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WEC – A tu per tu con Keely Bosn, boss Cadillac

Finalmente a Le Mans abbiamo avuto la possibilità di conoscere Keely Bosn, la giovane manager cui Cadillac ha dato il ruolo di responsabile delle attività sportive a partire dall’anno in corso.

Innanzitutto sono felice di vederti qui. E’ la prima volta che vieni a Le Mans?

“No in realtà è la terza, ma è la prima in questo ruolo. L’ultima volta che sono stata qui è stato nel 2008. Quindi, è passato un bel po’ di tempo…”

Ora che sei il capo di questa importante marchio racing, come hai gestito questo cambiamento?

“È stato un cambiamento enorme nella mia vita. Torno agli sport motoristici dopo molti anni. Nel mio ruolo precedente, lavoravo con Corvette Racing. Quindi, tornare ora con Cadillac, è stato un bel salto per la mia carriera e sono passati sette mesi da quando ho preso il posto di Laura Klauser. Avere poi tutti i nostri team qui…  abbiamo un approccio di squadra davvero ottimo in Cadillac e penso che questo dimostri quanto ci stiamo impegnando.”

Per quanto ne so, hai avuto delle esperienze differenti in passato..

“Eh sì, in un settore molto diverso perchè ero nell’esercito. Ci sono molte correlazioni, un sacco di incroci di competenze tra l’esercito e lo sport, ed è sempre emozionante farne parte.”

E’ difficile esportare queste esperienze in pista?

“Beh, una cosa che conosco bene di me stessa è di essere molto competitiva, come credo siano la maggior parte delle persone negli sport motoristici. Quindi penso che le competenze che porto in campo siano di grande supporto. Si tratta in fondo di comandare un piccolo esercito.. Non aerei, non barche, ma auto da corsa. E quindi siamo qui con quattro auto, quattro hypercar. E questa è una gran cosa.”

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Siete infatti l’unico costruttore ad avere quattro vetture.. come siete riusciti a coinvolgere il WTR?

“Per loro era un obiettivo essere qui a Le Mans. Avere qui Wayne Taylor e i suoi figli qui con noi e Filipe.. per loro è un momento emozionante. Portare quattro auto poi non è un’impresa facile. Abbiamo passato gli ultimi sei mesi a pianificare il tutto, una volta che ci è stato comunicato l’ok. Quindi, è stata una sfida operativa. Portare qui tutte e tre le squadre e tutte e quattro le auto, ma una sfida che per fortuna abbiamo affrontato bene e penso che la squadra di Wayne Taylor abbiano fatto un’ottima figura sin dal primo giorno durante le prove.”

“Sono tre squadre diverse, è vero, e ogni serie ha le sue regole e i suoi regolamenti, però stiamo lavorando insieme qui a Le Mans per mettere a frutto tutto ciò che abbiamo imparato negli ultimi sei-sette mesi. Abbiamo appena corso a Detroit in IMSA e siamo arrivati secondi. E’ estremamente emozionante per noi portare tutto questa energia a Le Mans. Wayne Taylor e Action Express hanno lavorato a stretto contatto per capire gli assetti delle auto, e ora lavorano con Jota qui sul campo per comprendere questi insegnamenti incrociati, incontrandosi quotidianamente per riuscirci.”

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Dovete anche gestire un paio di grandi personalità qui. Una è l’idolo locale e l’altro è addirittura un campione del mondo di F1…

“In passato avevano corso assieme per un altro costruttore, ma non è facile per niente. Penso comunque che il team Jota sia davvero all’altezza. Arrivano con tutto il prestigio e l’esperienza che noi, come Cadillac e come GM, volevamo portare sul loro tavolo. Quindi hanno tutta l’esperienza necessaria. Si tratta solo di imparare a conoscere la macchina.”

Quale pensi che sarà la vostra posizione al termine della gara?

“Credo che abbiamo buone possibilità. Ne abbiamo ben quattro di possibilità. Siamo saliti sul podio solo due anni fa, unica LMDh a farlo. Ci aspettiamo collaborazione tra le varie squadre ed è ciò che stiamo facendo questa settimana e siamo concentrati nel cercare di portare a casa una vittoria. La cosa più difficile, credo, è la gestione delle relazioni, che è sicuramente fondamentale per un progetto del genere. Abbiamo tre team molto distinti e unici. Ognuno di loro ha la propria cultura ed il proprio approccio. Quindi, assicurarci di trovare l’equilibrio e la comprensione reciproca è una sfida piuttosto impegnativa: Jota è nuovo, Wayne Taylor sta tornando dopo molti anni ed infine lavoriamo con Action Express e Whelen Racing da 13-14 anni, la nostra continuità.”

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Potrebbero esserci delle nuove Cadillac l’anno prossimo? Un nuovo cliente?

“Abbiamo già portato le vetture da tre a cinque, e questa espansione ci impegna molto. Comunque no, non abbiamo nuove richieste.”

C’è la possibilità in futuro di pensare a qualcosa come le auto a idrogeno?

“Sì, penso che GM continuerà a considerare l’idrogeno. Voglio dire, ovviamente abbiamo studiato quella tecnologia diverse volte come organizzazione nel settore automobilistico. GM seguirà l’esempio, qualunque siano le normative che arriveranno alla fine.”

La domanda forse più complicata: sei l’unica donna al comando di un costruttore, anche se prima c’era ovviamente già Laura, non è una cosa comune….

 “Sai, questa è in realtà la squadra con più donne con cui abbia mai lavorato in vita mia. Militari e ingegneri, quindi per me è così emozionante vedere così tante donne nel paddock, soprattutto in ruoli di leadership. Penso che sia davvero importante, sai, anche per il mentoring, sia per lo sviluppo della leadership, sia per essere presenti per le giovani donne che vogliono dedicarsi allo sport.”

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Quindi ora come ora manca solo una donna in pista con GM..

“Certamente è qualcosa che vorrei, come puoi immaginare. Stiamo cercando di costruire il nostro bacino di talenti ed attrarre i migliori piloti indipendentemente dal genere, e sarebbe fantastico avere una pilota donna”

Il programma Cadillac F1, infine, potrebbe mettere a rischio la vostra partecipazione nell’endurance?

“Non è un problema per questo programma. È un progetto a sé stante, anche perché vogliamo rimanervici a lungo. In generale comunque si tratta di due modi diversi.”

Intervista raccolta da Luca Pellegrini e Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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