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WEC – Pier Guidi e la Ferrari cominciano bene a Monza

Alessandro Pier Guidi svetta nelle libere 1 della 6 Ore di Monza, quinto round del World Endurance Championship 2023. L’alfiere del Cavallino nel finale di sessione ha scalzato dalla testa della graduatoria Yifei Ye con la Porsche dell’Hertz team Jota per appena 3 millesimi col tempo di 1.37.533. In precedenza anche James Calado, autore del primo stint con la 499P trionfatrice a Le Mans aveva sfiorato il record.

A seguire Michael Christensen con la Porche Penske #5, protagonista della prima Full Course Yellow della mattinata dopo essersi stoppata in pista alla prima chicane, e la migliore delle Toyota con Mike Conway. Chiude la top five la Glickenhaus, memore della pole 2022, di Olivier Pla.

_PL51788Ha preso per la prima volta la pista in una sessione ufficiale la Porsche 963 di Proton Competition, compiendo 31 tornate del circuito brianzolo con Gianmaria Bruni, Harry Tincknell e Neel Jani.

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Doppietta tra le LM P2 per il WRT grazie a Robert Kubica, autore di 1.40.356, e Ferdinand Habsburg. P3 per i vincitori di Le Mans di Inter-Europol con Albert Costa.

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Tricolore in evidenza infine tra le GTE-Am grazie a Davide Rigon, Matteo Cressoni e Riccardo Pera che occupano il podio virtuale della categoria, con la Ferrari AF Corse #54 al top con 1.47.538 davanti per 107 millesimi alla Porsche di Iron Lynx.

Da segnalare due uscite di strada, fortunatamente senza conseguenze, per l’Aston Martin del D’Station alla seconda di Lesmo, e per la Porsche Project 1 – AO Racing, che ha invece causato la chiusura anticipata della sessione con un paio di minuti di anticipo per un lungo del deb Erin Castro alla Roggia.

Il programma odierno prosegue con la seconda sessione di libere, a partire dalle 16.40.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

I risultati delle Libere 1

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WEC – Cambia il BoP per i tre round finali, ma non gridiamo allo scandalo!

Reso noto dall’Endurance Committee della FIA il Balance of Performance per le ultime tre gare del WEC: Monza, Fuji e Bahrain. Modificate rispetto a Le Mans le equivalenze di tutti e sette i modelli di Hypercar, ma andiamo in dettaglio.

A Monza, peso minimo quasi immutato per tutti i contender salvo Cadillac, che correrà con 14 kg in meno. Appesantite minimamente le Ferrari, Peugeot e Porsche rispettivamente di +5, 4 ed 1 kg extra. Le GR010-Hybrid restano le più pesanti con 1.080 kg a vuoto seguite dalle 499P con 1.069. Cadillac con questa riduzione di peso si avvicina alle “farfalle” Glickenhaus e Vanwall a quota 1.030 kg.

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Grosse differenze invece in tema di potenza massima, dove Cadillac, Ferrari e Porsche dovranno correre con 15, 12 e 10 kW in meno. -5 kW anche per Toyota, mentre al contrario Vanwall e Peugeot potranno disporre di 8 e 4 kW di potenza extra in più. A Peugeot, Glickenhaus e Vanwall il primato della potenza massima con 520 kg, mentre Ferrari e Cadillac chiudono la graduatoria a 497 e 498 kW.

Immutata la velocità di attivazione del deploy dell’ibrido per le tre LMH con sistema proprietario (190 kmh per Toyota e Ferrari, 150 kmh per Peugeot, sia su asciutto che sul bagnato), e sostanziosi ritocchi anche all’energia massima per stint (-15 MJ per Cadillac, -11 per Porsche, -8 per le Ferrari), ma anche in positivo per Vanwall, Peugeot e Glickenhaus (+12 MJ, +6 e +3 rispettivamente). E’ la Glickenhaus a disporre della potenza massima per stint con 916 MJ, mentre la Cadillac potrà disporre di 890 MJ.

In breve, Cadillac alleggerita e Ferrari appesantita anche in Fuji ed in Bahrain, circuiti dalle caratteristiche ben diverse da Monza. In evidenza la diminuzione della velocità di deploy dell’ibrido, solo su asciutto, per le Peugeot, che passano da 150 kmh a 135 kmh.

Prima di gridare a priori allo scandalo però, va ricordato però che prima di Le Mans il BoP ha “martellato” Ferrari e Toyota con ben +24 e +37 kg rispettivamente di peso extra, e anche Cadillac ha corso con 11 kg in più rispetto a Spa, eppure ciò non ha impedito ai tre marchi di occupare i tre gradini del podio, e la battaglia in pista ha coinvolto attivamente anche Porsche e Peugeot.

Per una volta quindi, proviamo a dare fiducia agli organizzatori, che hanno il non semplice compito di livellare le prestazioni di vetture assai diverse fra loro. Faremmo solo un distinguo per le due LMH non ibride, ma anche qui va ricordata le pole position di Glickenhaus a Spa e a Monza dello scorso anno.

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Immutate invece le equivalenze fra i quattro marchi impegnati in GTE-Am, le uniche differenze riguardano il Success Ballast, con la Corvette capolista che correrà quasi col massimo della zavorra, 40 kg extra, contro i 25 dell’Aston Martin dell’ORT by TF, i 15 della Ferrari Richard Mille ed i 5 kg in più delle Porsche di Iron Dames e GR Racing.

Restando nella categoria, finalizzato infine l’equipaggio della Porsche #56 del Project1-AO Racing; insieme al polesitter della 24h di Spa, Matteo Cairoli, si alterneranno Efrin Castro e Guilherme de Oliveira. Il primo, bronze ranked e da anni protagonista dei campionati monomarca Porsche d’oltreoceano, è al debutto assoluto nel WEC, mente il giovane portoghese ha già assaggiato la vettura nel round di casa a Portimao chiudendo in P6.

_PL56286La vettura dovrebbe sfoggiare una nuova livrea rispetto alle due fin qui mostrate, compresa la celebre “Rexy” adottata a Le Mans, oltre che in IMSA.

Attendiamo quindi le risultanze della pista brianzola, a partire dalle 11.30 di venerdì 7 luglio.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

Il BoP delle prossime tre gare

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WEC – Tutto pronto per la grande festa tricolore a Monza

Dopo la grande festa della Le Mans del centenario, nel weekend il World Endurance Championship si ritrova a Monza per la 6 Ore, quinto round della stagione 11.

Ferrari nel frattempo ha celebrato il successo della Sarthe anche con una parata nel centro di Maranello, presenti i piloti protagonisti della storica vittoria insieme ad entrambe le 499P Hypercar, che hanno sfilato in mezzo a due ali di folla. Anche a Monza si attende una cornice di pubblico sicuramente importante, pronta ad accogliere caldamente le due Rosse e non solo.

Dindo

La grande festa tricolore si avvarrà anche della presenza di Dindo Capello, ultimo pilota italiano a vincere una gara del WEC, per la precisione la gara iniziale, nel 2012 a Sebring, nonché trionfatore per ben tre volte a Le Mans (2003, 2004, 2008), che fungerà da Grand Marshal della manifestazione.

Ma tanti italiani anche al volante. Oltre agli alfieri della 499P: Antonio Giovinazzi, Antonio Fuoco ed Alessandri Pier Guidi, Gianmaria Bruni debutterà con la Porsche 963 Hypercar di Proton Competition.

Andrea Caldarelli inoltre tornerà al volante dell’Oreca LM P2 Prema #9 al posto di Mirko Bortolotti impegnato in DTM al Norisring, mentre in GTE-Am saranno ben sette i nostri portacolori: Davide Rigon, Francesco Castellacci, Riccardo Pera, Claudio Schiavoni, Matteo Cressoni, Alessio Rovera e Matteo Cairoli.

E nell’ultima versione di entry list gli unici due sedili TBC sono proprio quelli dei compagni di viaggio del comasco sulla Porsche GTE-Am #56 del Project1-AO Racing, con PJ Hyett che ha dato priorità nella concomitante gara IMSA di Mosport e Jan Heylen al seguito quale coach. Sappiamo invece già che sarà Kei Cozzolino a sostituire Daniel Serra, impegnato nella Stock Car Brasil, sulla Ferrari #57 di Kessel Racing.

A Monza un altro costruttore farà bella figura di sé, ancorché solo in esposizione, Isotta Fraschini con la sua Tipo 6 LMH Competizione, fresca di test al Motorland Aragon col collaudatore Jean-Karl Vernay in attesa di debuttare in gara con Vector Sport. La Tipo 6 LMH Competizione effettuerà dei giri dimostrativi a Monza alle 14.20 di sabato 8 e alle 10.30 di domenica 9.

Goodyear

Per concludere, festa anche per Goodyear, per la precisione il 125mo anniversario della compagnia, che dal prossimo anno sarà presente su tutte le LM GT3, e che per l’occasione piazzerà sulle sue gomme il celebre marchio del piede alato nella versione originale del 1898.

Le ostilità presso l’Autodromo Nazionale inizieranno alle 11.30 di venerdì 7 luglio con le prime libere. Qualifiche sabato 8 dalle 14.40 e start della 6 Ore alle 12.30 di domenica 9 luglio.

Piero Lonardo

Foto: Ferrari Races, FIA WEC, Goodyear

L’entry list definitiva della 6 ore di Monza

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WEC- Anche Dillmann lascia la Vanwall, che si affida a João Paulo de Oliveira

Anche Tom Dillmann si separa dalla Vanwall. Il 34enne transalpino ha reso noto nei giorni scorsi mediante un comunicato di aver raggiunto un accordo con la scuderia diretta da Colin Kolles per chiudere qui la stagione.

La dipartita di Dillmann segue quella, ben più burrascosa, di Jacques Villeneuve, appiedato alla vigilia di Le Mans a favore di Tristan Vautier.

A prendere il posto del campione in carica della Michelin Le Mans Cup sulla Vanwall Vandervell 680 alla prossima 6 Ore di Monza, insieme anche ad Esteban Guerrieri, un semi-sconosciuto al pubblico occidentale, João Paulo de Oliveira.

Il 41enne brasiliano, che ha provato la Hypercar austriaca nei test privati di Portimao, dopo aver vinto il campionato tedesco di F3 nel lontano 2003, si é gettato a capofitto nel motorsport giapponese, vincendo il Japan F3 nel 2005 e poi affermandosi in Formula Nippon nel 2010.

Nel frattempo de Oliveira è diventato un protagonista fisso del SuperGT, conquistando due titoli tra le GT300 con le Nissan GT-R Nismo GT3 del Kondo Racing nel 2020 e nel 2022, classifica nella quale è in testa anche nella stagione in corso. A Monza fra poco più di due settimane il debutto fra i prototipi.

Piero Lonardo

Foto: Tom Dillmann Twitter

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WEC – Leclerc a Le Mans con la Hypercar? Potrebbe veramente succedere

Charles Leclerc potrebbe partecipare alla prossima 24 Ore di Le Mans su una 499P. Questa l’indiscrezione che è trapelata un po’ ovunque, all’indomani della splendida vittoria della Ferrari #51 di Antonio Giovinazzi, Alessandro Pier Guidi e James Calado, stando alle dichiarazioni raccolte nell’immediato post gara.

In realtà noi lo sapevamo da un po’ prima… la presenza del boss F1 Frédéric Vasseur e del pilota della Rossa di F1 a Le Mans non è stata assolutamente casuale. La gestione Binotto era assolutamente contraria a priori a questo tipo di operazioni, che invece Vasseur non disdegna e quindi ci sarebbe nel caso – con l’assunto che la F1 e Le Mans continuino a non collidere in calendario – il via libera ad un’eventuale partecipazione di Leclerc.

Tutta da vedere peró la dinamica di questa operazione, in primis perchè un’eventuale partecipazione futura, alla luce del massimo risultato già conseguito, avrebbe un valore mediatico per il pilota sicuramente inferiore; inoltre, non vediamo perchè scombinare gli equilibri cosí sapientemente dosati finora, per cui l’unica soluzione sarebbe affidargli un’eventuale terza vettura. Gli altri due piloti per affiancare il monegasco con un minimo di esperienza – in pista o al simulatore – sulla 499P, volendo ci sarebbero già. Bisogna solo attendere 12 mesi, nei quali i sei alfieri attuali del Cavallino tenteranno di portare a casa i titoli WEC.

Nella classifica piloti, Giovinazzi, Pier Guidi e Calado inseguono a quota 82 punti contro i 107 di Hartley, Hirakawa e Buemi, con Fuoco, Molina e Nielsen quarti più staccati a quota 67. Tra i costruttori invece il divario è molto meno ampio, con Toyota a 126 punti contro i 108 di Ferrari, a tre gare dal termine e 91 punti in palio.

Piero Lonardo

Foto: Scuderia Ferrari

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WEC – Ferrari trionfa a Le Mans! Voi ci credevate ? Noi sí

La Ferrari 499P di Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado trionfa nell’edizione del Centenario della 24 Ore di Le Mans, davanti alla Toyota di Brendon Hartley, Sebastien Buemi e Ryo Hirakawa e alla Cadillac di Earl Bamber, Richard Westbrook e Alex Lynn.

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Noi ci credevamo, ci abbiamo creduto sin da quando l’abbiamo vista in pista ad Imola per le Finali Mondiali 2022, magari ancora prima quando non si poteva dire nulla. E dopo Sebring, dove ha debuttato con una pole position ed un podio, abbiamo assistito al consueto carrozzone italico di fenomeni giornalistici improvvisamente interessati all’endurance e a Le Mans, come se fino a questo momento Competizioni GT guidate da Antonello Coletta e gestite in pista da AF Corse di Amato Ferrari e Battistino Pregliasco non avesse vinto nulla.

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Un carrozzone che si è via via addensato di presenze improbabili e parvenu, corroborato dagli altri due podi conquistati nel mentre della creatura dell’Ing.Cannizzo, più la pole forse “rubata” a Spa. Ma noi in questo momento guardiamo avanti, perchè, appunto, CI CREDEVAMO VERAMENTE, e, ci teniamo a dire che abbiamo spronato a modo nostro l’armata del Cavallino che è andata a crescere sino a dominare qualifiche ed Hyperpole al debutto della vettura a Le Mans.

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Adesso però per favore, non incominciamo sia coi paragoni con la F1 che fatica da anni, nè tantomeno col volere “trapiantare” la creatura vincente in quest’ultimo scenario. Per una volta gioiamo di un successo made in Italy (per quanto la globalizzazione può ora permettere), che proseguirà il proprio cammino durante i restanti appuntamenti del WEC, a partire da Monza il 9 luglio, dove l’Autodromo brianzolo, già giubilato per il 2024 in favore di Imola, dovrà dimostrare di essere all’altezza non solo della squadra che ha riportato AL PRIMO COLPO una vittoria che mancava dal 1965 (parentesi, l’anno di nascita del qui scrivente), ma anche di un pubblico che si merita di essere coccolato come ha fatto questa Ferrari.

Peccato per la #50 di Antonio Fuoco, Nicklas Nielsen e Miguel Molina, attardata nella notte da un problema al radiatore, ma che alla fine termina al quinto posto.

La cronaca di questa 24 Ore narra di safety car interminabili (oltre 4 ore di gara) per permettere la nuova procedura di pass-around, del ritorno una tantum degli “scaldagomme” (chissà cosa ancora sarebbe successo senza, visti i tanti voli, anche sull’asciutto) ed in generale di un’edizione che, in pista, ha superato la grandeur degli anni ’70 e ’80.

Toyota, fuori per un contatto con la #7 ancora prima di metà gara, ha tentato con i vincitori 2022 nonchè campioni in carica WEC, di mantenere il contatto con la Rossa #51, ma i riavvicinamenti sono stati solo frutto di situazioni temporanee, e la botta finale di Ryo Hirakawa a meno di due ore dalla bandiera a scacchi ha di fatto cristallizzato il risultato finale.

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Se la figura vincente della Ferrari può riassumersi in quella nell’Ing.Coletta, gli statunitensi del gruppo GM hanno in Laura Wontrop Klauser non solo un “faro” capace di catalizzare altrettante attenzioni, ma anche una “capitana” vincente, visto che tutte e tre le Cadillac LMDh hanno terminato la gara e due sono finite anche a ridosso dei due major contender; non solo, la Corvette ha trionfato nell’ultima apparizione in GTE-Am a Le Mans, mettendo una seria ipoteca anche sul titolo WEC di categoria con Ben Keating, Nico Varrone e Nicky Catsburg.

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Restando in tema States, perfetta anche l’interazione con la Camaro ZL1 NASCAR schierata dall’Hendrick Motorsports, che ha mostrato al pubblico che, senza scomodare per forza energie futuribili, esistono già alternative valide al motorsport di stampo FIA. A traguardo anche entrambe le Glickenhaus e le Peugeot, ancorchè una assai attardata, mentre Porsche dovrà fare quadrato da questa esperienza, da cui esce appena dentro la top ten con la 963 #5. EDIT. Nel post-gara alla Porsche #5 è stata comminata una penalità di 4 giri per non aver completato l’ultimo giro nei limiti previsti (9’57″ contro i 6′ massimi)  e si classifica quindi sedicesima assoluta. Incommentabile invece la gara della Vanwall (ma la colpa era di Villeneuve?)

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Tornando alle GTE-Am, dietro la Corvette, autrice di una rimonta dopo un problema iniziale agli ammortizzatori anteriori, si sono piazzate l’Aston Martin dell’ORT by TF e la Porsche del GR Racing, capace pure di rimontare da una situazione di svantaggio derivante da un’uscita di strada.

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Lo spettacolo delle Hypercar ha lasciato in secondo piano la gara delle LM P2. La categoria cadetta ha premiato Inter-Europol, che ha vinto il duello a distanza col WRT. Completano il podio i francesissimi del Duqueine.

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Nella sottocategoria Pro/Am, presto fuori Racing Team Turkey ed AF Corse, il successo è andato al Crowdstrike by APR davanti al Cool Racing ed al DKR.

E’ tutto per questa incredibile edizione della 24 Ore di Le Mans. Speriamo di avervi intrattenuto al meglio con contenuti originali ed esclusivi. L’endurance mondiale come detto, tornerà in azione a Monza il 9 luglio con la quinta tappa stagionale.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Alberto Manganaro, Foto MorAle

L’ordine di arrivo della 24 Ore di Le Mans 2023

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WEC – A quattro ore dall’arrivo, nuovamente Ferrari davanti

Una mattinata soleggiata accoglie le vetture superstiti sul Circuit de la Sarthe. Davanti la Ferrari #51 continua a macinare terreno sulla Toyota #8 che al momento rimane l’unica concorrente a contenderle il primato assoluto.

Le due hypercar fanno l’elastico grazie all’ennesima Slow Zone, questa volta procurata da Antonio Felix Da Costa, fuori ad Indianapolis, e Sebastien Buemi riesce persino a tornare davanti perchè la 499P fa fatica a ripartire, ma la leadership della GR010-Hybrid dura appena un paio di giri, ed il pilota di Tortona riprende la marcia – per ora – trionfale davanti al gruppo prima di cedere nuovamente il volante a James Calado.

Indianapolis quasi fatale anche ad entrambe le Glickenhaus, che fino a quel momento hanno corso costantemente a ridosso delle ben più costose LMH ibride, con Olivier Pla imitato da Franck Mailleux nel corso della 18ma ora.

Dietro i duellanti le due Cadillac del Team Ganassi proseguono imperterrite, ora con Alex Lynn e Renger van der Zande, un gran bel risultato per le LMDh al debutto sulla Sarthe, al contrario di Porsche, con la 963 #5 in P6 dietro la Peugeot #93, ormai nel mirino della Ferrari #50, in rimonta dopo i problemi notturni al radiatore.

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Anche nelle LM P2 è lotta a due fra Inter-Europol e WRT. Robert Kubica riesce a portarsi davanti all’inizio della 17ma ora, ma dopo il turno di Kuba Smiechowski tocca di nuovo a Fabio Scherer, che ristabilisce le distanze su Louis Deletraz.

Quale terza forza emerge il Duqueine grazie all’effort dell’esperto Neel Jani, incalzato a propria volta da IDEC, una volta che il polesitter Paul-Loup Chatin è tornato alla guida dell’Oreca #48.

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Il ciclo sfasato dei pit invece rende di più difficile comprensione la classifica delle GTE-Am, che durante la ventesima ora perde la Porsche #911, con Michael Fassbender fuori alle curve Porsche.

Gara finita per l’attore-pilota, mentre a 4 ore dal termine sono le Iron Dames a condurre con Sarah Bovy davanti all’Aston Martin dell’ORT by TF, alla Corvette e all’altra 911 del Project 1 – AO Racing, ora affidata al veterano Gunnar Jeannette. Tutte con lo stesso numero di giri. “Rexy” è probabilmente il vero major contender delle tre pilotesse in rosa per il successo di categoria.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo 20 ore di gara

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WEC – A Le Mans dopo due terzi di gara è lotta a due Ferrari-Toyota

La notte a Le Mans può portare robusti cambiamenti o mantenere immutato lo status quo. In questo caso i tanti sconvolgimenti della prima metà di gara hanno lasciato spazio ad un consolidamento delle posizioni di testa nella classifica assoluta.

La Toyota residua, la #8 con Brendon Hartley e Ryo Hirakawa ha approfittato di alcune slow zones per costruire un cuscino di sicurezza sulla Ferrari #51. La 499P, tirata da Alessandro Pier Guidi riusciva però a riavvicinarsi e a tornare al comando, ora con James Calado che dopo 16 ora vanta 13” di vantaggio su Hirakawa.

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Dramma invece per la Porsche #6, l’ultima a vantare ancora una qualche ambizione di successo, con Kevin Estre lungo alle curve Porsche nel tentativo di doppiare una Oreca del WRT. Dietro le duellanti di testa, le due Cadillac, con la #2 ancora nel giro dei primi.

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Tra le LMP2, è ancora Inter-Europol a condurre con un vantaggio minimo sul WRT, dove Robert Kubica ambisce a riappropriarsi del successo sfuggitogli un paio di edizioni or sono. Queste sono le uniche due vetture a pieni giri, dopo che Reshad De Gerus ha schiantato la #47 del Cool Racing alle Porsche poco dopo la metà gara.

Fuori per una dinamica simile anche la vettura Pro-Am di AF Corse, che lascia la leadership della sottocategoria alla macchina del CrowdStrike by APR. In questa classifica ad eliminazione (sono rimaste solo quattro vetture in pista) resiste ancora la macchina del Graff col nostro Roberto Lacorte, dopo le riparazioni conseguenti ad un contatto avvenuto nella prima parte di gara.

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In GTE-Am infine, la Ferrari Kessel sente la pressione della Porsche del Project 1 di Matteo Cairoli, che in seguito prenderà la leadership sull’altra 911 delle Iron Dames, che a loro volta devono guardarsi dalla rimonta della Corvette con Nicky Catsburg. Nel mezzo, la Camaro NASCAR, che prosegue indisturbata in P29 assoluta.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo 16 ore di gara

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WEC – Prosegue una Le Mans ad eliminazione, ma alla metà gara davanti c’è una Ferrari

Una Le Mans che forse nessuno si aspettava si sta dipanando nella notte: un nuovo scroscio temporalesco, nettamente più consistente dei precedenti, ha infatti movimentato il secondo quarto di gara.

Le intemperie hanno investito soprattutto la zona del Karting, dove Giacomo Petrobelli ha piantato la sua Ferrari del JMW, in quel momento al comando delle GTE-Am, mentre al contrario le hypercar di Nicklas Nielsen e Will Stevens riuscivano invece a prendere la via di fuga.

Ulteriore melèe ad Indianapolis, dove escono le LM P2 di Frederick Lubin e Mirko Bortolotti, poi imitate da Salih Yoluc il quale va a tamponare l’inerme Oreca Prema; ma la goccia che faceva traboccare il vaso era la Ferrari del Walkenhorst di Chandler Hull fermo alle Porsche, che chiama in causa l’ennesima slow zone.

In precedenza sono state Porsche e Ferrari a dare spettacolo tra le hypercar, con Yifei Ye e la 963 Jota a prendere la testa della gara per poi terminare fuori al Karting con robusti danni alla carrozzeria. Le due 499P, dopo aver avuto la meglio sull’altra 963 di Dane Cameron, quest’ultimo rallentato anche da un drive-through, si ritrovavano al comando, con Miguel Molina a lasciarsi passare da Antonio Giovinazzi per la leadership intorno al quarto di gara; poco dopo si è scatenato uno spettacolo pirotecnico per commemorare i 100 anni della 24 Ore.

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Nelle GTE-Am si danno battaglia la Porsche Proton #911 di Martin Rump e la Ferrari AF Corse #54 di Francesco Castellacci con le Iron Dames terzo incomodo, mentre tra le LM P2, Oliver Rasmussen precede Albert Costa di Inter-Europol, ma la vettura di Jota va anch’essa a picchiare su pista bagnata.

Anche dopo il termine del temporale però non c’è pace tra le LMH. Intorno alla mezzanotte è infatti Alessandro Pier Guidi a far segnare il primo errore tra le Ferrari, restando coinvolto in un contatto fra la Porsche leader in GTE-Am ed una Glickenhaus.

La 499P #51 va a perdere il vantaggio guadagnato sul resto del lotto, ma poco dopo tocca alla Toyota #7 ammainare la bandiera, dopo il cruento contatto con la Ferrari del JMW, che rimanendo piantata in pista, genera l’ennesima neutralizzazione. Problemi anche all’altra 499P, vittima di problemi al radiatore che hanno richiesto una sosta ai box di 6 giri, e per la Peugeot meglio piazzata, out con Gustavo Menezes alla guida alla chicane Daytona. Fuori anche la Porsche #75 vittima di problemi di pressione del carburante.

Alla fine della fiera, alla metà gara è la Ferrari di Antonio Giovinazzi a trovarsi al comando con 3” di vantaggio sulla Toyota superstite con Sebastien Buemi ed oltre 1’ sulla Cadillac #2 di Richard Westbrook. Queste ora le uniche vetture a pieni giri, mentre la Porsche #6 e la Cadillac #3, martoriata da soste e penalità, inseguono ad un giro.

Tra le LM P2, anche se alla metà gara la classifica, grazie ai giochi delle strategie, riporta il Duqueine in testa davanti alla #41 del WRT, è Inter-Europol che pare aver preso seriamente il comando delle operazioni, ancorchè di misura sul Panis Racing.

In GTE-Am infine, la “Rexy” Porsche del Project 1 – AO Racing conduce sulle Ferrari di AF Corse e Kessel Racing. La top five comprende anche le Porsche delle Iron Dames e GR Racing, risalita dopo la disavventura nelle fasi iniziali.

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In totale sono ben 14 le vetture ritirate sin qui; tra queste al contrario non compare la Camaro NASCAR del Garage 56, che prosegue la propria marcia in 32ma posizione assoluta.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo 12 ore di gara

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WEC – A Le Mans, dopo 4 ore, una Peugeot davanti a tutti, ma quanti incidenti!

Non è uno scherzo, ma alla Le Mans del Centenario dopo 4 ore abbiamo una Peugeot 9X8 davanti a tutti, la #94 guidata da Gustavo Menezes. Va detto subito che il primo sesto di gara è stato alquanto concitato.

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Si è iniziato col classico accenno di pioggia poco prima dello start, dato nientemeno che dalla stella NBA LeBron James, nella parte del circuito lontana dalle tribune principali, tanto per mischiare da subito le carte in tavola.

A farne le spese Jack Aitken, protagonista del primo contatto con le barriere della giornata, alla prima chicane. Davanti Sebastien Buemi ha preso subito la leadership sulla Ferrari in pole guidata da Nicklas Nielsen, mentre James Calado, incaricato di portare al via la 499P #51, aveva già ceduto a Mike Conway.

E’ quindi subito safety car, e dopo una serie di pitstop da parte di alcune LM P2 e Porsche GTE per montare le slick, si procede per la prima volta alla procedura di pass-around, che richiede una quarantina di minuti mal contati.

Decisione abbastanza incomprensibile, anche perchè la Cadillac #311 aggiungeva in autonomia i box, ed un peccato per lo spettacolo, che viene annullato. Dietro le quattro LMH di punta c’è la migliore delle Porsche 963 con Felipe Nasr. In LM P2, ottimo start di Paul-Loup Chaitn dalla pole per IDEC Sport, mentre le Ferrari approfittano di un problema agli ammortizzatori della Corvette e piazzano un uno-due-tre con Davide Rigon, Daniel Serra ed Alessio Rovera.

Al restart, Conway si accoda all’altra Toyota, ma la doppietta del Gazoo Racing dura poco, perchè i due alfieri del Cavallino si riportano alle spalle del battistrada.

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La gara riesce a proseguire green per circa altri 45’ allorquando Rodrigo Sales termina l’avventura della bella Oreca LM P2 del Nielsen Racing all’entrata della Dunlop e a seguire Ricky Taylor termina definitivamente l’esperienza del Tower Motorsports picchiando duro a Mulsanne. Questa volta vengono chiamate solo le local yellow, ma poco dopo proprio sotto il ponte Dunlop vengono a contatto la Ferrari AF Corse #21 e l’Aston Martin del GMB Motorsport, forse tratti in errore da un recupero della Cadillac di Sebastien Bourdais.

Se ne sono già andate 2 ore di gara e alla chiusura della Slow Zone davanti a tutti c’è la Cadillac #2 sulle Porsche #5 e #75, che devono ancora effettuare la loro seconda sosta, sulla Toyota di Brendon Hartley e all’altra Porsche Jota partita dal fondo dello schieramento per non aver segnato un giro utile in qualifica.

Tra le GTE-Am è il momento delle Porsche, che vanno al comando con i nostri portacolori Matteo Cairoli e Riccardo Pera; quest’ultimo peró è costretto a cedere presto a causa di un nuovo scroscio d’acqua, ben più consistente, che genera una situazione di pericolo all’entrata delle curve Porsche.

Ferdinand Habsburg va lungo nella via di fuga con l’Oreca LM P2 #31 del WRT, Esteban Gutierrez e Lilou Wadoux, questi ultimi rispettivamente con la Glickenhaus #709 e la Ferrari Richard Mille #83 fanno del loro meglio per limitare i danni. A seguire “scivolano” sulla stessa porzione di pista anche Scott Dixon, subentrato sulla sfortunata Caddy #3, e Pera, che subisce i danni visibili più estesi, fortunatamente non terminali.

Prima ancora l’incidente fra le due Porsche di Iron Lynx e Proton Competition #16 aveva tolto di mezzo entrambe le vetture, guidate da Claudio Schiavoni e Ryan Hardwick, mentre Frederick Lubin uscendo largo da Arnage “faceva fuori” l’incolpevole Mikkel Pedersen sulla Porsche Proton #77. Entrambe le vetture subivano danni ma entrambe non terminali.

Ma non era finita, perchè mentre la Safety Car continuava a calmierare la gara, la Peugeot 9X8 di Jean-Eric Vergne si fermava nella ghiaia a Mulsanne.

Nel marasma generale causato dalla seconda, interminabile procedura di pass-around, davanti nel frattempo si era installata l’altra Peugeot, con Gustavo Menezes, che, sempre in regime di neutralizzazione, dopo 240’ conduce davanti alla Porsche di Kevin Estre e alle due Toyota di Josè Maria Lopez e Brendon Hartley.

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Sono ben dodici le LMH nel giro dei primi, con le Ferrari assolutamente in contention, mentre tra le LM P2 sono emerse le Alpine di Memo Rojas e Julien Canal sull’Oreca #23 di United Autosports di Oliver Jarvis.

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In GTE-Am, è ancora un momento Porsche con Sarah Bovy delle Iron Dames, PJ Hyett con la “Rexy” Porsche del Project 1-AO Racing e la #911 di Martin Rump, in attesa del fatidico restart che mischierà nuovamente le carte in tavola.

Ah, la Camaro NASCAR è sempre regolarmente in gara. L’Hendrick Motorsports al sopraggiungere della pioggia, ha richiamato la macchina ai box per una breve regolazione ed è tornata in pista come se niente fosse.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo 4 ore di gara