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USCC – Rolex 24, 20° Ora: Lotta a quattro al comando, due Cadillac contro due Acura

La luce del mattino ha fatto capolino al Daytona International Speedway per riscaldare gli infreddoliti protagonisti della 60ma Rolex 24, i quali hanno improvvisato ogni sorta di riparo in pitlane per difendersi dall’insolito sottozero Floridiano.

Il plateau delle DPi poco dopo la start della 17ma ora perdeva anche la seconda Cadillac del Team Ganassi per problemi alla pompa del carburante. Earl Bamber e c. ora concorrono per la quinta piazza insieme all0altra DPi V.R. dell’Ally/Action Express, ritardata nella notte.

A contendersi la vittoria assoluta rimangono quindi solamente quattro vetture, due Cadillac e due Acura. I moderni orazi e curiazi si sono tutti scambiati la posizione di testa in queste ultime quattro ore: prima l’ARX-05 del Meyer Shank Racing con Tom Blomqvist, poi è toccato all’altra Acura con Ricky Taylor, quindi è stata la volta delle Cadillac biancorossa dell’Action Express/ Whelen Racing di Mike Conway, abile a passare di forza Helio Castroneves, tornato al comando della gara, ed infine Richard Westbrook con la DPi V.R. del JDC/Mustang Sampling.

Le Cadillac in generale risultano più maneggevoli quanto le Acura paiono più adatte ai lunghi tratti veloci dello speedway, ma sappiamo che le gomme, anche a causa della temperatura, possono fare una grande differenza.

A quattro ore dalla chequered flag, virtualmente, a causa dei pitstop a cavallo dell’ora, è Pipo Derani, subentrato a Conway, ad aver riagguantato la leadership su Westbrook, con Alexander Rossi – in precedenza autore di un innocuo lungo all’inseguimento di Castroneves – e Simon Pagenaud contenuti nel raggio di 37”.

Bellissima sin qui anche la gara delle LM P2, che vede sempre la vetture del Tower Motorsport al comando con Louis Deletraz. Il campione in carica ELMS col Team WRT conduce con circa 20” di vantaggio sul DragonSpeed, rappresentato nuovamente dall’asso IndyCar Pato O’Ward e di 50” su Mikkel Jensen sulla macchina del PR1 Mathiasen, capace di rimontare la bellezza di due giri grazie anche alle tante caution (fin qui 15) che hanno spezzettato questa edizione. Degno di nota il calvario della seconda vettura del team, che col giovane Josh Pierson, prossimo protagonista in ELMS e a Le Mans, ha collezionato tre penalità in meno di un’ora.

Tra le LM P3, Kay van Berlo continua a condurre con la Ligier del Riley Motorsport, ma il vantaggio dell’olandese si è ridotto a soli 19” sulla vettura del CORE Autosport gestita ora da Nic Jonsson.

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In GTD Pro prosegue il balletto a tre le due Porsche di KCMG e Pfaff Motorsports e la Ferrari del Risi Competizione. Si affaccia a sorpresa nella top five anche Dirk Mueller con la terza delle vetture coi colori  WeatherTech di Dirk Mueller, P5 dietro la Lexus del consistente neoacquisto Ben Barnicoat. La classe ha visto scomparire nel frattempo anche la Mercedes #79 gravata da gravi problemi di motore (probabilmente anche in questo caso si è trattato della pompa del carburante).

Gran finale con la gara ad eliminazione delle GTD, che nelle ultime ore ha visto battagliare la Porsche del Wright Motorsports con Richard Lietz e Jan Heylen e la McLaren dell’Inception Racing. Quest’ultima allo scadere della 20ma ora è stata costretta ai box per problemi ai freni e ora la major contender della 911 GT3 R #16 è la Ferrari di AF Corse.

Nicklas Nielsen, ora alla guida della Rossa #21, sconta però oltre 50” dal leader; fortunatamente un duro contatto durante la 16ma ora con l’Oreca LM P2 del “solio” Pierson, una delle mine vaganti di questa gara, ha prodotto danni minimali. Out of contention anche l’unica Acura iscritta del Gradient Racing, afflitta da problemi di misfire.

Piero Lonardo

Foto: MSR, Porsche

La classifica dopo la ventesima ora

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USCC – Rolex 24, 16° Ora: Su una pista gelata arriva il fuoco (vero e virtuale). Ancora cinque contender in lizza per il primato

A due terzi di questa 60ma Rolex 24 ancora non si sono definiti i favoriti in quattro categorie su cinque. Fra tutte la regina, la DPi, dove ancora cinque vetture viaggiano nello stesso giro dopo 16 ore di gara.

Lo stint di Kevin Magnussen sulla Cadillac #02 del CGR ha fatto infiammare, anche se poi la cavalcata del danese è stata smorzata da un improvviso rallentamento del quale non si conoscono bene le cause, condito da un duello al coltello con Filipe Albuquerque che vale la leadership provvisoria. Spettacolo anche da parte di Loic Duval, protagonista di una lotta all’ultima frenata con Will Stevens, subentrato al pilota portoghese al volante dell’Acura #10.

Purtroppo, dopo i problemi alla DPi V.R. #48, anche la “car of the champions” del Team Ganassi ha dovbuto soffrire un problema all’alternatore che l’ha tolta definitivamente dalla lotta per il primato.

AXR31_NAd ogni modo, tra i due litiganti c’è sempre un terzo a godere, nella persona di Tristan Nunez, che grazie anche ad un undercut propiziato da una Full Course Yellow, conduce ora con 5” su Tristan Vautier, subentrato a Duval sulla vettura del JDC/Mustang Sampling. Punti buoni questi anche per la Michelin Endurance Cup, campionato nel campionato riservato alle quattro gare lunghe del WeatherTech SportsCar Championship.

Nella notte gelata oltre alle fiamme virtuali dei duelli in pista anche quelle vere, generate dalla Duqueine del Forty7 Motorsports, che prende fuoco in curva 2. Il pilota, Antoine Doquin, protagonista delle serie continentali europee, è comunque ok ma la vettura potrebbe presto aggiungersi alla lista dei ritirati ufficialmente, che al momento conta 6 unità.

Le stelle dell’IndyCar del DragonSpeed. continuano a splendere in LM P2. Nonostante un errore in pitlane da parte di Pato O’Ward, che faceva pattinare le ruote, Colton Herta ora conduce con oltre 50” di vantaggio sul campione WEC della categoria, Ferdinand Habsburg,  portacolori di Tower Motorsport e su Dylan Murry del Racing Team Nederland, il quale ha dovuto scontare un drive through per il contatto con l’Aston Martin del Magnus Racing. L’Oreca #69 del G-Drive ha perso invece definitivamente contatto dalle posizioni top per una spettacolare foratura.

L’unica categoria che pare in ghiaccio (scusate il gioco di parole ma ci stava) è la LM P3 grazie ai campioni in carica del Riley Motorsports. Ad inseguire, tutte a due giri dal leader, le vetture del CORE Autosport, Sean Creech Motorsport, AWA ed Andretti Autosport.

Continua infine la consueta gara sprint di 24 ore delle GT. In GTD-Pro sono le Porsche di Pfaff Motorsports e KCMG e la Ferrari del Risi Competizione a segnare il passo, seguite da presso dalla Mercedes #97 del WeatherTech Racing protagonista di un curioso episodio ai box, dove nel corso della 15ma ora vengono sostituiti per errore solo tre pneumatici su quattro. A seguire, sempre nello stesso giro, la Lexus #14 e l’altra Mercedes iscritta come Proton USA.

In GTD infine, il primato è tornato nelle mani dell’Inception Racing, con Ollie Millroy che, grazie anche ad un pit anticipato fa parte di Lucas Auer del del Winward Racing, conduce ai due terzi di gara sulla Porsche del Wright Motorsports e sulla Mercedes #57.

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P8 ad un giro per la Ferrari AF Corse; prosegue comunque la corsa, ancorchè distanziatissima a causa delle varie disavventure occorse, anche l’altra 488 GT3 del Cetilar racing, ora nelle mani del campione WEC GTE-Am, Alessio Rovera.

Piero Lonardo

Foto: DragonSpeed, IMSA, Cetilar Racing

La classifica dopo la sedicesima ora

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USCC – Rolex 24, 12° Ora: Disastro Corvette nella gelida notte di Daytona

La Daytona delle Corvette sembrava aver preso una buona china dopo una disastrosa Roar, con entrambe le C8.R modificate in GT3 a navigare nella top five delle GTD Pro. Nella serata della Florida invece una dopo l’altra sono cadute vittime di problemi tecnici che hanno comportato lunghe soste ai box.

Per prima la #4, che durante la settima ora non ne ha voluto sapere di riavviarsi in pitlane ed ha visto sostituire il diffusore posteriore, gli scarichi e lo starter, il tutto forse a causa un contatto precedente, perdendo circa 2 ore e mezzo di gara.

Due ore dopo è toccato alla sorella #3, cui è stato cambiato l’alternatore e ora viaggia circa 13 giri dietro gli altri contender della categoria, capeggiati alla metà gara da Maro Engel con Mercedes #97 del WeatherTech Racing, seguito da presso dalla Porsche KCMG di Alexandre imperatori e dalla Ferrari di Risi Competizione, ora con James Calado al volante.

Va detto che, anche grazie ad una serie di Full Course Yellow, le prime sette GTD Pro viaggiano tutte nello stesso giro, nonostante anche una pioggia di dure penalità di Stop + 3’30” per comportamento non corretto in regime di neutralizzazione che ha coinvolto alcune delle protagoniste quali la capolista, la Lexus #14, e due delle vetture top della GTD, la Lamborghini del TR3 Racing #19 e l’Aston Martin del Magnus Racing.

Tra le GTD alla metà gara conduce la McLaren di Inception Racing, pure rinvenuta da una penalità nelle prime fasi della corsa, davanti alla Porsche del Wright Motorsports – pure gravata da uno stop+60” – e all’unica Acura NSX GT3 iscritta da Gradient Racing.

Davanti è stato invece un alternarsi al comando della gara con qualche piccola disavventura nel mezzo. Il testimone è passato dalla Cadillac #02 del Chip Ganassi Racing, grazie ad un lungo positivo stint del neoacquisto Peugeot Kevin Magnussen, seguito poi dall’altra DPi V.R. #48 con Kamui Kobayashi.

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E’ stata poi la volta di Alexander Rossi con la Acura del WTR ma dopo 12 ore è Richard Westbrook a condurre con la Cadillac del JDC/Mustang Sampling, a precedere il quattro volte vincitore della Indy 500 Helio Catsroneves sull’altra Acura del Meyer Shank Racing nonostante una penalità per speeding.

Purtroppo per il team dell’Ohio, un errore da parte di Oliver Jarvis nel finale della 13ma ora li riporterà nei ranghi, mentre la Cadillac #48 deve sostenere la prima lunga sosta ai box tra le DPi. Da segnalare anche il contatto che ha visto coinvolti Marcus Ericsson e Tristan Nunez in curva 3 a gomme fredde.

Piloti IndyCar sugli scudi anche tra le LM P2, grazie a Rinus VeeKay e Pato O’Ward, saliti alla ribalta della categoria dopo il violento crash che ha visti coinvolto il temporaneo leader Fabio Scherer nel corso dell’undicesima ora con la vettura dell’High Class Racing. La dominatrice delle prime fasi di gara, la #52 del PR1 Mathiasen, viaggia comunque in terza posizione. Anche in questa categoria, la top five è ancora racchiusa nello stesso giro.

Tra le LM P3 infine, dopo qualche disavventura per la Ligier del CORE Autosport, la leadership è tornata nelle mani della vettura dei campioni del Riley Motorsports, ora con Kay van Berlo al volante, seguiti dalla Duqueine dei debuttanti dell’AWA con l’ex campione GTLM Kuno Wittmer.

Piero Lonardo

Foto: Corvette Racing, CGR

La classifica dopo la dodicesima ora

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USCC – Rolex 24, 3° Ora: Grande equilibrio, Cetilar ai box

Grande equilibrio tra le DPi nelle prime tre ore di gara della 60ma Rolex 24 at Daytona. Alla ripresa delle ostilità, dopo la mezz’ora circa spesa dai marshals per rimettere in condizione di tornare al team l’Oreca dell’ERA Motorsport purtroppo era proprio la Ferrari del Cetilar Racing a dover prendere la via dei box.

Un testacoda di Roberto Lacorte terminava infatti in una toccata da parte della Lexus di Frankie Montecalvo, che non riusciva ad evitare la 488 tricolore. I danni delle due GTD necessitavano di una lunga sosta e ora chiudono la classifica generale, con la RC F GT3 ancora ai box dopo oltre un’ora e mezza.

Davanti Komui Kobayashi continuava a menare le danze, anche se il ranking delle altre DPi si rimescolava continuamente. Purtroppo però per Action Express, un testacoda di Josè Maria Lopez a gomme fredde permetteva alla vettura gemella di Tristan Nunez di passare davanti, e la Cadillac #48 perdeva cosí contatto dai primi.

Era quindi la volta dell’Acura del Meyer Shank Racing che, penalizzata da un primo pit rallentato da un dado difettoso, recuperava con Helio Castroneves sull’altra ARX-05 ora con Will Stevens al volante.

Se tra le LM P2 e le LM P3 ad un ottavo di gara si confermano il PR1 Mathiasen ed il Riley Motorsports (l’Oreca #52 sarà vittima peró di un contatto da parte di Rinus VeeKay appena passate le tre ore), la lotta è stata ancora una volta eccitante tra le GT. A dare spettacolo soprattutto le Porsche GTD Pro di Pfaff Motorsports, WeatherTech Racing e KCMG, che si scambiavano ripetutamente le posizioni.

Allo scadere della terza ora però una nuova Full Course Yellow spezzava nuovamente il ritmo di gara, protagonista la Porsche GTD del GMG Racing di Kyle Washington che si schiantava in curva 5, lasciando il campione in carica della serie Felipe Nasr con 2”5 di vantaggio sulla Lexus di Kyle Kirkwood e sulle due Corvette, rinvenute da dietro, di Tommy Milner e Jordan Taylor. Notte fonda anticipata invece per le due BMW M4 GT3 ufficiali del Team RLL, desolatamente ultime della categoria.

Nella classe Pro/Am infine dopo 180’ Mikael Grenier con la Mercedes del Winward Racing precede la Lamborghini del CarBahn e la Porsche del Wright Motorsports. Nella categoria da segnalare il contatto in pitlane che ha rallentato la McLaren di Inception Racing e la toccata alla Lamborghini di Jim Megrue da parte di Alessio Picariello.

Piero Lonardo

Foto: IMSA

La classifica dopo la terza ora

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USCC – Rolex 24, Start: Kobayashi scatenato prima del crash di Merriman

61 vetture sono tante, e se ne sono accorti un po’ tutti i piloti impegnati in queste prime fasi della 60ma Rolex 24 at Daytona, dove non sono già mancati quei duelli che di solito sono riservati al finale della classica di apertura di stagione.

Il primo brivido prima del via, con Dwight Merriman che si gira in pitlane sulla sua Oreca LM P2: una direzione gara quantomai magnanima gli permette di riprendere la propria posizione per la partenza.

Già dopo la linea dello start il polesitter Filipe Albuquerque è costretto a cedere a Tristan Vautier, ma anche la leadership della Cadillac del JDC/Mustang Sampling dura poco, grazie ad un Kamui Kobayashi sempre ispirato (il giapponese di Toyota ha già vinto qui nel 2019 e nel 2020), mentre il vicecampione IMSA cede anche alle Cadillac di Sebastien Bourdais.

Quest’ultimo passa il connazionale per la seconda piazza ed approfitta della prima sosta per prendere la testa della gara. Purtroppo per il tetracampione ChampCar si ritrova intruppato dietro alcune LM P2 e con gomme fredde è costretto a cedere a quasi tutto il gruppo delle DPi, qui all’ultima apparizione in attesa delle nuove GTP.

Tra le LM P2 John Falb, scattato in testa, viene sanzionato per jump start e pertanto è il solito Ben Keating a riprendere la testa della categoria. Polesitter al top anche in LM P3 con Jarett Andretti.

Subito accesa invece la battaglia tra le GT, con Marco Mapelli, partito al palo nelle GTD Pro, presto incalzato da Ben Barnicoat e la Lexus #14. Ma dopo circa mezz’ora di gara è John Miller ad emergere su tutti con la McLaren del Crucial Motorsports, che a sua volta deve cedere alla Porsche dello Pfaff Motorsport di Mathieu Jaminet.

Al minuto 49 però Dwight Merriman – sempre lui – arriva lungo in curva 1 e si gira prendendo le gomme a protezione, causando la prima Full Course Yellow della gara.

Dopo la prima ora, sempre in regime di neutralizzazione, davanti a tutti c’è ancora Kobayashi su Vautier e Bourdais, il quale dopo la seconda sosta ha ripreso la terza piazza sul teammate Earl Bamber, poi Albuquerque, Derani, Bamber e Blomqvist.

Tra le LM P2, dopo gli emergency pit, ora al comando c’è Dennis Andersen con la vettura dell’High Class Racing, mentre il campione in carica delle LM P3, Gar Robinson, ha preso il comando della categoria.

Tris Porsche infine in GTD, con Till Bechtolsheimer (GTD), Jaminet (GTD Pro) e Julien Andlauer (GTD Pro)

Piero Lonardo

Foto: IMSA

La classifica dopo la prima ora

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USCC – Bourdais, ultima zampata a Daytona prima dello start. Novità: nasce la GTP ed il programma Ford Mustang GT3

E’ stato di Sebastien Bourdais l’ultimo acuto nelle ultime libere concluse poco fa a Daytona. Il quattro volte campione ChampCar, già trionfatore qui nel 2014, ha chiuso la sessione, finalmente all’asciutto, col tempo di 1.34.732, e con la DPi V.R #01 del Team Ganassi guida un pokerissimo di Cadillac seguito a ruota dal connazionale Loic Duval del JDC/Mustang Sampling, dal campione in carica WEC Josè Maria Lopez con la vettura #48 dell’Action Express/Ally.

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Le due Acura chiudono lo schieramento delle DPi, dopo che nella nottata italiana Filipe Albuquerque ha dominato le due ore serali rese difficoltose ancora una volta dalla pioggia.

Tra le LM P2, migliore prestazione per Phil Hanson con la vettura di United Autosports ed il best crono di 1.37.639, mentre tra le LM P3 è stato l’astro nascente della Road to Indy Rasmus Lindh a svettare col tempo di 1.39.359 con la Ligier dell’Andretti Autosport.

Andretti

In GTD Pro tornano in auge i nostri colori, grazie a Mirko Bortolotti, che con la Lamborghini del TR3 Racing precede di 3 decimi, col tempo di 1.46.085, la Porsche Proton di Matteo Cairoli. P8 per Daniel Serra con la Ferrari 488 GT3 di Risi Competizione.

Tra le GTD infine, Jan Heylen ha portato in alto la Porsche del Wright Motorsports col tempo di 1.46.399 davanti alla Mercedes di Raffaele Marciello. La Ferrari del Cetilar Racing chiude piuttosto lontana, a 1”2 dal leader.

Ma la giornata è stata movimentata da due annunci importanti: in primis il ritorno delle GTP quale categoria top a partire dal 2023. La storica denominazione Grand Touring Prototype, in auge nell’endurance americana dal 1981 al 1983, verrà applicata, al pari della LMH WEC, per identificare le LMDh e le Hypercar, che dalla prossima stagione sostituiranno le DPi.

MUSTANG

In seconda battuta, ma non meno importante, l’annuncio di Ford, che sempre dalla prossima stagione schiererà un programma ufficiale per la nuova Mustang GT3. La vettura, il cui sviluppo vedrà coinvolto il driver designato Joey Hand, già tra i trionfatori di Le Mans in GTE-Pro nel 2016 con la Ford GT, sarà gestito da Multimatic e monterà un 5 litri V8 sviluppato da M-Sport. Non è esclusa una sua partecipazione a Le Mans nel 2024, anno in cui la serie mondiale adotterà lo standard GT3.

Tutto pronto per lo start della 60ma Rolex 24 at Daytona, a partire dalle 1.40 PM ET di domani, pari alle 19.40 italiane. Il meteo si preannuncia assai proibitivo con punte in negativo di -1 durante la notte, anche se è scongiurata la temuta pioggia. Come sempre la gara sarà godibile in free streaming sul sito IMSA www.imsa.com.

Piero Lonardo

Foto: IMSA, WTR, Ford

I risultati delle Libere 3

I risultati delle Libere 4

IMSA WeatherTech SportsCar Championship

USCC – Kobayashi tra i rovesci, top a Daytona nelle libere odierne

Il duello fra Cadillac ed Acura a Daytona nella prima giornata di libere volge a favore delle prime. In una giornata gelida, ha rifatto capolino anche la pioggia e Kamui Kobayashi è riuscito a mettere a segno il miglior tempo di 1.35.470 nella prima parte delle libere 2 con la DPi V.R. dell’Action Express/Ally davanti al teammate (anche in Toyota) Mike Conway con l’altra vettura del team coi colori del Whelen Racing.

DragonS2

Nel primo turno, svoltosi completamente su pista bagnata, era stato a sorpresa Pato O’Ward a primeggiare con l’Oreca LM P2 del DragonSpeed ed il tempo di 1.49.251. Nel pomeriggio è stata la promessa Audi Nico Mueller con la vettura dell’High Class Racing a svettare nella classe cadetta con 1.37.012.

Tra le LM P3, Felipe Fraga al vertice con la Ligier campione in carica del Riley Motorsports conduce un trio di JS P320 completato dal Performance Tech e dal Sean Creech Motorsport, quest’ultimo con il tre volte vincitore della Rolex 24, Joao Barbosa.

Mercedes sugli scudi invece in GTD, con Mikael Grenier e Maximilian Goetz con le AMG GT3 del Winward Racing e dell’Alegra Motorsports. A seguite la McLaren 720S GT3 di Patrick Gallagher iscritta dal Crucial Motorsports. Primo tra le Ferrari Nicklas Nielsen col sesto tempo.

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In GTD Pro infine primato temporaneo per la Lexus RC F GT3 del Vasser Sullivan con Jack Hawksworth ed il tempo di 1.48.725. Si riaffacciano nella top five Corvette e BMW rinvigorite dall’ennesimo cambiamento al BoP.

Da segnalare che nonostante le condizioni meteo avverse, nelle oltre cinque ore a disposizione dei 61 equipaggi è stata chiamata un’unica interruzione per la Duqueine LM P3 del Forty7 Motorsports ferma lungo la pista.

La giornata si completa con la terza sessione di libere in notturna, a partire dalle 7.15 PM ET. Domani in programma l’ultima sessione di libere alle 11.20 AM ET.

Piero Lonardo

Foto: IMSA, Ferrari Races

I risultati delle Libere 1

I risultati delle Libere 2

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WEC/USCC – Un V8 biturbo per la Porsche LMDh

Dopo le prime immagini apparse qualche settimana addietro sui suoi account social, Porsche ha diffuso oggi nuove foto ed un aggiornamento della situazione inerente la nuova LMDh.

Il programma di test della vettura, ancora senza un nome ufficiale, è stato iniziato e prosegue, come riportato nel comunicato stampa, secondo la tabella di marcia prevista.

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La nuova arma per il WEC e l’IMSA è ora noto verrà spinta da un propulsore termico V8 biturbo del peso di circa 180 kg capace di generare tra i 480 ed i 520 kW, in grado quindi di garantire con tranquillità i 500 kW massimi richiesti dal regolamento insieme al sistema ibrido.

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“Siamo stati indecisi nella scelta del motore per il nostro prototipo LMDh, perchè la gamma dei nostri prodotti offre diverse unità come baseline – ha affermato Thomas Laudenbach, Vice Presidente di Porsche Motorsport. “Abbiamo optato per un V8 biturbo che crediamo offra la migliore combinazione di prestazioni, peso e costi. Il kick-off del programma di test era uno step importante per il progetto.”

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Urs Kuratle, Responsabile del progetto LMDh ha poi commentato: “Il rollout della LMDh è stato anche il primo outing in pista per Porsche Penske Motorsport. La squadra ha lavorato bene insieme sin dall’inizio e ciò ha dimostrato un alto livello di professionalità in ogni area. I livelli operativi per operare in modo sicuro su un veicolo ibridi sono molto alti. Nelle prossime uscite ci focalizzeremo ancora più a fondo sui processi e sulle procedure necessarie. Durante queste prime giornate di test a Weissach -  ha concluso Kuratle –  il V8 biturbo ci ha impressionato in ogni aspetto e siamo convinti che abbiamo scelto proprio l’unità giusta.”

Piero Lonardo

Foto: Porsche

GTDs

USCC – Cambia ancora il BoP a Daytona per Corvette e BMW

Modificato ancora una volta il Balance of Performance in vista della 60ma Rolex 24 at Daytona, in programma a partire da giovedí.

L’IMSA ha infatti distribuito un nuovo bollettino in cui sono ancora protagoniste soprattutto Corvette e BMW, cui erano già state modificate le equivalenze durante i test collettivi, la Roar Before the 24.

Alle C8.R e alle M4 GT3, che non hanno certamente brillato nemmeno nella Qualifying Race di domenica, sono stati assegnati rispettivamente 15 e 10 kg extra, a parità di potenza, ma è stato concesso di aumentare l’incidenza minima dell’ala posteriore in +8 e -2,2 gradi per migliorare la velocità di punta. In più, alle BMW è stata ridotta la capienza del serbatoio di 4 litri.

Altre modifiche riguardano la McLaren 720S GT3 (+4 litri di carburante) e l’Acura NSX GT3, cui sono stati concessi 20 kg di abbuono e pure 4 litri extra nel serbatoio, mentre le Mercedes AMG GT3 e le Lamborghini Huracàn viaggeranno con incidenza minima diminuita a +0,8 e +6,8. Nessuna variazione per le Ferrari 488 GT3 Evo.

Rese note nel post gara alcune infrazioni ad un paio di vetture, che di conseguenza perderanno la posizioni in griglia guadagnata in gara. Per la precisione di tratta delle Porsche del WeatherTech Racing e del Wright Motorsports, rispettivamente seconda in GTD Pro e terza tra le GTD, e della Mercedes #97 sempre del WeatherTech Racing, quinta tra le GTD Pro.

Queste tre vetture avrebbero corso con delle specifiche non autorizzate dall’IMSA e dalla Michelin, fornitore dei pneumatici, in tema di camber e pressione delle gomme, e scontano una penalità virtuale di 50” pari ad un drive-through, che le pone ora assai più dietro sulla griglia di partenza.

Cambiamento dell’ultima ora infine nelle file del Glibert Korthoff Motorsports, con James Davison, già polesitter tra le GTD nel 2015, che prenderà il posto di Guy Cosmo al volante della Mercedes AMG GT3 #32. Non sono note le motivazioni che hanno portato la separazione fra il popolare pilota newyorkese ed il team, col quale avrebbe dovuto disputare l’intera serie al fianco di Mike Skeen.

Nell’attesa dello start della 24 Ore, previsto per le 1.40 PM ET di sabato 29 gennaio, quattro turni di prove libere per affinare gli assetti, a partire dalle 11.05 AM ET di domani, giovedí 27.

Piero Lonardo

Foto: IMSA

L’ordine di arrivo definitivo della Qualifying Race

WTR

USCC – Il WTR parte da dietro ma non perdona nella Qualy Race. Bortolotti/Caldarelli si impongono in GTD Pro

Il Wayne Taylor Racing si dimostra ancora una volta la squadra da battere concludendo davanti a tutti anche la Qualifying Race che va a chiudere il weekend della Roar Before the 24.

Filipe Albuquerque, costretto a partire dietro le altre DPi a causa di un’infrazione nell’incidenza dell’ala posteriore nelle qualifiche, ha lasciato sfogare gli avversari, condotti dal polesitter Tristan Vautier con la Cadillac del JDC/Mustang Sampling, nella prima parte di gara.

Alla seconda ed ultima sosta, il box del WTR ha come spesso accade nella serie IMSA, condotto un pitstop migliore degli altri, permettendo a Ricky Taylor di passare al comando.

Vano il tentativo all’ultimo giro da parte di Richard Westbrook, subentrato a Vautier, di entrare all’interno della Acura #10, col pilota britannico che si girava all’esterno di curva 1, mantenendo comunque la seconda piazza finale.

A seguire Kamui Kobayashi e Jimmie Johnson, distanziati di circa 10”, davanti alla seconda ARX-05 del Meyer Shank Racing di Tom Blomqvist ed Oliver Jarvis. Le due Cadillac del Team Ganassi e l’altra DPi V.R dell’Action Express/Whelen Racing chiudono lo schieramento della top class, gravate tutte da una sosta extra per velocità eccessiva ai box.

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Non Sfugge nemmeno al PR1/Mathiasen di Ben Keating e Mikkel Jensen il successo tra le LM P2. Sorpreso al via dalla vettura gemella di Steven Thomas, il gentleman texano ha ripreso presto la testa della categoria per il team di Bobby Oergel, che ha proseguito senza intoppi sino al traguardo, relegando la concorrenza, guidata sempre dalla seconda Oreca del team, la #11, a 20”.

Andretti

Piccolo dramma invece tra le LM P3, dove i leader del Muehlner Motorsports hanno dovuto cedere dopo quasi un’ora di gara all’Andretti Autosport di Jarett Andretti e Josh Burdon, che hanno dato un giro all’altra Duqueine del team belga condotta da Moritz Kranz ed Ayrton Ori. Alla gara non ha partecipato la Ligier del CORE Autosport, mentre anche i campioni in carica del Riley Autosport sono stati costretti al ritiro anticipato.

Bella battaglia senza esclusione di colpi nella nuova categoria GTD Pro che da quest’anno sostituisce le GTLM, con specifiche GT3. Allo start era la Porsche dello Pfaff Motorsports a prendere subito il comando sull’altra 911 GT3 R in pole del KCMG di Alexandre Imperatori. Dietro le due Porsche si davano battaglia la Lamborghini del TR3 di Andrea Caldarelli e l’Aston Martin dello Heart of Racing di Ross Gunn.

La sosta del team di Paul Ip lasciava Patrick Pilet, subentrato ad Imperatori, nelle retrovie, cosí il neoacquisto Porsche/Penske, Felipe Nasr, sembrava potersi aggiudicare la vittoria, ma non aveva fatto i conti con Alessio Picariello e Mirko Bortolotti. Alla fine era la Lamborghini #63 a primeggiare sulla Porsche del WeatherTech Racing, con Nasr a completare il podio.

Gara invece piuttosto monotona tra le GTD, con la Mercedes del Sun Energy 1 in pole con Kenny Habul a cedere presto le armi all’altra AMG GT3 del Winward Racing di Russell Ward e Lucas Auer. Unici ad impensierire le GT tedesche la McLaren del Crucial Motorsports di Paul Holton e Jon Miller.

Gara in tono minore per le Ferrari, con Alessio Rovera e Roberto Lacorte in P12 delle GTD davanti all’altra 488 GT3 di Daniel Serra e Davide Rigon, undicesima fra le Pro.

Gara indecifrabile delle Corvette e delle nuove BMW; curiosamente, l’unica in palla delle nuove M4 GT3 è stata quella del Turner Motorsport, che però ha dovuto fare i conti con l’Aston di Tom Gamble, finendo entrambe ko.

E’ tutto per questa Roar; l’appuntamento ora è per le prime libere della 60ma Rolex 24 at Daytona, a partire dalle 11.05 AM ET di giovedí 27 gennaio. Lo start della gara, con l’Acura #10 in pole, alle 1.40 PM ET, pari alle 19.40 italiane, di sabato 29.

Piero Lonardo

Foto: WTR, PR1, Andretti Autosport

L’ordine di arrivo della Qualifying Race