Mazda conquista una storica vittoria alla 68ma Mobil 1 12 Hours of Sebring, atto finale del WeatherTech SportsCar Championship 2020. Alla kermesse della Florida, per la prima volta posizionata a novembre causa pandemia, Acura e Cadillac si erano presentati con i favori del pronostico, dominando le sessioni di libere e le qualifiche; poi però lo svolgimento della gara ha dato un finale diverso, che poteva assumere i toni di un trionfo totale con doppietta se un pneumatico della RT24-P #77 non fosse stato di differente avviso.
Le DPi derivate dai telai Oreca e Dallara se le sono suonate di santa ragione per 10 ore, e queste lotte hanno lasciato il segno sulle varie vetture. Dopo aver perso i pezzi pregiati, rappresentati della Acura capoclassifica di Helio Castroneves e Ricky Taylor e dalla DPi V.R del WTR dalla lotta al vertice già nella prima metà di gara, l’onere della battaglia sembrava dovesse essere appannaggio della Acura dei campioni uscenti Juan Pablo Montoya e Dane Cameron, qui coadiuvati da Simon Pagenaud, e dalle Cadillac di Action Express e JDC-Miller.
Pipo Derani, che ad un certo punto si era ritrovato campione 2020, ha ingaggiato un duello senza esclusione di colpi con Montoya, arrivando a farlo girare dopo però una chiusura non propriamente corretta da parte del colombiano. Tutto ok per la direzione gara, che in questa seconda parte di gara è stata tanto precisa quanto poco lo è stato nella prima, ma i danni alla Cadillac #31 si sono fatti sentire presto, costringendo Derani ad una sosta extra per sistemare lo sterzo nel corso della decima ora.
Sorte simile è toccata anche a Sebastien Bourdais, qui in versione furia scatenata, attardato da problemi al cambio. Largo quindi alle due Mazda, che con Oliver Jarvis ed Harry Tincknell, futuri portacolori dell’effort singolo della casa giapponese nel 2021, sembravano involarsi verso una clamorosa doppietta.
A mezz’ora dalla fine però il pneumatico posteriore sinistro della #77 cedeva, costringendo Jarvis ad una sosta extra, mentre la direzione gara raggruppava le vetture per la nona volta nella giornata per raccogliere i detriti seminati intorno alla mitica Turn 10. Il forcing finale di Cameron non produceva però i frutti sperati, e Harry Tincknell, Jonathan Bomarito e Ryan Hunter-Reay andavano a cogliere la prima vittoria stagionale sul palcoscenico più prestigioso, lasciando a 10” Cameron, che resisteva eroicamente all’ultimo assalto di Jarvis.
Il secondo posto finale della Acura #6 significa anche titolo costruttori, che fa il paio con quello piloti di Castroneves e Ricky Taylor, ottavi al traguardo a 7 giri dietro le quattro Cadillac di JDC-Miller (2), Action Express e WTR.
Ribaltone finale anche fra le GT, con Lawson Aschenbach che all’ultimo restart con la Mercedes del Riley Motorsports, forse anche per un problema di freni, andava a fare carambola sui due leader di categoria, Connor de Philippi con la BMW #24 e Jeff Westphal con la Ferrari di Scuderia Corsa.
Immediata la reazione dei commissari con un sacrosanto drive-through alla AMG GT3, ma ormai la frittata era stata fatta, e curiosamente sono state le Porsche ad approfittare della situazione in entrambe le categorie, con una doppietta delle vetture ufficiali, qui all’ultima apparizione, in GTLM, ed il successo del Wright Motorsports in GTD.
Per Nick Tandy e Fred Makowiecki si tratta della terza vittoria di fila sulla pista della Florida, questa volta insieme ed Earl Namber, a precedere la #912 condotta da Laurens Vanthoor, Neel Jani e dallo stesso Bamber. Gara da dimenticare invece per i neocampioni di Corvette, che similmente a quanto accaduto 10 mesi or sono a Daytona nel giorno del debutto delle C8.R, hanno visto entrambe le macchine cedere per problemi tecnici.
Dietro la Porsche 911 GT3 R di Patrick Long, Ryan Hardwick e Jan Heylen invece si piazzano la Aston Martin di Darren Turner, Roman de Angelis e Ian James e la Acura NSX GT3 di Mario Farnbacher, Matthew McMurry e Shinya Michimi. I primi due con questo piazzamento si aggiudicano il titolo di categoria.
Alle spalle della vettura del Meyer Shank Racing, che il prossimo anno ricordiamo salirà tra le DPi con la ARX05, la Ferrari di Scuderia Corsa di Alessandro Balzan, Cooper MacNeal e Jeff Westphal, in odore di GTLM nel 2021.
Tra le LM P2 infine, marcia solitaria dell’Oreca del PR1 Mathiasen di Patrick Kelly, già titolato piloti, Simon Trummer e Scott Huffaker, che regala due ed otto giri di svantaggio rispettivamente alle entry di Starworks e Performance Tech.
E’ tutto anche per la serie IMSA e per l’endurance in generale nel 2020. Ci si ritroverà, COVID permettendo ovviamente, a fine gennaio per la Rolex 24 at Daytona.
Piero Lonardo
L’ordine di arrivo della 68ma 12 Ore di Sebring
Foto: Porsche, IMSA, Michelin, Mazda, Penske