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WEC – Antonello Coletta: “Prima di tutto deve vincere la Ferrari”

Chiudiamo in bellezza dal Mugello con Antonello Coletta, Global Head of Ferrari Endurance & Corse Clienti.

Un uccellino ci ha detto che le 296 EVO stanno già andando a ruba..

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“Si, siamo molto felici. Stiamo parlando di una vettura che esalta le qualità della 296 attuale. Il mercato risponde molto bene ed in GT riusciamo ad essere molto competitivi, in pista e non solo. I numeri delle vendite sono positivi ed il mercato non sta rallentando, è questo è un aspetto rilevante se consideriamo che in passato la 488 era accessibile anche nella versione GTE. Abitualmente c’è sempre una flessione fisiologica dopo un paio di stagioni, che in questo caso non c’è stata. La nostra capacità produttiva ci permetterà di essere pronti sin da inizio anno e ne siamo molto fieri.”

Ieri Andrea Mladosic (Head of Ferrari Challenge and Corso Pilota) ha parlato di un nuovo Ferrari Challenge in fase di studio. C’è un indizio?

“Andiamo con calma, adesso dobbiamo restare concentrati sul nuovo Ferrari Challenge Middle East. Sono diversi anni che pensiamo al progetto che abbiamo presentato qui al Mugello. Quando si parte, per quanto mi riguarda, non si torna mai indietro, ma bisogna essere certi di avere i numeri giusti per essere competitivi, la certezza che le cose funzionino. A dire il vero questa serie è stata studiata addirittura prima del Ferrari Challenge Australasia, ma abbiamo atteso che i tempi fossero maturi e finalmente ci siamo”

Qual è il segreto di un programma clienti come quello di Ferrari che al Mugello celebra i 20 anni del Programma XX?

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“Esistono dei fattori, il primo è la logistica. Nei box c’è uno spiegamento di forze incredibile. Per dare dei numeri, abbiamo quasi 90 auto contro le 3-4 unità presentate dalla concorrenza in passato. Immaginate ogni auto con il suo corredo di ricambi e non solo, traslatelo in America oppure in ogni parte del mondo dove corriamo. Pensate a spedire tutto il materiale, attraversare le dogane e non solo: un lavoro complicatissimo da gestire. Anche le attività collaterali per i clienti sono fondamentali, non è semplice inventare qualcosa di nuovo ogni volta in piste che bene o male sono più o meno sempre quelle. Va dato grande merito alle persone che compiono questo lavoro, ci vuole competenza, ma anche tanto lavoro. Arrivi in autodromo presto la mattina e lasci la pista tardi, magari a notte fonda. Il servizio va oltre al racing.”

Tra due settimane c’è la finale del WEC in Bahrain, ci sono strategie?

“Certamente la finale in Bahrain è uno degli appuntamenti più importanti dell’anno, speravamo di essere già certi del successo ma è andata cosí. Dopo quattro vittorie ad inizio anno, compresa Le Mans, dove abbiamo mostrato la qualità del nostro programma endurance, al COTA potevamo raccogliere forse qualcosa in più, mentre a San Paolo e al Fuji non è andata benissimo. Il vantaggio è ampio, ma non larghissimo visti i punti extra in palio per la gara finale di 8 Ore. Noi cercheremo di attaccare e siamo nella situazione di contenderci due titoli. Prima di tutto però deve vincere la Ferrari. Una volta ottenuto il risultato per l’azienda c’è l’obiettivo piloti. Credo che sia giusto che ognuno si giochi le proprie carte, ma in ogni caso in una gara singola tutto può succedere, è sempre una prova di 8/9 ore (evidente riferimento alla possibilità di eventuali recuperi per neutralizzazioni- ndr)”

Cosa farà Kubica nel 2026?

“Con Robert stiamo costruendo una bella storia. Abbiamo iniziato in sordina e poi la vittoria a Le Mans è stato qualcosa di epico e per lui e per noi tutti. Con lui andiamo di anno in anno, in primis lui si riferisce ad AF Corse in quanto loro pilota. Lui dovrà dirci se vuole continuare in Endurance o meno prima di decidere la sua posizione da pilota Ferrari, ma noi siamo tranquilli, e dopo il Bahrain vedremo quali situazioni si verranno a creare e ne parleremo insieme.”

La terza auto è confermata anche per il 2026 vero?

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“La 499P di AF Corse è confermata per il 2026, con o senza Kubica. Indubbiamente la presenza della terza auto è fondamentale, quest’anno abbiamo vinto a Le Mans grazie a questa unità extra, con cui siamo stati competitivi per tutto l’anno, come del resto accaduto anche nel 2024. Conosciamo l’importanza di questo programma ed è giusto che resti”.

L’impegno di Ferrari nel WEC è confermato fino al 2027. Negli ultimi giorni la FIA ed ACO hanno fatto abbastanza confusione con i regolamenti. Quanto può incidere questa situazione?

“Come voi ho letto le notizie, in parte smentite da parte della FIA o dall’ACO. Noi partecipiamo alle riunioni dei costruttori ed oggettivamente non vedo modifiche fino al termine della validità del regolamento, cioè nel 2029. E’ una questione di rispetto per i costruttori che entreranno dal 2027, ed è giusto che i regolamenti restino tali anche per loro per almeno un triennio. Cosa potrà cambiare in seguito ovviamente non lo so e non sta a me dirlo. La voglia di Ferrari è quella di andare avanti. Quando Ferrari parte con un progetto cerca di non darsi una scadenza a breve; anzi cerca di darsi un piano strategico che possa essere futuribile. Purtroppo abbiamo visto in questi ultimi giorni che ci sono stati dei cambiamenti in tal senso da parte di alcuni dei nostri competitor, ma io credo che la cosa importante di cercare di garantire stabilità e credibilità ad un programma ambizioso come questo, e se il traguardo regolamentare si sposterà oltre il 2027, non vedo perché non dovremmo esserci.”

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Per poter avere più test, è da escludere un impegno in IMSA?

“Il rimpianto è quello di vedere una situazione in cui i test sono limitati. L’automobilismo è l’unico sport in cui non puoi allenarti. Penso sia deleterio non poter avvicinare gli appassionati agli autodromi anche in momenti diversi dalle gare, banalmente anche solo per seguire dei test. Ovviamente se corri in IMSA giri di più e paradossalmente hai a disposizione più giorni di test. Andare in America è una sfida importante ma credo che attualmente non ci siano le condizioni regolamentari che possano garantire alle due piattaforme una certezza di equità.”

I nuovi marchi che entrano nel WEC useranno una LMDh: secondo te come mai questa scelta?

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“Difficile parlare per gli altri: quando noi partimmo per studiare il progetto abbiamo pensato che la Ferrari avrebbe dovuto correre con una Ferrari, dunque la macchina deve essere pensata, disegnata, costruita e deliberata dalla Ferrari. Questa è la piattaforma LMH, la LMDh è una scorciatoia: una volta definito il motore vai ad acquistare, parte ibrida, cambio, il telaio e lo vesti con un’aerodinamica molto simile tra le varie auto. Se ci fate caso è solo il muso differente, mentre il resto rimane abbastanza simile. E’ una scelta ed io rispetto le scelte di tutti, ma a noi fa piacere competere con una macchina che abbiamo creato noi. Certamente è molto più difficile, molto più complicato e molto più costoso però quando vinci è una soddisfazione maggiore, e possiamo anche trasferire le conoscenze acquisite sul campo nella produzione come accaduto per esempio per la F80. L’heritage della Ferrari è fondamentale e dobbiamo mantenere determinati valori e ripercorrere quella strada che ha reso grande la Ferrari negli anni ’50 e ’60, ma non dobbiamo abbandonare qual è il valore delle gare endurance come ricaduta tecnologica sulla produzione. Se tu vai ad acquistare materiale uguale per tutti altri può essere una strategia perfetta per altri costruttori, ma certo non per noi. Purtroppo però quando si fanno delle proposte per eliminare il BOP la scelta comune è di tenerlo, pur lamentandosi costantemente. Se non piace a nessuno perché non eliminarlo? Nelle ultime riunioni dei costruttori gli unici a volerlo eliminare eravamo noi. Tutti schierati su una singola direzione, forse non è la scelta migliore? Non so, può darsi”.

Per l’anno prossimo è confermato l’impegno nel GTWC Europe in PRO ed in gran parte dell’Intercontinental GT Challenge?

“Nel GTWC Europe è confermato il programma semi-ufficiale nell’Endurance Cup e stiamo cercando di mantenerlo nello Sprint. Nell’Intercontinental GT Challenge ti sposti ascoltando le esigenze dei singoli clienti, la partecipazione è quantomeno garantita. Noi rispettiamo lo spirito e le volontà del cliente che magari non vuole correre nella classe PRO, questo forse ci penalizza per la vittoria generale, ma va bene così”

Intervista raccolta da Piero Lonardo e Luca Pellegrini

Foto: Piero Lonardo

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