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WEC – Il meteo aiuta la strategia Toyota nella prima fase della 6 Ore di Spa. Van der Zande, big crash ma pilota ok

Il solito meteo imprevedibile delle Ardenne ha condizionato le prime battute della 6 Ore di Spa-Francorchamps. La tanto temuta pioggia ha infatti cominciato a cadere esattamente in corrispondenza del giro di formazione, costringendo i team a scommettere, in assenza di gomme intermedie, sul tipo di coperture da adottare per la gara.

Dopo un formation lap extra, necessario per fare riscaldare le gomme, mentre diversi gentlemen, tra cui anche l’esperto Christian Ried, svariavano nelle vie di fuga, la safety car si faceva da parte e le due Ferrari, partite entrambe con le wet, prendevano subito la testa della gara sulla Toyota in pole di Mike Conway.

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Dietro le due 499P di Antonio Giovinazzi e Nicklas Nielsen, si fanno largo anche la Cadillac di Earl Bamber e la Porsche Jota di Antonio Felix da Costa. La festa rossa però dura poco, perchè la pista iniziava ad asciugarsi e le due GR010-Hybrid alla mezz’ora riprendevano la consueta marcia inesorabile, aiutate oltre che dalle slick, anche dalla Saftey Car richiamata in servizio da Claudio Schiavoni.

La #50 si precipita immediatamente ai box dopo aver perso la posizione, mentre la #51 rimaneva in pista per altri due giri, perdendo ulteriore terreno su Conway, ma anche alla Porsche di Laurens Vanthoor e alla Cadillac di Renger van der Zande, che al contrario della blu #2, era partita con i pneumatici da asciutto.

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Nelle altre categorie, medesimo destino per Ben Keating e la Corvette, inizialmente al top in GTE-Am, e largo prima all’Aston Martin di Tomonobu Fuji e a Sarah Bovy delle Iron Dames. Tra le LM P2, dopo 60’ il polesitter Tom Blomqvist precedeva l’Oreca Prema di Doriane Pin e la Jota di Sean Gelael, ma la classe perdeva la vettura del Vector Sport, prima ritirata in gara della competizione dopo l’abbandono dell’AO Racing incidentata in qualifica, per la perdita della ruota posteriore sinistra.

Sebastien Buemi, partito dal fondo a seguito del crash di Hartley, si ritrovava presto alle spalle della Cadillac dorata, che però, pressata dalle rimontanti Ferrari, terminava rovinosamente all’esterno dell’Eau Rouge. Nessuna conseguenza per il pilota ma macchina ko.

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L’ulteriore colpo di scena colpisce la Porsche di Laurens Vanthoor, che si pianta sul rettilineo dei vecchi box contemporaneamente all’uscita di strada della Vanwall a Les Combes. Gara finita per la 963 #6 mentre l’hypercar del team Kolles riprenderà la pista. Problemi anche per la Peugeot #94, ferma all’uscita della pitlane.

La neutralizzazione relativa non solo permette temporaneamente alle Ferrari di rientrare nel giro dei primi, ma rimescolava le carte in tavola anche nelle altre classi, con Lilou Wadoux ad ereditare la testa delle GTE-Am con la Ferrari del Richard Mille AF Corse sulla Porsche Proton di Zach Robichon, che poco dopo il termine della metà gara prenderà supererà la giovane promessa transalpina.

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In LM P2 invece, è dominio WRT con Ferdinand Habsburg e Louis Deletraz, con Oliver Rasmussen a sandwich tra le Oreca del team di casa e le due entry di United Autosports di Josh Pierson e Tom Blomqvist

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Alberto Manganaro

La classifica dopo la terza ora di gara

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