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USCC – Diffuso il BoP di Sebring

Reso noto nelle ultime ore l’ultimo tassello generale della 12 Ore di Sebring, con la definizione del Balance of Performance.

Dopo le equivalenze specifiche di Daytona, si ritorna alle specifiche relative al resto della stagione e, facendo riferimento all’ultimo round del 2021, la Petit Le Mans, non sono tantissime le modifiche apportate alle vetture.

Tra le DPi, all’ultima apparizione di sempre sul tracciato della Florida, l’unica modifica fa riferimento alla capacità del serbatoio, aumentata di 1 litro sulle Acura e diminuita di 0,5 litri sulle Cadillac.

Sulle GT invece, innanzi tutto è stato confermato il BoP unico per entrambe le categorie, GTD e GTD Pro, più una serie di aggiustamenti.

Tenuto conto che la BMW M4 GT3 non era presente a Road Atlanta, cosí come la versione GT3 della Corvette, che correranno con le medesime specifiche della Rolex 24, la modifica più evidente riguarda la McLaren 720S GT3, cui è stato concesso un robusto innalzamento della pressione del turbo, che invece è stato leggermente ridotto ai regimi alti sull’Acura NSX GT3.

Variazioni al peso minimo per Acura (-20 kg), Mercedes AMG GT3 (-10 kg) e Lexus RC F GT3 (+15 kg). Per queste ultime due marchi è stato definito anche una diminuzione dei restrittori d’aria, rispettivamente di 0,5mm X2 e di -1 mm X2.

Relativamente alla capienza del serbatoio infine, concessi 3 litri extra alle Aston Martin e alle McLaren, mentre le Acura, Lamborghini, Mercedes e Porsche correranno con un litro in meno rispetto allo scorso novembre.

Da segnalare infine, al di fuori delle specifiche tecniche, che DragonSpeed schiererà un banner a supporto dell’Ucraina

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

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USCC – Ben 53 vetture alla 12 Ore di Sebring

Dopo la griglia record di Daytona, anche la 12 Ore di Sebring fa registrare una entry list monstre, con ben 53 vetture iscritte. Per il secondo round del WeatherTech SportsCar Championship diverse infatti le new entry a rimpinguare la già sostanziosa line-up stagionale.

Tra tutte la Acura NSX GT3 iscritta in GTD Pro dal Racers Edge in associazione col WTR per Ashton Harrison-Henry, Kyle Marcelli e Tom Long che, insieme al ritorno della Mercedes del WeatherTech Racing per Cooper MacNeil, che ancora una voltasi si sdoppierà con la Porsche dagli stessi colori insieme a Jules Gounon e Maro Engel, porta il numero delle vetture della categoria a 11.

Nei prototipi, nella classe regina sempre 7 le DPi, con le uniche novità – per ora – dettate dalla curiosa concomitanza con la seconda gara dell’IndyCar Series in Texas che porta Ryan Hunter-Reay al Team ganassi in luogo di Scott Dixon, mentre di Stoffel Vandoorne e Josè Maria Lopez, sub di lusso in MSR ed Action Express/Ally abbiamo già parlato nei giorni scorsi.

Si attendono però news riguardo al sostituto di Kevin Magnussen, cooptato dalla Haas F1 al posto di Nikita Mazepin, sulla seconda Cadillac del Team Ganassi al fianco dei regular Alex Lynn ed Earl Bamber. Il driver danese, lasciato libero da Peugeot, dovrebbe infatti presenziare ai concomitanti test F1 in Bahrain.

Tra le 8 LM P2, da segnalare il ritorno di DragonSpeed alla line-up prevista in origine, con i Montoya padre e figlio a far compagnia a Henrik Hedman. Doppio impegno all’ultimo momento anche per Steven Thomas, iscritto, oltre che su una delle due Oreca del PR1 Mathiasen, anche con la vettura di Algarve Pro Racing nella 1.000 Miglia WEC insieme a René Binder e James Allen in luogo di Daniil Kvyat dopo il forfait G-Drive.

10 le LM P3, categoria che continua a riscuotere sempre più proseliti, con la new entry FastMD Racing che schiera una Duqueine per Max Hanratty, Todd Archer e James Vance, mentre Rasmus Lindh e Dan Goldburg sono attesi ad una stagione col Performance Tech. Prima uscita del 2022 anche per il JR III Racing con Dakota Dickerson, campione in carica delle Prototype Challenge, insieme ad Ari Balogh e a Garett Grist.

Debutto stagionale per il Paul Miller Racing e la nuova BMW M4 GT3 in GTD con Erik Johansson a far da spalla agli ex-titolati Bryan Sellers e Madison Snow e Scott Andrews in sostituzione di Kyle Kirkwood, pure impegnato in Texas, sulla Lexus #12 al fianco di Richard Heistand ed Aaron Telitz.

Ma gli occhi degli appassionati italiani saranno puntati sul secondo outing USA della Ferrari del Cetilar Racing di Roberto Lacorte, Giorgio Sernagiotto ed Antonio Fuoco, quest’ultimo pure atteso al doppio impegno con AF Corse nel WEC in GTE-Pro. Una seconda 488 GT3 sarà presente per AF Corse nella categoria per Toni Vilander, Simon Mann e Luis Perez Companc, insieme, come già riportato in giornata, alla Ferrari iscritta in GTD Pro da Risi Competizione.

Le ostilità a Sebring si apriranno ufficialmente giovedí 17 marzo alle 10.15 AM ET con le prime libere. Qualifiche venerdí 18 alle 9.20 AM ET e start della gara sabato 19 marzo alle 10.10 AM ET, pari alle 16.10 italiane.

Piero Lonardo

Foto: IMSA

L’entry List della 12 ore di Sebring

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WEC/USCC – Ecco le Ferrari per Sebring!

Diffuse poco fa le foto ufficiali della livrea delle Ferrari 488 GTE iscritte in GTE-Pro da AF Corse nel World Endurance Championship.

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La rinnovata livrea aggiunge ad un colore in apparenza leggermente più chiaro alcuni elementi grafici sempre focalizzati sul tema del tricolore, che attraversa l’intera vettura, destinati ad accentuare il carattere dinamico.

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La 488 sfoggia inoltre il logo celebrativo del 75mo anniversario della Casa di Maranello, che verrà portato in pista come noto dai campioni in carica Alessandro Pier Guidi e James Calado e da Miguel Molina col nuovo arrivo Antonio Fuoco.

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Novità anche in casa Risi Competizione, che dopo il bel secondo posto di Daytona, nella 12 Ore IMSA schiererà nuovamente Davide Rigon e Daniel Serra.

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Il terzo pilota è invece un volto nuovo per il team di Houston, si tratta infatti di Eddie Cheever III, al debutto tra le GT nella classica della Florida dopo una prima apparizione nel 2018 con la Cadillac DPi di Spirit of Daytona dopo aver debuttato nella serie nel 2014 in due gare sotto l’egida di Spirit of Race.

La 488 GT3 #62 iscritta in GTD-Pro tenterà di aggiungere un nuovo successo dopo i tre conquistati a Sebring da Risi Competizione nel 2007, 2009 e 2010.

Piero Lonardo

Foto: Ferrari Races, Risi Competizione

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WEC/USCC – Le nuove immagini della Cadillac GTP: l’ala ora c’è

Lo scorso settembre Cadillac ha diffuso un primo render della sua nuova LMDh (alias GTP) nel quale spiccava l’assenza dell’ala posteriore, come nella Peugeot 9X8.

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Quest’oggi il costruttore statunitense ha emesso un nuovo comunicato corredato da un paio di nuovi render ed un teaser video. Nel ribadire le forme spigolose già note delle fiancate, nel video appare però la fantomatica ala posteriore, al tempo dimenticata.

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Questo particolare non deve comunque porre in secondo piano l’effort che verrà gestito tecnicamente da Dallara e portato in pista dal team Ganassi, che riporterà il marchio alla 24 ore di Le Mans dopo oltre 20 anni di assenza.

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La nuova Cadillac GTP si è saputo monterà un nuovo motore rispetto all’attuale DPi, oltre ovviamente al sistema ibrido comune alle altre GTP, ispirandosi alle forme delle vetture di produzione appartenenti alla cosiddetta V-Series.

La Cadillac GTP, che debutterà in pista alla prossima Rolex 24 at Daytona di gennaio 2023, sarà rivelata ufficialmente nel corso dell’estate. Speriamo, aggiungiamo noi, già alla prossima 24 Ore di Le Mans, dove potrebbe fare compagnia a Ferrari e Porsche, attese anch’esse ad un vernissage quantomai esclusivo, con Peugeot che potrebbe addirittura anche gareggiarvi.

Piero Lonardo

Foto: Cadillac

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USCC – Rolex 24, Finale: Castroneves prosegue l’annata magica del MSR. DragonSpeed di forza in LM P2. Porsche doppietta in GT

E’ ancora una Acura a trionfare alla Rolex 24 at Daytona, ma a differenza dello scorso anno questa volta la vittoria va al Meyer Shank Racing. Anello di congiunzione fra i due successi Helio Castroneves, che nel finale ha gestito al meglio gli attacchi di Ricky Taylor, preferito a Filipe Albuquerque per lo shootout finale dal WTR.

Uno shootout durato mezz’ora gestito ad arte dopo la 17ma Full Course Yellow causata dalla Lamborghini di Giacomo Altoe ferma in curva 3, che ha permesso al team dell’Ohio di ripetere la storica vittoria di dieci anni or sono. Compagni di squadra del popolare “Spider-man”, Oliver Jarvis, Tom Blomqvist e Simon Pagenaud, fresco di passaggio di casacca in IndyCar.

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Chi esce con le ossa rotte da questa battaglia sono le Cadillac, che quest’anno dovranno guardarsi da entrambe le ARX-05 in ottica campionato, e guadagnano le restanti due posizioni a pieni giri con il JDC/Mustang Sampling del sempreverde Richard Westbrook e dell’Action Express/Whelen Racing.

Gara da dimenticare per il Team Ganassi, con le due DPi V.R. entrambe out of contention sin dalla metà gara: la mancanza dei ricambi necessari per riparare la #02 in testa grida vendetta, cosí come l’incapacità di risolvere in tempi brevi i problemi di alternatore della #01. Discorso a parte invece per la #48, che deve fare ancora una volta i conti con un Jimmie Johnson grande catalizzatore di interessi ma non all’altezza del resto dell’equipaggio, ancora una volta impreziosito da un grande Kamui Kobayashi.

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Grande vittoria in LM P2 per il DragonSpeed: l’effort di Elton Julian, alla terza vittoria in quattro anni, era di prim’ordine, con due dei giovani talenti IndyCar, Colton Herta (al secondo Rolex dopo quello conquistato con la BMW in GTLM nel 2019) e Pato O’Ward, a fare compagnia ad Devlin de Francesco e ad Eric Lux, e sulla distanza ha avuto la meglio sulla concorrenza. A sorpresa le due insidie maggiori sono state rappresentate dal Racing Team Nederland e dal Tower Motorsport, che completano un insolito podio.

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Non c’è stata quasi gara invece in LM P3, categoria praticamente dominata per tutta la gara dai campioni in carica del Riley Motorsports, che ripresentavano Gar Robinson e Felipe Fraga insieme a Kay van Berlo e Michael Cooper. A podio vanno il Sean Creech Motorsport ed il CORE Autosport. Entrambi gli equipaggi comunque debbono recriminare su errori e costose penalità che hanno compromesso un risultato che poteva essere anche maggiore.

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La gara delle GT non ha mancato di entusiasmare nemmeno col nuovo formato GTD Pro, che da quest’anno ha preso il posto delle GTLM. Epico il duello finale senza esclusione di colpi tra le due Porsche di Mathieu Jaminet e Laurens Vanthoor, col primo ad aggiudicarsi alla fine l’agognato successo per il Pfaff Motorsports, che per l’occasione schierava Matt Campbell ed il neoacquisto in chiave LMDh Felipe Nasr.

IMSA WeatherTech SportsCar Championship

Il contatto finale che spediva larga la 911 GT3 R del KCMG regalava una buona piazza d’onore alla Ferrari del Risi Competizione, cui non è riuscito il colpaccio della Petit Le Mans 2019 (in GTLM). Trascinati dai due campioni WEC GTE-Pro, Alessandro Pier Guidi e James Calado, ancora una volta il Cavallino ha sfiorato una vittoria che manca da tempo, in attesa della nuova Hypercar o GTP che dir si voglia.

Delusione totale Corvette e soprattutto BMW, con le nuove M4 GT3 ufficiali incredibilmente non all’altezza nemmeno dell’esemplare schierato dal Turner Motorsports.

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Infine la GTD, categoria in cui la Ferrari di AF Corse ha pure sfiorato un clamoroso colpaccio con Nicklas Nielsen, Toni Vilander, Simon Mann e Luis Perez Companc, ma un drive-through nell’ultima caution per sorpasso in regime di Full Course Yellow ha vanificato l’impresa.

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Successo quindi per il Wright Motorsports, che riporta la Porsche nuovamente in alto nella categoria dal 2017. A podio anche l’Aston Martin #44 del Magnus Racing e la Mercedes del Gilbert Korthoff Motorsports.  L’altra Ferrari in gara del Cetilar Racing ha concluso in P14 ma orgogliosamente al traguardo.

Il WeatherTech SportsCar Championship ritornerà il 19 marzo con la 12 ore di Sebring.

Piero Lonardo

Foto: IMSA, Porsche, DragonSpeed, Ferrari Races

L’ordine di arrivo della 60ma Rolex 24 at Daytona

IMSA WeatherTech SportsCar Championship

USCC – Rolex 24, 22° Ora: WTR all’assalto. E’ duello Porsche Ferrari nelle due classi GT

Le 6 ore consecutive di corsa libera hanno permesso una dilatazione relativa dei distacchi, che però non si riflette nella lotta per il primato assoluto, dove i quattro duellanti continuano ad affrontarsi senza esclusione di colpi.

La zampata per ora decisiva sembra quella di Loic Duval, che a metà della 21ma ora riprende Pipo Derani, mentre Filipe Albuquerque ha la meglio si Tom Blomqvist nella lotta fra le due Acura. Lo scenario però andrà a cambiare dopo la sosta successiva, dove il portoghese approfitta del cambio pilota in Action Express e tiene dietro, restituendo le scorrettezze di qualche ora prima, Mike Conway.Il driver Toyota viene recuperato anche da Blomqvist, che va ad occupare il gradino basso del podio.

Nel finale della 21ma ora la situazione si ripete a parti invertite, con Ricky Taylor che grazie al buon lavoro della crew del WTR riesce ad uscire davanti a Blomqvist e a due ore dalla bandiera a scacchi continua ad inseguire Richard Westbrook, subentrato a Duval, di circa 18”, ma una nuova Full Course Yellow, chiamata per la Duqueine LM P3 dell’AWA ferma lungo la pista subito dopo lo scadere delle -2 ore, potrebbe rimescolare ulteriormente le carte in tavola.

Tra le LM P2, il DragonSpeed pare avviarsi alla terza vittoria nella classica di apertura e ora Colton Herta condice con circa 29” di vantaggio su Ferdinand Habsburg e Nicolas Lapierre, alfieri di Tower Motorport e PR1 Mathiasen, unici a pieni giri.

Anche in LM P3, Felipe Fraga ed il Riley Motorsports hanno ripreso stabilmente il comando della categoria, anche grazie alla penalità assegnata al CORE Autosposrt, che insegue a 75”. P3 per il Sean Creech Motorsport.

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La lotta in GTD Pro vede ora la Ferrari del Risi Competizione unica a rifornire fuori dalla finestra delle due Porsche di KCMG e Pfaff Motorsports, ma anche della Lexus #14, unica altra contender a pieni giri. Da segnalare un warning dato a James Calado per blocking.

E’ lotta Porsche-Ferrari anche in GTD, ma in questo caso Jan Heylen ed il Wright Motorsports paiono nettamente favoriti rispetto alla Rossa di AF Corse, ora nelle mani del veterano Toni Vilander, rientrato per questo programma che proseguirà anche nel WEC con Simon Mann. Il resto della categoria segue con ameno un giro di svantaggio, con sole due ore rimaste sul cronometro.

Piero Lonardo

Foto: IMSA, Risi Competizione

La classifica dopo la ventiduesima ora

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USCC – Rolex 24, 20° Ora: Lotta a quattro al comando, due Cadillac contro due Acura

La luce del mattino ha fatto capolino al Daytona International Speedway per riscaldare gli infreddoliti protagonisti della 60ma Rolex 24, i quali hanno improvvisato ogni sorta di riparo in pitlane per difendersi dall’insolito sottozero Floridiano.

Il plateau delle DPi poco dopo la start della 17ma ora perdeva anche la seconda Cadillac del Team Ganassi per problemi alla pompa del carburante. Earl Bamber e c. ora concorrono per la quinta piazza insieme all0altra DPi V.R. dell’Ally/Action Express, ritardata nella notte.

A contendersi la vittoria assoluta rimangono quindi solamente quattro vetture, due Cadillac e due Acura. I moderni orazi e curiazi si sono tutti scambiati la posizione di testa in queste ultime quattro ore: prima l’ARX-05 del Meyer Shank Racing con Tom Blomqvist, poi è toccato all’altra Acura con Ricky Taylor, quindi è stata la volta delle Cadillac biancorossa dell’Action Express/ Whelen Racing di Mike Conway, abile a passare di forza Helio Castroneves, tornato al comando della gara, ed infine Richard Westbrook con la DPi V.R. del JDC/Mustang Sampling.

Le Cadillac in generale risultano più maneggevoli quanto le Acura paiono più adatte ai lunghi tratti veloci dello speedway, ma sappiamo che le gomme, anche a causa della temperatura, possono fare una grande differenza.

A quattro ore dalla chequered flag, virtualmente, a causa dei pitstop a cavallo dell’ora, è Pipo Derani, subentrato a Conway, ad aver riagguantato la leadership su Westbrook, con Alexander Rossi – in precedenza autore di un innocuo lungo all’inseguimento di Castroneves – e Simon Pagenaud contenuti nel raggio di 37”.

Bellissima sin qui anche la gara delle LM P2, che vede sempre la vetture del Tower Motorsport al comando con Louis Deletraz. Il campione in carica ELMS col Team WRT conduce con circa 20” di vantaggio sul DragonSpeed, rappresentato nuovamente dall’asso IndyCar Pato O’Ward e di 50” su Mikkel Jensen sulla macchina del PR1 Mathiasen, capace di rimontare la bellezza di due giri grazie anche alle tante caution (fin qui 15) che hanno spezzettato questa edizione. Degno di nota il calvario della seconda vettura del team, che col giovane Josh Pierson, prossimo protagonista in ELMS e a Le Mans, ha collezionato tre penalità in meno di un’ora.

Tra le LM P3, Kay van Berlo continua a condurre con la Ligier del Riley Motorsport, ma il vantaggio dell’olandese si è ridotto a soli 19” sulla vettura del CORE Autosport gestita ora da Nic Jonsson.

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In GTD Pro prosegue il balletto a tre le due Porsche di KCMG e Pfaff Motorsports e la Ferrari del Risi Competizione. Si affaccia a sorpresa nella top five anche Dirk Mueller con la terza delle vetture coi colori  WeatherTech di Dirk Mueller, P5 dietro la Lexus del consistente neoacquisto Ben Barnicoat. La classe ha visto scomparire nel frattempo anche la Mercedes #79 gravata da gravi problemi di motore (probabilmente anche in questo caso si è trattato della pompa del carburante).

Gran finale con la gara ad eliminazione delle GTD, che nelle ultime ore ha visto battagliare la Porsche del Wright Motorsports con Richard Lietz e Jan Heylen e la McLaren dell’Inception Racing. Quest’ultima allo scadere della 20ma ora è stata costretta ai box per problemi ai freni e ora la major contender della 911 GT3 R #16 è la Ferrari di AF Corse.

Nicklas Nielsen, ora alla guida della Rossa #21, sconta però oltre 50” dal leader; fortunatamente un duro contatto durante la 16ma ora con l’Oreca LM P2 del “solio” Pierson, una delle mine vaganti di questa gara, ha prodotto danni minimali. Out of contention anche l’unica Acura iscritta del Gradient Racing, afflitta da problemi di misfire.

Piero Lonardo

Foto: MSR, Porsche

La classifica dopo la ventesima ora

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USCC – Rolex 24, 16° Ora: Su una pista gelata arriva il fuoco (vero e virtuale). Ancora cinque contender in lizza per il primato

A due terzi di questa 60ma Rolex 24 ancora non si sono definiti i favoriti in quattro categorie su cinque. Fra tutte la regina, la DPi, dove ancora cinque vetture viaggiano nello stesso giro dopo 16 ore di gara.

Lo stint di Kevin Magnussen sulla Cadillac #02 del CGR ha fatto infiammare, anche se poi la cavalcata del danese è stata smorzata da un improvviso rallentamento del quale non si conoscono bene le cause, condito da un duello al coltello con Filipe Albuquerque che vale la leadership provvisoria. Spettacolo anche da parte di Loic Duval, protagonista di una lotta all’ultima frenata con Will Stevens, subentrato al pilota portoghese al volante dell’Acura #10.

Purtroppo, dopo i problemi alla DPi V.R. #48, anche la “car of the champions” del Team Ganassi ha dovbuto soffrire un problema all’alternatore che l’ha tolta definitivamente dalla lotta per il primato.

AXR31_NAd ogni modo, tra i due litiganti c’è sempre un terzo a godere, nella persona di Tristan Nunez, che grazie anche ad un undercut propiziato da una Full Course Yellow, conduce ora con 5” su Tristan Vautier, subentrato a Duval sulla vettura del JDC/Mustang Sampling. Punti buoni questi anche per la Michelin Endurance Cup, campionato nel campionato riservato alle quattro gare lunghe del WeatherTech SportsCar Championship.

Nella notte gelata oltre alle fiamme virtuali dei duelli in pista anche quelle vere, generate dalla Duqueine del Forty7 Motorsports, che prende fuoco in curva 2. Il pilota, Antoine Doquin, protagonista delle serie continentali europee, è comunque ok ma la vettura potrebbe presto aggiungersi alla lista dei ritirati ufficialmente, che al momento conta 6 unità.

Le stelle dell’IndyCar del DragonSpeed. continuano a splendere in LM P2. Nonostante un errore in pitlane da parte di Pato O’Ward, che faceva pattinare le ruote, Colton Herta ora conduce con oltre 50” di vantaggio sul campione WEC della categoria, Ferdinand Habsburg,  portacolori di Tower Motorsport e su Dylan Murry del Racing Team Nederland, il quale ha dovuto scontare un drive through per il contatto con l’Aston Martin del Magnus Racing. L’Oreca #69 del G-Drive ha perso invece definitivamente contatto dalle posizioni top per una spettacolare foratura.

L’unica categoria che pare in ghiaccio (scusate il gioco di parole ma ci stava) è la LM P3 grazie ai campioni in carica del Riley Motorsports. Ad inseguire, tutte a due giri dal leader, le vetture del CORE Autosport, Sean Creech Motorsport, AWA ed Andretti Autosport.

Continua infine la consueta gara sprint di 24 ore delle GT. In GTD-Pro sono le Porsche di Pfaff Motorsports e KCMG e la Ferrari del Risi Competizione a segnare il passo, seguite da presso dalla Mercedes #97 del WeatherTech Racing protagonista di un curioso episodio ai box, dove nel corso della 15ma ora vengono sostituiti per errore solo tre pneumatici su quattro. A seguire, sempre nello stesso giro, la Lexus #14 e l’altra Mercedes iscritta come Proton USA.

In GTD infine, il primato è tornato nelle mani dell’Inception Racing, con Ollie Millroy che, grazie anche ad un pit anticipato fa parte di Lucas Auer del del Winward Racing, conduce ai due terzi di gara sulla Porsche del Wright Motorsports e sulla Mercedes #57.

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P8 ad un giro per la Ferrari AF Corse; prosegue comunque la corsa, ancorchè distanziatissima a causa delle varie disavventure occorse, anche l’altra 488 GT3 del Cetilar racing, ora nelle mani del campione WEC GTE-Am, Alessio Rovera.

Piero Lonardo

Foto: DragonSpeed, IMSA, Cetilar Racing

La classifica dopo la sedicesima ora

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USCC – Rolex 24, 12° Ora: Disastro Corvette nella gelida notte di Daytona

La Daytona delle Corvette sembrava aver preso una buona china dopo una disastrosa Roar, con entrambe le C8.R modificate in GT3 a navigare nella top five delle GTD Pro. Nella serata della Florida invece una dopo l’altra sono cadute vittime di problemi tecnici che hanno comportato lunghe soste ai box.

Per prima la #4, che durante la settima ora non ne ha voluto sapere di riavviarsi in pitlane ed ha visto sostituire il diffusore posteriore, gli scarichi e lo starter, il tutto forse a causa un contatto precedente, perdendo circa 2 ore e mezzo di gara.

Due ore dopo è toccato alla sorella #3, cui è stato cambiato l’alternatore e ora viaggia circa 13 giri dietro gli altri contender della categoria, capeggiati alla metà gara da Maro Engel con Mercedes #97 del WeatherTech Racing, seguito da presso dalla Porsche KCMG di Alexandre imperatori e dalla Ferrari di Risi Competizione, ora con James Calado al volante.

Va detto che, anche grazie ad una serie di Full Course Yellow, le prime sette GTD Pro viaggiano tutte nello stesso giro, nonostante anche una pioggia di dure penalità di Stop + 3’30” per comportamento non corretto in regime di neutralizzazione che ha coinvolto alcune delle protagoniste quali la capolista, la Lexus #14, e due delle vetture top della GTD, la Lamborghini del TR3 Racing #19 e l’Aston Martin del Magnus Racing.

Tra le GTD alla metà gara conduce la McLaren di Inception Racing, pure rinvenuta da una penalità nelle prime fasi della corsa, davanti alla Porsche del Wright Motorsports – pure gravata da uno stop+60” – e all’unica Acura NSX GT3 iscritta da Gradient Racing.

Davanti è stato invece un alternarsi al comando della gara con qualche piccola disavventura nel mezzo. Il testimone è passato dalla Cadillac #02 del Chip Ganassi Racing, grazie ad un lungo positivo stint del neoacquisto Peugeot Kevin Magnussen, seguito poi dall’altra DPi V.R. #48 con Kamui Kobayashi.

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E’ stata poi la volta di Alexander Rossi con la Acura del WTR ma dopo 12 ore è Richard Westbrook a condurre con la Cadillac del JDC/Mustang Sampling, a precedere il quattro volte vincitore della Indy 500 Helio Catsroneves sull’altra Acura del Meyer Shank Racing nonostante una penalità per speeding.

Purtroppo per il team dell’Ohio, un errore da parte di Oliver Jarvis nel finale della 13ma ora li riporterà nei ranghi, mentre la Cadillac #48 deve sostenere la prima lunga sosta ai box tra le DPi. Da segnalare anche il contatto che ha visto coinvolti Marcus Ericsson e Tristan Nunez in curva 3 a gomme fredde.

Piloti IndyCar sugli scudi anche tra le LM P2, grazie a Rinus VeeKay e Pato O’Ward, saliti alla ribalta della categoria dopo il violento crash che ha visti coinvolto il temporaneo leader Fabio Scherer nel corso dell’undicesima ora con la vettura dell’High Class Racing. La dominatrice delle prime fasi di gara, la #52 del PR1 Mathiasen, viaggia comunque in terza posizione. Anche in questa categoria, la top five è ancora racchiusa nello stesso giro.

Tra le LM P3 infine, dopo qualche disavventura per la Ligier del CORE Autosport, la leadership è tornata nelle mani della vettura dei campioni del Riley Motorsports, ora con Kay van Berlo al volante, seguiti dalla Duqueine dei debuttanti dell’AWA con l’ex campione GTLM Kuno Wittmer.

Piero Lonardo

Foto: Corvette Racing, CGR

La classifica dopo la dodicesima ora

IMSA WeatherTech SportsCar Championship

USCC – Rolex 24, 6° Ora: Ganassi in controllo. Risi Competizione avanza in GTD Pro

Per un soffio anche questo aggiornamento della Rolex 24 at Daytona non va a coincidere con un periodo di Full  Course Yellow, la quinta fin qui, questa volta causato dall’uscita di strada della Porsche del TGM Racing di Owen Trinkler, col relativo restart assegnato a 3’ dallo scadere del quarto di gara.

Quasi tutta la quarta ora però è stata occupata dalle neutralizzazioni: la prima per il contatto fra l’Oreca LM P2 capolista di Mikkel Jensen, tamponata da dietro dalla vettura del Racing Team Nederland, ma soprattutto dal violento contatto che ha visto coinvolte tre macchine.

La Mercedes di Kenny Habul, ex vincitore col SunEnergy1 e l’Aston Martin di Alex Riberas si toccavano al termine del banking, ed il cumulo dei detriti si arricchiva della Duqueine di Ayrton Ori, che non riusciva a schivare il retrotreno della Vantage.

Mentre calava la notte, un paio di forature rallentavano entrambe le Acura: prima toccava ad Helio Castroneves, causa le conseguenze del contatto con una Lamborghini, poi un sanguinoso dechappaggio della posteriore destra – forse per un contratto con Tristan Nunez – costringeva Will Stevens a percorrere tutto il circuito a velocità ridotta prima di raggiungere la pitlane.

Davanti la Cadillac #01 del Team Ganassi, soprannominata la “car of the champions” dati i ben 11 titoli IndyCar di tre dei quattro piloti iscritti, manteneva il comando, prima con Renger van der Zande e poi con Scott Dixon. Jimmie Johson, salito per il primo stint sulla Cadillac dell’Action Express/Ally, è l’unica DPi V.R. fuori dalla top five. Il distacco del WTR dalle altre vetture ammonta a 2 giri, ma il team di Wayne Taylor ci ha già abituato a notevoli rimonte, e mancano ancora 18 ore alla bandiera a scacchi.

Tra le LM P2, è stato il G-Drive ad ereditare la leadership dal PR1 Mathiasen, con l’Oreca #69 del giovanissimo  Tijmen van der Helm, poi è toccato agli altri olandesi del Racing Team Nederland, prima col protagonista dell’IndyCar Rinus VeeKay e poi con l’ex-F1 Giedo van der Garde, ma quando è toccato al patron Frits van Eerd prendere il volante, la prima posizione è scivolata nelle mani di Nico Mueller, l’asso dell’Audi schierato dall’High Class Racing.

Cambio della guardia anche in LM P3 grazie a Colin Braun, che ricordiamo partito dall’ultima piazzola dello schieramento dei prototipi per non aver partecipato alla Qualifying Race, ha scalato le posizioni con la Ligier del CORE Autosport.

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Grazie ad una strategia ottimale, la Ferrari del Risi Competizione ad emergere dalle neutralizzazioni. James Calado ed il rientrante Davide Rigon mantengono il contatto con l’attuale leader delle GTD Pro, Dennis Olsen con la Porsche del KCMG. P3 per Matt Campbell con l’altra 911 GT3 R dello Pfaff Motorsports. Lo squadrone Porsche però perde un pezzo, a causa di un problema tecnico che ha costretto Cooper MacNeil ad una sosta di quasi mezz’ora.

Anche in GTD infine si è perso un protagonista quale la McLaren del Crucial Motorsport, “fatta fuori” dalla Lexus Pro di Kyle Kirkwood. Ad un quarto di gara la categoria vede sempre al comando la Mercedes del Winward sulla Lamborghini di Giacomo Altoe e l’altra AMG GT3 di James Davison.

Piero Lonardo

Foto: CGR, Ferrari Races

La classifica dopo la sesta ora