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IMSA – Acura torna con MSR. Andretti con Cadillac e Ganassi con Hyundai (dal 2026)?

In una giornata in cui sono le GT europee a farla da padrone con la 24h di Spa, dagli States arriva la conferma ufficiale da parte di Honda HRC che dal prossimo anno sarà il Meyer Shank Racing a portare in pista le Acura ARX-06 nel WeatherTech SportsCar Championship.

L’accordo, che ha valenza pluriennale, segna il ritorno dell’accoppiata risultata vincente nel 2022 con Tom Blomqvist ed Oliver Jarvis sulla ARX-05 DPi, poi coinvolta nello scandalo successivo alla vittoria di Daytona l’anno seguente, al debutto della nuova LMDh, vincente anche a Mosport e alla Petit Le Mans. HRC US avrà un più esteso ruolo operativo, gestendo direttamente col proprio personale una delle vetture.

Ciò segna l’abbandono da parte del WTR w/Andretti, che dal prossimo anno dovrebbe tornare a gestire le Cadillac, marchio abbandonato alla fine del 2019 in favore del brand nipponico, nella serie americana.

Con Penske saldamente ancorato a Porsche, l’ultimo grande attore del motorsport statunitense, il Chip Ganassi Racing, sarebbe il maggiore indiziato, dopo aver gestito le Cadillac nell’ultimo quadriennio, nel portare in gara un nuovo brand, la Hyundai, a partire dal 2026.

Il marchio coreano, attivo da anni nel Pilot Challenge col BHA, starebbe seriamente valutando, grazie alla recente estensione della piattaforma fino al 2029 annunciata a Le Mans, di porre in essere un programma parallelo tra IMSA (col marchio di lusso Genesis) e WEC con una LMDh. Attendiamo anche noi maggiori dettagli concreti su questo programma, che dovrebbe essere contestuale all’abbandono del programma WRC, dopo le ipotesi rimbalzate nel corso degli ultimi anni sul tema.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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IMSA – La situazione in classifica dopo il Glen

Il complicato svolgimento della 6 ore del Glen di domenica si è trasformato in un trionfo Porsche. Dane Cameron e Felipe Nasr, vincitori tra le GTP, hanno incrementato il proprio vantaggio in classifica a 2044 punti contro i 1951 dell’accoppiata Ganassi formata da Sebastien Bourdais e Renger van der Zande.

Dietro gli alfieri di Cadillac, che nel post-gara hanno avuto di che lamentarsi dell’assenza di velocità di punta della loro V-Series.R rispetto alle 963, l’altra entry Penske formata da Nick Tandy e Mathieu Jaminet, a quota 1912, che ieri è andata a completare il podio.

Ancora più staccati Louis Deletraz e Jordan Taylor, protagonisti con l’Acura #40 del WTR w/Andretti e la line-up di Action Express composta da Pipo Derani e Jack Aitken, rispettivamente a quota 1845 e 1838. Con tre gare ancora da disputare nella classe regina, difficile che altri, a partire dall’ancora una volta sfortunata Acura #10 di Filipe Albuquerque e Ricky Taylor, possano inserirsi nella lotta per il titolo.

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Un po’ più equilibrata la classifica costruttori, dove Porsche, Cadillac ed Acura sono raggruppate in 114 punti.

Nella classifica della Michelin Endurance Cup, Nasr e Cameron conducono con 33 punti contro i 28 di Aitken. Derani e Blomqvist ed i 26 di Bourdais, Van der Zande, Jaminet e Tandy, con Porsche davanti nella classifica costruttori con 39 punti contro i 35 di Cadillac, i 28 di Acura ed i 23 di BMW

Ricordiamo che il punteggio assegnato in questo “campionato nel campionato” riservato alle gare lunghe prevede 5 punti al primo, 4 al secondo, 3 al terzo e 2 punti per ciascun altro concorrente classificato per ciascun segmento di gara.

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Il ritiro è costato caro invece ad ERA Motorsport, che dopo il successo nella cosiddetta 36 ore della Florida si è vista sopravanzare in classifica dal Riley Motorsports, che ha beneficiato della penalizzazione inflitta all’entry del Crowdstrike by APR per il mancato rispetto del tempo minimo di guida da parte di Colin Braun. Il secondo posto di Gar Robinson, Josh Burdon e Felipe Fraga porta il trio a quota 958 punti contro i 952 di Connor Zilisch, Dwight Merriman e Ryan Dalziel.

Ad ogni modo, con quattro gare a disposizione – a partire dal CTMP, in cui sarà protagonista – nella classe cadetta, i giochi sono ancora ben aperti per gran parte del lotto.

Nella Endurance Cup, grazie ai risultati parziali, è invece Inter-Europol a condurre con 29 punti contro i 28 di ERA Motorsports e Crodwstrike by APR.

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“Rexy” ha invece interrotto la striscia positiva, chiudendo solo in sesta posizione sul tracciato newyorchese, ma AO Racing mantiene salda la leadership in GTD Pro con 1632 punti contro i 1583 della coppia di piloti Lexus ed i 1572 di Ross Gunn, vincitore ieri dopo la defaillance nei minuti finali da parte della Corvette di Tommy Milner. Più staccati gli altri, a partire dal Paul Miller Racing, a quota 1423.

Anche qui, c’è un leader differente nella graduatoria della MEC, con Madison Snow, Neil Verhagen e Bryan Sellers a condurre con 30 punti contro i 28 di Daniel Serra e Davide Rigon, traditi ieri nel finale di gara da un guasto al puntale della sospensione (toe link), il cui impegno con Risi Competizione è infatti limitato a questi appuntamenti. Nella graduatoria costruttori, Chevrolet, grazie ai vari piazzamenti parziali delle due Corvette Z06 GT3.R, conduce con 29 punti contro i 23 di Porsche e Ford ed i 21 di Aston Martin e Lexus.

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Phil Ellis e Russel Ward invece hanno centrato il quarto sigillo su cinque gare con la Mercedes del Winward Racing e, a metà del cammino, vantano ben 305 punti di vantaggio sulla concorrenza, capitanata dall’equipaggio del Turner Motorsport, nell’affollata classe GTD. Parker Thompson, ieri quarto al traguardo dopo la squalifica della Porsche del Wright Motorsports, seconda all’arrivo, è terza a -392, mentre Manny Franco ed Albert Costa, che domenica hanno ereditato la seconda piazza, seguono ad addirittura a -455 punti.

Il trio Mercedes, rafforzato da Indy Dontje, conduce anche in Endurance Cup con 31 punti con 3 lunghezze su Brendan Iribe, Ollie Millroy e Frederik Schandorff, altro equipaggio sanzionato ieri nel post-gara, senza effetti però in questa graduatoria, e al terzetto di Korthoff/Preston Motorsports. A seguire i quattro equipaggi Ferrari capeggiati da quello di Triarsi Competizione composto da Alessio Rovera, Charles Scardina ed Onofrio Triarsi a quota 24.

L’appuntamento con la Michelin Endurance Cup è per il 22 settembre ad Indianapolis fino al gran finale di Road Atlanta del 12 ottobre.

Piero Lonardo

Foto: Porsche Motorsport, IMSA; Mercedes-AMG Motorsport

L’ordine di arrivo aggiornato della 6 Ore del Glen

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IMSA – Porsche trionfa al Glen dopo la tempesta. Nielsen porta al successo AF Corse in LM P2. Vittorie per Heart of Racing e Winward in GT

Ancora una volta la pioggia è stata determinante per l’esito della 6 Ore del Glen, sesto appuntamento del WeatherTech SportsCar Championship e terza gara della Michelin Endurance Cup. Dopo precipitazioni di entità gestibile, un violento acquazzone all’inizio dell’ultimo terzo di gara ha infatti consigliato la direzione gara ad esporre la red flag.

Si è potuto riprendere solamente a 16’ dalla bandiera a scacchi (contrariamente ad altre recenti esperienze mondiali, non vi è stato recupero) e la vittoria finale si è decisa per tutte le classi nell’inevitabile shootout, che ha favorito la Porsche di Felipe Nasr e Dane Cameron, i quali tornano al successo dopo Daytona, sulla Cadillac di Sebastien Bourdais e Renger van der Zande e sull’altra 963 Penske di Mathieu Jaminet e Nick Tandy.

Nelle prime quattro ore non sono mancati i colpi di scena, a partire dalle Iron Dames, partite dal fondo dopo la sostituzione del motore della loro Lamborghini, con la BMW #25 regolarmente al via dai box dopo la ricostruzione intorno ad un nuovo telaio.

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Non serviva un giro intero a Van der Zande per impossessarsi della leadership sul polesitter Louis Deletraz, ma la corsa libera durava appena 5’, a causa del contatto fra le due Oreca LM P2 di DragonSpeed ed ERA Motorsport. I leader della categoria avevano la peggio ed erano la prima macchina a rititarsi.

Al primo restart, era Phil Hanson a portarsi al comando con la 963 del JDC-Miller, apparentemente la più in palla delle LMDh di Stoccarda nelle fasi iniziali su pista asciutta, ma dopo nemmeno mezz’ora la Ferrari del Cetilar Racing veniva scaraventata sulle gomme a protezione di curva 8 da George Kurtz. Gara finita per Roberto Lacorte e incredibilmente nessuna penalità per l’Oreca del Crowdstrike by APR.

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Era quindi il momento della BMW #24 con Philipp Eng, mentre nelle categorie GT erano le due Lexus a primeggiare dopo una prima fase a vantaggio della Ferrari iscritta in Pro da Risi Competizione; le Corvette dal canto loro accusavano entrambe problemi ai freni.

Allo scadere della prima ora era la volta di Jack Aitken a fare da lepre sulla Cadillac di Action Express, ma la V-Series.R #31 era costretta a cedere il comando dopo un testacoda del pilota britannico cui seguiva un’uscita di strada da parte di Pipo Derani.

Toccava ora a Mathieu Jaminet guidare il gruppo con la Porsche #6, ma all’inizio della terza ora, ennesima neutralizzazione propiziata dalla Ligier LM P2 di Joao Barbosa, schiantatasi all’uscita di curva 1.

Le operazioni di riparazione prendevano mezz’ora e al restart iniziavano a cadere le prime gocce di pioggia. Frattanto la leadership della GTD era passata nelle mani della Mercedes di Kenton Koch, il quale cercava di allungare il più possibile il proprio stint.

Poco dopo l’ennesima Full Course Yellow, questa volta causata dalla Ford Mustang Proton di Gianmarco Levorato, in crash all’entrata box, che coinvolge anche l’Aston Martin di Zacharie Robichon.

Segue una fase confusa di gara in cui si avvantaggiavano Nick Tandy e Jordan Taylor, i quali rimanevano fuori con Dane Cameron e Filipe Albuquerque, quest’ultimo precedentemente sanzionato per unsafe release, sulle slick; la pioggia però, apparentemente cessata, andava ad intensificarsi nuovamente e ne faceva le spese la Lamborghini delle Iron Dames, che chiudeva violentemente a muro la propria gara.

Seguiva la porzione forse più avvincente di gara, col bel duello fra Cameron ed Albuquerque, testimone poi passato dal brasiliano a Tandy, con Bourdais e la BMW di Nick Yelloly a fare da terzi incomodi. Anche la Lamborghini SC63 frattanto andava verso il ritiro dopo problemi di surriscaldamento.

Ma a quinta ora appena iniziata la pioggia ritornava in modo torrenziale: out sia l’Oreca del Riley che quella del TDS di Hunter McElrea, quest’ultimo ko come anche la Lamborghini del Forte Racing, fuori rovinosamente in curva 8. Nella ghiaia terminavano anche la Cadillac di Aitken, la Corvette AWA di Matt Bell e la Ferrari 296 AF Corse di Miguel Molina.

La direzione gara, dopo una mezz’ora da brivido dietro la vettura di servizio, si decideva quindi ad esporre la bandiera rossa, che verrà tolta con 40’ rimanenti sul cronometro. La procedura ovviamente prevedeva un avvio dietro Safety Car che porta via un altro quarto d’ora e, proprio mentre si sarebbe stati pronti a riprendere, l’Acura #10 si fermava per la perdita della ruota posteriore destra, ritardando ulteriormente le operazioni fino a -16’ dal termine.

Al decisivo restart, Nasr attaccava Deletraz, in testa al momento della bandiera rossa, incalzato da Van der Zande e Jaminet. Tra le LM P2 Nicklas Nielsen aveva preso saldamento la testa della categoria con la vettura del Richard Mille AF Corse. Tommy Milner precedeva il gruppetto delle GTD Pro, che purtroppo non comprendeva più la Ferrari di Risi Competizione, fermata dalla rottura di una sospensione. Phil Ellis infine era solidamente al top delle GTD con la Mercedes del Winward Racing.

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La gialla Cadillac inseguirà senza successo la Porsche #7 sino al traguardo, mentre in GTD Pro Milner, senza più carburante, cederà il successo all’Aston Martin dello Heart of Racing. Per il Cavallino, oltre il successo del vincitore di Le Mans tra le LM P2, il secondo posto della vettura del Conquest Racing alle spalle della capolista, alla quarta vittoria su cinque gare, susseguente al contatto, apparentemente non sanzionato, tra la Mercedes #57 e la Lexus di Parker Thompson.

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E’ tutto per questa concitata edizione della 6 Ore del Glen. Il WeatherTech SportsCar Championship tornerà in azione fra tre settimane a Mosport, protagoniste LM P2, GTD e GTD Pro.

Piero Lonardo

Foto: Porsche Motorsport, Michelin Racing USA, Heart of Racing, Mercedes-AMG Motorsport

L’ordine di arrivo

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IMSA – Deletraz riporta in pole l’Acura al Glen. Derani chiude con Action Express

Louis Deletraz riporta finalmente in pole position l’Acura alla 6 Ore del Glen. Il WTR w/Andretti, che mancava la partenza al palo dalla Petit Le Mans dello scorso anno, proprio col pilota svizzero, ha preceduto col tempo di 1.32.209 Renger van der Zande con la Cadillac del Team Ganassi di appena 38 millesimi.

Seconda fila per l’altra V-Series.R di Jack Aitken, incaricato della qualifica, e la migliore delle Porsche, che questa volta è la 963 del JDC-Miller con Phil Hanson. A seguire le due Porsche ufficiali Penske, l’altra Acura con Ricky Taylor, e la BMW #24. Chiudono il lotto della classe regina i nostri due portacolori, Andrea Caldarelli con la Lamborghini SC 63, e Gianmaria Bruni con la Porsche Proton, a 7 decimi dal leader. Assente, dopo lo schianto nelle libere, l’altra GTP di Monaco, vincitrice lo scorso anno, che dovrà essere ricostruita intorno ad un nuovo telaio per la gara di domani.

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In casa Action Express intanto si sa già che il prossimo anno non si conterà più su Pipo Derani. Il pilota brasiliano, in forza al team di Denver, NC, dal 2019, ha infatti reso noto oggi che lascerà la squadra a fine stagione. Non si conosce ancora la destinazione del due volte campione IMSA, che verosimilmente verrà conteso fra le migliori squadre in circolazione, non necessariamente, aggiungiamo noi, solo da quel lato dell’Atlantico.

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Tornando ai risultati delle qualifiche, seconda pole dopo Sebring per PJ Hyett, che ha portato “Spike” al top fra le LM P2 col tempo di 1.35.925, quasi 7 decimi meglio di Dan Goldburg con la vettura #22 di United Autosports.

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Ferrari in spolvero in GTD Pro grazie a Daniel Serra, che dopo la vittoria di Daytona riporta in alto la 296 GT3 di Risi Competizione condivisa con Davide Rigon col tempo di 1.44.203, precedendo la Corvette di Alexander Sims e l’Aston Martin di Ross Gunn.

Thompson_poleTra le GTD infine, terza partenza al palo per la Lexus #12 con Parker Thompson, autore di 1.44.642. A seguire le due Ferrari di Triarsi Competizione e le due Mercedes di Korthoff/Preston Motorsports e della capolista Winward Racing. Le altre 296 GT3 in gara di Conquest Racing, Cetilar Racing ed AF Corse hanno concluso in P8, P15 e P16 rispettivamente.

Domani lo start della 6 Ore del Glen avverrà alle 11.10 AM ET, vale a dire le 17.10 nostrane. Diretta streaming gratuita sul sito IMSA e sul relativo canale YouTube.

Piero Lonardo

Foto: IMSA, Michelin Racing USA, AO Racing, Risi Competizione, Vasser Sullivan

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

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IMSA – Porsche nuovamente al top nelle prime libere del Glen

Porsche sembra volersi dimenticare subito della delusione di Le Mans primeggiando nelle libere iniziali della 6 Ore del Glen. Di Dane Cameron infatti la miglior prestazione con 1.34.175 su pista asciutta dopo il diluvio del set-up day.

Dietro la 963 #7 Tom Blomqvist con la Cadillac di Action Express a poco meno di 2 decimi, seguita a sua volta da Filipe Albuquerque con la Acura #10 del WTR w/Andretti.

Tra le LM P2, categoria che torna in azione dopo 3 mesi da Sebring, miglior tempo per Mikkel Jensen e la vettura del TDS con 1.35.531, prestazione molto vicina a quello della classe regina, tema che potrebbe rappresentare un problema, specie se, come da previsioni, domenica si correrà sotto l’acqua.

Completano il podio virtuale Felipe Fraga per il Riley e Nico Varrone, fresco di successo a Le Mans in LM P2 Pro/Am, qui con DragonSpeed.

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Laurin Heinrich ha riportato al top la Porsche di AO Racing in GTD Pro, reduce da due successi consecutivi nella serie, con 1.45.402, precedendo la Mercedes del Lone Star Racing, migliore in GTD, di circa 2 decimi. A seguire la BMW del Paul Miller Racing e l’Aston Martin dello Heart of Racing, sempre iscritte in Pro, mentre le due Ferrari di Alessio Rovera e Miguel Molina chiudono la top three delle GTD.

Da segnalare un paio di interruzioni per altrettanti incidenti occorsi a John Farano e a Charlie Eastwood, entrambi con l’Oreca LM P2 del Tower Motorsports.

La giornata di sabato proseguirà con una seconda sessione di libere, alle 9.10 AM ET, e le qualifiche, a partire dalle 3.30 PM ET. Queste ultime saranno fruibili sul sito IMSA e sul relativo canale YouTube dalle 21.30 nostrane.

Piero Lonardo

Foto: Porsche Motorsport

I risultati delle Libere 1

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IMSA – La serie a ranghi completi al Glen coi campioni di Le Mans

Il mondo dell’endurance non si ferma e nel weekend torna il WeatherTech SportsCar Championship per la 6 Ore del Glen, valida anche quale terza tappa della Michelin Endurance Cup.

La serie torna a ranghi finalmente completi dopo le tre prove di Long Beach, Laguna Seca e Detroit, che non hanno visto la partecipazione delle LM P2, presenti sul tracciato newyorchese con ben 13 unità, compreso uno dei vincitori assoluti di Le Mans, Nicklas Nielsen con l’Oreca del Richard Mille AF Corse. Miguel Molina ed Antonio Fuoco saranno invece impegnati in GTD con le Ferrari di AF Corse e Cetilar Racing.

Presente tra le LM P2 anche Bijoy Garg, parte dell’equipaggio di United Autosports trionfatore proprio nella categoria cadetta, mentre Nico Varrone, sul gradino alto del podio Pro/Am col team di Piacenza, sarà schierato da DragonSpeed. Ben Barnicoat ed Oliver Jarvis, anche loro al top sulla Sarthe nelle due classi LM P2, sono attesi ai consueti ruoli nella serie americana con la Lexus e McLaren in GTD Pro.

11 unità nella classe regina, che fin qui ha premiato cinque vetture diverse, e che vede il ritorno della Lamborghini coi soli Andrea Caldarelli e Matteo Cairoli, mentre sulla Porsche Proton sarà ancora una volta Bent Viscaal a fare compagnia a Gianmaria Bruni. In totale 56 le vetture che si daranno battaglia a partire da venerdí 21 giugno con le prime libere.

Qualche modifica rispetto al BoP, con la Lamborghini che perde ben 13 kg rispetto a Sebring, diventando tra le più leggere insieme a BMW con 1.031 kg a vuoto. La SC63 sconterà una riduzione di energia passando da 908 MJ massimi per stint a 903 MJ.

Alleggerite rispetto all’ultimo round di Detroit anche le Cadillac (-13 kg) e le Acura (-6 kg) mentre al contrario le Porsche sconteranno 2 kg extra. Aumentate in generale tutte le potenze massime e l’energia per stint, con le Acura al top con 918 MJ per stint contro gli 899 MJ di BMW, che qui riportarono il primo e unico successo del 2023; immutati solo i 520 kW massimi disponibili per le ARX-06.

Praticamente immutati invece i rapporti tra le GT, con le sole Ford Mustang GT3 a ricevere 2 mm extra per ciascun estrattore, e 2 litri in più di carburante rispetto all’ultimo round.

L’azione in pista inizierà venerdí alle 1.25 PM ET con le prime libere. Qualifiche sabato 22 a partire dalle 3.30 PM ET e start della 6 Ore del Glen domenica 23 giugno alle 11.10 AM ET, le 17.10 italiane. Diretta gratuita di qualifiche e gara sul sito IMSA e sul relativo canale YouTube.

Piero Lonardo

Foto: Michelin Racing USA

L’entry list della 6 Ore del Glen

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IMSA – A Porsche non basta la strategia: nel demolition derby di Detroit vince il WTR. AO Racing fa il bis in GTD Pro

Prima vittoria stagionale a Detroit per l’Acura #10 del WTR w/Andretti di Filipe Albuquerque e Ricky Taylor che nonostante l’ennesima strategia azzeccata dal Team Penske, chiude davanti alla Porsche di Nick Tandy e Mathieu Jaminet. Le strade della Motor City hanno dato vita ad una gara tanto spettacolare quanto dispendiosa in termini di danni alle vetture. Alla fine si conteranno cinque Full Course Yellow nei 100’ di gara, anche se i contatti sono stati ben di più.

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In partenza già due defaillance per la Corvette in pole di Antonio Garcia e la Ford Mustang di Harry Tincknell, vittime di problemi tecnici; le due vetture riusciranno a ripartire ma con diversi giri di ritardo.

Davanti Nick Tandy mantiene la leadership derivante dalla pole position, mentre Dane Cameron con l’altra Porsche Penske perde due posizioni a favore di Filipe Albuquerque e Sebastien Bourdais. Philipp Eng, schizzato in quinta posizione con la BMW #24, viene considerato reo di aver cambiato traiettoria prima dello start e viene costretto ad un drive through. Tra le GTD Pro, unica altra categoria prevista nella showcase del Michigan, Jack Hawksworth insegue la Corvette superstite di Tommy Milner.

Presto si attuano le strategie specifiche per questa gara sprint ed in tanti si recano al pit. Il leader Tandy rimane fuori ma va a spingere l’incolpevole Daniel Serra con la Ferrari del Conquest Racing in curva 1 e gli viene assegnato un sacrosanto passaggio in pitlane, rovinando i piani del Team Penske.

L’ultima delle GTP a rifornire è la BMW #25 di Nick Yelloly, ma Connor de Philippi, subentrato al britannico, prima finisce a gomme fredde sulle protezioni nel tentativo di contenere Felipe Nasr, subentrato sulla 963 #7, poi al giro successivo fa tutto da solo e sbatte violentemente il posteriore, generando la seconda Full Course Yellow della giornata.

L’occasione è ghiotta per il Team Penske, che riesce con un tempismo perfetto a rimettere davanti la #6, ora con Mathieu Jaminet al volante. Al successivo restart, la Corvette di testa viene spinta nelle barriere dalla Lexus di Ben Barnicoat: gara finita per la Z06 GT3.R #4 e incredibilmente nessuna sanzione per il Vasser Sullivan.

Poche curve dopo Jack Aitken spinge la Porsche del JDC-Miller di Richard Westbrook, generando una melèe che blocca completamente curva 1. La Porsche di AO Racing frattanto approfitta per passare la Lexus e prendere la testa delle GTD Pro.

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Il sorpasso che vale la vittoria dopo poco più di un’ora di gara, con Rick Taylor che, al termine di un lungo inseguimento, riesce ad avere la meglio sulla Porsche di testa. Nelle posizioni retrostanti si tenta il tutto per tutto, col duello fra Nasr e Van der Zande per la terza piazza e poco oltre con Gianmaria Bruni e Aitken che hanno la meglio sulla BMW residua di Krohn.

Purtroppo l’alfiere di Action Express si rende protagonista di una nuova manovra oltre il limite, che provoca il ritiro del pilota romano, costretto ad arrestarsi nella via di fuga tra le curve 3 e 4. Negli ultimi minuti, mentre le posizioni della categoria top rimangono cristallizzate, un paio di incidenti ai danni della Ferrari #35, ricordiamo iscritta one-off, e alla McLaren di Pfaff Motorsport, modificano le posizioni di rincalzo delle GT a vantaggio dell’Aston Martin dello Heart of Racing, che va a completare il podio dietro a “Rexy” e alla Lexus #14.

In classifica generale, Dane Cameron e Felipe Nasr mantengono la leadership, mentre la coppia di Action Express viene scalzata in seconda posizione da Bourdais e Van der Zande, a -70 dai leader. In GTD Pro, l’ordine di arrivo permette a Priaulx ed Heinrich di allungare su Barnicoat ed Hawksworth, ora distanziati di 84 lunghezze.

L’attenzione dell’endurance mondiale ora si concentrerà su Le Mans; il WeatherTech SportsCar Championship tornerà subito dopo la classica della Sarthe, il 23 giugno, al Glen per la 6 Ore, di nuovo a ranghi completi, terza tappa inoltre della Michelin Endurance Cup.

Piero Lonardo

Foto: IMSA, Michelin Racing USA

L’ordine di arrivo

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IMSA – A Detroit, uno-due in qualifica per Porsche e Corvette

Nick Tandy riporta la prima pole position dell’anno per Porsche nel WeatherTech SportsCar Championship sulle strade di Detroit. L’alfiere di Penske Motorsport ha fissato i cronometri sull’1.05.390 davanti al compagno di squadra Dane Cameron per 124 millesimi.

Seconda fila per Sebastien Bourdais e la Cadillac #01 davanti alle Acura del WTR w/Andretti di Filipe Albuquerque e Jordan Taylor. Solo P6 per Philipp Eng con la migliore delle BMW, autore fino a quel momento della migliore prestazione nella seconda sessione di libere.

Le V-Series.R, che avevano fin qui conquistato tutte le partenze al palo in stagione, hanno peraltro dovuto scontare anche la defaillance da parte di Pipo Derani, protagonista di un contatto a muro che ha chiamato in causa la direzione gara con bandiera rossa e la chiusura anticipata della sessione.

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Ed è uno-due anche per Corvette in GTD Pro, con Antonio Garcia davanti a Tommy Milner per 3 decimi col tempo di 1.09.227. Le due Z06 GT3.R hanno dominato anche le due sessioni di libere svoltesi in giornata.

Seconda fila per Jack Hakwsworth con la Lexus #14 e Seb Priaulx con la Porsche capolista di AO Racing, mentre la Ferrari di Conquest Racing, iscritta per un one-off sulle strade di Detroit, si deve accontentare della terza fila al fianco dell’Aston Martin dello Heart of Racing.

Domani lo start della showcase di 100’ è in programma a partire dalle 3.10 PM ET, vale a dire le 21.10 italiane, godibile come sempre sul sito IMSA e sui relativi canali social della serie.

Piero Lonardo

Foto: Porsche Motorsport, Michelin Racing USA

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

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IMSA – Ferrari e BMW perdono i punti di Daytona, ma non il risultato sportivo

A distanza di un mese dal suo epilogo in pista, l’IMSA, ente patrocinatore del WeatherTech SportsCar Championship, ha annunciato di avere penalizzato i costruttori Ferrari e BMW per i risultati ottenuti alla 62ma Rolex 24 at Daytona.

La motivazione risiederebbe nelle prestazioni, ritenute superiori al previsto, da parte delle 296 GT3 e delle M4 GT3, prestazioni che, secondo la nuova interpretazione del Balance of Performance del campionato, avrebbero dovuto essere dichiarate fedelmente nei GT Manufacturers Technical Working Groups, l’organismo incaricato di raccogliere i dati dei costruttori per stabilire le equivalenze.

Il risultato sportivo, che ha visto trionfare in GTD Pro la Ferrari di Risi Competizione, non verrà comunque toccato, ma, al contrario di quanto accaduto nel 2023 all’Acura vincitrice del Meyer Shank Racing, non verranno ritoccati nemmeno i punteggi ottenuti da piloti e teams sia nelle classifiche del WeatherTech SportsCar Championship che della Michelin Endurance Cup.

Quindi anche la BMW del Paul Miller Racing non verrà privata del terzo posto tra le GTD Pro, cosí come le Ferrari di AF Corse, Conquest Racing e Triarsi Competizione, classificatesi alle spalle della Mercedes del Winward Racing, trionfatrice in GTD.

Ricordiamo che il prossimo appuntamento con la serie continentale americana è per la 12 Ore di Sebring, in programma il 16 marzo.

Piero Lonardo

Foto: Ferrari Races

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IMSA – Nasr e la Porsche beffano Cadillac a Daytona. Ferrari festeggia con Risi Competizione, più il podio delle GTD

Con un finale al cardiopalma, come spesso accade nelle gare lunghe del WeatherTech SportsCar Championship, la Porsche si aggiudica la 62ma Rolex 24 at Daytona. Dopo una battaglia durata sostanzialmente per tutta la gara, Felipe Nasr e la 963 #7 approfittano della 15ma ed ultima neutralizzazione per uscire dalla pitlane meglio di Tom Blomqvist, incaricato dello stint finale sulla Cadillac dell’Action Express.

Con ancora mezz’ora sul cronometro, il pilota britannico ha cercato in tutti i modi di ricucire il breve distacco sul battistrada, sul quale la V-Series.R aveva già avuto la meglio in almeno tre occasioni durante la gara, l’ultima appena 20’ prima, ma non c’è stato niente da fare, ed il tre volte campione IMSA va a festeggiare sul podio insieme ai compagni Dane Cameron, Matt Campbell e Josef Newgarden.

Cadillac grande sconfitta quindi di questa giornata dopo un dominio assoluto nella Roar e nelle libere, anche con la #01 del Team Ganassi, a lungo al comando ma persa a 9 ore del traguardo per un problema di natura elettrica, ma anche le altre vetture con chassis Dallara, le BMW, hanno ceduto sull’affidabilità, perdendo terreno prezioso.

Il “joker” giocato da Porsche a termini di regolamento, ha portato quell’affidabilità spesso mancata, soprattutto nel WEC, ma anche maggiori prestazioni, come dimostra la quarta posizione dell’altra 963 Penske nonostante le ben quattro penalità per eccesso di consumo di energia, ma anche le due Porsche private possono festeggiare l’arrivo, con la #5 di Proton quinta a pieni giri.

Nel mezzo l’Acura #40, il cui equipaggio, capitanato da quel Louis Deletraz sempre più determinante, ha saputo far fronte ad un paio di inconvenienti in gara; peccato per Filipe Albuquerque e l’altra ARX-06, ancora una volta in debito con la fortuna per colpa di un cablaggio.

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Anche la gara delle LM P2 è stata all’altezza delle aspettative. Complice il ban della categoria cadetta dalla serie mondiale, il parco partenti si è ulteriormente arricchito e ciò ha comportato un innalzamento del livello di competizione.

Alla fine sono state ben cinque le vetture a completare a pieni giri, e otto in totale al traguardo sulle tredici iscritte. Il successo alla fine ha arriso ad ERA Motorsport, già trionfatrice qui nel 2021, con un equipaggio che fa perno ancora sul veterano Ryan Dalziel. Niente da fare per i tutti i giovani leoni d’oltreoceano, tra cui ha spiccato sicuramente Malthe Jakobsen ed il Crowdstrike by APR, terminati ad appena 6”8 dai vincitori.

Completa il podio uno dei nuovi effort, il Riley pluricampione in LM P3, mentre necessiterà di una dovuta revisione l’esperimento Ligier del Sean Creech Motorsport, in evidenza, oltre che per la splendida livrea, per le tante neutralizzazioni procurate alla gara, ben quattro delle quindici occorse, anche se va ricordato che l’unica JS P217 in gara è stata completamente ricostruita dopo le ultime libere di venerdí.

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Solo una Mercedes infine rovina la festa totale Ferrari in GT. Risi Competizione torna a vincere, prima volta in GTD Pro e con la 296 GT3. Il successo, che mancava al team di Houston dalla Petit Le Mans 2019, è dovuto a tre degli alfieri di quell’impresa: James Calado, Daniel Serra ed Alessandro Pier Guidi, cui come lo scorso anno si è unito Davide Rigon.

La Ferrari #62 ha visto cadere uno ad uno tutti gli avversari più pericolosi, a partire dalla Lexus, poi la McLaren Pfaff, entrambe le Corvette, ed infine la BMW del Paul Miller Racing, quest’ultima ad onor di cronaca a leadership già acquisita, dando inoltre quella dimostrazione di affidabilità che era completamente mancata nel debutto dello scorso anno.

Peccato per le Lamborghini di Iron Lynx, con la #19 attardatissima al traguardo come le nuove Mustang, ulteriore delusione della gara, mai in contention, afflitte da problematiche di gioventù. A podio, oltre alla citata BMW, che chiude al terzo posto dopo un problema all’ultimo pit, la Porsche di AO Racing.

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Solo la Mercedes del Winward Racing infine si è frapposta ad una tripletta delle Rosse in GTD. Il team texano fa il bis del 2022 con Russel Ward, Indy Dontje, Philip Ellis – tutti già presenti due anni or sono – e Daniel Morad, pure al secondo successo sul circuito della Florida dopo la vittoria 2017 con la Porsche di Alegra Motorsports.

Miguel Molina nel finale non è riuscito ad avvicinarsi abbastanza alla AMG GT3 Evo #57 per tentare i sorpasso decisivo, e piazza la 296 GT3 di AF Corse #21 al secondo posto, a precedere gli esemplari di Conquest Racing di uno spettacolare Albert Costa, e di Triarsi Competizione trascinati da Alessio Rovera, i quali hanno avuto anche il piacere di condurre la gara nell’ultimo terzo. All’appello manca solo la vettura del Cetilar Racing, che pure ha saggiato la leadership, che purtroppo ha compromesso la propria gara a causa di un’uscita di strada da parte di Antonio Fuoco.

Per oggi è tutto. Rivedremo gran parte dei protagonisti odierni fra meno di due mesi per la 12 Ore di Sebring.

Piero Lonardo

Foto: Porsche Motorsport, ERA Motorsport, Ferrari Races, Winward Racing

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