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WEC – Montoya a Le Mans per Derani in DragonSpeed

Con una mossa a sorpresa il DragonSpeed ha annunciato Juan Pablo Montoya a bordo di una delle sue due Oreca LM P2 iscritte per la 88ma 24 Ore di Le Mans.

Il colombiano, alla sua seconda Le Mans dopo il debutto del 2018 con la Ligier di United Autosports, andrà a sostituire Pipo Derani al fianco di Memo Rojas e Timothè Buret sulla entry #21. Non del tutto chiare le cause che hanno spinto Derani a dare forfait anticipato alla sua sesta Le Mans consecutiva, ma il giovane brasiliano ha comunque augurato il meglio al team.

Ricordiamo che l’altra vettura del team diretto da Elton Julian sarà guidata da Ben Hanley, Henrik Hedman e da quel Renger van der Zande, compagno di squadra al WTR di Ryan Briscoe, protagonista insieme a Montoya di un tamponamento all’entrata della corsia box di Road Atlanta e che ne ha compromesso le possibilità di vittoria nella gara IMSA di sabato scorso.

Un’altra novità dell’ultimo momento è data dall’ingaggio di Vincent Abril nelle fila dell’MR Racing. Il 25enne transalpino, alla sua seconda Le Mans dopo il debutto dello scorso anno con il Proton Competition, sostituirà la star giapponese Yuki Sekiguchi, il quale ha preferito rimanere concentrato sugli obiettivi domestici (Super GT e Super Formula), al fianco di Kei Cozzolino e Takeshi Kimura.

La presenza di Carlos Tavares infine quale starter ufficiale della 24 Ore dovrebbe essere foriera, almeno secondo alcune fonti della stampa specializzata, della presentazione dei futuri programmi Peugeot nel World Endurance Championship. La casa del Leone, uscita repentinamente dalle competizioni di durata nel 2012, alla vigilia del varo della serie mondiale, ha da tempo annunciato di voler rientrare in pista a partire dal 2022 con una nuova Hypercar.

GR

Al momento gli unici costruttori aderenti alla nuova categoria sono come noto Toyota, che dovrebbe iniziare i collaudi in pista il mese prossimo della nuova GR Super Sport, Glickenhaus, che in attesa dei primi test del motore sta proseguendo con le verifiche alla galleria del vento della SCG007, e, almeno nominalmente, ByKolles, del cui effort però si conosce al momento poco o nulla. E’ quasi sicuro infine che l’introduzione delle nuove LMDh slitterà dal 2022 al 2023, ma anche di questo si potrebbe avere conferma durante il weekend della Sarthe.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Toyota

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WEC – G-Drive raddoppia per Le Mans con Tandy, Jarvis e Cullen

A sorpresa l’ACO ha accettato una nuova entry per la 88ma 24 Ore di Le Mans. Si tratta di una seconda Oreca LM P2 per G-Drive, che sarà coadiuvata tecnicamente da Algarve Pro Racing.

Al volante della vettura schierata dal combo trionfatore nell’ultima edizione dell’Asian Le Mans Series, uno degli artefici del primo successo della Porsche 919 Hybrid nell’edizione 2015 della classica della Sarthe, Nick Tandy, il quale si schiererà assieme all’ex-pilota ufficiale Audi ed attuale pilota Mazda nel WeatherTech SportsCar Championship Oliver Jarvis, e all’irlandese Ryan Cullen, sub a Spa per l‘indisponibile Gabriel Aubry nonché colonna del DragonSpeed nell’European Le Mans Series.

G-Drive ricordiamo sarà al via con un’altra Oreca ribattezzata Aurus per Roman Rusinov, Mikkel Jensen e e Jean-Eric Vergne, così come Algarve Pro Racing, con un’analoga vettura per John Falb, Matthew McMurry e Simon Trummer.

L’entry list tornerebbe così alla cifra di 60 unità, ma si è saputo che il team Project 1 avrebbe qualche problema nello schierare la sua terza vettura in GTE-Am. Sulla Porsche #89, originariamente iscritta per Steve Brooks, attualmente impegnato col team Virage nella Michelin Le Mans Cup, avrebbero dovuto salire anche Bruno e Benoit Fretin, ma i due amatori francesi pare non siano più in grado per motivi personali – cita un noto media francese – di affrontare la gara.

Il team tedesco si trova ora, a meno di tre settimane dallo start della 24 Ore, che verrà dato dal presidente del gruppo PSA, Carlos Tavares, nella difficile posizione di dover cercare due nuovi piloti.

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Chi invece non ha problemi di equipaggio è il JMW Motorsport, che è riuscita nel compito di ingaggiare una stella di valore assoluto, quale Jan Magnussen, sulla sua Ferrari 488 GTE Evo, insieme agli statunitensi Richard Heistand e Max Root. Presentata nei giorni scorsi la livrea, ancora una volta particolare, per Le Mans.

Rivelata anche la nuova livrea del Team ByKolles per Tom Dillmann, Oliver Webb ed il deb di lusso Bruno Spengler. La composizione è opera dello studio Mark Antar Design, che per il secondo anno consecutivo ha curato la grafica della Enso CLM P1/01 a motore Gibson.

Alla data odierna mancano ancora all’appello il nome del terzo pilota cha affiancherà Tatiana Calderon e Sophie Floersch sull’Oreca LM P2 del Richard Mille Racing e del terzo pilota della Porsche #78 del Proton Competition.

Piero Lonardo

L’entry list aggiornata della 88ma 24 Ore di Le Mans

Foto: ByKolles, JMW

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USCC – Road Atlanta 6H, Castroneves e Ricky Taylor concedono il bis

Helio Castroneves e Ricky Taylor si aggiudicano la TireRack.com Grand Prix at Michelin Raceway Road Atlanta. La gara, della durata di 6 ore in sostituzione del Glen, annullato causa COVID, era valida quale sesta tappa del WeatherTech SportsCar Championship.

Come spesso accade sullo splendido ma insidioso tracciato della Georgia si è trattato di una gara avvincente e combattuta sino allo shootout finale, ancorchè non determinante, generato dal crash che ha tolto di mezzo Juan Pablo Montoya, impegnato nella rincorsa al podio con Tristan Vautier ed Felipe Nasr.

Ma andiamo per gradi. Allo start era subito Full Course Yellow per il contatto tra Felipe Nasr e Dane Cameron, che partivano dietro al polesitter, Helio Castroneves con la Acura Penske #7. Per evitarle si giravano anche l’Oreca LM P2 dell’Era Motorsport di Dwight Merrriman e la Cadillac DPi di Matheus Leist, entrambe con danni che necessitavano di lunghe soste ai box, culminate con il ritiro definitivo della gialla “Banana boat”.

Dopo il sacrosanto drive-through al dominatore dell’ultima Petit Le Mans, Castroneves conduceva fino alla successiva neutralizzazione, chiamata dopo appena 22’, protagonista lo specchietto destro della BMW #25, divelto dalla Mazda DPi di Harry Tincknell.

Al primo pit però il leader provvisorio della gara incorreva in ben due comportamenti scorretti, velocità eccessiva ai box, da cui usciva col semaforo rosso. Gara quindi compromessa per il popolare “spider-man”, e leadership, con l’altra Acura pure attardata per una sosta ai box per verificare i danni del contatto allo start, alla Cadillac del WTR con Renger van der Zande.

In GTLM, la Porsche #911 in pole con Nick Tandy cedeva alla Corvette di Tommy Milner, mentre in GTD era la Lamborghini del GRT Grasser di Steijn Schothorst a menare le danze.

La terza Full Course Yellow arrivava poco dopo lo scadere della prima ora, a causa della gomma lasciata in cima alla discesa di curva 11 dalla Corvette capolista causa foratura. Nel frattempo, ancora problemi per le Porsche, con il campione in carica della GTLM, Laurens Vanthoor che veniva sanzionato dalla direzione gara con un drive-through per essere passato sopra l’equipaggiamento ai box. Makowiecki, salito sulla Porsche #911, si ritrovava in testa alla categoria ma doveva presto cedere alla Corvette di Antonio Garcia ed alle BMW di Bruno Spengler e John Edwards.

La leadership della nera Cadillac #10 di Ryan Briscoe di protraeva sino al termine del terzo di gara, allorquando, a causa di una foratura (una delle tante quest’oggi), la strategia del WTR doveva cambiare. Il comando delle operazioni passava quindi alla Acura #6, ora con Juan Pablo Montoya al volante, mentre Bryan Sellers, anche qui grazie ad una curiosa strategia del GRT, ereditava la leadership fra le GTD con l’altra Lamborghini del Paul Miller Racing.

Testa

Seguiva un lungo periodo di corsa libera, in cui le Mazda rompevano gli indugi e si portavano alle spalle della Acura di testa, a sua volta pressata dalla Cadillac del Whelen Racing, che con Pipo Derani prima e con Filipe Albuquerque poi, aveva riconquistato il gap perso con la sosta extra.

Frattanto la Porsche #911, nonostante i 20 kg di zavorra extra assegnati dal BoP alle due 911 RSR-19, riusciva a riportarsi in testa alla GTLM, al contrario della vettura gemella, ancora più attardata per un altro drive-though comminato a causa di lavori non consentiti (ai freni, altro componente assai sollecitato) in corsia box.

Il sorpasso delle Mazda avviene al termine della quarta ora, grazie a Tristan Nunez, il quale si sbarazzava di Pipo Derani e Dane Cameron e prendeva il largo sui due, che si scambiavano le posizioni. Purtroppo per il veloce brasiliano, un contatto spediva Spencer Pumpelly e la Lambo del GRT Magnus contro le gomme all’esterno delle Esses. Inevitabile una nuova penalità per la Cadillac #11, che era costretta a ripartire dal fondo per la seconda volta.

Acura86 Nel frattempo l’Acura NSX GT3 del campione in carica Mario Farnbacher riusciva ad avere la meglio in GTD su Madison Snow, subentrato a Sellers, e alle sempre insidiose Lexus dell’AIM Vasser Sullivan, Queste ultime  però perdevano per lungo tempo una delle due contender, la RC F GT3 #14 di Jack Hawksworth, a causa dei danni conseguenti all’ennesima foratura della giornata, sicuramente propiziate dalla notevole temperatura dell’asfalto. La gara aveva già perso frattanto la BMW M6 GT3 trionfatrice al VIR, attardatasi lungamente ai box per risolvere problemi ai freni.

Ma anche la Mazda di testa doveva pagare pegno e con meno di 90’ rimasti sul cronometro era costretta ad una lunga sosta per risolvere problemi di surriscaldamento. Leadership quindi di nuovo nelle mani delle Acura, con Ricky Taylor che aveva presto la meglio sul compagno di squadra Dane Cameron.

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Ad un’ora dalla fine le ultime soste per le GT, e incredibilmente la Porsche al comando delle GTLM cedeva di schianto, lasciando il passo alla BMW #25, tornata nelle mani di Connor de Philippi per lo stint finale, ma anche alla Corvette #4, ripresasi dalla sosta extra iniziale, e all’altra M8 GTE di John Edwards.

Vano infine il tentativo di Harry Tincknell di riprendere terreno sulla Acura in testa alla gara, ma i colpi di scena non erano ancora terminati. Protagonista Juan Pablo Montoya, che prima propiziava il tamponamento in corsia box da parte della Cadillac di Ryan Briscoe – che lo seguiva da presso - sanzionato con un drive-through, e infine veniva centrato dalla Ferrari di Toni Vilander nei minuti finali di gara.

Va detto che il pilota finlandese è stato quasi certamente toccato dalla Cadillac di Tristan Vautier, impegnato nel tenere dietro per la terza piazza lo stesso Montoya e Felipe Nasr, rifattosi sotto per la terza volta, anche grazie ad un BoP per una volta favorevole alle Cadillac.

Acura7b La gara veniva neutralizzata per la quinta volta per permettere il recupero delle due vetture incidentate, e c’era spazio ancora per un paio di giri, che però non modificavano l’esito finale, con Helio Castroneves a festeggiare insieme a Ricky Taylor la seconda vittoria consecutiva dopo Road America davanti alla Mazda di Tincknell, Bomarito e Ryan Hunter-Reay e alla Cadillac di Derani, Nasr ed Albuquerque.

Secondo successo stagionale in GTLM dopo la Rolex 24 at Daytona per la BMW con Bruno Spengler e Connor de Philippi davanti alla Corvette di Oliver Gavin e Tommy Milner e all’altra BMW di Jesse Krohn e John Edwards.

In GTD, primo successo stagionale dell’Acura del Meyer Shank Racing con Mario Farnbacher, Matthew McMurry e Shinya Michimi davanti alla Lamborghini del Paul Miller Racing, con Bryan Sellers in grado di tenersi dietro per tutto l’ultimo stint la Porsche del Wright Motorsports di Pat Long.

PR52

A causa del crash iniziale che ha tolto di mezzo l’unica altra LM P2 presente, via libera infine per l’Oreca del PR1 Mathiasen di Patrick Kelly, qui con Simon Trummer e la giovanissima promessa Scott Huffaker. Il capoclassifica Cameron Cassels ed il Performance Tech hanno infatti preferito non presentarsi in Georgia a causa di problemi legati alle restrizioni per la pandemia per chi proviene, come Cassels, dal Canada.

In classifica generale, l’equipaggio del WTR, classificatosi quinto, mantiene il comando con 150 punti contro 146 di Sebastien Bourdais e Joao Barbosa, oggi quarti, i 145 di Pipo Derani ed i 144 di Castroneves e Rick Taylor.

Patrick Kelly dal canto suo, grazie all’assenza di Cassels, balza al comando delle LM P2, mentre in GTLM Antonio Garcia e Jordan Taylor, nonostante il quinto posto finale, continuano a guardare tutti dall’alto con i loro 191 punti. In GTD infine, grazie alla vittoria, ma anche alla defaillance tecnica della Lexus di Hawksworth, P10 al traguardo, Mario Farnbacher e Matthew McMurry si liberano della leadership in coabitazione e salgono a quota 150 contro i 139 di Aaron Telitz ed i 136 dello stesso Hawksworth. A quota 135 gli altri due teammate della Lexus #12, Townsend Bell e Frankie Montecalvo.

Il WeatherTech SportsCar Championship tornerà fra tre settimane, il 27 settembre a Mid-Ohio. Nel mezzo, dall’altra parte dell’oceano, la 24 Ore di Le Mans, presenti una ventina di piloti della serie americana. Mercoledì invece il tradizionale annuncio annuale sullo stato della serie, per la prima volta a cura del neopresidente John Doonan, dove dovrebbe essere rivelata la schedule 2021.

Piero Lonardo

L’ordine di arrivo

Foto: IMSA, Penske