Oggi a Spa-Francorchamps è giornata dedicata alle attività fuori dalla pista ed abbiamo approfittato della disponibilità di Iron Lynx per conoscere qualche dettaglio in più di questa compagine, salita immediatamente alla ribalta delle serie endurance (ma non solo) a partire dallo scorso anno.
Per far ciò abbiamo avuto la fortuna di poter fare quattro chiacchiere con Andrea Piccini, il volto forse più noto dietro questo progetto, che ricordiamo batte bandiera tricolore.
Andrea, cos’è cambiato dalla Racing Box ? Noi ci siamo visti l’ultima volta qui la bellezza di 12 anni fa “Beh, io non ho smesso di correre da allora, sono passato ad Audi, vincendo la 24 ore di Spa, poi BMW, Lamborghini, e nel frattempo è nato questo progetto. Insieme a mio fratello Giacomo ci siamo dedicati al coaching, rivestendo la carica di direttore dei corsi Ferrari, dove ho conosciuto Sergio Pianezzola, e poi Claudio Schiavoni e Deborah Mayer, insieme ai quali è nata l’idea di creare una nostra academy, perché Iron Lynx è nata con l’idea di essere soprattutto questo, non solo un racing team.”
Ora siete dappertutto “Sì, oltre ai programmi GT come il Ferrari Challenge abbiamo anche la F.4 per fare crescere sia giovani piloti che gentlemen. Grazie alla nostra esperienza ed all’apporto di Deborah e Claudio, i veri proprietari di Iron Lynx, stiamo diventando uno dei team di riferimento nelle ruote coperte.”
In poco tempo state dimostrando una professionalità che tanti team, anche costruttori, non hanno.. “Sono stati inverni impegnativi (ride). C’è stato tanto da lavorare ma questo è stato il nostro impegno dall’inizio: presentarci da subito con un altro livello di professionalità per cercare di fare la differenza, perché in questo mondo devi essere meglio degli altri, diverso dagli altri. Ci sono tante squadre forti ma anche l’immagine del brand conta, e speriamo in futuro di poter anche attrarre costruttori.”
E riguardo al brand e alla riconoscibilità arriviamo al discorso Iron Dames. Ultimamente c’è tanta attenzione sul “correre al femminile”, e voi siete stati i primi “La prima Iron Dame è stata Deborah ed il suo sogno è sempre stato quello di correre a Le Mans, poi dopo il Challenge e le GT3 ha dedicato l’attenzione al progetto Iron Dames, col desiderio di portare un equipaggio femminile su di una Ferrari alla 24 Ore di Le Mans e lottare per la vittoria.”
Ed è arrivato anche il podio “Le ragazze stanno facendo benissimo. Abbiamo affidato a Rahel (Frey) la gestione di questo programma e stiamo cercando di farlo ulteriormente crescere, ma non è facile perché il racing al femminile ha preso piede solo di recente e cerchiamo di espandere i nostri orizzonti anche con la F4. Al riguardo abbiamo chiuso l’accordo con Ferrari Academy per Maya Weug, l’unica ragazza selezionata dalla FDA, così come con Doriane Pin, seconda nella selezione, già con noi nella le Mans Cup. Questo per noi è il programma più importante, anche perché portare a vincere un equipaggio di ragazze in gare di un certo spessore fin qui non è mai avvenuto.”
Tra l’altro qui sei uno dei pochi ad avere avuto esperienze con Glickenhaus “Eh si, tra le tante anche quella vero. Correre sulla Nordschleife con un prototipo confesso non è stato proprio rilassante…” e non dimentichiamo Racing Box, l’unica squadra prototipi italiana nella allora LMS “Momenti indimenticabili con Luca Canni Ferrari. Siamo stati veramente sfortunati: nel 2009 abbiamo vinto la prima gara in Catalunya poi abbiamo bucato la gara del Nurburgring e a Portimao ci fu il problema dei tappetini che si staccavano dalla pista e ci hanno surriscaldato il motore. Un vero peccato, avremmo potuto vincere il campionato.”
E poi ci fu il primo tentativo di ibrido “Esatto, con Giacomo alla 24 ore di Le Mans mancarono pochi metri per percorrere la pitlane in ibrido, un vero peccato!”
Tornando ad oggi e riponendo l’album dei ricordi, ricapitoliamo infine la forza attuale di Iron Lynx “I programmi 2021, tutti in house, consistono in 2 macchine GT World Challenge, 3 macchine ELMS, 2 macchine nella Michelin Le Mans Cup, 2 macchine WEC e 3 macchine in F.4, 2 macchine nel Ferrari Challenge per la bellezza di 14 vetture totali che coinvolgono circa 150 persone.”
Ringraziamo per la disponibilità, oltre ovviamente ad Andrea, Fraziska Baier, responsabile della gestione media di Iron Lynx.
Piero Lonardo
Foto: Piero Lonardo