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WEC/GTWC Europe – Valentino Rossi a ruota libera: dall’incidente di Imola alla 24h Spa con Rast e K-Mag

Nella cornice dell’inaugurazione della nuova faraonica sede di WRT abbiamo avuto la possibilità di fare nuovamente quattro chiacchiere, dopo il Qatar, con Valentino Rossi, pronto a disputare non solo il terzo round del FIA WEC in programma nel fine settimana, ma anche la 24h di Spa insieme, novità del giorno, a Renè Rast e Kevin Magnussen.

Probabilmente avete visto molte più fabbriche come questa di noi. Siamo rimasti tutti colpiti, tu cosa ne pensi?

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“Si, anche io sono rimasto sorpreso, è gigante. Hanno fatto un ottimo lavoro, ci sono moltissimi uffici e lo spazio non manca. Ma soprattutto l’officina è fantastica con un sacco di posto per le auto. Hanno fatto un grande passo avanti rispetto alla prima fabbrica e Penso che questo sia molto bello per il team, per far crescere la squadra in futuro. Quando inizi a lavorare in un posto nuovo come questo è sempre una grande motivazione, come quando cambi casa e vai a vivere in una più grande, tutto è più facile”.

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È il più grande edificio della tua carriera o ne hai visti di migliori in MotoGP?

“Questa è una buona domanda: ho visto tutti i produttori di moto come Aprilia, Honda, Yamaha e Ducati. Yamaha è in Italia, Gerno di Lesmo è piuttosto grande, ma penso che questo sia il più grande.”

Come ti senti a trovarti in questa situazione ora dopo tutta la tua carriera, auto e moto comprese ovviamente?

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“Sono molto felice di essere qui con WRT, seriamente. All’inizio è stato un po’ difficile fare la scelta, nelle moto conoscevo tutte le squadre ed i costruttori, ma quando sono passato alle auto per me è stata una cosa completamente nuova.

In MotoGP il livello è piuttosto alto, quindi ero un po’ preoccupato di non trovare lo stesso livello, ma alla fine ho fatto questa scelta dopo aver parlato con Vincent Vosse e qui è tutto fantastico, e tutte le persone che lavorano qui sono eccezionali. Allo stesso tempo in questo team ti diverti anche.

Ma soprattutto è bello essere qui per me perché mi sento al massimo livello in questo sport. Sono piuttosto contento di quello che ho ottenuto nei miei primi tre anni con le auto, tutto è una grande sfida perché ho diverse cose da migliorare, quindi ho sempre bisogno di un grande impegno perché purtroppo sono piuttosto vecchio (ride). Potessi avere 15 anni in meno, saremmo tutti più o meno sulla stessa barca, e quando si invecchia è un po’ più difficile migliorare, ma per me è molto emozionante tornare a essere un esordiente perché, sai, per me nel mondo delle moto so di sapere tutto, e ripartire non da lì, ma dall’inizio, è una grande avventura, e spero di poter migliorare le mie prestazioni nei prossimi anni.”

A Imola hai fatto un stint fantastico, ma alla fine hai commesso un errore che ti è costato la vittoria: puoi spiegarci cosa è successo?

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“Ero molto arrabbiato con me stesso e molto dispiaciuto dopo la gara di Imola, perché potevamo vincere. Quindi, prima di tutto, è stato un errore strategico per la gara, ma per me a volte non è molto facile perché sono cresciuto in un altro tipo di gare. E sinceramente, quando mi abituo al fatto che quando hai qualcuno davanti e sei più veloce, devi sorpassare. Perché con la moto si fa così.”

“Purtroppo, non ho capito bene che quello stint, il mio stint, dovesse essere breve perché il mio piano prevedeva due stint, ma sfortunatamente non è bastato per l’ora e 45 (minima) di guida. Quindi mi aspettavo di fare due stint completi e poi fermarmi, ma tre giri prima della seconda sosta mi hanno detto che dovevo rimanere ancora in macchina, e dopo, sinceramente, non capivo se dovevo fare tre, cinque o dieci giri. Perchè a volte, anche se finisci il tuo tempo, è meglio continuare ancora un po’ per continuare con la strategia, ed ero di gran lunga più veloce di chi mi stava davanti.”

“In quel punto esco meglio dalla prima della Rivazza e voglio mettere il muso dentro per allargare un po’ la curva per provare a sorpassare in rettilineo, perché di solito, quando lotto duramente con un’altra macchina, quando entro, guardo sempre gli specchietti perché so che con quella macchina tutti sono molto aggressivi e cercano tutti di mettere il muso dentro. Allora metto il muso ma lui (Simon Mann-ndr) non guarda lo specchietto. E’ colpa mia: ero in ritardo; peccato perchè andavo davvero forte, mi dispiace anche per la Ferrari perchè non volevo prenderlo, e abbiamo anche perso la possibilità di vincere, ma in ogni caso è stata una bella gara e comunque siamo arrivati sul podio, quindi, non è andata poi così male. E speriamo di poter continuare così e di poter lottare per il podio anche nelle prossime gare.”

 

Sei qui a Spa per la 6 ore WEC e poi per la 24 ore del GTWC: quali sono le tue possibilità qui questo fine settimana e tra sette weekend?

“Penso che questo sia piuttosto importante per me perché nelle prossime settimane avrò cinque giorni a Spa tra l’evento del FIA WEC ed il Prologue della 24h. Quest’anno durante l’inverno non ho fatto molti chilometri, quindi per me è un bene cercare di migliorare il mio ritmo e il mio feeling con la macchina, e penso che Spa sia la pista migliore per le auto così come il Mugello o Phillip Island per le moto ed è sempre divertente guidare qui. L’anno scorso siamo stati molto sfortunati perché un’altra macchina ci ha urtato e non ho nemmeno potuto guidare, quindi è stato molto frustrante e spero di potere fare meglio quest’anno. E poi cercherò di prepararmi per la 24 ore: stiamo parlando di una gara fantastica e mi diverto sempre molto perché è una sfida molto difficile. Ti trovi sempre in mezzo a 20 auto, il tempo cambia, quindi a volte devi decidere di cambiare le gomme e tutto il resto. Penso che sia la gara più difficile della stagione e speriamo di essere competitivi”. 

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Sarai con un grande team, WRT, e due piloti bravissimi ed esperti..

“Sono felice di poter correre con Kevin Magnussen e René Rast perchè penso di poter imparare molto da loro.  Se due anni fa mi avessero detto che avrei corso con un pilota di Formula Uno non credo che ci avrei creduto. Quando Vincent me l’ha detto per la prima volta, sono rimasto un po’ sorpreso. Abbiamo spinto molto per avere Rast con noi in auto e Kevin è molto contento, cosí penso che la formazione sia molto interessante”. 

Tornando a Imola, il sabato hai fatto la pole position. Immagino sia stata una grande emozione per te, la tua prima pole position con questa macchina e vedere tutte quelle bandiere col numero 46..

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“Sì, sono doppiamente contento perché di solito il giro veloce con le gomme nuove è il mio punto debole, ma a Imola ero pronto a fare due o tre giri velocissimi e conquistare la pole è sempre speciale. Mi fa molto piacere che ora il Silver Driver possa guidare durante l’Hyperpole perché ho bisogno di migliorare, mentre lo scorso anno questo non era possibile, e non si migliora mai se non ci si prova… Quindi sono molto contento e spero di essere competitivo anche nelle prossime gare, partire davanti è in ogni caso sempre fondamentale”.

Farai la pole venerdì a Spa? 

“Questa è una bella domanda: ci proverò″.

Intervista raccolta da Piero Lonardo e Luca Pellegrini

Foto: Piero Lonardo

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WEC – Sarà determinante il nuovo BoP per Spa?

Pubblicato oggi, a meno di due giorni dall’inizio dell’evento, il Balance of Performance della 6 Ore di Spa-Francorchamps, terzo appuntamento del FIA WEC.

Con la dovuta premessa che, risultati alla mano, e nonostante la nuova metodologia di comparazione, le precedenti equivalenze non ci sono sembrate determinanti per il risultato finale di Imola, le nuove tabelle citano che le Ferrari, reduci ricordiamo da due vittorie consecutive, correranno a Spa con ben 12 kg extra, risultando tra le più pesanti, con 1.057 kg a vuoto, insieme alle Toyota, pure appesantite di 4 kg, e che segnano il limite a 1.069 kg.

Entrambe le Hypercar perdono inoltre ben 19 e 20 kW sotto i 250 kmh, diventando le meno potenti, pur guadagnando qualcosa sulle alte velocità. Colpita anche BMW con 7 kg extra, 10 kw in meno e un 2,8% in più rispetto alla soglia dei 250 kmh.

Percorso esattamente contrario per le Aston Martin Valkyrie, che sono state alleggerite di 16 kg rispetto all’autodromo del Santerno e a cui vengono concessi 15 kW extra alle velocità minori o uguali a 250 kmh, ma perderanno in potenza sopra questa velocità. Per completezza, l’endurance Committee della FIA ha anche concesso 8 MJ in più per stint alle LMH britanniche, mentre ne ha tolti 3 alle 499P e curiosamente 5 alle Alpine, che scontano invece aggiustamenti minori sugli altri parametri, come le altre Hypercar.

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Depotenziate tutte le GT3 al di sotto dei 200 kmh a parte le Ford Mustang, mentre BMW M4 e McLaren 720S prenderanno ben 11 e 8 kg rispettivamente. Dieta invece per Aston Martin Vantage e Ferrari 296, che perdono rispettivamente 11 e 7 kg. Le Mustang, pur appesantite di 4 kg, risultano sempre le più leggere con 1.332 kg a vuoto.

Colpita invece l’efficienza delle Lexus, che perdono ben 24 MJ per stint rispetto a Imola. Sensibile riduzioni anche per le Porsche (-10 MJ), Ferrari (che nonostante 8 MJ in meno continuano a risultare le più efficienti), Aston Martin e BMW (-7 MJ).

Un’ultima parentesi riguardante il Success Ballast, che come ipotizzato si sta dimostrando niente più di un BoP al quadrato. I risultati delle due gare e le posizioni in classifica fanno sí che la Corvette #33 di TF Sport, trionfatrice in Qatar, settima a Imola sconti ancora 36 kg in più, mentre saranno 18 i kg extra aggiunti alla Porsche Manthey 1st Phorm reduce dal successo sul Santerno, alla McLaren #59 di United Autosports, e alla Lexus #78 di Akkodis ASP, seconda in campionato.

Il primo responso dalla pista delle Ardenne è previsto per giovedí 8 maggio a partire dalle 11.30 con le prime libere.

Piero Lonardo

Foto: Alberto Manganaro, Piero Lonardo

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ELMS/WEC/IMSA – Parla Cyril Abiteboul: “Per l’endurance non molleremo WRC e TCR”

Nella splendida cornice della sede di IDEC Sport a Signes nel festeggiare il decimo anno di attività della scuderia francese abbiamo avuto la possibilità di incontrare per la prima volta  Cyril Abiteboul, boss di Genesis Magma Racing, per un’interessantissima quanto completa disamina del progetto endurance del costruttore coreano.

Sta iniziando questa vostra grande avventura, e la prima domanda che ci viene in mente magari può sembrare abbastanza banale: com’è stato l’approccio con Genesis Magna, un costruttore che non ha mai gareggiato in gare endurance prima? “Beh non è che non si possa iniziare solo perché non si ha esperienza, no? Se torno indietro nel tempo, per gran parte dell’anno scorso, da quando sono stato nominato presidente di Hyundai Motorsport, abbiamo dedicato molto tempo a pensare a quale potesse essere il nostro prossimo capitolo sportivo, non solo per Genesis, ma per tutto il Gruppo Hyundai, che è una grande azienda e con i marchi Hyundai, Kia e Genesis è il terzo produttore di automobili al mondo.”

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“È un ottimo momento per HMG anche se è un periodo difficile per il mercato dell’automotive in generale, e sentivamo che, dopo aver cambiato radicalmente il nostro marchio in termini di qualità, tecnologia e design, il motorsport avrebbe potuto rappresentare la prossima piattaforma di trasformazione per il gruppo. Quindi, questa è stata la missione affidatami da Jay Chung e dal nostro presidente esecutivo, il signor Euisun Chung: valutare quale potesse essere il passo successivo. Valutando diverse opzioni abbiamo pensato che un buon primo passo per noi nelle corse in circuito sarebbero state le gare di endurance. È chiaramente un settore molto competitivo, con molti marchi coinvolti, ma è anche una buona base di apprendimento delle corse in circuito senza dover impazzire in termini di sviluppo tecnologico. Tecnologie peraltro che non sarebbero rilevanti per ciò che ci viene offerto oggi. Voglio dire, io adoro la Formula 1, ma se la guardi, il 99% della tecnologia è forse utile per aerei, caccia o per il primo shuttle. Ma non per noi.”

“Attenzione: Abbiamo preso in considerazione la Formula 1, forse un giorno, chissà, ma al momento non fa per noi. D’altra parte, è chiaro che le gare di endurance hanno molto successo e offrono questa buona combinazione di tecnologie di tendenza, stile differenziato, opportunità e piattaforma standardizzata. L’unica cosa che abbiamo deciso di fare in modo un po’ diverso dagli altri costruttori è stata quella di prendere la decisione di migliorare la vettura da soli.”

“La maggior parte degli altri team, come sappiamo, vendono la vettura o stipulano accordi con una scuderia e la fanno migliorare per migliorare la vettura. E poiché si tratta di imparare, e perché credo che non ci sia niente di meglio che correre in macchina per imparare a conoscere la vettura e per imparare a conoscere lo sport, abbiamo preso la decisione di migliorare la vettura noi stessi. Questo è stato l’approccio di Genesis.”

“Avremmo potuto anche scegliere Hyundai o Kia, ma abbiamo deciso che la soluzione migliore fosse Genesis perché è un marchio che, come vedrete nei prossimi mesi, vedrà un’accelerazione dell’espansione del mercato. Al momento è forte in Corea e negli Stati Uniti, ma non esiste altrove. Ora, io non sono qui per fare annunci in questo momento, ma riceverete presto alcuni annunci relativi al nostro piano e quindi vedrete che ci sarà una buona corrispondenza tra l’impronta di lavoro e il piano e l’ambizione di Genesis come marchio.”

Come si è arrivati a scegliere Oreca come partner tecnologico? “Prima di arrivare ad Oreca abbiamo valutato i quattro telaisti omologati. Era molto chiaro che Multimatic, sebbene fosse un’ottima opzione, aveva già una collaborazione molto particolare con Porsche che funziona. Abbiamo poi ritenuto che Ligier fosse un po’ troppo “leggera” in termini di struttura per noi; quindi, abbiamo esaminato attentamente i dettagli di Dallara e Oreca e, dopo aver parlato a lungo con entrambi, alla fine abbiamo pensato che Oreca sarebbe stata in grado di aiutarci di più nella gestione della vettura. Ribadisco che, se avessimo deciso di esternalizzare la gestione della vettura da corsa a un WRT, a un Chip Ganassi, o ad altri, allora probabilmente Dallara e Oreca sarebbero state molto vicine, ma poiché avevamo deciso di gestire la vettura da soli, era importante avere anche qualcuno che potesse fare un ulteriore sforzo in termini di supporto. Qualcosa che Toyota ha saputo fare molto bene in passato, ma ho molto rispetto per Dallara, che è un’ottima azienda.”

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Quanto siete felici ora dopo la prima vittoria subito, alla prima gara, da parte di Jamie (Chadwick) & C.? “Beh, io sono felice sì e no perché quando inizi a quel livello non puoi più scendere, ma è anche bello perché aggiunge energia e buon umore nel sistema, e penso anche che crei anche un po’ di aspettative su quello che facciamo, perché credo davvero che la gente fosse un po’ scettica riguardo alla nostra formazione. Ma restiamo umili. Restiamo realisti.”

“Abbiamo avuto anche la safety car al momento giusto, ok, ma detto questo, faceva tutto parte del piano. E quello che mi piace di ciò è che è qualcosa che probabilmente non sapete, è che l’ingegnere che si occupa della progettazione della vettura, inclusa la strategia, sarà il nostro ingegnere di pista l’anno prossimo. Quindi è anche una questione di persone, e io l’ho vista come una cosa grandiosa perché è stato lui a ritardare, ritardare e ritardare ancora il nostro pitstop, perché stavamo scommettendo sulla safety car e quella safety car è arrivata. E questo dimostra una certa maturità al muretto, una certa disciplina, e il fatto che crediamo in noi stessi. Abbiamo agito, abbiamo seguito la nostra strada. Avrebbe potuto anche non andare a nostro favore; quindi, di nuovo, ecco perché dobbiamo anche rimanere realisti.”

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“Riguardo ai piloti, abbiamo un’opzione su di loro, ma non voglio creare troppa pressione: c’è tempo. Prendiamo Mathys (Jaubert) ad esempio. Penso che tutti siano stati piuttosto colpiti dalla sua prestazione, ma è stata una sola gara; quindi, diamogli tempo, non iniziamo a mettergli in testa un file su come dovrebbe fare questo o quello, perchè le gare endurance non sono gare sprint. E lo stesso vale per lo sviluppo della carriera dei piloti. Devono adottare un approccio a lungo termine e noi adottiamo un approccio a lungo termine.”

“Al momento, il nostro pensiero per Mathys è che sia positivo che corra in LMP2 quest’anno, e che probabilmente che lo faccia di nuovo l’anno prossimo. Magari con un po’ di esperienza in LMH, un po’ di visibilità, e poi nel 2027 vedremo cosa succede. Ma sapete cosa? Non c’è fretta: e ovviamente noi siamo a proteggere i nostri diritti con contratti a lungo termine con ognuno dei nostri piloti.”

“Parlando del WEC, è un campionato sta andando bene perché, secondo me, ha trovato una formula piuttosto magica: Avere un sistema in cui i costi siano comunque controllati. Esiste una garanzia di prestazione in un certo senso e il produttore può concentrarsi su due cose che sono molto importanti o su tre. Uno, differenziazione del design. Due, la tecnologia dei motori. E tre, da sfruttare per chi lo desidera. operativo, per raccontare storie di piloti, storie di squadra. Ad esempio ho un enorme rispetto per il WRC, ma la realtà del WRC è che oggi stiamo solo lottando con la Toyota.”

“La LMP2 esiste per offrirci una piattaforma di apprendimento: possiamo farcela entro il 2026, anche perché tutto questo è successo molto velocemente in, ehm, 18 mesi. Abbiamo deciso a settembre che faremo il prologo in Qatar. Questo mi dà circa 18 mesi, dalla decisione all’approvazione, 18 mesi per sviluppare un motore, sviluppare un’auto, creare un team. Beh, non potevamo farcela da soli.”

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“Per fare ciò lavoriamo con i partner, quindi parliamo dei casi in anticipo per sviluppare la vettura. Per sviluppare il team, sapendo che avevo preso la decisione che avremmo guidato noi stessi la vettura, una decisione un po’ diversa da quella degli altri costruttori, come dicevo, ma per me è stata una decisione importante proprio perché penso che non ci sia niente di meglio dell’esperienza di una corsa. per imparare la gara, per apprendere i punti di forza e di debolezza della vettura. IDEC, attraverso la sua piattaforma LMP2 ELMS, ci aiuta a costruire questo team. Per arrivare alla scelta di IDEC, abbiamo valutato diverse squadre: francamente ne avevamo prese in considerazione quattro, di cui due veramente in dettaglio, ma tutte assolutamente credibili. In IDEC penso che ci sia, direi, un po’ di familiarità culturale in più come bonus, ed ha già ottenuto dei risultati in 10 anni di stabilità.”

“Riguardo la timeline del programma, per ora, abbiamo superato un traguardo importante: l’aggiornamento del motore, che pare in linea con i nostri piani, i nostri primi indicatori di massa, potenza, coppia e, necessariamente, anche di prezzo. Dopodiché, inizieremo i test di durata, che saranno davvero quelli che ci permetteranno di uscire allo scoperto. Per quanto riguarda l’auto invece, abbiamo congelato il concept ed il design. Forse ci sono delle somiglianze ad un’Acura o a un’Alpine, ma abbiamo trovato soluzioni sia soddisfacenti che praticabili e che funzionano anche per Oreca. Per cui siamo giunti al punto in cui Oreca è in grado di iniziare a produrre i componenti. La prima auto verrà assemblata a Oreca in estate il primo collaudo avrà luogo ad agosto, in linea col piano. Al riguardo abbiamo già prenotato, anche se non vi dirò tutte le date precise, ben sei sessioni di prova in altrettanti circuiti. La data di omologazione è già stata fissata per dicembre e abbiamo già programmato sei sessioni in cui parteciperemo, a volte con una sola auto, a volte con due, a volte di giorni e a volte di notte notti, allo scopo di massimizzare l’effort.”

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A livello di piloti, ne sappiamo qualcosa di più? “Ci sono già André (Lotterer) e Pipo (Derani), e abbiamo l’intenzione è di annunciare presto altri due piloti. Ovviamente l’intenzione è di avere sei o addirittura sette piloti con una riserva entro la fine dell’anno, e abbiamo delle opzioni, come dicevo, sui nostri tre piloti che attualmente sono in ELMS, opzioni valide sia per quest’anno che per l’anno prossimo.”

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“E poi nel 2027 ci sarà l’IMSA. In ogni caso, con il supporto di un altro team, anche se probabilmente ci saranno anche persone del nostro team. Puntiamo ad effettuare questa selezione nell’estate di quest’anno per dare al partner il tempo utile per fare l’investimento, l’accelerazione, il reclutamento e così via. Il programma endurance Genesis peraltro non andrà a scapito del WRC o del TCR di Hyundai.”

In definitiva, sei contento di quella scelta? “Assolutamente sí, perchè, sapete, sono sempre stato appassionato di gare endurance. Andavo a Le Mans quasi ogni anno, ma .non per la gara, mi piacevano i test e le qualifiche, il mercoledì o il giovedì sera, anche perchè i miei weekend erano sempre impegnati con la Formula 1.”

Intervista raccolta da Piero Lonardo e Luca Pellegrini

Foto: Piero Lonardo, IMSA

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WEC – Tre volti nuovi a Spa: Müller e Wehrlein in Porsche, Nakayama in Lexus. Si discute del futuro di Hypercar e idrogeno

Ancora non si sono spenti gli echi di Imola che fra due settimane il FIA WEC riparte con la 6 ore di Spa-Francorchamps. Sempre 36 le vetture full-season, con alcune novità, prima fra tutti Porsche, che in previsione della 24 Ore di Le Mans schiererà Nico Müller e Pascal Wehrlein sulle due 963 ufficiali, stante anche la concomitanza con il round IMSA di Laguna Seca.

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Per il campione in carica della Formula E, fresco reduce dal successo nel Miami e-Prix, come riportato in precedenza su queste pagine, è già previsto l’impiego sulla terza Porsche Penske al fianco di Felipe Nasr e Nick Tandy, mentre l’ex-Peugeot fungerà da pilota di riserva nella classica della Sarthe.

Tra le Hypercar, ancora equipaggio a 2 per le Aston Martin Valkyrie, ma anche, sempre a causa degli impegni noti, per BMW, che si affiderà alle coppie Kevin Magnussen/ Raffaele Marciello sulla M Hybrid V8 #15 e Robin Frijns / Renè Rast sulla #20.

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Stante il perdurare dell’assenza di Ben Barnicoat, Akkodis ASP farà debuttare sulla Lexus #78 Yuichi Nakayama assieme ad Arnold Robin e Finn Gehrsitz. Il 33enne giapponese è da anni un protagonista del SuperGT nelle fila del Toyota Team SARD ed ha avuto occasione di provare la RC F GT3 nel corso di un recente test sulla pista belga. Ricordiamo che sul Santerno fu Esteban Masson a prendere il posto dell’infortunato pilota britannico.

Non dovrebbe essere infine della partita Christian Ried sulla Mercedes AMG LMGT3 #61 di Iron Lynx al fianco di Lin Hodenius e Maxime Martin. Attendiamo di conoscere il nome del pilota bronze ranked cosí come le nuove equivalenze del BoP.

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Chi sicuramente ci sarà è invece l’Alpine Alpenglow, il prototipo a idrogeno presentato proprio lo scorso anno a Spa, che effettuerà dei giri dimostrativi venerdí 9 maggio dalle 14.00 e sabato 10 alle ore 12.20, insieme ad una Toyota Yaris H2 concept, anch’essa spinta da un propulsore zero emissioni. Al momento l’introduzione della nuova classe a idrogeno del WEC è prevista nel 2028.

Restando nel tema dei regolamenti tecnici, nei giorni scorsi diverse testate si sono dilungate sulle possibili variazioni all’attuale normativa riguardante le Hpercar, in vigore sino al 2029. In ballo la creazione di un’unica vera categoria, senza più adeguamenti tra LMH ed LMDh, argomento che sarebbe addirittura già stato discusso a porte chiuse, in assenza dell’ACO, da alcuni dei costruttori attualmente impegnati nella serie mondiale.

A Spa cercheremo di carpire dai diretti interessati le prospettive future di questo possibile cambiamento, tenuto conto sia delle new entry annunciate quali Genesis, Ford e McLaren, che degli impegni assunti a suo tempo dai costruttori già presenti.

L’appuntamento in pista con la 6 Ore di Spa-Francorchamps è previsto dalle 11.30 di giovedi 8 maggio per le prime libere. Qualifiche venerdí 9 dalle 14.40 e start della gara dalle 12.00 di sabato 10 maggio. Qualifiche e gara saranno fruibili sulla WEC TV e sui canali Eurosport della piattaforma Discovery+. La gara infine sarà trasmessa anche sui canali SkySport.

Piero Lonardo

Foto: Alberto Manganaro, Porsche, Akkodis ASP

L’entry list della 6 Ore di Spa-Francorchamps

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WEC – Le dichiarazioni Ferrari dopo il successo di Imola

Per chiudere il positivo weekend di Imola, ecco le dichiarazioni di piloti e manager Ferrari:

Antonio Giovinazzi (#51 Ferrari):

“È stato un weekend fantastico ed il team ha fatto un lavoro pazzesco: ci sono state tante neutralizzazioni, ma siamo sempre stati capaci di prendere le giuste decisioni. Devo ringraziare il team perchè la macchina era fantastica. L’ultimo stint poi sembrava non passare mai: è stata una 24h non una 6h!. Tra l’altro vinciamo sempre la gara giusta dopo Le Mans 2023 in un giorno speciale come quello di Pasqua. Intanto ci godiamo il momento: nel 2024 non eravamo mai stati in grado di vincere per una serie di problemi. Il campionato è il primo obiettivo, e due podi in due corse è un risultato eccellente.”

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Riguardo la strategia? “Calado ha gestito alla perfezione la gomma, poi abbiamo dovuto superare la Porsche che era su una strategia leggermente differente. La Virtual Safety Car e la pioggia sono state due variabili, e la scelta di optare per le soft è stata fatta visto il meteo incerto. La nostra strategia è stata ottima.”

James Calado (#51 Ferrari):

“È una delle vittorie più belle della mia carriera perché non mi era mai capitato di salire sul gradino più alto del podio davanti ai nostri tifosi. È un’emozione incredibile e sono orgoglioso che siamo riusciti a tornare a vincere dopo tanto tempo proprio a casa nostra. Oggi abbiamo sfruttato le nostre potenzialità, siamo stati fortunati e la strategia è stata perfetta. Come squadra abbiamo fatto un lavoro eccellente e dedichiamo questo successo ai nostri splendidi tifosi”.

Alessandro Pier Guidi (#51 Ferrari):

“Sono contento di questa vittoria che abbiamo inseguito a lungo, e indubbiamente meritato. Già nella scorsa stagione per un motivo o per l’altro l’abbiamo sfiorata più volte senza raggiungerla e non c’è miglior cosa che ottenere questo successo davanti ai nostri tifosi, a Imola. Dopo la vittoria di Le Mans mi è mancato non salire sul gradino più alto del podio, ma non ero preoccupato perché penso sempre all’obiettivo finale più che al traguardo parziale. Se avessi dovuto scegliere una gara dove tornare a vincere, era proprio Imola”.

Nicklas NIelsen (#50 Ferrari):

“Passare così tante auto nella prima parte è stato bello: purtroppo poi in seguito le cose non sono andate come volevamo…. Ovviamente siamo dispiaciuti di come è andata a finire, perchè eravamo in ottima posizione per conquistare punti pesanti. Dopo le qualifiche abbiamo dovuto cambiare strategia, cercando di anticipare il più possibile le soste ad inizio gara, ma prima ci hanno limitato le bandiere gialle, e poi nel finale purtroppo Fuoco ha bucato. Sarà per la prossima.”

Phil Hanson (#83 AF Corse Ferrari):

“Oggi potevamo arrivare in P2, ma abbiamo avuto traffico e non siamo più riusciti a recuperare. Certamente credo fosse possibile battere Alpine e BMW per il podio, ma in ogni caso possiamo essere molto contenti. Il risultato odierno è ottimo per il campionato e sono molto contento che la Ferrari abbia vinto soprattutto per le tante persone presenti sugli spalti a tifare.”

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Giuliano Salvi – Race & Test Operation Manager:

Innanzi tutto congratulazioni, le strategie quest’anno hanno funzionato: “Abbiamo commesso errori e fatto cose positive, lo abbiamo sempre ammesso, e sapevamo che quello delle strategie era un aspetto su cui dovevamo migliorare. Inoltre, ci hanno aiutato anche gli upgrade alle vetture, a partire dal Joker che abbiamo speso l’anno scorso, ma è stato importante anche il lavoro di simulazione, e dopo il duro lavoro durante l’inverno credo che ora si sia tutto concretizzato, cosí una delle nostre debolezze è diventata uno dei nostri punti di forza.“

La scelta delle gomme è dovuta all’arrivo della pioggia per la #51 e la #83? “Sì, assolutamente. Ovviamente, passare da “hero to zero” in questo tipo di situazione è un attimo. In ogni caso, tutte le scelte sono state fatte vagliando i dati a nostra disposizione: avevamo diversi modelli che prevedevano una possibile pioggia  tra le 17:30 e la fine della gara, cosa che si poteva ipotizzare anche solo guardando il cielo sopra di noi, quindi abbiamo optato per la soluzione più sicura in questo scenario, cosa che probabilmente non ha funzionato molto bene sull’83. Le soft sono un tipo di gomme che se in assenza di traffico ti aiutano e ti danno fiducia in caso di pioggia, e mentre la 51 era in buona posizione per gestirle al meglio, la #83 no. A posteriori, probabilmente avremmo dovuto restare sulle medie.”

“A Imola poi sorpassare è molto difficile ed è molto importante mantenere la posizione in gara ed è fondamentale spendere il minor tempo possibile in pitlane; recuperare, come avete visto per la sfortunata prova della macchina numero 50, è molto rischioso. Purtroppo l’auto si è trovata un giro dietro e solo grazie alla Virtual Safety Car siamo riusciti a tornare nel giro del leader. Al contrario, sulla 51 abbiamo eseguito esattamente quello che avevamo pianificato al mattino e addirittura, sapendo che non ci sarebbe stata pioggia, avremmo potuto fare anche qualcosa di più.

Come vedi il prosieguo del campionato? “Beh, in Qatar è stato più facile del previsto perché Cadillac era estremamente forte e con il loro incidente ci hanno reso la vita molto più facile. Ma senza quell’incidente credo che avremmo vissuto una gara completamente diversa, e alla fine la Toyota era semplicemente lì. Qui in definitiva abbiamo fatto un ottimo lavoro, ma non dobbiamo dimenticare che l’Alpine ha corso una gara molto consistente e anche la BMW è stata davvero forte, al punto che abbiamo dovuto spingere forte per rimanere davanti alla macchina numero 20.”

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Antonello Coletta, Global Head of Endurance and Corse Clienti:

“La soddisfazione è enorme per questa vittoria ottenuta in Italia con la 499P numero 51 davanti ai nostri tifosi. Dopo la tripletta in Qatar, abbiamo ribadito oggi quanto il lavoro svolto durante l’inverno sia stato utile e positivo. Qui a Imola ovviamente ci aspettavamo un risultato migliore con le altre due vetture con le quali, per differenti motivi, non siamo riusciti a concretizzare quello che avremmo desiderato. Portiamo a casa una seconda vittoria in altrettante gare di questa stagione: faccio i complimenti a tutta la squadra che ha fatto un grande lavoro come abbiamo dimostrato sabato, per esempio, sostituendo il motore della vettura numero 83 in un’ora e 45 minuti in tempo per la qualifica e ottenendo un secondo tempo in griglia. Questo è senza dubbio un bel momento per noi, ma non dobbiamo rilassarci perché siamo solo alla seconda gara del campionato e ne abbiamo di fronte altre sei, incluso l’appuntamento più importante a Le Mans”.

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Ferdinando Cannizzo, Head of Ferrari Endurance Race Cars:

“Questo risultato ripaga di tutti gli sforzi fatti ed è una testimonianza del grande lavoro e della determinazione di tutta la squadra. Sono dispiaciuto per non aver portato sul podio la 499P numero 50 a causa della foratura, ma la strategia che avevamo impostato per cercare di farla risalire nelle prime posizioni stava funzionando molto bene. La prova dell’equipaggio numero 51 è stata perfetta, nonostante la gara si sia dimostrata complessa e la concorrenza molto forte, come ci aspettavamo, siamo riusciti a fare tutto al meglio. Ora guardiamo avanti consapevoli che ci aspettano altre gare difficili, ma con questo spirito sono convinto che potremo toglierci altre soddisfazioni”.

Interviste raccolte da Luca Pellegrini e Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Ferrari

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WEC – La Ferrari trionfa a Imola. La Porsche Manthey tiene a bada la BMW, Rossi secondo in GT

La 6 Ore di Imola si è chiusa col successo della Ferrari di Antonio Giovinazzi, James Calado ed Alessandro Pier Guidi. Determinante la strategia, che, dopo una prima metà di gara abbastanza impostata, con la #51 e la #83 dominatrici incontrastate e la #50 in continua rimonta dal fondo aiutata da una strategia aggressiva, ha ripreso vita dopo la prima safety car che ha visto protagonista la BMW #31 del WRT e l’Aston Martin dello Heart of Racing.

Sempre sotto la minaccia della temutissima pioggia, cosí determinante nel 2024, le Rosse hanno scelto una strategia conservativa, lasciando spazio nientemeno che alla Porsche #6. Il contatto – ad avviso sia nostro che della direzione gara, evitabile – tra la BMW di Valentino Rossi e la Ferrari di Simon Mann alla Rivazza, con l’ingresso della vettura di servizio, allo scadere della quarta ora ha ulteriormente rimescolato le carte in tavola.

Alessandro Pier Guidi riconquistava la testa della gara, ma la corsa delle LMH scorreva su tre binari paralleli, dettati dai consumi: Antonio Fuoco contro Sebastien Buemi, un lungo duello terminato purtroppo con una foratura della Rossa #50, Robert Kubica contro tutti, e la #51 prima delle vetture sicuramente costrette ad uno splash per terminare la gara.

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Alla fine è stato lo splash del box Ferrari a risultare decisivo, con Pier Guidi a tagliare il traguardo con 8”5 di vantaggio sulla BMW #20 di Renè Rast, Kelvin van der Linde e Robin Frijns e l’Alpine di Fred Makowiecki, Jules Gounon e Mick Schumacher. P4 per la gialla 499P di AF Corse, forse sacrificata sull’altare della sicurezza, a precedere la Toyota #8.

Solo P8 per la migliore delle Porsche, scomparse completamente dalla lotta nel finale, mentre la #50 vincitrice in Qatar chiude al 15mo posto. Pessima la prestazione delle Cadillac, mentre le Aston Martin terminano entrambe, ma a ben 4 giri dal leader.

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Assolutamente determinante ai fini del risultato delle GT3 la penalità assegnata alla BMW #46 del WRT. Kelvin van der Linde nel finale ha furoreggiato fino ad insidiare la Porsche del Manthey 1st Phorm, ma la vecchia volpe Richard Lietz, incaricato dello stint finale dopo Ryan Hardwick e Riccardo Pera, non ha permesso alcunchè al sudafricano, con Rossi e Al Harthy sul secondo gradino del podio, proprio come nel 2024.

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A seguire le due Lexus di Akkodis ASP, che forse hanno pagato la strategia di sostituire prima possibile i piloti Bronze, magari attendendosi quella pioggia che, a parte alcune gocce, non ha mai fatto capolino, mentre VISTA AF Corse può fregiarsi del quinto posto, davanti alle due Corvette di TF Sport.

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In classifica generale, gli equipaggi delle tre Ferrari conducono con 50 per la vincitrice odierna, 39 per AF Corse e 38 punti della #50. Lontani gli inseguitori, con le due BMW davanti alle Toyota. Tra le GT3, la Corvette #33, che oggi ha chiuso in P5 nonostante i 36 kg di zavorra del Success Handicap, continua a condurre con 44 punti contro i 33 dell’equipaggio della Lexus #78 ed i 27 della McLaren 59, oggi solamente  14ma.

Il prossimo appuntamento con la serie mondiale è per la 6 Ore di Spa-Francorchamps, fra tre settimane.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Giulio Villa

L’ordine di arrivo della 6 Ore di Imola

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WEC –  Ferrari punta al tris alla metà gara, ma bisogna fare i conti con una Porsche. Rossi infiamma in GT

Dominio Ferrari fin qui nella 6 Ore di Imola. Antonio Giovinazzi ha preso il volante da James Calado e ha mantenuto un cuscino nei confronti della 499P di AF Corse, affidata in questo frangente a Yifei Ye, e sul resto degli inseguitori.

La BMW #25, detentrice sin dallo start della terza piazza, inizia a sentire il fiato della terza Ferrari, la #50 partita dal fondo dello schieramento dopo la cancellazione ieri di tutti i tempi delle qualifiche. Miguel Molina, subentrato a Nicklas Nielsen, ha approfittato per ridurre ulteriormente il gap dai battistrada e alla metà della percorrenza si trova ora davanti a Raffaele Marciello, al volante per secondo sulla migliore delle BMW.

Disavventure varie per gli altri inseguitori, a partire dall’altra BMW, centrata nel posteriore dall’incolpevole Mike Conway dopo un lungo alla Variante Alta. Indispensabile la sosta per entrambe le vetture per il cambio del posteriore della M Hybrid V8 più un rabbocco di emergenza in regime di Full Course Yellow per la GR010-Hybrid #7. Neutralizzazione assassina anche per l’altra Toyota, investita di un drive-through per speeding in regime di FCY

La graduatoria precisa alla metà gara registra quindi una situazione particolare, con Giovinazzi al comando su Ye e sulle due Peugeot, tutti in attesa della terza sosta. In realtà dopo tutte le soste, davanti a tutti si trova ora la Porsche #6 con Matt Campbell, gestita al meglio dal Team Penske nel periodo di neutralizzazione, inseguita da vicino dalla 499P #51; a seguire la BMW #20 e la Toyota #7, queste ultime fuori strategia.

Grande lotta in GT3, con le Lexus, le BMW e la Ferrari #21 a ripassarsi vicendevolmente. Timur Bogulavskyi è pronto ad impossessarsi della leadership di categoria passando Valentino Rossi, subentrato sull’altra M4 GT3, a gomme fredde. Il “Dottore” lo ripasserà comunque a sua volta poco dopo.

In palla anche le Lexus, soprattutto nelle mani di Clemens Schmid, che, approfittando del cambio forzato allo scadere dell’1h45’ dei piloti Bronze, si installa al comando delal categoria. Simon Mann dal canto suo è rinvenuto anch’egli su Bogulavskyi per una seconda piazza virtuale.

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Fatto sta che alla metà gara Rossi risulta condurre con un discreto vantaggio su Petru Umbrarescu e la Lexus #87 e sulla Ferrari VISTA AF Corse #21 dopo il sacrosanto drive-through assegnato alla BMW #31 a seguito del contatto che ha messo fuori gara l’Aston Martin dello Heart of Racing. Il tutto sotto un cielo che annuncia la fatidica pioggia, che è prevista ora per lo scadere della quinta ora.

Piero Lonardo

Foto: Giulio Villa, Piero Lonardo

La classifica dopo la terza ora di gara

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WEC – Ferrari in controllo dopo la prima ora a Imola

Inizia bene la 6 Ore di Imola per la Ferrari, che dopo un’ora di gara mantiene le prime due posizioni conquistate ieri con la Hyperpole. James Calado è partito ottimamente dalla pole, mentre Phil Hanson ha tenuto sulla BMW di Kevin Magnussen, aggressiva all’interno.

Forse anche un piccolo contatto fra le due 499P, mentre alle loro spalle erano le due Alpine ad ostacolarsi, favorendo il sorpasso da parte della Cadillac di Paul di Resta.

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Tra le GT3, bene Ahmad Al Harthy con la BMW #46 in pole position, seguito a ruota da Francois Heriau sulla Ferrari #21, subito P2 sulla Lexus di Petru Umbrarescu. Purtroppo per VISTA AF Corse la partenza della 296 veniva considerata non corretta ed era costretta a 5” extra di stop alla prima sosta insieme ad altre sei vetture.

Alle spalle dei battistrada, iniziava la rimonta della Ferrari #50 nelle mani di Nicklas Nielsen, ma la prima vera emozione la davano Celia Martin e Ben Keating, a contatto al Tamburello. Fuori la prima Full Course Yellow per la ghiaia portata in pista.

Al restart Heriau approfittava della BMW #46, ma era poi costretto a cedere nuovamente la posizione dopo la prima sosta collettiva delle GT. A seguire, appena passata la prima ora di gara, toccava alle Hypercar: Nielsen era il primo a transitare in pitlane, solo carburante, mentre Calado e Magnussen tentavano l’overcut, ma le posizioni di testa rimanevano immutate, mentre al contrario la strategia della 499P #50 si dimostrava vincente, portando Nielsen alle spalle della top five, che oltre alle altre due Ferrari e alla BMW #15 comprende anche le due Toyota.

Le due Lexus, apparse in piena forma durante le libere, invece si sono accodate alle due battistrada in GT3. Si attende comunque la pioggia a breve a complicare le strategie in pista. Al momento in cui scriviamo è scesa in pista per la prima volta la Safety Car a causa dell’incidente che ha visto l’Aston Martin GT3 di Ian James nelle barriere della Rivazza dopo il contatto con la BMW di Yasser Shahin. In precedenza Paul di Resta è finito in testacoda a seguito di una toccata da parte della Cadillac di Earl Bamber,

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo la prima ora di gara

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WEC – A Imola è festa con le Hyperpole di Rossi e Giovinazzi

Festa tricolore nelle qualifiche della 6 Ore di Imola, che hanno premiato la Ferrari 499P #51 e la BMW #46 del WRT. Al volante delle due vetture nella Hyperpole due piloti italiani, Antonio Giovinazzi e Valentino Rossi, che hanno condiviso gli onori del pubblico di casa per LMH e GT3.

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Poteva trattarsi di un tris delle Rosse nella categoria regina, ma la direzione gara, veramente fiscale, ha agito nei confronti di Antonio Fuoco, privandolo di ogni prestazione valida prestazione nel primo turno, sempre per track limits. Il pilota calabrese, che non è stato comunque l’unico pilota colto in fallo dalla direzione gara, ha ammesso l’errore, anche se pare che in precedenza i cordoli della Gresini non fossero stati indicati quale punto sensibile in tali termini.

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A fianco di Giovinazzi, autore di un giro valido 1.28.920 partirà la 499P di AF Corse, con Robert Kubica che ha chiuso a quasi 8 decimi con la gialla #83, cui è stato sostituito il motore, saltato nelle libere-3, a tempo di record. In gara anche la Cadillac #12, rovinata in mattinata sulle gomme della Rivazza, che chiude in P9. Delusione per l’altra V-Series-R, che non passa la prima tagliola con un Sebastien Bourdais sconsolato.

Alla fine quindi è seconda fila per lo specialista delle qualifiche IMSA Dries Vanthoor con la BMW #15, e per la Toyota #8 di Ryo Hirakawa, a 1”1. Toyota come Alpine è l’unico marchio ad avere qualificato entrambe le vetture al secondo turno, il tutto nonostante le peripezie di Charles Milesi sulla A424 #35.

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Valentino Rossi ha invece colto la prima pole position nella serie mondiale, dominando la Hyperpole delle GT3 con la BMW del WRT contraddistinta dall’iconico numero 46. Il “Dottore”, che ha rilevato il volante da Ahmad Al Harthy, pure al top nel primo turno, ha chiuso con 1.42.355, lasciando Clemens Schmid a 3 decimi con la Lexus #87 di Akkodis ASP.

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Seconda fila per Zach Robichon e Simon Mann, rispettivamente con l’Aston Martin dello Heart of Racing e la Ferrari #21, mentre l’altra 296 di VISTA AF Corse ha fallito il taglio per 41 millesimi. Lexus e McLaren sono gli unici marchi ad aver piazzato entrambe le vetture fra i primi dieci, con le 720S di United Autosports che chiudono in P8 e P9.

Domani alle 13.00 lo start della 6 Ore di Imola. Telecronaca prevista sui canali SkySport ed Eurosport (Discovery+), oltre che sulla piattaforma WEC TV.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Giulio Villa

I risultati delle Qualifiche

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WEC – Ferrari stratosferiche nelle libere 3. Semi-disastro Cadillac

Ferrari imprendibili nelle ultime libere, appena concluse, della 6 Ore di Imola. Antonio Giovinazzi, col tempo di 1.30.272, ha preceduto Antonio Fuoco di appena 63 millesimi in una sessione travagliata soprattutto per le possibili major contender delle Rosse, le Cadillac.

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Presto fuori infatti Alex Lynn con la Cadillac #12, pesantemente a muro alla Rivazza, seguito più tardi da Sebastien Bourdais, in testacoda al Tamburello. Il quattro volte campione della ChampCar ha recuperato il passo, chiudendo la sessione in P4, dietro alla Peugeot #94 con Stoffel Vandoorne.

Va evidenziato però che la potenziale seconda fila sconta però ben 1”4 dalle 499P ufficiali. Unica pecca per le LMH di casa, il problema al motore che ha fermato Robert Kubica, costretto a parcheggiare la #83 di AF Corse. Da capire se la “yellow submarine” (le cause della rottura verranno analizzate a Maranello), cosí come la V-Series.R #21, potranno essere rimesse in condizione per le qualifiche.

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Tra le GT3 invece, si delinea una lotta a tre fra Lexus, Ferrari e BMW. La 296 GT3 di Alessio Rovera ha tenuto a lungo la leadership di categoria per cedere nel finale alla RC F GT3 #78 di Esteban Masson, autore di 1.42.852, 2 decimi meglio del varesino.

La classifica prosegue con le altre entry dei due team, seguite a loro volta dalle BMW del WRT grazie agli effort di Augusto Farfus e Valentino Rossi.

Tutto pronto per le qualifiche, compresa Hyperpole, in programma dalle ore 14.30.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

I risultati delle Libere 3