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WEC – Ecco la Ferrari LMH!

Rivelata alla vigilia della 6 Ore di Monza la prima immagine dell’oggetto del desiderio dell’endurance: la Ferrari LMH.

In coincidenza con la prima uscita sul circuito di Fiorano (immediatamente leekata via social), qui di seguito il comunicato ufficiale da Maranello:

Ferrari svela le linee della nuova LMH

Dopo aver diffuso alla vigilia della 24 Ore di Le Mans i primi tratti della sua LMH (Le Mans Hypercar), vengono tolti i veli al prototipo che prenderà parte nella top class del mondiale FIA World Endurance Championship dal 2023.

È un momento davvero emozionante, atteso con trepidazione tanto dalle persone che hanno lavorato a questo progetto quanto dagli appassionati della nostra Casa”, ha dichiarato Antonello Coletta, Head of Ferrari Attività Sportive GT. “Potere toccare con mano il frutto di tanti mesi di lavoro, progettazione, simulazioni, ci regala nuove energie e nuovi stimoli. Siamo orgogliosi del risultato che abbiamo ottenuto e, nonostante la mascheratura che caratterizzerà la LMH durante i test nasconda i volumi e lo stile della vettura, credo sia innegabilmente riconoscibile come una Ferrari”.

Il percorso che porterà al ritorno nella classe regina del mondiale endurance che culminerà con la partecipazione all’edizione del centenario della 24 Ore di Le Mans, proseguirà con un intenso programma di sviluppo che verrà condotto dai piloti ufficiali di Ferrari Competizioni GT.

Piero Lonardo

Foto: Ferrari

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WEC – Glickenhaus cambia colore. Chatin chiude la stagione con Richard Mille

Jim Glickenhaus è sicuramente un personaggio e, dopo aver fatto notare al mondo intero di essere stato il primo costruttore americano a salire sul podio di Le Mans dai tempi delle Ford, ha risposto alle critiche sul fatto che quasi tutte le Hypercar sono o saranno (vedi Ferrari) colorate di rosso, bianco e nero – ultima la Porsche 963 presentata a Goodwood – per cambiare livrea.

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A Monza infatti la SCG 007 LMH per Pipo Derani, Olivier Pla e Romain Dumas si presenterà con l’azzurro del logo del team “luminoso come il cielo o luminoso come il futuro” cita il breve comunicato stampa.

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Ricordiamo che sul circuito brianzolo, che festeggia i 100 anni di attività; debutteranno le due Peugeot 9X8 a rinforzare il parco della classe regina, speriamo sino al termine della stagione, che invece Glickenhaus non assicura. Sappiamo già al riguardo che al Fuji sarà assente l’Oreca LM P2 dell’ARC Bratislava, ma si attendono ulteriori forfait.

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Chi invece dovrebbe esserci per tutto il resto della stagione è Paul-Loup Chatin, fresco vincitore della 4 Ore ELMS, che prenderà il posto di Sebastien Ogier in seno al Richard Mille Racing al fianco di Lilou Wadoux e Charles Milesi sull’Oreca LM P2 #1.

Piero Lonardo

Foto: Glickenhaus, Peugeot Sport

L’entry list della 6 Ore di Monza

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WEC – A Hertz/Jota la prima Porsche LMDh clienti

Dopo l’annuncio di JDC-Miller nella serie IMSA, ecco Jota accodarsi quale primo team clienti Porsche nel World Endurance Championship.

Il team britannico, dominatore tra le LM P2 nella recente 24 Ore di Le Mans, gestirà un effort della durata triennale a partire dal 2023 patrocinato in primis dalla Hertz, responsabile dell’annuncio, e dal Singer Group.

Al momento non si conosce se il team schiererà una o addirittura tutte e due delle nuove 963 presentate ieri a Goodwood destinate ai clienti WEC, nè tantomeno livrea e piloti, anche se Antonio Felix da Costa, protagonista a Le Mans e nelle ultime stagioni nella serie mondiale nella categoria cadetta, dovrebbe fare parte della line-up.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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WEC/USCC – Ecco la Porsche 963!

Come anticipato su queste pagine, il Festival Of Speed di Goodwood è stato la cornice scelta da Porsche per rivelare poco fa la livrea ed il nome della sua nuova LMDh, prossima protagonista del WEC e del WeatherTech SportsCar Championship.

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Si chiamerà Porsche 963 (anche se quella denominazione era già stata usata dalla casa di Stoccarda per una vettura di produzione) ed i colori scelti richiamano  il tipico schema Porsche bianco, rosso e nero reso famoso sia sulle 917 che sulle più recenti 919 Hybrid.

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A spingere la 963 un motore da 500 kW e a guidarla un mix di otto piloti di esperienza e gioventù di vari Paesi: Kévin Estre, Michael Christensen, André Lotterer, Laurens Vanthoor, Matt Campbell, Mathieu Jaminet, Dane Cameron e Felipe Nasr.

Solo una citazione per ora per Fred Makowiecki riferito all’impegno nello sviluppo in pista e al simulatore nella vettura, anche se ulteriori nomi per le gare “lunghe” verranno divulgati in seguito. Speriamo che il nostro Gianmaria Bruni possa fare parte di questo gruppo.

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Da segnalare infine a titolo di cronaca lo scoop riportato stamane su reddit che esponeva le medesime immagini, pronte per essere pubblicante sul prossimo numero di Racer Engineering.

Piero Lonardo

Foto: Porsche Motorsport

 

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WEC/USCC – Ogier chiude con Richard Mille. Porsche attesa per venerdí, mentre Cadillac si mostra

La settimana post Le Mans per una volta è stata parca di news, con l’attenzione dell’endurance che torna nuovamente alla pista nel weekend con la 6 Ore del Glen del WeatherTech SportsCar Championship.

Oggi invece una raffica di novità, a partire da Sebastien Ogier, che mediante una dichiarazione a mezzo social ha annunciato di aver chiuso qui per quest’anno col WEC e col Richard Mille Racing.

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Per Ogier, che ricordiamo lo scorso anno testò la Toyota in Bahrain, la prima parte di stagione sarebbe stata una marcia di avvicinamento a Le Mans, reale obiettivo del nove volte campione WRC.

Al momento non si conosce chi sarà ad affiancare da Monza Lilou Wadoux e Charles Milesi al volante dell’Oreca LM P2 #1, nè tantomeno se Toyota farà un pensierino futuro sullo schierare Ogier nuovamente a Le Mans, magari su di una terza vettura, che data la rinnovata concorrenza magari potrebbe anche fare comodo.

Tra le novità più attese tra le Hypercar/GTP c’è ovviamente la Porsche LMDh che, dopo la robusta serie di test dei quali è stata protagonista sin da inizio anno in livrea camo, dovrebbe finalmente mostrarsi nel suo aspetto definitivo venerdí, come anticipato nel tardo pomeriggio sull’account Twitter di Porsche Motorsport. Prima di mostrarsi anche al Festival Of Speed di Goodwood.

Da indiscrezioni pare che Penske, che ricordiamo pure ha terminato anticipatamente il proprio impegno nella serie mondiale, non abbia intenzione di inflazionare la prossima edizione di Le Mans con troppe vetture; curiosamente, altre indiscrezioni vogliono che la casa di Stoccarda abbia già venduto sulla carta alcuni esemplari della nuova vettura ad un fidato team privato. Vedremo come si evolverà la situazione….

Tra la concorrenza nella classe regina non si dovrebbe più contare l’Alpine, che per il 2023, dopo che il WEC ha dato fumata nera all’impiego della A480-Gibson LM P1 per la terza stagione di fila, dovrebbe presentarsi, in attesa della nuova Hypercar sviluppata con Oreca, ai nastri di partenza della serie mondiale con ben due Oreca LM P2. Ricordiamo che Alpine ha trionfato nella categoria cadetta nel 2016 e nella SuperSeason 2018-19, aggiudicandosi anche tre vittorie a Le Mans.

Sempre nella giornata odierna indiscrezioni che Jimmie Johnson potrebbe essere interessato a far parte del programma di Hendrick Motorsports atto a riportare una vettura NASCAR alla prossima Le Mans. Il sette volte campione NASCAR potrebbe quindi essere al volante della Next Gen Chevrolet Camaro ZL1 annunciata quale Garage 56 in quel di Sebring.

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Avvistata infine nell’insolita vetrina dell’EyesOn Design Car Show in Michigan la Cadillac LMDh. Per quanto si tratti di una maquette senza componenti meccaniche, si tratta della prima esposizione pubblica del prototipo annunciato nella settimana di Le Mans.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Porsche Motorsport, dtrockstar1

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WEC – Doppietta Toyota, come da copione. Successi per Jota, APR, Porsche e TF Sport nelle altre classi

Toyota si aggiudica la sua quinta 24 Ore di Le Mans e chiude con una doppietta che incorona per la quarta volta la vettura contraddistinta dal #8, ora affidata a Brendon Hartley, Sebastien Buemi e Rio Hirakawa, su Josè Maria Lopez, Kamui Kobayashi e Mike Conway.

E’ stata la Le Mans del pubblico, affluito in massa, anche se non c’è stato l’atteso sold out, per segnare il ritorno alla normalità dopo i due anni di pandemia, in circuito e nelle strade di Le Mans, per il Pesage e la Parata. E’ stata la Le Mans delle donne, apparse ogni tre per due, forse anche più delle macchine, nelle riprese televisive. E’ stata la Le Mans delle GTE-Pro, qui all’ultima, poco comprensibile, apparizione di sempre, dopo dieci anni di spettacolo spesso superiore di quello offerto dai prototipi, in attesa che le Hypercar rubino definitivamente la scena – speriamo meritatamente – alle altre classi.

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A questa Le Mans ha contribuito Jim Glickenhaus, portando due delle sue SCG 007, le uniche vere altre Hypercar in pista, raggiungendo con una dovizia di mezzi che non supera il dieci per cento di quanto messo in campo da Toyota una terza posizione storica con Ryan Briscoe, Richard Westbrook e Franck Mailleux, avvalorata anche dal quarto posto della seconda entry, rallentata

Nonostante l’enorme distacco, 5 giri, nei confronti dei vincitori, l’outcome poteva essere tranquillamente diverso, come testimonia l’ennesimo problema al sistema ibrido della GR010-Hybrid #7 a due terzi di gara che ha definito le gerarchie in casa Gazoo Racing. Inciso: forse la FIA e l’ACO dovrebbero fare qualcosa per evitare che queste vetture possano diventare delle pericolose dinamo ambulanti.

L’Alpine ha fatto quello che ha potuto, puntando alla pole, anzi alla Hyperpole, dopo essersi nascosta come un paguro nella conchiglia per tutte le libere, perchè forse sapeva che quello poteva essere l’unico risultato di rilievo ottenibile a meno di una improbabile defaillance in gara delle altre contender. Ciononostante, raccoglie punti pesanti che le permettono di mantenere la leadership del campionato al termine di una gara calvario con la vettura più vecchia e collaudata del lotto.

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La battaglia per il successo nelle LM P2 è vissuta praticamente fino al termine del primo stint. Dopo la sfuriata iniziale del Prema Orlen, il passo della Jota, gente abituata al podio di Le Mans, è stato insostenibile per tutti. Antonio Felix da Costa, Roberto Gonzalez e Will Stevens hanno condotto per le restanti 23 ore e passa lasciando agli avversari le proverbiali briciole. Brava Prema con Robert Kubica, Louis Deletraz e Lorenzo Colombo a sfiorare il successo alla prima apparizione nello stesso giro dei vincitori. Il successo di Jota si completa con il secondo equipaggio, a riprova della solidità della compagine diretta da Simon Dolan.

Gli avversari? Filipe Albuquerque e la più accreditata delle due macchine di United Autosports è stata praticamente eliminata al via da un contatto con la vettura top del WRT, che ha cosí rovinato anche la propria gara, chiusa contro le barriere. Penske, ma soprattutto i suoi piloti Felipe Nasr e Dane Cameron, ha fatto esperienza in funzione della nuova Porsche LMDh. Le altre compagini dello schieramento record della categoria cadetta non sono mai state in condizione di puntare al podio, ma United riesce a limitare i danni mantenendosi grazie al sesto posto della sua #23, a 11 punti dai vincitori odierni; segue Prema a -17.

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Il successo portoghese di completa con la vittoria tra le Pro/Am di Algarve Pro Racing di Steven Thomas, Renè Binder e James Allen. Peccato per AF Corse, che purtroppo si è fatta notare più di tutto per il contatto che ha deciso la GTE-Pro, raggiungendo comunque la quarta piazza di categoria dopo il successo dello scorso ano fra le GTE-Am. Anche qui comunque, punti pesanti per il campionato.

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Dicevamo della GTE-Pro: le Corvette erano chiaramente le macchine da battere ma una è stata messa ko da un problema alla sospensione posteriore nel primo terzo di gara e la seconda è stata coinvolta nel contatto con l’Oreca AF Corse, lasciando Porsche e Ferrari a giocarsi la vittoria, vittoria che è andata alla 911 di Gianmaria Bruni, Richard Lietz e Fred Makowiecki.

La Ferrari, che piazza a podio entrambe le 488 AF Corse, per una volta non si è lamentata di un BoP chiaramente unfair – soprattutto va detto in GTE-Am – in attesa forse di rendere la vita difficile a tutti con la nuova Hypercar che dovremmo vedere in pista tra qualche settimana.

Alla terza vettura schierata da Riley Motorsports va il merito di essere arrivata al traguardo, anche se ancora una volta la Ferrari di emergenza non è stata un fattore. Col secondo posto comunque, Alessandro Pier Guidi e James Calado si mantengono comunque in lotta per il campionato, a 5 lunghezze dai vincitori odierni e a 2 dall’equipaggio dell’altra Porsche.

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Chiudiamo con la GTE-Am ed il trionfo delle Aston Martin – le Corvette della categoria, consentitemi il paragone – con TF Sport e Marco Sorensen, Henrique Chaves (un altro portoghese, per la cronaca) e Ben Keating. Chissà se anche stavolta i commissari troveranno qualcosa di irregolare per penalizzare questo meritatissimo successo del texano, che con Sorensen supera l’equipaggio dell’altra Vantage del Northwest AMR di Paul Dalla Lana, Nicki Thiim e David Pittard, oggi terzi dietro alla Porsche del WeatherTech Racing di Cooper MacNeil, Julian Andlauer e Thomas Merrill.

Gli ultimi colpi di scena riguardano proprio questa categoria, con la Porsche #77 del Dempsey-Proton, al momento terza, costretta ai box nel corso della 22ma ora per problemi allo sterzo, e quella dell’Hardpoint/Absolute Racing, autore di uno spin un’ora piú tardi quando occupava la quarta piazza. La migliore delle Ferrari, la #54 di AF Corse di Thomas Flohr, Francesco Castellacci e Nick Cassidy, P6.

Ci si rivede a Monza il 10 luglio con la novità Peugeot 9X8 Hypercar a completare lo schieramento.

Piero Lonardo

Foto: 24H Le Mans, Porsche Motorsport, TF Sport

L’ordine di arrivo della 90ma edizione della 24 Ore di Le Mans

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WEC – Le due Toyota nello stesso giro si preparano al gran finale

Smaltito l’hype per il ritiro della Corvette di testa, con Perrodo ed il boss AF Corse, Amato Ferrari, a porgere le proprie scuse al box statunitense per l’errore commesso, la direzione gara prende la palla al balzo per raffreddare gli animi a fronte del contatto dell’Oreca meglio piazzata del WRT di Robin Frijns, che si gira e picchia ad Indianapolis, chiamando in causa per la prima volta la Safety Car.

Dietro la Porsche di servizio si allineano in primis i nuovi duellanti della GTE-Pro, Fred Makowiecki e Alessandro Pier Guidi, che dopo il successivo restart, circa 20’ dopo, mantengono le posizioni sino alla prima sosta utile. Qui in AF Corse si opta per mantenere le gomme mentre al box Porsche veniva fatto un pit completo con l’ex di lusso Gianmaria Bruni a prendere il volante della 911 #91.

La nuova leadership estesa della Ferrari dura peró solo circa 20’, in quanto Pier Guidi è costretto ad uno stop inatteso per la foratura lenta della posteriore destra: Bruni cosí può guadagnare senza lottare circa 56” e balzare in testa alla categoria.

Davanti a tutti le due Toyota sono ora nello stesso giro, forse a preparare il consueto gran finale combinato, con la Glickenhaus #709 terza a 4 tornate.

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Tra le LM P2, la marcia trionfale dell’Oreca Jota #38 subisce un rallentamento a causa di una foratura lenta, che costringe il team inglese ad una sosta extra. Prema Racing ne approfitta per avvicinarsi a circa 1’. Stabile P3 ormai l’altra Jota.

Qualche problema anche per la #45 di Algarve Pro Racing, leader tra le Pro/Am, a causa di un’uscita di strada da parte di James Allen che costringe il team portoghese al cambio del muso e alla perdita di uno dei due giri di vantaggio sulla vettura del Nielsen Racing.

Gli ultimi colpi di questo scorcio di gara vengono dal contatto fra la Porsche Proton #93 – quella di Fassbender per intenderci – con Zach Robichon alla guida, e la Ferrari del JMW, nella sabbia ad Arnage, e dalla Ferrari Iron Lynx di Claudio Schiavoni, che viene sbattuto fuori dall’Oreca LM P2 del Panis Racing all’ultima curva. Quest’ultima viene giudicata colpevole dalla direzione gara.

A tre ore dalla bandiera a scacchi, la classifica delle GTE-Am vede sempre l’Aston Martin di TF Sport a condurre sulla rimontante Porsche del WeatherTech Racing e sulla #77 del Dempsey-Proton. Ad un giro l’altra 911 dell’Hardpoint/Absolute e la Vantage del Northwest AMR.

Piero Lonardo

Foto: 24H Le Mans

La classifica dopo la ventunesima ora di gara

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WEC – Corvette ko, ed in GTE-Pro comanda Ferrari

Nella prima mattinata di Le Mans continua ad affiorare prepotente la fatica, che si è concretizzata con una serie di errori. Per primo Brendan Iribe, che si schiantava alla prima chicane; la Porsche Project 1/Inception Racing superstite era sesta in GTE-Am.

Durante la Slow Zone era poi la volta di Laurents Hörr di terminare nelle gomme a Mulsanne con l’Oreca LM P2 del DKR. Proseguiva poi Riccardo Pera, il quale si girava ad Indianapolis con la Porsche del GR Racing, propiziando l’errore anche per una Glickenhaus.

Più tardi protagonista sempre la Porsche nero-arancio, che induceva all’errore l’Alpine, che terminava nelle gomme. A parte la Porsche #56, tutte queste vetture hanno potuto riprendere la gara.

Ma il maggiore colpo di scena avviene allo scadere della diciottesima ora, con Francois Perrodo che sbatte contro il guardrail la Corvette #64 di Alexander Sims, il quale stava riprendendo la testa della GTE-Pro sulla Ferrari di James Calado.

La manovra dell’Oreca #83, che verrà punita da 3’ di Stop&Go, è stata sicuramente non voluta, propiziata da uno scarto dell’Oreca di Algarve Pro Racing che il transalpino stava passando. Coincidenza l’incidente, che lascia la Ferrari al comando della categoria con circa 16” di vantaggio sulla Porsche #91, avveniva un istante dopo l’annuncio del ritiro ufficiale dell’altra Corvette. Peraltro in casa AF Corse possono contare su freni appena rinnovati, grazie all’operazione svolta durante il periodo di Slow Zone.

Nulla è mutato invece in testa alla gara, con le due Toyota separate da un giro e la Glickenhaus #709 a 4 giri. In LM P2 Jota conduce sempre con quasi un giro di vantaggio sulla vettura del Prema Orlen, inseguita dalla seconda macchina del team inglese. Algarve Pro Racing mantiene il comando tra le Pro/Am.

In GTE-Am infine, ci sono due Aston Martin al comando, con Nicki Thiim chiamato a recuperare il drive-through comminato a Paul dalla Lana per track limits. A seguire ben tre Porsche di WeatherTech Racing, Dempsey-Proton (la #77) e Hardpoint/Absolute.

Piero Lonardo

Foto: Ferrari Races

La classifica dopo la diciottesima ora di gara

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WEC – Toyota regala un brivido. Porsche, disastro a Mulsanne

La durezza di Le Mans inizia a mostrarsi dopo l’alba, protagoniste due delle vetture al comando nelle rispettive categorie.

In GTE-Pro, durante la sedicesima ora, la Porsche #92 va lunga all’entrata di Mulsanne, probabilmente a causa di una foratura lenta al posteriore. Sembra un’uscita innocua, ma dopo pochi metri il pneumatico anteriore destro esplode, rovinando l’anteriore della 911. Dopo una lenta ricorsa verso i box, la macchina viene portata dentro il garage per le riparazioni del caso e ne riesce dopo tre giri.

Va detto che il pilota danese era già andato lungo nello stesso punto un’ora prima nel tentativo di riprendere la Ferrari di Alessandro Pier Guidi, che nel frattempo aveva ceduto il comando alla più performante Corvette di Tommy Milner. La 488 insegue ora a 17” mentre la terza piazza diventa appannaggio di Richard Lietz con la Porsche #91 a 1’46”.

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Ma l’evento piú eclatante avviene allo scadere della sedicesima ora, con la Toyota in testa di Josè Maria Lopez ferma a Mulsanne. Ennesimo problema al sistema ibrido, già accusato qui (oltre che a Spa) dalla vettura gemella in prova.

Dopo il riavvio dei sistemi la GR010-Hybrid si dirige verso i box e, dopo diversi tentativi, riesce a ripartire con un giro di ritardo dalla vettura gemella di Brendon Hartley e tre di vantaggio sulla Glickenhaus #709.

Tra le LM P2, l’Oreca Jota #38 continua indisturbata al comando con quasi un giro di vantaggio sull’esemplare di Prema. La terza piazza sembra ora appannaggio dell’altra Jota, anche a causa della penalità – la seconda dopo quella sanguinosa delle fasi iniziali – assegnata alla #31 del WRT per il contatto che vedeva protagonisti alla chicane Daytona Sean Gelael e Sebastien Boourdais del Vector Sport.

Tra le Pro/Am, ARC Bratislava perde la leadership a favore di Algarve Pro Racing a causa di una lunga sosta per sistemare delle perdite d’olio. AF Corse insegue nello stesso giro, a oltre 1’.

In GTE-Am infine il diverso ciclo di pit fa alternare al comando Alessio Picariello con la Porsche Hardpoint/Absolute e l’Aston Martin del TF Sport, ora con Ben Keating al volante. Strategie simili fanno sí che anche la terza piazza sia in bilico tra la Porsche del WeatherTech Racing e la Vantage del Northwest AMR.

Piero Lonardo

Foto: Toyota Gazoo Racing, Corvette Racing

La classifica dopo la sedicesima ora di gara

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WEC – Cambio della guardia in Toyota. Aston al comando in GTE-Am

La notte di Le Mans sta lasciando spazio alla luce del giorno e le due Toyota hanno nuovamente cambiato ordine nel corso della 14ma ora di gara.

Kamui Kobayashi, autore di un super-stint notturno, nel corso della 16ma sosta ha infatti preso il comando sulla #8, che all’alba sconta circa 26” dall’altra GR010-Hybrid. La migliore delle Glickenhaus, la #709, segue a 3 giri di ritardo mentre la #708 vittima di problemi in serata si mantiene quarta a -8 tornate.

Nel mezzo, quarta assoluta, l’Oreca Jota leader delle LM P2. Prema si è ritagliata il ruolo di inseguitore ufficiale staccandosi dalla concorrenza, che prosegue con le vetture del Panis Racing, Penske e la seconda entry Jota. Il deb Tristan Vautier sta invece trascinando ARC Bratislava tra le Pro/Am, categoria che poteva rimanere prematuramente omogenea a causa della perdita di una ruota da parte della Ligier del CD Sport, che ha ripreso comunque la via dopo le opportune riparazioni.

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In GTE-Pro una improvvisa sosta per cambiare i freni della Porsche di testa, la #92, lascia al comando al termine della 15ma ora la Ferrari del campione WEC Alessandro Pier Guidi, inseguito da presso dalla Corvette di Tommy Milner. Michael Christensen “vede” comunque gli avversari nel mirino, mentre l’altra 911 sconta un distacco maggiore, pur rimanendo nello stesso giro dei primi.

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Cambio della guardia infine in GTE-Am. Cooper MacNeil riesce infatti nell’incredibile impresa di perdere tutto il vantaggio accumulato dai teammates e deve cedere la leadership all’Aston Martin del TF Sport.

Dietro la Vantage #33 si accomoda la Porsche dell’Hardpoint/Absolute, mentre l’altra Vantage del Northwest AMR completa il quartetto di testa. Migliore tra le Ferrari la #54 di AF Corse, settima, con la #71 costretta a cedere definitivamente le armi per un problema di motore.

Piero Lonardo

Foto: Toyota Gazoo Racing, Ferrari Races, TF Sport

La classifica dopo la quattordicesima ora di gara