Prima vittoria Alpine in Hypercar alla 6 Ore del Fuji, penultimo appuntamento del FIA WEC 2025 con la #35 di Ferdinand Habsburg, Charles Milesi e Paul-Loup Chatin davanti alla Peugeot di Paul di Resta, Jean-Eric Vergne e Mikkel Jensen.
Atteso che a dire il vero il costruttore francese aveva conquistato due vittorie nel 2022 con l’ex-Rebellion LM P1 ammessa per grazia ricevuta alla massima categoria, si è trattato di un successo costruito sulla caparbietà, probabilmente alimentato da un ultimo pit non eccezionale da parte della 9X8 #93, quest’ultima meritatamente al comando dopo una gara di testa, e comunque capace di tenere a bada nel finale le due Porsche Penske, soprattutto la #6 in contention per il titolo, che completa il podio.
Venendo alla gara, diciamo subito che chi ha incensato il precedente round di Austin, pesantemente viziato da meteo e direzione corsa, non sappiamo come possa considerare questa ultima 6 Ore, combattuta dall’inizio alla fine e con praticamente tutti i marchi competitivi. E dire che il BoP era sostanzialmente quello del COTA…

Le due Cadillac protagoniste delle Qualifiche, come già accaduto a Le Mans, sono sparite dalla lotta per il primato. Prima la #38, uccellata dopo un’ora di gara al restart della prima delle tre Safety Car di giornata, in seguito la #12 partita dalla pole ha sofferto di una strategia che l’ha trovata intruppata alla seconda uscita della vettura di servizio, stavolta sacrosanta, generata dal crash della BMW di Raffaele Marciello in curva 8. Lynn e soci sono riusciti a rimontare fino alla settima posizione finale, mentre l’altra V-Series.R ha chiuso addirittura in P13.
Al contrario, le Porsche Penske sono riuscite a rimanere nella zona calda, con la #6 di Estre e Vanthoor ad emergere presto dalla 17ma piazzola di partenza. Un bel problema questo per le Ferrari, che entrano in top ten solo con la #83 di AF Corse, nonostante i danni provocati da un contatto iniziale con l’Aston Martin #007 e la BMW #15.
Mentre la 499P #51 collezionava penalità, Antonio Fuoco nel secondo terzo di gara si è eretto a baluardo delle Rosse, stabile in top five; la scelta però di cambiare tutte e quattro le gomme all’ultima sosta lasciava Miguel Molina senza armi per potersi riprendere e terminava alle spalle della “yellow submarine”.
Anche Toyota, nonostante i soliti peana della vigilia, dal canto suo ha avuto chances di vittoria con la #7, dopo che un emergency pit per una foratura ad inizio gara – causato dall’Alpine vincitrice – sanzionato con ben 3’ di Stop&Go, aveva tolto presto dai giochi la #8. La terza Safety Car, che ha generato la separazione finale a due ore dalla bandiera a scacchi, ha lasciato Nicky de Vries, al momento secondo ed in lotta con Vergne, al di fuori della lotta per la vittoria. Degno di nota, rimanendo in tema, anche l’harakiri Aston Martin, col contatto fratricida fra la Vakyrie #007 e la Vantage GT3 #27.

La classifica piloti ora vede Estre e Vanthoor avvicinarsi pericolosamente alle due 499P, con la #51 ora a 21 punti e la #83 a appena 7 lunghezze avanti. Riguardo alla classifica costruttori invece, il distacco dalle Rosse, accorciato a -39, con 66 punti totali in palio in Bahrain, non permette a Ferrari di aggiudicarsi il titolo in anticipo.
UPDATE: La oramai consueta pioggia di penalità del post-gara ha promosso la Ferrari #83 al nono posto. Il distacco dalla Porsche #6 ora ammonta ad 8 punti. Non cambia la classifica di testa per il titolo costruttori.

Ferrari anche oggi non può festeggiare nemmeno in LM GT3, dove la 296 GT3 #21 di Alessio Rovera, Francois Heriau e Simon Mann, meritatamente al comando nelle fasi finali di gara, è stata sanzionata a babbo ampiamente deceduto di 5” per un non meglio specificato pitstop infringement.
Il carburante immesso nell’ultimo splash cui si sono dovute sottoporre le vetture di testa non ha permesso al varesino di mantenere il vantaggio necessario sulla Corvette #33 di Rui Andreade, Charlie Eastwood e Tom van Rompuy, e si deve accontentare della piazza d’onore.

Peccato anche per l’altra vettura di VISTA AF Corse, la cui strategia non è stata sufficiente per un pelo a terminare senza rabbocco, e che si piazza comunque sesta alle spalle delle due BMW e della Porsche Manthey 1st Phorm, trascinata da un positivissimo Riccardo Pera, insignito anche del Goodyear Wingfoot Award.
In classifica, si assottiglia ad appena 11 punti il distacco dalla Porsche #92 nei confronti di Rovera e c., mentre rimangono matematicamente in lotta per il successo finale anche le due Corvette, con i vincitori odierni sotto di 24 punti e l’equipaggio della #81 a -35.
UPDATE: I 10″ extra assegnati nel post-gara alla Corvette #81 li estromettono dalla lotta per il titolo delle LM GT3.
E’ tutto dal Fuji. Se ne riparlerà in Bahrain l’8 novembre.
Piero Lonardo
Foto: Piero Lonardo
L’ordine di arrivo della 6 Ore del Fuji