ora, ma dopo il turno di Kuba Smiechowski tocca di nuovo a Fabio Scherer, che ristabilisce le distanze su Louis Deletraz.

Quale terza forza emerge il Duqueine grazie all’effort dell’esperto Neel Jani, incalzato a propria volta da IDEC, una volta che il polesitter Paul-Loup Chatin è tornato alla guida dell’Oreca #48.

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Il ciclo sfasato dei pit invece rende di più difficile comprensione la classifica delle GTE-Am, che durante la ventesima ora perde la Porsche #911, con Michael Fassbender fuori alle curve Porsche.

Gara finita per l’attore-pilota, mentre a 4 ore dal termine sono le Iron Dames a condurre con Sarah Bovy davanti all’Aston Martin dell’ORT by TF, alla Corvette e all’altra 911 del Project 1 – AO Racing, ora affidata al veterano Gunnar Jeannette. Tutte con lo stesso numero di giri. “Rexy” è probabilmente il vero major contender delle tre pilotesse in rosa per il successo di categoria.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo 20 ore di gara

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WEC – A Le Mans dopo due terzi di gara è lotta a due Ferrari-Toyota

La notte a Le Mans può portare robusti cambiamenti o mantenere immutato lo status quo. In questo caso i tanti sconvolgimenti della prima metà di gara hanno lasciato spazio ad un consolidamento delle posizioni di testa nella classifica assoluta.

La Toyota residua, la #8 con Brendon Hartley e Ryo Hirakawa ha approfittato di alcune slow zones per costruire un cuscino di sicurezza sulla Ferrari #51. La 499P, tirata da Alessandro Pier Guidi riusciva però a riavvicinarsi e a tornare al comando, ora con James Calado che dopo 16 ora vanta 13” di vantaggio su Hirakawa.

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Dramma invece per la Porsche #6, l’ultima a vantare ancora una qualche ambizione di successo, con Kevin Estre lungo alle curve Porsche nel tentativo di doppiare una Oreca del WRT. Dietro le duellanti di testa, le due Cadillac, con la #2 ancora nel giro dei primi.

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Tra le LMP2, è ancora Inter-Europol a condurre con un vantaggio minimo sul WRT, dove Robert Kubica ambisce a riappropriarsi del successo sfuggitogli un paio di edizioni or sono. Queste sono le uniche due vetture a pieni giri, dopo che Reshad De Gerus ha schiantato la #47 del Cool Racing alle Porsche poco dopo la metà gara.

Fuori per una dinamica simile anche la vettura Pro-Am di AF Corse, che lascia la leadership della sottocategoria alla macchina del CrowdStrike by APR. In questa classifica ad eliminazione (sono rimaste solo quattro vetture in pista) resiste ancora la macchina del Graff col nostro Roberto Lacorte, dopo le riparazioni conseguenti ad un contatto avvenuto nella prima parte di gara.

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In GTE-Am infine, la Ferrari Kessel sente la pressione della Porsche del Project 1 di Matteo Cairoli, che in seguito prenderà la leadership sull’altra 911 delle Iron Dames, che a loro volta devono guardarsi dalla rimonta della Corvette con Nicky Catsburg. Nel mezzo, la Camaro NASCAR, che prosegue indisturbata in P29 assoluta.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo 16 ore di gara

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WEC – Prosegue una Le Mans ad eliminazione, ma alla metà gara davanti c’è una Ferrari

Una Le Mans che forse nessuno si aspettava si sta dipanando nella notte: un nuovo scroscio temporalesco, nettamente più consistente dei precedenti, ha infatti movimentato il secondo quarto di gara.

Le intemperie hanno investito soprattutto la zona del Karting, dove Giacomo Petrobelli ha piantato la sua Ferrari del JMW, in quel momento al comando delle GTE-Am, mentre al contrario le hypercar di Nicklas Nielsen e Will Stevens riuscivano invece a prendere la via di fuga.

Ulteriore melèe ad Indianapolis, dove escono le LM P2 di Frederick Lubin e Mirko Bortolotti, poi imitate da Salih Yoluc il quale va a tamponare l’inerme Oreca Prema; ma la goccia che faceva traboccare il vaso era la Ferrari del Walkenhorst di Chandler Hull fermo alle Porsche, che chiama in causa l’ennesima slow zone.

In precedenza sono state Porsche e Ferrari a dare spettacolo tra le hypercar, con Yifei Ye e la 963 Jota a prendere la testa della gara per poi terminare fuori al Karting con robusti danni alla carrozzeria. Le due 499P, dopo aver avuto la meglio sull’altra 963 di Dane Cameron, quest’ultimo rallentato anche da un drive-through, si ritrovavano al comando, con Miguel Molina a lasciarsi passare da Antonio Giovinazzi per la leadership intorno al quarto di gara; poco dopo si è scatenato uno spettacolo pirotecnico per commemorare i 100 anni della 24 Ore.

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Nelle GTE-Am si danno battaglia la Porsche Proton #911 di Martin Rump e la Ferrari AF Corse #54 di Francesco Castellacci con le Iron Dames terzo incomodo, mentre tra le LM P2, Oliver Rasmussen precede Albert Costa di Inter-Europol, ma la vettura di Jota va anch’essa a picchiare su pista bagnata.

Anche dopo il termine del temporale però non c’è pace tra le LMH. Intorno alla mezzanotte è infatti Alessandro Pier Guidi a far segnare il primo errore tra le Ferrari, restando coinvolto in un contatto fra la Porsche leader in GTE-Am ed una Glickenhaus.

La 499P #51 va a perdere il vantaggio guadagnato sul resto del lotto, ma poco dopo tocca alla Toyota #7 ammainare la bandiera, dopo il cruento contatto con la Ferrari del JMW, che rimanendo piantata in pista, genera l’ennesima neutralizzazione. Problemi anche all’altra 499P, vittima di problemi al radiatore che hanno richiesto una sosta ai box di 6 giri, e per la Peugeot meglio piazzata, out con Gustavo Menezes alla guida alla chicane Daytona. Fuori anche la Porsche #75 vittima di problemi di pressione del carburante.

Alla fine della fiera, alla metà gara è la Ferrari di Antonio Giovinazzi a trovarsi al comando con 3” di vantaggio sulla Toyota superstite con Sebastien Buemi ed oltre 1’ sulla Cadillac #2 di Richard Westbrook. Queste ora le uniche vetture a pieni giri, mentre la Porsche #6 e la Cadillac #3, martoriata da soste e penalità, inseguono ad un giro.

Tra le LM P2, anche se alla metà gara la classifica, grazie ai giochi delle strategie, riporta il Duqueine in testa davanti alla #41 del WRT, è Inter-Europol che pare aver preso seriamente il comando delle operazioni, ancorchè di misura sul Panis Racing.

In GTE-Am infine, la “Rexy” Porsche del Project 1 – AO Racing conduce sulle Ferrari di AF Corse e Kessel Racing. La top five comprende anche le Porsche delle Iron Dames e GR Racing, risalita dopo la disavventura nelle fasi iniziali.

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In totale sono ben 14 le vetture ritirate sin qui; tra queste al contrario non compare la Camaro NASCAR del Garage 56, che prosegue la propria marcia in 32ma posizione assoluta.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo 12 ore di gara

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WEC – A Le Mans, dopo 4 ore, una Peugeot davanti a tutti, ma quanti incidenti!

Non è uno scherzo, ma alla Le Mans del Centenario dopo 4 ore abbiamo una Peugeot 9X8 davanti a tutti, la #94 guidata da Gustavo Menezes. Va detto subito che il primo sesto di gara è stato alquanto concitato.

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Si è iniziato col classico accenno di pioggia poco prima dello start, dato nientemeno che dalla stella NBA LeBron James, nella parte del circuito lontana dalle tribune principali, tanto per mischiare da subito le carte in tavola.

A farne le spese Jack Aitken, protagonista del primo contatto con le barriere della giornata, alla prima chicane. Davanti Sebastien Buemi ha preso subito la leadership sulla Ferrari in pole guidata da Nicklas Nielsen, mentre James Calado, incaricato di portare al via la 499P #51, aveva già ceduto a Mike Conway.

E’ quindi subito safety car, e dopo una serie di pitstop da parte di alcune LM P2 e Porsche GTE per montare le slick, si procede per la prima volta alla procedura di pass-around, che richiede una quarantina di minuti mal contati.

Decisione abbastanza incomprensibile, anche perchè la Cadillac #311 aggiungeva in autonomia i box, ed un peccato per lo spettacolo, che viene annullato. Dietro le quattro LMH di punta c’è la migliore delle Porsche 963 con Felipe Nasr. In LM P2, ottimo start di Paul-Loup Chaitn dalla pole per IDEC Sport, mentre le Ferrari approfittano di un problema agli ammortizzatori della Corvette e piazzano un uno-due-tre con Davide Rigon, Daniel Serra ed Alessio Rovera.

Al restart, Conway si accoda all’altra Toyota, ma la doppietta del Gazoo Racing dura poco, perchè i due alfieri del Cavallino si riportano alle spalle del battistrada.

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La gara riesce a proseguire green per circa altri 45’ allorquando Rodrigo Sales termina l’avventura della bella Oreca LM P2 del Nielsen Racing all’entrata della Dunlop e a seguire Ricky Taylor termina definitivamente l’esperienza del Tower Motorsports picchiando duro a Mulsanne. Questa volta vengono chiamate solo le local yellow, ma poco dopo proprio sotto il ponte Dunlop vengono a contatto la Ferrari AF Corse #21 e l’Aston Martin del GMB Motorsport, forse tratti in errore da un recupero della Cadillac di Sebastien Bourdais.

Se ne sono già andate 2 ore di gara e alla chiusura della Slow Zone davanti a tutti c’è la Cadillac #2 sulle Porsche #5 e #75, che devono ancora effettuare la loro seconda sosta, sulla Toyota di Brendon Hartley e all’altra Porsche Jota partita dal fondo dello schieramento per non aver segnato un giro utile in qualifica.

Tra le GTE-Am è il momento delle Porsche, che vanno al comando con i nostri portacolori Matteo Cairoli e Riccardo Pera; quest’ultimo peró è costretto a cedere presto a causa di un nuovo scroscio d’acqua, ben più consistente, che genera una situazione di pericolo all’entrata delle curve Porsche.

Ferdinand Habsburg va lungo nella via di fuga con l’Oreca LM P2 #31 del WRT, Esteban Gutierrez e Lilou Wadoux, questi ultimi rispettivamente con la Glickenhaus #709 e la Ferrari Richard Mille #83 fanno del loro meglio per limitare i danni. A seguire “scivolano” sulla stessa porzione di pista anche Scott Dixon, subentrato sulla sfortunata Caddy #3, e Pera, che subisce i danni visibili più estesi, fortunatamente non terminali.

Prima ancora l’incidente fra le due Porsche di Iron Lynx e Proton Competition #16 aveva tolto di mezzo entrambe le vetture, guidate da Claudio Schiavoni e Ryan Hardwick, mentre Frederick Lubin uscendo largo da Arnage “faceva fuori” l’incolpevole Mikkel Pedersen sulla Porsche Proton #77. Entrambe le vetture subivano danni ma entrambe non terminali.

Ma non era finita, perchè mentre la Safety Car continuava a calmierare la gara, la Peugeot 9X8 di Jean-Eric Vergne si fermava nella ghiaia a Mulsanne.

Nel marasma generale causato dalla seconda, interminabile procedura di pass-around, davanti nel frattempo si era installata l’altra Peugeot, con Gustavo Menezes, che, sempre in regime di neutralizzazione, dopo 240’ conduce davanti alla Porsche di Kevin Estre e alle due Toyota di Josè Maria Lopez e Brendon Hartley.

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Sono ben dodici le LMH nel giro dei primi, con le Ferrari assolutamente in contention, mentre tra le LM P2 sono emerse le Alpine di Memo Rojas e Julien Canal sull’Oreca #23 di United Autosports di Oliver Jarvis.

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In GTE-Am, è ancora un momento Porsche con Sarah Bovy delle Iron Dames, PJ Hyett con la “Rexy” Porsche del Project 1-AO Racing e la #911 di Martin Rump, in attesa del fatidico restart che mischierà nuovamente le carte in tavola.

Ah, la Camaro NASCAR è sempre regolarmente in gara. L’Hendrick Motorsports al sopraggiungere della pioggia, ha richiamato la macchina ai box per una breve regolazione ed è tornata in pista come se niente fosse.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo 4 ore di gara

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USCC/WEC – Proton: Porsche hypercar da Monza e Road America e GT3 con la Ford Mustang nel 2024

Proton Competition sotto i riflettori nella settimana di Le Mans. La prima Porsche 963 hypercar acquisita dal team verrà messa in pista nel WEC a partire dalla 6 Ore di Monza, ed avrà come piloti, oltre a Gianmaria Bruni ed Harry Tincknell, l’ex-vincitore di Le Mans, Neel Jani.

La stessa vettura è poi attesa nei tre round finali del WeatherTech SportsCar Championship a partire da Road America il 6 agosto, per proseguire con Indianapolis il 17 settembre e la Petit Le Mans il 14 ottobre, presumibilmente con il medesimo equipaggio.

Se la seconda 963 ordinata da Christian Ried sarà pronta in tempo utile, parteciperà a propria volta alle due restanti gare del WEC al Fuji ed in Bahrain.

Ma questa non è l’unica novità per il team tedesco, che dalla prossima stagione è atteso tra le GT con Ford. Di oggi l’annuncio durante l’unveiling a Le Mans della nuova Mustang GT3, esposta al pubblico nel Village con una livrea particolare disegnata da Troy Lee, alla presenza dei massimi esponenti di Ford e Multimatic (che gestirà invece il programma IMSA), a partire dal CEO Ford Chris Farley, il quale ha definito in maniera virtuale le prerogative di questo programma, fino a Mark Rushbrook, Direttore Globale di Ford Performance (FP), nuovo brand che contraddistinguerà le creazioni sportive della casa dell’Ovale.

La Mustang GT3, realizzata sulla base della nuova Mustang Dark Horse, sarà dotata di un motore V8 di 5,4 litri preparato da M-Sport, longa manus Ford nei rally.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo