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WEC – Basta una Toyota… United Autosports sfiora il podio, mentre Porsche e AF Corse si dividono i successi in GT

Ha vinto una Hypercar, viva le Hypercar! Il nuovo corso dell’endurance mondiale inizia da Spa-Francorchamps con l’atteso successo della Toyota, ma contrariamente alle previsioni non si è trattato di una doppietta, perché le tanto rodate GR010 Hybrid hanno rischiato di perdere un pezzo.

Kamui Kobayashi infatti all’inizio della quinta ora si arenava con la vettura di testa nella ghiaia della Bruxelles, vanificando i sogni di trionfo del Gazoo Racing e contestualmente alimentando le speranze della Reb… pardon Alpine LM P1, che grazie al gioco delle soste si alternava al comando con l’altra Toyota, affidata nel finale a Kazuki Nakajima e Sebastien Buemi.

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La differenza la facevano i consumi e quindi i pit-stop, in quanto l’Alpine necessitava di sette soste contro le sei dei primi vincitori di sempre della nuova classe, e alla fine il distacco sarà di ben 1’07”, ma sarebbe potuta anche andare diversamente se l’Oreca.. pardon ancora, l’Alpine A480-Gibson non avesse resistito degnamente alla carica di Tom Blomqvist e l’Oreca LM P2 di Jota Sport, che a 55’ dalla bandiera a scacchi ha mancato clamorosamente di vedere il brasiliano all’uscita della Source.

Kobayashi e c. si possono quindi ben accontentare del gradino basso del podio, che a lungo è stato in contention con l’Oreca di United Autosports di Filipe Albuquerque, Phil Hanson e dal nuovo arrivo Fabio Scherer.

_PL55569La vettura campione in carica è stata rallentata, come peraltro una discreta parte del parco partenti, da un drive-through per non aver rispettato la Full Course Yellow, e solo per questo particolare chiude di 1’09” dietro la Toyota #8, che nelle fasi finali è anche rimasto fermo a Les Combes, senza dimenticarci del precedente contatto tra Josè Maria Lopez e Richard Lietz.

Il podio delle LM P2 viene completato dai due equipaggi di Jota Sport, mentre il Racing Team Nederland vince il primo trofeo dedicato ai Pro/Am. Sfortuna nera per l’Oreca #26 del G-Drive, costretta ai box quando era stabilmente in seconda posizione.

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La Porsche di Kevin Estre e Neel Jani trionfa invece come da copione in GTE-Pro, nonostante qualche problema imprevisto alla posteriore destra, problema che si è manifestato pesantemente sull’altra 911 di Richard Lietz e Gianmaria Bruni. Le Ferrari hanno rischiato il colpaccio, ma una doppia penalità per la #52 di Miguel Molina e Daniel Serra (sempre riferito alle FCY) ha chiuso le possibilità di vittoria, ma la lotta nella categoria si preannuncia apertissima a dispetto del parco partenti limitato.

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AF Corse, oltre al doppio podio in GTE-Pro, può essere ben contenta della vittoria in GTE-Am della #83 di Francois Perrodo, Nicklas Nielsen ed Alessio Rovera. I due giovani pro hanno dato un notevole apporto, permettendo al gentleman campione in carica di riaffermarsi dopo il successo del 2020.

Niente da fare per Ben Keating e l’Aston Martin del TF Sport, ricordiamo ricostruita dopo il crash del Prologo, che termina al secondo posto, mentre arriva a podio l’altra 488 del Cetilar Racing di Roberto Lacorte, Giorgio Sernagiotto ed Antonio Fuoco. Un drive-through tardivo alla Porsche residua del Dempsey-Proton, la #88, convertito in penalità di 23”, ha regalato un podio alla prima partecipazione con il nuovo format. Poca fortuna invece per l’altro team tricolore, Iron Lynx, che va a chiudere la classifica di categoria dopo aver sognato il podio intorno a metà gara con le “Iron Dames”.

E’ tutto per la lunga settimana di Spa. Il World Endurance Championship tornerà il 13 giugno con la 8 ore di Portimao.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 6 Ore di Spa-Francorchamps

Foto: Piero Lonardo

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