Nell’ambito dell’inaugurazione della nuova sede del Team WRT, abbiamo approfittato della consueta disponibilità di Raffaele Marciello, pilota della BMW M Hybrid V8, per presentarci il prossimo appuntamento del FIA WEC, la 6 Ore di Spa-Francorchamps, dal suo punto di vista, aggiungendoci anche qualche informazione aggiuntiva sul prosieguo della stagione del pilota dal passaporto svizzero.
Lello, l’inizio di stagione fin qui è stato un crescendo. A parte il fatto che la macchina sembra migliorata nel FIA WEC come in IMSA, direi che stiamo parlando dell’unica reale contender da una parte contro Porsche e dall’altra contro Ferrari. Quali sono le tue sensazioni su questi miglioramenti rispetto al 2024? Inoltre, BMW dovrebbe avere usato un Joker. Ce ne puoi parlare?
“Si confermo che ne abbiamo giocato uno (di joker-ndr) e riguarda l’impianto frenante. Questo ha migliorato molto la macchina: le sensazioni sono molto positive e nell’outlap con gomme fredde la situazione è ben differente dall’anno scorso. Nel 2024 le BMW infatti erano sempre le macchine che si giravano, finivano contro le barriere o comunque avevano problemi di maneggevolezza. Ora il comportamento è migliorato e l’auto inizia ad essere più prevedibile e di conseguenza più semplice da guidare.”
“Quando andiamo in pista sappiamo che possiamo combattere, e l’atmosfera in generale è cambiata positivamente perché l’aggiornamento ci ha permesso di poter usare meglio il differenziale e le sensazioni sono cambiate anche a metà curva. Come dicevo, anche nell’outlap la situazione è migliorata, l’anno scorso non potevi forzare perché altrimenti si riscontrava del glazing; poi il discorso si espande anche al controllo delle pressioni delle gomme, insomma l’argomento è molto ampio..”.
Anche perché il problema del Joker è sempre quello: tu puoi usarlo, ma quanto puoi guadagnare col Joker? E poi non puoi nemmeno tornare indietro.
“Noi infatti non abbiamo usato un Joker sulla performance, stiamo parlando più in generale di un problema di affidabilità, e siamo andati diciamo sul sicuro perché sapevamo che era quello su cui dovevamo intervenire”.
Tra l’altro qui correte in due: cambia qualcosa per voi?
“Diciamo tutto e niente, magari cambia qualcosa perché Dries (Vanthoor) è sempre stato il nostro pilota di punta e spesso qualifica. Alla fine cosí però io e Kevin abbiamo più chance e possiamo fare più giri nelle libere che sicuramente aiuta. In gara invece non cambia tantissimo perché alla fine se fai due o tre orenon cambia tantissimo”.
In questi giri di piloti, c’è caso che ti rivediamo anche in IMSA?
“No, ho fatto solo Daytona perché ci sono sempre delle concomitanze nelle gare lunghe della Michelin Endurance Cup, come la 6h del Glen e la 24h del Nurburgring e la Petit Le Mans con la 3h Barcellona del GTWC Europe”.
Avete fatto dei test qui prima?
“Sì, prima di Imola”.
Potrebbe essere anche un vantaggio visto che comunque ad esempio Ferrari non ha testato quel nuovo asfalto?
“I test servono, però non sono cruciali. Sicuramente qui qualcosa è cambiato con l’asfalto nuovo, rispetto alla passata stagione la differenza è di circa 3 secondi al giro”.
Ci saranno altri test pre Le Mans?
“Penso di sì. Forse c’è un test Michelin, sicuramente al “solito” Paul Ricard”.
Per Le Mans sappiamo che da regolamento c’è la possibilità di cambiare qualcosina, ma non ci sono piste in cui puoi simulare quel tracciato. Si parte in Qatar che è ben diverso, e lo stesso discorso vale però anche per Imola e Spa-Francorchamps. L’unica che ricordava un po’ era Monza, ma come sappiamo non c’è più. Quindi voi come tutti andrete a Le Mans con questo mini pacchetto – chiamiamolo così – quello consentito regolamento, che quest’anno non avete ancora potuto provare.
“Beh, intanto sappiamo di potere sempre contare su una buona velocità di punta, e a parte Imola diciamo che abbiamo una buona potenza e bene o male andiamo sempre in molto bene sul dritto. L’anno scorso siamo andati anche abbastanza bene a Le Mans, nonostante fosse il nostro primo anno, per cui mi aspetto in ogni caso di poter lottare anche lí.”
Il rapporto con Kevin Magnussen come è?
“Mi trovo molto bene, e sono anche un po’ sorpreso perché vedendolo dalla televisione mi sembrava più freddo. Invece devo ammettere che mi trovo bene ed è bello lavorare con lui. Dentro la pista e fuori non è assolutamente male. È divertente ed è bello averlo in squadra”.
Gli altri programmi di quest’anno, come stanno procedendo?
“Alla fine ho fatto una gara e basta (il GTWC Europe a Le Castellet –ndr), quindi alla fine è ancora tutto un po’ all’inizio. Al Paul Ricard le cose non sono andate male, purtroppo un problema alla macchina ha pregiudicato un buon risultato alla fine. Ora arriva giugno che ci sono tre gare da 24h consecutive, una volta terminato questo periodo capisci se la stagione è buona o meno”.
Infatti, ci sono tre gare importanti in successione. Come riuscite a conciliare tutte queste scadenze?
“Devo dire che quest’anno in realtà non è peggio degli altri anni perché l’anno scorso, d esempio, ho fatto lo stesso programma ed in aggiunta ho corso anche nel British GT. Giugno sarà impegnativo, ok, però alla fine con una buona organizzazione si ha tempo per riposare. Poi da luglio in poi ho un mese di vacanza!”.
Ne parlavamo prima con altri: com’è possibile questa situazione in termini di calendario?
“Abbiamo un buco di un mese e mezzo in estate quando in realtà tutto quanto è condensato in poche settimane. Era bello quando Spa era a fine luglio o la 24h del Ring si teneva a maggio. Però sì, diciamo che su una stagione così ampia, magari si potevano evitare tre 24h consecutive. Non prendo in considerazione solo i piloti, ma anche le squadre. Alla fine chi fa Le Mans si impegna magari anche nelle altre due, guardiamo WRT oppure altri team come Manthey. Più che per noi piloti, è faticoso soprattutto per i meccanici ed il resto della squadra, che inizia a lavorare molto prima del weekend di gara.”.
Spa l’hai già vinta e sei a posto, quindi puoi concentrarti sulle altre due?
“Le Mans purtroppo non l’ho neanche finita, ma in ogni caso era la corsa in cui ero avevo meno esperienza. Sarei contento di arrivare al traguardo nella Top5. Invece al Nurburgring, essendo sull’unica BMW magari avremo più chance. Normalmente BMW ha sempre fatto bene quando contava, quindi se devo scegliere magari la 24h del Ring è quella su cui punterei di più”.
Quanto vi siete nascosti nella NLS-2?
“No no, andavamo, eravamo su un giusto ritmo. Ma lo sapete, alla fine tutti si stavano nascondendo”.
Intervista raccolta da Piero Lonardo e Luca Pellegrini
Foto: Piero Lonardo