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IronDames

WEC – Le nuove livree di Iron Lynx e Jota

Diffuse nella giornata odierna le nuove splendide livree che Iron Lynx adotterà nella season 10 del World Endurance Championship.

Le due colorazioni sono state sostanzialmente invertite rispetto alla base nera utilizzata nell’ultimo anno, con predominanza di giallo e rosa flash, quest’ultima per la Ferrari delle Iron Dames.

IronLynx

Peraltro sempre in questi giorni la mente a capo dell’operazione, Deborah Mayer, è stata nominata presidente della commissione Fia per le donne nel motorsport, succedendo nientemeno che a Michelle Mouton.

Ancora da finalizzare comunque gli equipaggi che ruoteranno intorno a Claudio Schiavoni e Rahel Frey.

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Nuova livrea anche per le Oreca di Jota Sport con un verde più acceso rispetto al verde scuro che ha caratterizzato le vetture 2021. In questo caso gli equipaggi sono già noti e ricordiamo comprendono Oliver Rasmussen, Ed Jones e Jonathan Aberdein sulla #28 e Roberto Gonzalez, Antonio Felix da Costa e Will Stevens sulla #38.

Piero Lonardo

Foto: Iron Lynx, Jota

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WEC – Ecco i 37 per Sebring

Dopo la scorpacciata di emozioni di Daytona, a marzo ritorna anche il World Endurance Championship con la 1.000 Miglia di Sebring. Dopo la cancellazione delle ultime due edizioni, i protagonisti della serie mondiale torneranno a calcare la pista della Florida nel weekend condiviso con la 12 Ore del WeatherTech SportsCar Championship.

37 le vetture iscritte, vale a dire l’intero lotto delle full-season WEC diffuso pochi giorni or sono, meno le due Peugeot Hypercar, per le quali è ancora in corso la procedura di omologazione.

4 Le LMH, con l’Alpine A480-Gibson ammessa anche alla Season 10 a dare battaglia sui bump dell’ex aeroporto alle due Toyota campioni in carica con la novità Rio Hirakawa e un’unica Glickenhaus iscritta per Olivier Pla, Romain Dumas e Ryan Briscoe.

Notevole il pacchetto delle ben 15 LM P2: i campioni del WRT si presentano con una line-up completamente rinnovata intorno a Robin Frijns con Sean Gelael e Renè Rast, mentre Ferdinand Habsburg si presenta con la vettura gestita dal team belga per il Realteam insieme al campione in carica Pro/Am Rui Andrade e al collaudatore della MisionH24 Norman Nato.

Per il resto tutto già noto da tempo, con l’unico sedile ancora da assegnare al G-Drive al fianco di James Allen e Renè Binder, con i campioni in carica GTE-Am Alessio Rovera, Nicklas Nielsen e Francois Perrodo si cimenteranno nell’assalto al titolo Pro/Am con la vettura di AF Corse.

Come sono peraltro già noti gli equipaggi delle cinque vetture iscritte alla GTE-Pro: due Ferrari con la new entry Antonio Fuoco, le due Porsche e la Corvette per Nick Tandy e Tommy Milner.

Diversi posti ancora TBA infine in GTE-Am, dove si scontreranno ancora una volta Ferrari, Aston Martin e Porsche. Da riempire la line-up del Project 1 intorno al nostro Matteo Cairoli cosí come i due equipaggi di Iron Lynx insieme a Claudio Schiavoni e Rahel Frey. Sempre in casa Porsche, ancora da ufficializzare i sedili di Dempsey-Proton e GR Racing.

L’inizio delle attività in pista a Sebring è previsto per sabato 12 marzo con la prima delle due giornate del Prologo, che per la prima volta varca i confini europei. Prove libere a partire da mercoledí 16 e start della 1.000 Miglia alle 12.00 PM locali di venerdí 18 marzo.

Piero Lonardo

L’entry list provvisoria della 1.000 Miglia di Sebring

Foto: WEC

Mille

WEC – Ogier debutta con Richard Mille. United Autosports con di Resta a Sebring

Sebastien Ogier parteciperà a tutta la prossima stagione del World Endurance Championship nelle fila del Richard Mille Racing. La squadra coordinata in pista da Signatech, che nei due ultimi anni ha schierato equipaggi femminili in ELMS e nel WEC, ha scelto nientemeno che l’otto volte campione mondiale rally.

Insieme ad Ogier, accreditato già nel prossimo futuro di un sedile fisso sulla Toyota Hypercar, la giovane promessa del motorsport francese, Charles Milesi, campione LM P2 in carica, e Lilou Wadoux.

Curiosità, tutti e tre i piloti hanno partecipato al recente rookie test organizzato dal FIA WEC in appendice al doubleheader del Bahrain, Ogier e Milesi sulla Toyota GR010-Hybrid e la Wadoux proprio sull’Oreca #1.

DiResta

Anche United Autosports ha finalizzato la propria line-up con il ritorno di Paul di Resta che supplirà all’assenza causa concomitanza di Alex Lynn nella “Super Sebring” completando l’equipaggio dell’Oreca #32 insieme ad Oliver Jarvis (atteso ad un doppio impegno con la 12 ore IMSA) e Josh Pierson. Sull’altra Oreca LM P2 a Sebring confermati Filipe Albuquerque, anch’egli pronto ad un double duty, Phil Hanson e Will Owen.

Di Resta, ricordiamo prossimo driver Peugeot Hypercar, ed il giovanissimo britannico disputeranno assieme anche la parte dell’Asian Le Mans Series, limitatamente al secondo doubleheader di Abu Dhabi causa età.

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Pierson infatti,  che questo weekend ha già debuttato nel WeatherTech SportsCar Championship col PR1 Mathiasen e che si appresta a diventare il più giovane partecipante alla 24 Ore di Le Mans, compirà infatti i 16 anni necessari a ridosso del primo round di Dubai.

Piero Lonardo

Foto: Richard Mille Racing, United Autosports

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WEC/USCC – Un V8 biturbo per la Porsche LMDh

Dopo le prime immagini apparse qualche settimana addietro sui suoi account social, Porsche ha diffuso oggi nuove foto ed un aggiornamento della situazione inerente la nuova LMDh.

Il programma di test della vettura, ancora senza un nome ufficiale, è stato iniziato e prosegue, come riportato nel comunicato stampa, secondo la tabella di marcia prevista.

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La nuova arma per il WEC e l’IMSA è ora noto verrà spinta da un propulsore termico V8 biturbo del peso di circa 180 kg capace di generare tra i 480 ed i 520 kW, in grado quindi di garantire con tranquillità i 500 kW massimi richiesti dal regolamento insieme al sistema ibrido.

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“Siamo stati indecisi nella scelta del motore per il nostro prototipo LMDh, perchè la gamma dei nostri prodotti offre diverse unità come baseline – ha affermato Thomas Laudenbach, Vice Presidente di Porsche Motorsport. “Abbiamo optato per un V8 biturbo che crediamo offra la migliore combinazione di prestazioni, peso e costi. Il kick-off del programma di test era uno step importante per il progetto.”

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Urs Kuratle, Responsabile del progetto LMDh ha poi commentato: “Il rollout della LMDh è stato anche il primo outing in pista per Porsche Penske Motorsport. La squadra ha lavorato bene insieme sin dall’inizio e ciò ha dimostrato un alto livello di professionalità in ogni area. I livelli operativi per operare in modo sicuro su un veicolo ibridi sono molto alti. Nelle prossime uscite ci focalizzeremo ancora più a fondo sui processi e sulle procedure necessarie. Durante queste prime giornate di test a Weissach -  ha concluso Kuratle –  il V8 biturbo ci ha impressionato in ogni aspetto e siamo convinti che abbiamo scelto proprio l’unità giusta.”

Piero Lonardo

Foto: Porsche

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WEC – Ferrari sceglie Fuoco

Annunciati nel pomeriggio gli equipaggi Ferrari per la prossima stagione del World Endurance Championship.

A difendere il titolo conquistato dopo la vivace battaglia del Bahrain ancora Alessandro Pier Guidi e James Calado sulla 488 GTE #51, mentre sulla #52 al fianco di Miguel Molina ci sarà Antonio Fuoco.

Il 25enne calabrese prende il posto di Daniel Serra dopo aver disputato la passata stagione nelle fila del Cetilar Racing, sfiorando il colpaccio a Daytona nell’ultima gara della Dallara LM P2 e soprattutto conquistando la vittoria in GTE-Am nella 8 Ore di Portimao, secondo appuntamento della Season 9 del WEC.

Tre dei quattro piloti sono impegnati nel weekend a Daytona per la Roar Before the 24, Pier Guidi e Calado con Risi Competizione e Fuoco ancora con Cetilar Racing.

I nomi delle terze guide per la 24 Ore di Le Mans verranno resi noti a tempo debito.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Peugeot risponde a Porsche (e al CEO WEC) e salta Sebring

Diffuse poco fa nuove immagini, questa volta nettamente più intelligibili, della nuova Peugeot 9X8.

Al contrario della Porsche LMDh, la nuova hypercar del Leone è stata ripresa senza veli – solo una leggera camo sulla pinna, sopra una curiosa scritta “Loading..” – in azione sulla pista spagnola del Motorland Aragon.

Peugeot Sport ha tenuto a comunicare che il programma finora sta procedendo senza intoppi: dal primo test al banco del nuovo motore V6 dello scorso aprile fino al completamento del propulsore completo in modalità quattro ruote motrici di dicembre, che ha portato al primo shakedown.

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Il programma di sviluppo della vettura verrà accelerato nel 2022 in parallelo tra ricerca e simulatore e vedrà test in pista con cadenza mensile allo scopo di evolvere la 9X8 fino a divenire una macchina competitiva ed affidabile con le sue specifiche e – hanno tornato a precisare – ancora senza ala posteriore, come rivelano anche le foto, cosí come presentata a Monza lo scorso luglio.

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“Questa configurazione è permessa dal regolamento hypercar ACO/FIA” ha precisato il Direttore Tecnico del programma Olivier Jansonnie “I nostri calcoli ed il lavoro alla galleria del vento hanno confermato l’utilità di correre senza ala posteriore. Insieme agli sviluppi ed agli aggiustamenti che richiede questa soluzione, ci aspettiamo che venga validata nel corso dei test che condurremo in circuiti dalle diverse caratteristiche.”

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In attesa dalla necessaria omologazione, che bloccherà la configurazione della vettura fino al 2025, è stato illustrato il significato dei due numeri di gara scelti per l’iscrizione alla Season 10 del World Endurance Championship, 93 e 94. Il numero 9 richiama da sempre le vetture più peculiari del gruppo, col 93 che riporta alla storica tripletta della Peugeot 905 a Le Mans nel 1993, cui segue per consecuzione logica il 94.

Il direttore del motorsport del gruppo Stellantis, Jean-Marc Finot, ha precisato che le 9X8 non prenderanno parte al season opener di Sebring. “La 9X8 – ha precisato Finot – debutteranno in gara in base alle capacità di affidabilità e competitività raggiunti e convengono con gli organizzatori del WEC, che terranno allineati sui progressi dello sviluppo della vettura. Avremmo potuto optare per partecipare ad alcune gare senza impegnarci per la stagione: sarebbe stato possibile ma poco coerente. Al contrario, abbiamo scelto un approccio che ci permetterà di essere completamente immersi nella disciplina, con il vantaggio di essere maggiormente in contatto con gli organizzatori anche se la 9X8 non dovesse partecipare ad ogni gara durante il proseguimento del lavoro di sviluppo e del processo di omologazione.”

Ricordiamo che la Peugeot 9X8 monterà un motore termico biturbo V6 di 2,6 litri capace di erogare 500kW (680hp), ed un generatore frontale capace di generare 200kW.

Piero Lonardo

Foto: Peugeot Sport

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WEC/USCC – Porsche svela la sua LMDh

Porsche ha tolto i veli alla sua LMDh, la nuova arma per il ritorno fra i prototipi del marchio di Stoccarda.

Al volante di un raggiante (come sempre peraltro) Fred Makowiecki, la vettura, ancora senza nome, ha svolto oggi il primo rollout sulla pista di Weissach in livrea camo.

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Thomas Laudenbach (Vice Presidente del Motorsport) ha affermato via social “Siamo molto orgogliosi di questo passo importante nel processo di sviluppo della nostra nuova contender nel WEC ed in IMSA per il 2023.”

Mentre il popolare Mako ha aggiunto “Il mio primo pensiero è andato a tutte le persone che hanno lavorato cosí tanto in questi mesi per mettere la Porsche LMDh in pista. Essere qui a rappresentarli è stato molto emozionante.”

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Originariamente previsto per la fine del 2021, il collaudo della Porsche LMDh segue di poche settimane la prima presa di contatto – meno pubblica – della Peugeot 9X8 che, a differenza della vettura tedesca, è stata iscritta, a termini di regolamento, in quanto LMH, alla prossima stagione del World Endurance Championship e alla 24 Ore di Le Mans.

E’ stato però precisato nientemeno che dal CEO WEC, Fréderic Lequien, che l’innovativa Hypercar del Leone non potrà partecipare alla prossima Le Mans se prima non disputerà almeno un’altra prova della serie mondiale. Assai improbabile però che, non essendo ancora terminata la fase di omologazione della 9X8, la vettura riesca a scendere in pista con almeno un esemplare alla 1.000 miglia di Sebring di metà marzo; l’appuntamento più fattibile pertanto a Spa il 7 maggio.

Su altre pagine avrete invece letto del contratto che legherà Valentino Rossi ad Audi mediante il team WRT nel Fanatech GTWC. Il popolare sette volte campione della MotoGP avrebbe optato con la casa tedesca, dopo un primo lungo flirt con Ferrari, con l’assicurazione di guidare in futuro la nuova LMDh dei quattro cerchi alla classica della Sarthe, anche se da indiscrezioni il programma – che dovrebbe sfruttare la medesima base tecnica, fornita da Multimatic – di Porsche, sia stato a forte rischio cancellazione.

Piero Lonardo

Foto: Porsche

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USCC – Rolex 24: Il WTR fa tre di fila ! Dominio Corvette in GTLM. A ERA, Riley e Winward le altre categorie

Sembra imbattibile il Wayne Taylor Racing a Daytona. Il team di Brownsburg mette a segno la terza vittoria di fila, la quarta in cinque anni, mettendoci in mezzo anche il passaggio ad una nuova vettura e un reshuffle dell’equipaggio.

Un paio dei protagonisti di questo successo in realtà non sono nuovi al podio del classico season opener del motorsport su pista: Ricky Taylor infatti ha già ricevuto il cronografo nel 2017, Filipe Albuquerque l’anno successivo, mentre per entrambi gli assi dell’IndyCar chiamati a rinforzare la line-up, Alexander Rossi ed Helio Castroneves, si tratta invece del primo successo al quarto tentativo.

Filipe

Dietro alla Acura #10 si piazza la migliore delle Cadillac, la #48 dell’Action Express. Un programma realizzato su misura per lo start della “seconda vita“ di Jimmie Johnson dopo l’abbandono alla NASCAR, che ha vissuto forse più della concretezza di Simon Pagenaud e Mike Rockenfeller, ma soprattutto della splendida irruenza di Kamui Kobayashi, che fallisce il “threepeat” per appena 4”7.

A podio, per chiudere il trittico dei costruttori impegnati nella classe top, anche l’unica Mazda iscritta per i “soliti” Oliver Jarvis, Harry Tincknell e Jonathan Bomarito, capace di rimontare tre giri di distacco ,sì a furia di caution (se ne conteranno 12 alla fine), ma anche a fronte di una gara senza sbavature, a riprova che proprio nell’anno caratterizzato da un impegno ridotto del costruttore nipponico, questa DPi ha raggiunto la maturità agonistica necessaria per terminare nel migliore dei modi anche le gare più faticose.

Chiudono il pokerissimo di testa l’altra Acura del Meyer Shank Racing e la Cadillac del Team Ganassi. L’assalto di Renger van der Zande al leader è stato vanificato da due foratura, di cui la seconda nel finale di gara, sempre alla posteriore destra a 6’ dalla bandiera a scacchi. Aldilà del risultato, da considerare comunque positivo per un effort creato praticamente dal nulla dopo l’acquisto della DPi V.R ex-Juncos gravemente incidentata a Mosport 2019, pesano i due errori di Kevin Magnussen che sono costati altrettante penalità, e che hanno messo in ombra l’ottimo lavoro del veterano Scott Dixon e dell’olandese scaricato forse un po’ troppo frettolosamente dal WTR.

Delle altre due “Caddie” protagoniste della prima metà di gara, quella dell’Action Express ha scontato un problema tecnico al cambio, mentre quella del JDC-Mustang Sampling è rimasta incolpevole vittima di un incidente di gara.

ERA

Finale al cardiopalma anche tra le LM P2, con le due contender rimaste in lizza, ERA Motorsport e Tower Motorsport, a scambiarsi ripetutamente le posizioni nelle ultime fasi di gara. Risulterà determinante il drive-through assegnato a Mathieu Vaxivière per il jump start a due ore dal termine.

Le strategie differenti portavano infatti al comando alternativamente le due Oreca, ma alla fine, complice il necessario splash a pochi minuti dalla bandiera a scacchi, era la vettura con la livrea disegnata da un bambino di 6 anni di Ryan Dalziel, Paul-Loup Chatin, Dwight Merriman e Stephen Tilley a tagliare il traguardo per prima con 19” secondi di vantaggio. P3 per l’entry #82 del DragonSpeed, cui sfugge il tris nella categoria, davanti all’unica Ligier iscritta dal RWR Eurasia.

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Menzione obbligatoria per la Dallara Cetilar di Andrea Belicchi, Giorgio Sernagiotto, Roberto Lacorte ed Antonio Fuoco, bloccata per oltre due ore ai box da un problema al cambio allorquando stava lottando con profitto per la testa della categoria ma terminata orgogliosamente al traguardo.

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Le Corvette dopo un digiuno durato ben quattro anni tornano finalmente ad a vincere in GTLM e lo fanno con una doppietta. Le C8.R hanno mostrato un passo gara insostenibile per la concorrenza: la dimostrazione nella velocità nel rimontare il drive-through comminato dalla direzione gara alla #3 per jump start, recuperato in meno di un’ora.

L’uno-due delle GT del Kentucky vede la #3 dei campioni in carica Jordan Taylor e d Antonio Garcia, coadiuvati da Nicky Catsburg, precedere di 3”5 la vettura gemella di Nick Tandy, Tommy Milner ed Alexander Sims.

Niente da fare per la Ferrari del Risi Competizione, col team di Houston al comando nelle ultime fasi in attesa di una caution che però non è arrivata. Alla fine è solo P4 per Alessandro Pier Guidi, James Calado, Davide Rigon e Jules Gounon dietro la BMW #24.

Peccato poi non aver potuto vedere lottare per il successo l’unica Porsche in gara, spazzata via dall’altra BMW ancora prima dello start, ma capace di rimontare la bellezza di quattro giri, che in una classe così tirata sono un’eternità.

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La GTD, vale a dire il presente e il futuro delle competizioni GT, ha visto trionfare la Mercedes del Winward Racing di Maro Engel, Indy Dontje, Philip Ellis e Russel Ward sull’altra AMG GT3 del Sun Energy 1 di Raffaele Marciello, Kenny Habul, Mikael Grenier e Luca Stolz.

Su questo risultato però gravano come un macigno le scorrettezze dell’equipaggio vincitore nei confronti della Ferrari #21 di AF Corse, liquidata in malo modo allo scadere del penultimo ottavo di gara. Metodi simili li abbiamo visti peraltro nelle fasi finali da parte dei secondi classificati anche nei confronti della Lamborghini del Paul Miller Racing, che termina al terzo posto.

Da questa battaglia sono uscite con le ossa rotte alcune delle favorite della vigilia, tra cui le Lexus del Vasser Sullivan e le Lamborghini del GRT Grasser, tutte vittime di problemi tecnici, mentre le Porsche più accreditate hanno commesso svariati errori. Il quarto posto finale dei vicecampioni di categoria del Wright Motorsports può essere considerato quindi un buon risultato alla luce di quanto sopra.

Riley

Difficile da valutare infine il debutto delle LM P3 nel WeatherTech SportsCar Championship. Le prestazioni, al di sotto delle migliori GT, dovrebbero innanzi tutto fare ripensare all’IMSA sul loro corretto posizionamento, cui si deve aggiungere l’inesperienza di tanti driver ingaggiati all’ultimo momento.

Alla fine se la sono giocata due degli equipaggi più completi, con la vittoria della Ligier del Riley Motorsports di Scott Andrews, Spencer Pigot, Oliver Askew e Gar Robinson sulla vettura gemella del Sean Creech Autosport di Wayne Boyd, Joao Barbosa, Lance Willsey e Yann Claray.

Il contatto fratricida al via, più qualche altro incidente di percorso, ci hanno privato del confronto con le Duqueine, portate in Florida dal Muehlner Motorsports, con la #6 dello specialista Laurents Horr comunque sul gradino basso del podio, ancorchè distanziatissima.

E’ tutto da Daytona. L’appuntamento con la massima serie endurance americana è per il 20 marzo prossimo con la 12 Ore di Sebring.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo della 59ma Rolex 24 at Daytona

Foto: IMSA, Michelin, WTR, Cetilar Racing

IMSA WeatherTech SportsCar Championship

USCC – Rolex 24: A -3 ore, WTR in controllo. La Ferrari AF Corse “fatta fuori” da una Mercedes in GTD

Il clima si sta facendo caldo a Daytona, e non solo per la temperatura decisamente estiva. La battaglia per la leadership assoluta infatti non accenna a calare di tensione nelle fasi decisive di questa Rolex 24 e, nonostante un paio di protagonisti hanno dovuto calare le loro aspettative, le cinque DPi del gruppo di testa proseguono a pieni giri e distacchi relativamente ravvicinati.

Cinque perché anche la Mazda è riuscita a recuperare lo svantaggio accumulato nei primissimi giri e porsi nel giro dei battistrada, che è condotto ancora una volta dalla Acura del WTR, ancora al top prima con Alexander Rossi e poi con Filipe Albuquerque. Purtroppo per il team Ganassi, Kevin Magnussen ne ha combinata un’altra, facendo pattinare le ruote in pitlane, e la sacrosanta penalità contestata al danese un attimo dopo il sorpasso per la leadership sul vincitore della indy 500 2016 costa una nuova rimonta per la Cadillac #01.

A tre ore dalla bandiera a scacchi è quindi la #48 di Simon Pagenaud a rincorrere il campione WEC ed ELMS delle LM P2 con circa 13” di svantaggio. Allo scadere della 18ma ora Dixon riesce a riportarsi in terza posizione sull’altra Acura di AJ Allmendinger. La Cadillac #31 frattanto è rientrata in pista dopo il problema al cambio con 23 giri di ritardo.

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Nuovo cambio della guardia in LM P2 grazie a Ryan Dalziel, che riporta in testa l’Oreca dell’ERA Motorsport sulla entry del Tower Motorsport al termine della diciassettesima ora. Frattanto la terza forza della categoria, la vettura #82 del DragonSpeed, pere ulteriormente contatto dai due battistrada a causa di una sosta ai box per risolvere un problema di surriscaldamento.

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Sempre in mano alle due Corvette la GTLM, con la #3 di Nicky Catsburg a prendere il comando sull’altra C8.R. A seguire, il trenino perde un pezzo e passa a quattro carrozze, con la BMW #25 ora a 2 giri dai battistrada.

Anche la gara delle LM P3 di testa sembra ormai una gara di attesa con la Ligier del Riley Motorsports a condurre in scioltezza mantenendo i tre giri di vantaggio accumulati sulla vettura del Sean Creech Autosport.

Il colpo di scena che caratterizza questa porzione di gara investe infine la GTD, dove la lotta al coltello tra la Ferrari AF Corse e la Mercedes del Winward Racing assume toni da vicenda giudiziaria. Poco dopo il pit infatti, Matteo Cressoni, appena subentrato a Nicklas Nielsen, esce meglio di Peter Ellis dal “trioval”, ma la Mercedes non vuole dare strada e mantiene la corda, sbattendo fuori la 488 del pilota mantovano, che aveva già più di mezza macchina davanti, e che termina nelle gomme a protezione di curva 1.

Inspiegabilmente, ancora una volta la direzione gara non assegna alcuna penalità alla Mercedes #75, che prosegue indisturbata al comando della categoria, mentre la Ferrari AF Corse è costretta a riparazioni di fortuna e alla sostituzione della gomma posteriore destra, bucatasi nel contatto.

Si riforma quindi l’accoppiata Mercedes, con la Porsche del Wright Motorsport e la Lamborghini del Paul Miller Racing ad inseguire. Ritirata invece la Porsche del Team TGM, mentre l’esemplare dello Pfaff Motorsport esce anch’esso dai giochi dopo una lunga sosta per riparare quanto rovinato nel fuori pista che ha causato la decima caution della gara, nel corso della 19ma ora.

Piero Lonardo

La classifica alla ventunesima ora di gara

Foto: IMSA, Michelin

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USCC – Rolex 24: Testa a testa WTR/Ganassi. AF Corse incanta in GTD a 6 ore dalla fine

La prima mattinata della Rolex 24 at Daytona vede tre ore di corsa quasi totalmente libera; l’unica Full Course Yellow, la numero 9, all’inizio della 17ma ora per l’ennesima uscita di strada dell’Oreca LM P2 del PR1 Mathiasen, ricompatta però nuovamente i major contender. Sono infatti ben quattro su cinque le classi ancora più che incerte a tre quarti di gara.

Davanti Helio Castroneves e la Acura del WTR approfittano della sosta in regime di neutralizzazione per portarsi davanti alla Cadillac del Team Ganassi. Il brasiliano prima ed Alexander Rossi poi riescono a creare e mantenere un cuscino di sicurezza di circa 6” sulla DPI V.R #01.

Sempre nello stesso giro dopo 18 ore Felipe Nasr, che riesce a completare il sorpasso che vale il podio sull’Acura dell’MSR, in P4 davanti alla Cadillac #48 ora nelle mani di Simon Pagenaud. La Mazda nel frattempo ha recuperato anche il secondo dei tre giri di distacco sostenuti ad inizio gara e potrebbe presto aggregarsi al trenino delle vetture a pieni giri; trenino che però, poco dopo lo scadere delle -6 ore al termine, perde proprio la Cadillac #31, vittima di un problema al cambio e costretta ad una apparente lunga sosta.

Tra le LM P2, la lotta è ancora lotta a due fra Tower Motorsport ed ERA Motorsport, con Mathieu Vaxivière e Gabriel Aubry capaci di gestire un vantaggio minimo sugli avversari. Staccata di un giro l’altra Oreca del DragonSpeed nonostante le prodezze di Christopher Mies, al debutto fra i prototipi, ed i giovani leoni Devlin De Francesco e Fabien Schiller.

Da segnalare infine il ritorno in pista della Dallara del Cetilar Racing dopo oltre due ore di sosta per riparare il cambio, ma mettendo da parte per un momento la sfortuna, è comunque importante terminare la prima sortita nella serie IMSA della compagine tricolore.

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In GTLM le Corvette sono tornate a menare le danze: L’impressione è che le C8.R, che devono “vendicare” il debutto non proprio esaltante dello scorso anno, siano assolutamente in controllo sul resto della concorrenza, anche se i driver della Rossa del Risi Competizione non si stanno assolutamente risparmiando e le BMW sono lontane parenti di quelle viste durante la Roar, nonostante i 20 kg extra assegnati dal BoP.

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Avvincente invece la battaglia in GTD che vede protagoniste le due Mercedes di Winward Racing e Sun Energy 1 e la Ferrari di AF Corse. Farà discutere il contatto, non sanzionato dalla direzione gara, da parte di Maro Engel sulla 488 GT3 di Daniel Serra. Il pilota brasiliano comunque si riprenderà la testa della categoria sul factory driver della stella a tre punte, mentre l’altra AMG GT3 scivolerà in P6 a causa di un lungo di Kenny Habul, il quale viene superato anche dalla Lamborghini del Paul Miller Racing e dalle due Porsche di Wright Motorsports e Pfaff Motorsports.

Immutata infine la leadership della Ligier del Riley Motorsports grazie soprattutto all’effort dei due driver ex-indyCar, Oliver Askew e Spencer Pigot.

Piero Lonardo

La classifica alla diciottesima ora di gara

Foto: IMSA, Ferrari Races, Corvette