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GTWC – Corvette entra in lotta per il titolo globale del GT World Challenge

Corvette si unisce ad Aston Martin, Audi Sport, BMW, Ferrari, Ford, Lamborghini, McLaren, Porsche e Mercedes per competere nel GT World Challenge Powered by AWS, la classifica che prende in considerazione i risultati ottenuti nei vari GTWC (Europe, America, Asia ed Australia) oltre alla Meguiar’s Bathurst 12 Hour di questo weekend.

Da rimarcare alcune novità nell’assegnazione del punteggio: un massimo di due auto per produttore registrato otterrà punti che verranno assegnati in base alla classifica generale di ogni gara. Le auto extra dei costruttori idonei che finiscono tra le prime dieci saranno invisibili ed i loro punti saranno ridistribuiti alla successiva auto idonea. Da rimarcare che le auto di brand non iscritti alla GT World Challenge 2025 saranno considerate invisibili ai fini del punteggio di ogni round.

Ricordiamo inoltre che i risultati di classe non contribuiscono più a questo totale di punti e che la classifica globale del GTWC non influisce sul singolo campionato regionale.

Tre gare su cinque dell’Intercontinental GT Challenge avranno valenza per il GTWC. La 24h di Spa e la 8h di Indianapolis sono infatti parte integrante del GTWC Europe e del GTWC America, mentre come già detto la 12h di Mt. Panorama rientra nella classifica complessiva visto che nel 2024 è stata considerata come opening round del GTWC Australia.

Il calendario si sviluppa su sette gare di durata e 46 gare sprint organizzate tra febbraio e novembre. Ovviamente la durata di ogni gara determina il numero di punti disponibili: 90′  (25 – 18 – 15 – 12 – 10 – 8 – 6 – 4 – 2 – 1), da 3 a 12h (50 – 36 – 30 – 24 – 20 – 16 – 12 – 8 – 4 – 2) e la 24h di Spa (100 – 72 – 60 – 48 – 40 – 32 – 24 – 16 – 8 – 4).

Corvette si aggiunge quindi con la Z06 GT3.R che nel 2024 ha ottenuto otto affermazioni su nove eventi disputati nella classe PRO del GTWC America. Mercedes, invece, tenterà di confermarsi regina dopo aver monopolizzato la scena nelle ultime stagioni.

Luca Pellegrini

Foto: GTWC

Ford Hypercar announcement

WEC – Ford conferma il programma LMDh per il 2027

Annunciato il programma Ford per il World Endurance Championship, a partire dal 2027, nel corso della serata dedicata alla presentazione dei programmi dell’Ovale

La notizia era già nell’aria da settimane ed è stata confermata nientemeno che da Bill Ford, presidente esecutivo del colosso statunitense, nell’evento tenutosi a Charlotte, North Carolina, alla presenza di ospiti importanti quali Christian Horner e Liam Lawson, pronti a portare in pista il nuovo propulsore in F1 a partire dal 2026, ma anche i piloti protagonisti della vittoria in GTD Pro a Daytona lo scorso weekend con la Mustang GT3.

Il programma è destinato a rinverdire i fasti delle storiche vittorie degli anni ’60 in una categoria che non vede Ford combattere per l’assoluto dalle C100 Gruppo C del 1982, dopo il successo del 2016 in GTE-Pro.

“Alla Ford stiamo entrando in una nuova era per prestazioni e corse”, ha commentato Bill Ford. “Lo si può vedere da ciò che stiamo facendo in strada e fuoristrada. Quando corriamo, corriamo per vincere. E non c’è pista o gara che significhi di più per la nostra storia di Le Mans.”

“È dove abbiamo sfidato la Ferrari e vinto negli anni ’60. È dove siamo tornati 50 anni dopo e abbiamo scioccato il mondo e battuto di nuovo la Ferrari. Sono entusiasta di tornare a Le Mans e gareggeremo al massimo livello di gare endurance. Siamo pronti a sfidare ancora una volta il mondo e ad andare come matti! (go like hell)’”

Al momento nessuna ulteriore anticipazione tecnica è stata data, anche se si suppone che prosegua la partnership con Multimatic, produttrice anche dello chassis delle Porsche 963, nè tantomeno si è fatto accenno ad un eventuale impegno parallelo in IMSA.

Piero Lonardo

Foto: Ford Performance

Proton_Ford2

WEC – Volti nuovi in Proton. Le nuove livree di Manthey ed Alpine

Line-up completamente rinnovate in Proton Competition per la nuova stagione del FIA WEC. Sulle due Ford, che sfoggeranno una livrea nettamente più adeguata ai colori dell’Ovale si alterneranno Ben Barker, Ben Tuck e Bernardo Sousa sulla Mustang #77 e Dennis Olsen, Giammarco Levorato e Stefano Gattuso sulla #88.

A parte i due factory driver, di ritorno sulle rispettive monture, fanno il loro debutto Sousa, 37enne, un passato da rallysta (ha anche partecipato al Grande Fratello portoghese) e Gattuso, 40 anni, protagonista negli ultimi anni del GT Italia dopo un passato in monoposto.

Completano Tuck, lo scorso anno al volante della Ferrari del JMW in ELMS, e Levorato, reduce da una buona annata negli States col team di Christian Ried, e già al volante della Mustang nel season finale 2024 in Bahrain.

Manrhey_Porsche

Presentati in questi giorni anche i nuovi colori di Manthey EMA, che schiererà come noto due Porsche 911 GT3 R per Ryan Hardwick, Richard Lietz e Riccardo Pera e per le rinnovate Iron Dames Rahel Frey, Michelle Gatting e Célia Martin.

Alpine_2025_livery

Chiudiamo per oggi con la livrea 2025 delle Alpine A424 per Paul-Loup Chatin, Ferdinand Habsburg e Jules Gounon e per Frédéric Makowiecki, Charles Milesi e Mick Schumacher.

Piero Lonardo

Foto: Ford Performance, Manthey-Racing, Alpine

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IMSA – Clamoroso: tolto il successo di Daytona tra le LM P2 a Tower Motorsports, vince United Autosports

Revocata la vittoria di Tower Motorsports a Daytona fra le LM P2. Malauguratamente, durante le verifiche post-gara, il pattino posto sotto la carrozzeria è risultato essere più consumato dei 5 mm previsti dal regolamento, ed è pertanto scattata la penalizzazione che piazza John Farano, Sebastien Bourdais, Job Van Uitert e Sebastian Alvarez in fondo alla classifica di categoria.

TowerLose

 

Il problema sarebbe stato causato da un ammortizzatore posteriore mal funzionante. Il successivo reclamo del team è stato ricusato dall’IMSA.

La vittoria è stata quindi assegnata all’equipaggio di United Autosports, composto da Dan Goldburg, Paul di Resta, Rasmus Lindh e James Allen, elevando al secondo posto la vettura del Riley Motosports e al terzo quella del PR1 Mathiasen.

Ulteriore penalizzazione, meno impattante ai termini della classifica, per la Ferrari #021 di Triarsi Competizione. Stevan McAleer avrebbe guidato durante la notte per più delle quattro ore consentite – precisamente 4h15’- su un periodo di sei ore. La vettura, che aveva concluso all’undicesimo posto tra le GTD, è stata classificata al 22mo ed ultimo posto di classe.

Piero Lonardo

Foto: United Autosports, Tower Motorsports

Il nuovo ordine di arrivo della 63ma Rolex 24 at Daytona

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IMSA – Porsche trionfa nuovamente a Daytona. Bourdais porta al successo Tower Motorsports in LM P2. A Ford Multimatic e alla Corvette AWA gli allori in GT

Porsche bissa il successo dello scorso anno a Daytona con la 963 Penske #7 di Felipe Nasr, Laurens Vanthoor e Nick Tandy; quest’ultimo diventa il primo pilota ad avere trionfato in tutte e quattro le maggiori corse di 24 ore.

Una vittoria contestata soprattutto dalla BMW #24 partita dalla pole con Dries Vanthoor che ha resistito fino all’ultimo alle due 963, e che alla fine si deve accontentare della quarta piazza ad un giro a causa dei danni sostenuti negli ultimi minuti di gara.

A Porsche sfugge peró la doppietta, con Tom Blomqvist, già vincitore qui un paio di volte, ad avere la meglio con la sua Acura ad appena 4’ dalla bandiera a scacchi, su Matt Campbell. Nove le GTP al traguardo sulle dodici iscritte, anche se, oltre alla comparsa Lamborghini, alla Cadillac distrutta da Luis Deletraz e alla Porsche Proton fermata da un problema alle sospensioni, solo i primi quattro sono stati effettivamente in grado di lottare fino alla fine per il primato. Riguardo i nostri colori, ottimo debutto per Gianmaria Bruni con JDC-Miller, sesto al traguardo.

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Sfugge invece l’ennesima impresa in LM P2 ad ERA Motorsport, buttata fuori da Mathias Beche con la entry del PR1 Mathiasen a 20’ dalla fine. L’inevitabile penalità lascia Sebastien Bourdais davanti dopo aver condotto a lungo nelle fasi finali, grazie anche ai problemi tecnici sostenuti da “Spike”, comodamente al comando con meno di 70’ sul cronometro. Da ricordare che l’Oreca #8 era sfuggita miracolosamente alla massiva melèe dell’ottava ora con danni marginali. Completano il podio nella consueta corsa ad eliminazione della categoria la #22 United Autosports nonostante le tante penalità e la vettura di Riley Motorsports impreziosita dalla presenza di Felipe Massa.

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Finale al coltello in GTD Pro, con le Corvette decise a fare pagare il precedente sgarbo alla BMW #1 del Paul Miller Racing. Tra le due Ford Multimatic, cui va riconosciuto il merito di una gara assolutamente corretta, con il successo della #64 di Christopher Mies, Fred Vervisch e Dennis Olsen, si piazza la Z06 GT3 R #3. A Nico Varrone, al volante della gemella nell’ultimo stint, è stato fatto scontare un contatto “di troppo” nei confronti di Kelvin Van der Linde, il quale comunque – va detto – non si era assolutamente risparmiato nei confronti delle GT gestite da Pratt Miller nemmeno nelle fasi finali, e che chiude comunque al quarto posto.

Gravate da contatti e danni nel finale anche “Rexy”, la Porsche di AO Racing che la Corvette del Trackhouse by TF. Solo P6 per la Ferrari del DragonSpeed, protagonista di una gara senza particolari acuti nonostante una line-up top e l’expertise al box di Risi Competizione.

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Corvette riesce infine a portare al successo nella gara più prestigiosa una sua vettura in GTD. AWA Racing, soprattutto grazie agli innesti di Marvin Kirchofer e Lars Kern, ha tenuto a bada dalla mattinata il resto del lotto. Nel finale è stato però Matt Bell a piazzare il sorpasso decisivo nei confronti di Mattia Drudi e della sua Aston Martin. Il riminese chiude comunque a podio dietro la Porsche del Wright Motorsports.

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Poca fortuna oggi per le tante Ferrari schierate; alla fine la migliore rimane la #50 AF Corse trascinata da Riccardo Agostini ed Arthur Leclerc, settima. Menzione d’onore per la 296 GT3 di Cetilar Racing, in zona podio nonostante un equipaggio giovanissimo fino al ritiro per un problema di elettronica, e per le Lamborghini di Forte Racing, assoluta protagonista delle fasi iniziali, e del WTR, causa scatenante dell’ultima Full Course Yellow con le sospensioni ko.

E’ tutto per questo season opener dell’endurance internazionale. Il WeatherTech SportsCar Championshio tornerà a metà marzo con la 73ma edizione della 12 Ore di Sebring; nel frattempo occhi puntati sull’apertura del WEC in Qatar a fine febbraio.

Piero Lonardo

Foto: Porsche Motorsport, Tower Motorsports, Multimatic Motorsport, AWA Racing, Roberto Viva

L’ordine di arrivo della 63ma Rolex 24 at Daytona

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IMSA – Daytona, una serie di colpi di scena a due sole ore dalla fine

Il finale di questa Rolex 24 at Daytona si annuncia come sempre caliente, e diversi colpi di scena stanno aiutando a prepararne la trama. Per prima la Corvette #4, che nel corso della 21ma ora prende il comando della GTD Pro con Tommy Milner. La BMW #1 in seguito si riporta alle spalle del battistrada anche perchè a “dare una mano” davanti c’è l’altra M4 GT3 Evo di Augusto Farfus.

Dopo alcuni minuti, la direzione gara decideva per un drive through per la BMW #48, in forte ritardo a seguito del crash multiplo occorso nel primo terzo di gara. Nel frattempo però De Philippi andava a scontrarsi col posteriore della Z06 GT3.R, rovinando la carrozzeria.

Le riparazioni minime nel successivo pit di Milner, nel frattempo scavalcata dalla BMW, non sortivano effetto ed il box Pratt Miller era invitato a ripetere l’intervento a pochi minuti dallo scadere della 22ma ora. Nico Varrone usciva dietro alla concorrenza ma grazie alla successiva Full Course Yellow lo svantaggio veniva minimizzato, trovandosi alle spalle di Christopher Mies con la Ford #65 e davanti a Kelvin Van der Linde, subentrato a De Philippi.

Una nuova neutralizzazione dicevamo, la 13ma della giornata, causata dall’Oreca LM P2 di AF Corse, leader della categoria, ferma lungo la pista. Via libera quindi ancora una volta a “Spike” di AO Racing, con Oliver Rasmussen a superare al restart nientemeno Sebastien Bourdais con l’entry di Tower Motorsports.

La neutralizzazione ricompattava nuovamente anche il gruppo di testa, e al box Penske per sicurezza provvedevano a stringere il più possibile il cofano posteriore della Porsche #6, che al restart resisteva all’Acura di Tom Blomqvist, unica altra GTP a pieni giri, mentre davanti infuriava la battaglia tra Dries Vanthoor e Felipe Nasr, al momento a vantaggio del campione in carica IMSA, in vista degli ultimi 120’ di gara.

Concludiamo con la GTD, dove Mattia Drudi veniva mandato in testacoda alla Mercedes di Daniel Morad.  Dietro la Corvette AWA, a lungo al comando della categoria, al restart cedeva alla Porsche del Wright Motorsports di Ayancan Guven, mentre Drudi, risalito in P4, cedeva il passo a Lucas Auer con la Mercedes Winward. Dal cnetro gruppo però emergeva anche la Lamborghini del WTR che con Danny Formal si insediava alle spalle della 911 GT3 R #120.

Piero Lonardo

Foto: IMSA

La classifica dopo la 22ma ora di gara

AWA

IMSA – Daytona, 20ma ora: la BMW ringrazia Herta e tenta il contrattacco

La BMW #24 sembra al momento l’unica reale alternativa alle Porsche Penske entrando nell’ultimo sesto di gara a Daytona. Philipp Eng ringrazia l’undicesima Full Course Yellow, provocata dall’Oreca LM P2 del Crowdstrike by APR all’inizio della 19ma ora di gara, per ricongiungersi alle due 963 ufficiali.

Colton Herta, vincitore peraltro qui in GT proprio col marchio di Monaco, terminava rovinosamente nelle gomme a protezione di curva 5; al restart poi Alessandro Pier Guidi con la Ferrari AF Corse #21 e Scott Andrews con la Mercedes del Lone Star Racing si giravano ed il pilota ufficiale del Cavallino terminava la propria corsa sull’incolpevole Lamborghini di Misha Goikhberg chiamando nuovamente in causa la vettura di servizio.

Alla successiva ripartenza, errore di Filipe Albuquerque, che spingeva fuori l’altra M Hybrid V8 già gravata da diversi giri a causa delle penalità accumulate. Via libera quindi per Kevin Magnussen, con l’ex-F1 ad installarsi tra le due Porsche di testa con poco meno di cinque ore residue di gara con la #7 ora davanti alla #6.

In LM P2, una penalità per speeding in pitlane vanificava la rimonta della #22 di United Autosports, lasciando ancora una volta strada libera ad AO Racing. “Spike” però sarà costretta a propria volta ad attraversare la pitlane per problemi di pressione delle gomme appena terminata la ventesima ora di gara, a vantaggio della #88 di AF Corse.

In GTD Pro, Madison Snow e la BMW #1 del Paul Miller Racing riuscivano a chiudere sulla Porsche di AO Racing, che come altre GT approfittava della lunga neutralizzazione per cambiare i dischi freno, attività resasi indispensabile  dopo un lungo alla Le Mans chicane di “Rexy”. Ad inseguire da presso la Corvette #4, spinta da un Nico Varrone super, mentre al contrario l’altra Z06.GT3.R subiva una battuta d’arresto per il drive-through comminato per il contatto con la Ferrari del DragonSpeed.

Il marchio del Kentucky si rifà in GTD, dove AWA sta perfezionando una gara spettacolare, grazie soprattutto a Marvin Kirchofer e Lars Kern. La Corvette #13 conduce ora di misura sulla Porsche del Wright Motorsports e sull’inesorabile Mercedes di Winward Racing.

Piero Lonardo

Foto: AWA

La classifica dopo la 20ma ora di gara

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IMSA – Le Porsche mostrano i denti a 7 ore dal termine della Rolex24

Le due Porsche Penske hanno sfruttato nuovamente al meglio un lungo periodo di corsa libera per consolidare la propria leadership a Daytona. A sette ore dalla bandiera a scacchi infatti Kevin Estre conduce su Matt Campbell con largo margine sulla BMW di Philipp Eng e l’Acura di Scott Dixon. Ancor più lontana la Cadillac #10 di Brendon Hartley, unica altra GTP a pieni giri.

La decima neutralizzazione, generata dall’Oreca LM P2 di Tom Dillmann, ferma in curva 2, al termine della quattordicesima ora, ha permesso a Tom Blomqvist di riagganciare e superare una delle due 963, ma lo split è durato poco e le due Porsche ufficiali sembrano in grado di poter effettuare l’allungo decisivo, anche nonostante la piccola disavventura del campione WEC in carica, lungo a gomme fredde a metà della 17ma ora, ma presto di nuovo al timone della gara.

Tra le LM P2 il manico di Sebastien Bourdais ha portato in alto l’Oreca del Tower Motorsports su Toby Sowery e l’entry del Crowdstrike by APR. Il contatto con la Corvette di AWA di Lars Kern, non sanzionato dalla direzione gara, ha allontanato Paul-Loup Chatin e la vettura di ERA Motorsport, precipitata in P5 dietro anche ad AO Racing e all’unità residua di United Autosports.

Contatto ben più rilevante, ugualmente non sanzionato, per la leadership in GTD fra la Porsche del Wright Motorsports e l’Aston Martin dello Heart of Racing, al termine del 15mo giro di lancette. La 911 GT R si rimpossessa del comando della categoria dopo il drive-through assegnato alla Mercedes del Winward Racing per comportamento improprio ai box.

La AMG GT3 #57, come già accaduto lo scorso anno in varie occasioni, aveva messo quasi un giro di vantaggio sui suoi inseguitori, ma il testimone della casa tedesca è stato raccolto dalle altre due entry di Lone Star Racing e Korthoff Competition.

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P5 per la migliore delle Ferrari, la #50 di AF Corse, caricata dal deb di lusso Arthur Leclerc. Problemi invece per la 296 GT3 del Conquest Racing, costretta ad una lunga sosta per sostituire il triangolo di una sospensione.

In GTD Pro infine, ancora tutto assolutamente in gioco, con la popolare “Rexy” ancora al comando sulla Ford #65 la BMW #1 del Paul Miller Racing e la Corvette #3. Le nove vetture ancora a pieni giri comprendono anche la Ferrari di DragonSpeed in P6 mentre inizia a fare capolino la luce del mattino.

Piero Lonardo

Foto: Porsche Motorsport, Roberto Viva

La classifica dopo la 17ma ora di gara

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IMSA – Acura e Porsche si alternano al comando nella notte di Daytona

Siamo oltre la metà percorrenza a Daytona e dopo il tramonto la gara ha visto l’alternanza fra le due Porsche Penske e l’Acura #60 del Meyer Shank Racing. Le due 963 ufficiali hanno cercato di cementare la leadership uscendo dal primo terzo di gara, interrotto però dall’ennesima neutralizzazione per il contatto fra la Corvette del DXDT Racing e una Mercedes, probabilmente la #57.

Questo tira e molla permetteva anche alla Cadillac del Whelen Racing di rimanere fra i primi; purtroppo l’equipaggio della #31 ha in seguito dovuto cedere i propri sogni di vittoria sul banking nelle mani di Frederik Vesti.

Dopo la nuova Full Course Yellow come da tradizione nella notte, è seguito un lungo periodo di corsa libera in cui la squadra del Captain ha tentato di ristabilire le distanze, chiudendo con un uno-due alla metà gara, punti buoni per l’Endurance Cup.

Un principio di incendio sulla sfortunata Corvette #36 permetteva anche all’Acura #60 di ricongiungersi e di detenere il comando al termine della 13ma ora, comando che perdurava anche dopo la nuova interruzione per i detriti lasciati dall’Oreca #22 di United Autosports, prima di cedere nuovamente alla #6 di Matt Campbell. A pieni giri ancora anche l’Acura #10, la BMW #24 e la Porsche del JDC Miller.

Out invece la Porsche Proton dopo un problema sostenuto alla sospensione posteriore sinistra acclarato da un testacoda da parte di Nico Pino, mentre l’altra BMW procede staccata di due tornate a causa di una penalità di ben 3’12″ di stop per non aver interpretato correttamente il wave by.

Sei macchine nel giro di testa in LM P2, con AF Corse a prendersi la leadership della categoria dopo un lungo periodo di dominio da parte della entry di AO Racing, specialmente grazie al vincitore dell’ultima Le Mans, Nicklas Nielsen. A contendere il primato, principalmente “Spike”, la #99 di AO Racing.

Gara ancora in bilico in GTD Pro, con le due Porsche Proton Competition e soprattutto di AO Racing a prendere le redini della categoria sulle due Corvette, le quali hanno ereditato il ruolo di major contender dalle Ford nonostante un drive through per ognuna.

In GTD infine, la bella prova della Ferrari di Inception Racing, a lungo al top sotto le luci artificiali. è giunta purtroppo al termine, come anche quella di Cetilar Racing, quest’ultima per problemi di elettronica. La palma del leader è stata quindi trasmessa all’altra 296 #021, che guida un gruppetto composto dalle due Aston Martin di Heart of Racing e Van der Steur Racing e dalle altre GT del Cavallino di AF Corse e la seconda entry di Triarsi Competizione #023.

Piero Lonardo

Foto: Meyer Shank Racing

La classifica dopo la 14ma ora di gara

Crash

IMSA – Caos a Daytona dopo 8 ore di gara e Cadillac davanti

A Daytona il giorno ha lasciato spazio alle luci artificiali ed è Jack Aitken con la Cadillac del Whelen Racing a condurre ad un terzo della percorrenza dopo un violento contatto che ha coinvolto sei vetture, togliendo dalla gara la Cadillac #40 del WTR e le Oreca LM P2 di Pratt Miller e United Autosports #2.

Eravamo rimasti con la Porsche #7 davanti. La leadership di Laurens Vanthoor è durata solo sino al termine della quarta ora, complice l’Acura di Alex Palou ferma con la sospensione posteriore ko. Al restart è Felipe Drugovich a trovarsi in testa con la Cadillac #31 ma presto è la Porsche #6 ad ereditare la posizione con Kevin Estre, ma alle spalle del campione del mondo WEC spinge forte Kamui Kobayashi, che si installa al comando.

Il Team Principal Toyota riprende il discorso anche dopo la terza neutralizzazione, che conclude nel modo peggiore l’addio alle corse di Andy Lally con l’Aston Martin del Magnus Racing. Il testimone viene raccolto da Louis Deletraz, che però nulla può contro un Raffaele Marciello scatenato, il quale però approfitta della neutralizzazione numero 4, generata all’inizio dell’ottava ora dall’Aston Martin di Roman De Angelis, che perde la ruota posteriore sinistra, per effettuare la manutenzione ai freni.

Davanti si ritrova quindi Jack Aitken, subentrato nell’abitacolo della Cadillac #31, ma al restart Deletraz, precipitato in P6 si gira, probabilmente da solo, in curva 2. Dietro Chris Cumming non riesce ad evitarlo, cosí come Nick Boulle, mentre Sebastien Bourdais, appena entrato in scena per Tower Motorsports, ne esce quasi indenne. Coinvolte anche la BMW #48 di Max Hesse, a lungo capolista in GTD Pro, e la Lamborghini Pfaff con Jordan Pepper, in rimonta dopo le sfortune iniziali.

Al successivo restart, ad appena 6’ prima dello scadere del terzo di gara, Aitken mantiene la testa della gara su Nick Tandy, Tom Blomqvist e Gianmaria Bruni con la Porsche del JDC-Miller, ottimo quarto complice anche un lungo da parte di Brendon Hartley con la Cadillac residua del WTR, mentre più dietro si segnala il testacoda della BMW di Sheldon van Der Linde, toccato dalla Porsche Proton di Neel Jani.

Nelle altre categorie, Paul di Resta, sull’unica vettura rimasta ad United Autosports, deve resistere all’assalto di Paul-Loup Chatin  ed i vincitori 2024 di ERA Motorsport. In GTD Pro, tra le due Ford Mustang di Frederic Vervisch e Mike Rockenfeller c’è ora la Mercedes GetSpeed di Fabien Schiller, mentre infine in GTD Franck Perera con la Lamborghini del Forte Racing precede l’Aston Martin di Mattia Drudi, con la Mercedes di Daniel Morad per Korthoff Competition che ringrazia la foratura della Porsche delle Iron Dames per il gradino basso del podio. Ancora a seguire la migliore delle Ferrari, quella di Inception Racing, ora con Ollie Millroy.

Piero Lonardo

Foto: IMSA

La classifica dopo l’ottava ora di gara