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Start

USCC – Porsche si rifà di Le Mans e trionfa al Glen. Serra/Rigon eroici, P2 in GTD Pro

Mathieu Jaminet e la Porsche negano il primo successo alla BMW alla 6 Ore del Glen, superando Connor de Philippi nei minuti finali di una gara combattuta senza esclusione di colpi.

Le due M Hybrid V8 si erano presentate al meglio già in prima mattinata, dominando il warm-up, ma un errore a gomme fredde in partenza da parte di Augusto Farfus ha immediatamente dimezzato la potenza di fuoco della casa dell’elica.

Era Nick Tandy, sfruttando la pole position assegnata d’ufficio ieri causa pioggia, a prendere il comando sulle Cadillac di Pipo Derani e Sebastien Bourdais. Tra le GT, erano le Lamborghini di Loris Spinelli e Jordan Pepper a prendere il comando di GTD e GTD Pro sulla Ferrari schierata da Risi Competizione del poleman Daniel Serra.

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Il regime di corsa libera dura però pochissimo, a causa di un contatto multiplo tra LM P2 innescato da Salih Yoluc, sub al Tower Motorsports, che tampona Ben Keating in T11. A farne le spese Steven Thomas, che non può evitare le altre due Oreca e finisce rovinosamente sulle barriere.

Davanti è cambio della guardia con Matt Campbell e l’altra Porsche ad ereditare la testa della gara, evitando la sosta ai box. Durante la sosta collettiva delle GT, si sfiora il dramma per l’Aston Martin di Alex Riberas che fa volare una gomma della Corvette, che rimbalza fortunatamente senza conseguenze.

Frattanto iniziano a fioccare le penalità e soprattutto le soste obbligatorie per pressione dei pneumatici non conforme. Dopo quanto accaduto a Daytona, la direzione gara ha deciso per le maniere forti e ne rimangono coinvolte ben 11 vetture nel corso delle 6 ore.

Dopo un’ora la gara perde un’altro dei protagonisti per il successo finale, a causa di un errore piuttosto insolito da parte di Sebastien Bourdais in fase di doppiaggio, la Cadillac dorata si gira e sbatte in T10, coinvolgendo anche la BMW superstite, che è costretta a cambiare il muso.

Le neutralizzazioni portano al vertice delle LM P2 la vettura di AF Corse di Luis Perez Companc, che però deve cedere la leadership della categoria alla seconda sosta, che vede entrare in scena Lilou Wadoux, al debutto in gara nella serie americana. Purtroppo la pilotessa francese deve scontare subito una penalità per speeding ed esce dai giochi di vertice; frattanto Jack Hawksworth e Frankie Montecalvo iniziano a mettere il sigillo tra le GT con le loro Lexus. Daniel Serra, penalizzato da una foratura, è costretto a ricominciare l’inseguimento al vertice dal fondo.

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Cambio della guardia al comando allo scadere delle due ore di gara fra le due Porsche, con Mathieu Jaminet che passa con decisione un Felipe Nasr poco propenso a lasciare strada. La vettura dell’ex-campione IMSA sarà costretta poco più tardi ai box per una sosta eterna causata dall’ennesimo guasto al sistema ibrido, tallone d’achille di questa 963 anche a Le Mans.

Nelle altre categorie si mettono in evidenza le giovani promessa Nolan Siegel con l’Oreca LM P2 del Crodwstrike by APR e Nico Varrone con la Duqueine LM P3 dell’AWA ed infine Michelle Gatting, che prende temporaneamente il comando delle GTD per le Iron Dames prima di essere sanzionata anch’essa per pressione non conforme dei pneumatici della sua Lamborghini.

Altro colpo di scena dopo 2h30 di gara, con Filipe Albuquerque, secondo alle spalle di “Jam-Jam” che perde inspiegabilmente la posteriore sinistra, cambiata diversi minuti prima. Problemi di gomme anche per l’Acura del MSR, che perde temporaneamente la top three.

La bella gara delle Lamborghini termina a causa del tamponamento da parte della Ligier LM P3 del Performance Tech, che “fa fuori” gli incolpevoli Andrea Caldarelli e Rob Ferriol, scatenando la quarta Full Course Yellow della gara. Nella corsa alla pitlane è Jack Aitken con la Cadillac dell’Action Express che ha la meglio su Colin Braun, ripresosi al meglio con l’Acura dell’MSR, mentre Tandy esce solo in terza posizione davanti alla BMW #25, che al restart lo passa, manovra che effettua anche Christian Rasmussen, nuovo leader LM P2 su Ben Hanley, subentrato a Siegel.

Segue un lungo periodo di corsa libera dove le quattro vetture di testa, uniche a pieni giri, cercano di organizzare al meglio le proprie strategie, dosando doppi stint e gomme fresche. Tandy arriva alle spalle della BMW di Connor de Philippi, da tempo la più veloce in pista, che con poco più di un’ora sul cronometro scopre le proprie carte e con un provvido undercut passa al comando.

Risib

Anche le GT si avviano all’ultimo pit, e Hawksworth deve cedere la leadership delle GTD Pro alla Corvette di Antonio Garcia, che non vince nella serie statunitense da oltre un anno, Sebring 2022, a causa di una penalità per speeding. Nel frattempo è riemersa anche la Ferrari Risi, nuovamente terza dopo un mega stint di Davide Rigon. Nelle LM P3 è invece scaduto il bluff dell’AWA, e sono le Ligier di Felipe Fraga e Garrett Grist a contendersi la leadership.

L’ultima ora vede la battaglia a distanza sempre più ravvicinata fra la BMW superstite e la Porsche #6, mentre in casa MSR sbagliano, sperando forse in una FCY che tarderà ad arrivare, non sostituendo le gomme dell’Acura #60, mentre Pipo Derani e la Cadillac semplicemente non ce la fanno nei confronti dei due battistrada.

Il sorpasso che vale la vittoria a 5’ dalla bandiera a scacchi, grazie ad una manovra perfetta in fase di doppiaggio di Jaminet, che porta a casa il secondo successo stagionale per Porsche. In parallelo si svolge anche la lotta per il primato in GTD Pro, con Hawksworth che riesce ad avere la meglio sulla Corvette e si trascina dietro la 296 GT3 di Daniel Serra, che nonostante vari tentativi gli terminerà alle spalle.

Crowdstrike

Pochi secondi dopo Bill Auberlen è vittima di un crash violentissimo con tanto di decollo in T11 e la gara viene fatta terminare in regime di neutralizzazione. Il successo tra le LM P2 va al Crowdstrike by APR, protagonista anche oggi, due settimane dopo il trionfo di Le Mans in Pro/Am, mentre in LM P3 il Riley Motorsports replica il successo di Sebring. Dietro alla Lexus #12, si è fatta largo la BMW del Paul Miller Racing, capace di rimontare due giri nel corso della gara, superando nel finale la Porsche del Wright Motorsports.

Lexus12

Aldilà del bel podio di Risi Competizione, da segnalare anche la quarta piazza in GTD della Ferrari di Triarsi Competizione, catapultata in avanti dal forcing finale di Alessio Rovera, mentre le altre 2896 GT3 di Cetilar Racing ed AF Corse sono costrette purtroppo ad abbandonare la gara anzitempo per problemi tecnici.

Prossimo appuntamento col WeatherTech SportsCar Championship fra due settimane a Mosport, assenti dallo schieramento le sole LM P2.

Piero Lonardo

Foto: Michelin Motorsport, Porsche Motorsport, Ferrari Races, APR

L’ordine di arrivo

Porsche6

USCC – Qualifiche GTP cancellate dalla pioggia: è pole position Porsche. Ferrari-Risi davanti in GTD Pro

La pioggia, dopo l’acquazzone di ieri pomeriggio, ha continuato a farla da padrona a Watkins Glen ed ha impedito lo svolgimento regolare delle qualifiche dei prototipi. La direzione gara ha deciso quindi di assegnare la griglia di partenza mediante la classifica di campionato per GTP, LM P2 ed LM P3.

In pole position quindi la Porsche Penske #6 di Mathieu Jaminet e Nick Tandy affiancata dalla Cadillac dell’Action Express di Alexander Sims, Pipo Derani e Jack Aitken. Seconda fila per l’Acura del WTR w/Andretti affiancata dalla Cadillac #3 e terza fila per l’equipaggio della BMW #25 e la Porsche #5.

Solo quarta fila in griglia, dopo il declassamento di Daytona, per l’Acura del MSR, che anche nella seconda sessione di libere ha dominato la lista dei tempi con Colin Braun.

Stessa sorte anche per LM P2 ed LM P3. La pioggia ha sorpreso il parco partenti all’inizio del turno loro dedicato e si sono subito verificate rovinose uscite di strada che hanno propiziato la quasi immediata interruzione. Eclatante la melèe in curva 7, dove Ari Balogh con la Ligier LM P3 dell’AWA viene presto raggiunto fuori pista dall’Oreca LM P2 di Ben Keating e dalla Duqueine del JR III Racing di Anthony Mantella.

Keating potrà partire dalla prima fila delle LM P2 al fianco dei leader del TDS e davanti al Tower Motorsports. In LM P3, pole assegnata al Riley Motorsports.

Forte

Si sono invece svolte regolarmente in precedenza le qualifiche delle GT, e a svettare sono stati i colori italiani con Loris Spinelli, al top in GTD con la Lamborghini del Forte Racing ed il tempo di 1.44.430 davanti alla Ferrari 296 GT3 di Risi Competizione con Daniel Serra, leader in GTD Pro ed unico altro pilota a scendere sotto l’1’45” con 1.44.829.

Risi

A seguire Jordan Pepper con l’altra Huracàn di Iron Lynx (GTD Pro) e le Lexus del Vasser Sullivan di Aaron Telitz (GTD) e Jack Hawksworth (GTD Pro), i quali avevano dominato la lista dei tempi al mattino, a loro volta a precedere le Iron Dames e la BMW del Paul Miller Racing.

Lo start della 6 Ore del Glen domani alle 10.40 AM ET, pari alle 16.40 italiane, preceduta da un breve warm-up alle 8.00 AM ET. Gara fruibile come sempre for free dal sito IMSA https://www.imsa.com/tv/

Piero Lonardo

Foto: Porsche Motorsport, Michelin Racing USA, Ferrari Races

I risultati delle Libere 2

I risultati delle Qualifiche

Acura_MSR

USCC – Braun e l’Acura MSR i più veloci al Glen prima della pioggia. Corvette prosegue in GTD Pro

L’Acura del Meyer Shank Racing si presenta al meglio alla 6 Ore del Glen, segnando la migliore prestazione nelle libere-1, svoltesi nel pomeriggio statunitense di ieri. Colin Braun ha ottenuto il best lap con 1.33.563, superando di gran lunga la schiera degli altri competitor, capeggiati dalle due Porsche Penske di Felipe Nasr e Nick Tandy, distanziate di oltre 1”2.

Va detto che questi tempi sono stati ottenuti nel primo terzo dei 90’ di sessione previsti, su pista asciutta, prima che un violento acquazzone tormentasse la pista newyorchese.

Uniche vittime della pioggia, che da previsioni dovrebbe presentarsi copiosa anche in gara, John Falb, sostituto last-minute per Francois Heriau sull’Oreca #35 al TDS, sulle barriere di curva 6, e Luke Berkeley, in testacoda sulla Lamborghini dell’NTE nel finale di sessione.

Tornando ai risultati della pista, dietro le due Porsche Penske si piazzano le due Cadillac e le BMW, mentre le due altre GTP iscritte, l’Acura del WTR w/Andretti, vincitrice 2022, e la Porsche privata del JDC-Miller chiudono nel gruppo delle LM P2, capeggiate queste ultime da Mikkel Jensen con la vettura leader in classifica generale #11 del TDS. Garett Grist è stato invece il più veloce tra le LM P3 con la Ligier del JR III Racing con 1.41.139.

Ferrari sugli scudi in GTD Pro, con Daniel Serra al top con 1.46.552 e la 296 GT3 di Risi Competizione, anche se la più veloce fra le GT3 è stata la BMW capolista del Paul Miller Racing iscritta in GTD di Bryan Sellers davanti alla Porsche del Kellymoss w/Riley di Jaxon Evans.

In evidenza anche l’altra M4 GT3 di Turner Motorsport, seconda in GTD Pro con l’eterno Bill Auberlen, e le Aston Martin di Magnus Racing (GTD) ed Heart of Racing (GTD Pro) con Andy Lally e Ross Gunn. Bene anche le altre due Ferrari iscritte da Cetilar Racing e Triarsi Competizione, rispettivamente in P5 e P9 tra le GTD.

Corvette Racing Daytona 24 2023

Dal paddock della terza prova della Michelin Endurance Cup inoltre la conferma che Corvette proseguirà il proprio cammino in GTD Pro il prossimo anno affidandosi ancora una volta alla Pratt Miller con due esemplari. I piloti di questo effort, che non preclude l’utilizzo delle nuove Z06 GT3.R da parte di altre realtà private, verranno comunicati in seguito.

Il programma del sabato al Glen prevede le libere-2 e le qualifiche, rispettivamente alle 8.00 AM ET e 1.20 PM ET pari alle 19.20 nostrane. Queste ultime visibili gratuitamente sul sito IMSA https://www.imsa.com/tv/

Piero Lonardo

Foto: MSR, Corvette

I risultati delle Libere 1

Dillmann

WEC- Anche Dillmann lascia la Vanwall, che si affida a João Paulo de Oliveira

Anche Tom Dillmann si separa dalla Vanwall. Il 34enne transalpino ha reso noto nei giorni scorsi mediante un comunicato di aver raggiunto un accordo con la scuderia diretta da Colin Kolles per chiudere qui la stagione.

La dipartita di Dillmann segue quella, ben più burrascosa, di Jacques Villeneuve, appiedato alla vigilia di Le Mans a favore di Tristan Vautier.

A prendere il posto del campione in carica della Michelin Le Mans Cup sulla Vanwall Vandervell 680 alla prossima 6 Ore di Monza, insieme anche ad Esteban Guerrieri, un semi-sconosciuto al pubblico occidentale, João Paulo de Oliveira.

Il 41enne brasiliano, che ha provato la Hypercar austriaca nei test privati di Portimao, dopo aver vinto il campionato tedesco di F3 nel lontano 2003, si é gettato a capofitto nel motorsport giapponese, vincendo il Japan F3 nel 2005 e poi affermandosi in Formula Nippon nel 2010.

Nel frattempo de Oliveira è diventato un protagonista fisso del SuperGT, conquistando due titoli tra le GT300 con le Nissan GT-R Nismo GT3 del Kondo Racing nel 2020 e nel 2022, classifica nella quale è in testa anche nella stagione in corso. A Monza fra poco più di due settimane il debutto fra i prototipi.

Piero Lonardo

Foto: Tom Dillmann Twitter

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USCC – Ben 57 vetture alla 6 Ore del Glen col debutto della Wadoux

Il primo appuntamento dell’endurance dopo Le Mans è da tempo la 6 Ore del Glen, che vede la ripresa del WeatherTech SportsCar Championship, i cui protagonisti come noto si sono ben comportati sul tracciato della Sarthe, sfiorando il podio assoluto con la Cadillac #3 di Sebastien Bourdais e Renger van der Zande.

Sono ben 57 le vetture iscritte, la griglia più corposa dopo Daytona. 9 le GTP, in attesa della Porsche Proton, che dovrebbe debuttare a Road America, ma solo due vetture hanno optato per un equipaggio a tre, vale a dire la Cadillac dell’Action Express e l’Acura del WTR w/Andretti, che riportano in pista Louis Deletraz e Jack Aitken.

Qualche variazione anche al BoP, dove tutti e quattro i modelli hanno ricevuto incrementi di peso, dai 4 kg delle Acura, che rimane la vettura più pesante con 1.053 kg a vuoto, ai 5 delle Porsche fino ai 7 kg extra di BMW e Cadillac. Leggere modifiche anche in termini di potenza massima e di energia massima per stint per Porsche, BMW e Caddy, con le Acura che mantengono il maximum output con 520 kW ed il valore massimo per stint con 917 MJ.

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Nove anche le LM P2, con la novità AF Corse, che ritorna dopo Daytona con un equipaggio inedito formato da Luis Perez Companc, Nicklas Nielsen e Lilou Wadoux. Quest’ultima, reduce da una sfortunata Le Mans, debutta così nella massima serie endurance americana.

Anche se viene ancora listato John Farano, reduce dal crash di Laguna Seca, nell’equipaggio del Tower Motorsports, l’unico sedile ancora TBD della categoria appartiene per ora al TDS, che nei primi due round della Michelin Endurance Cup ha schierato l’infortunato Francois Heriau sull’Oreca #35.

UPDATE: Sarà Salih Yoluc a sostituire Farano al Glen, mentre il team owner/driver prosegue il processo di guarigione.

Per la terza apparizione stagionale delle LM P3 si contano ben 10 entry con un unico sedile da assegnare in Performance Tech, ma l’altra grande sorpresa di questa entry list é tra le GTD Pro, con una seconda Ferrari 296 GT3 schierata a fianco di quella di Risi Competizione per Davide Rigon e Daniel Serra, per Miguel Molina, Ulysse De Pauw e Simon Mann. L’addizione porta il totale delle vetture iscritte a 9 unità, che comprendono anche gli effort dedicati alle gare lunghe di Iron Lynx e Turner Motorsport, mentre MDK ha da tempo comunicato l’intenzione di non proseguire.

Tra le ben 20 GTD infine, da segnalare il ritorno delle altre 296 GT3 di Triarsi Competizione e Cetilar Racing, così come della Lamborghini in rosa delle Iron Dames. Gli unici TBD riguardano la Lamborghini dell’NTE e l’Acura NSX del Racers Edge w/WTR.

Modifiche anche al BoP delle GT, con ben 30 kg abbuonati alle Ferrari, 20 kg a Lamborghini, Mercedes e McLaren e 5 alla Corvette. La AMG GT3 rimane comunque la vettura più pesante con 1.370 kg contro i 1.350 di Ferrari e Corvette; quest’ultima guadagna leggermente nell’alimentazione (+0,3 mm di restrittore d’aria) così come le Lexus (+1 mm X2), che guadagnano anche 3 litri extra di carburante, mentre le Acura ne perdono altrettanti.

In classifica generale ricordiamo che tra le GTP sono gli alfieri Porsche Nick Tandy e Mathieu Jaminet a condurre sui vincitori di Sebring dell’Action Express. Primati parziali nelle altre categorie prototipi per l’accoppiata del TDS Racing #11, Steven Thomas e Mikkel Jensen, tra le LM P2, classe che nel prossimo anno vedrà protagonista anche il Riley Motorsports di Felipe Fraga e Gar Robinson, attuali leader delle LM P3. In GTD Pro l’equipaggio della Lexus del Vasser Sullivan composto da Ben Barnicoat e Jack Hawksworth procede a vele spiegate con una vittoria e tre podi, mentre tra le GTD conduce il Paul Miller Racing, forte delle due vittorie ottenute da Bryan Sellers e Madison Snow a Sebring e Long Beach.

L’appuntamento in pista al Glen è per venerdì 23 giugno alle 4.30 PM ET per le prime libere. Qualifiche sabato 24 a partire dalle 1.20 PM ET pari alle 19.20 nostrane e start della gara alle 10.40 AM ET, vale a dire le 16.40 italiane, di domenica 25. Qualifiche e gara come sempre fruibili gratuitamente dall’Italia sul sito IMSA https://www.imsa.com/tv/

Piero Lonardo

Foto: IMSA, Piero Lonardo

L’entry list della 6 Ore del Glen

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LMC – Alla Road To Le Mans, vittorie di Nielsen Racing, Cool Racing e doppietta WRT, anche con Rossi

Nella settimana della Le Mans del centenario spazio anche alla Road To Le Mans, giunta all’ottava edizione. Le qualifiche per le due manches, a valere nell’ambito della Michelin Le Mans Cup, hanno visto primeggiare Manuel Espirito Santo sulla Ligier del Team Virage e Fabien Michal del CD Sport. Il WRT dal canto suo ha monopolizzato le pole delle GT3 con Max Hesse e con Jerome Policand, pronto ad accompagnare con la propria esperienza il deb Valentino Rossi sul Circuit de la Sarthe.

Gara 1, disputata nel tardo pomeriggio di giovedí scorso, ha visto i consueti contatti in curva 1 ma soprattutto diverse vetture girarsi alla chicane Daytona, cosí da chiamare subito in causa la Safety Car. Valentino Rossi, il quale aveva ereditato la leadership tra le GT3 dall’altra vettura del WRT, era costretto ad evitare la melèe e perdeva cosí la prima posizione della categoria a favore della Mercedes del Winward Racing, mentre davanti a tutti svettava il veterano Wayne Boyd, subito al top per United Autosports.

Poco dopo il restart, a seguito di 15’ di neutralizzazione, era già il momento del pitstop obbligatorio, e John Schauerman, subentrato al posto di guida della Ligier #23, offriva poca resistenza a Matt Bell del Nielsen Racing e ad polesitter Espirito Santo, il quale approfittava di un errore del britannico per balzare al comando, mentre la battaglia per il terzo posto vedeva emergere un altro protagonista delle LM P2, Colin Noble con la vettura del Team Thor.

Duqueine_Nielsen

Tra le GT3, era battaglia fra la Porsche dell’HCR with CaffeineSix di Anders Fjordbach e la BMW di Hesse, che alla fine prendeva il comando. L’incidente della Porsche del Parker Racing e la relativa Safety Car chiudevano i giochi fino alla bandiera a scacchi. Nel post gara però la doccia fredda per il Team Virage, che perdeva la vittoria a causa di un sorpasso in regime di bandiere gialle, a vantaggio della Duqueine #4 di Bell e John Melsom davanti al Team Thor e alla Ligiere #97 del Cool Racing di David Droux e Luis Sanjuan.

#31 TEAM WRT - BMW M4 GT3 - Michelin Road to Le Mans - Circuit de la Sarthe - Le Mans - France -

Dietro WRT ed HCR, completa il podio delle GT3 l’Aston Martin del campioni in carica (tra le LM P3) del Racing Spirit of Leman Arnold Robin e Valentin Hasse-Clot, impegnati anche nella gara principale sempre con una Vantage in versione GTE.

Gara-2, disputatasi nella mattinata di venerdí ha avuto un avvio più tranquillo, con Torsten Kratz e la Duqueine del WTM by Rinaldi Racing a prendersi subito la leadership sulla Ligier in pole, cosí come gli alfieri di CaffeineSix e Winward Racing, Tim Creswick e George Kurtz, sulla BMW in pole.

L’inevitabile Safety Car è stata chiamata in causa al lap 4 per il contatto di due vetture alla Chicane Michelin in regime peraltro di Slow Zone. L’undercut del Team Thor permetteva a Colin Noble di salire al comando, davanti alla Ferrari AF Corse #51 di Kei Cozzolino. A seguire il Murphy Prototypes che però tardava ad effettuare la propria sosta obbligatoria, davanti a propria volta al WTM ora con Leo Weiss. In GT3 dietro la 296 GT3 #51 emergeva ancora una volta la Porsche dell’HCR w/Caffeine Six di Anders Fjordbach.

Mentre la battaglia infuriava alle spalle di Noble e Cozzolino, la direzione gara decideva per altrettante penalità, uno Stop&Go per il Team Thor per non aver rispettato il tempo del pitstop, e alla Ferrari per comportamento giudicato non regolamentare alle spalle della vettura di servizio. Entrambe le squadre optavano per lasciare le vetture in pista.

#97 COOL RACING - Ligier JS P320 - Nissan - Michelin Road to Le Mans - Circuit de la Sarthe - Le Mans - France -

La classifica finale vedeva quindi la vittoria della Ligier del Cool Racing di David Droux, il quale aveva la meglio in pista sulla Duqueine del WTM. Completa il podio la Ligier del CD Sport partita dalla pole. Tra le GT3, la Porsche di Fjordbach opponeva poca resistenza alle BMW e terminava con una doppietta WRT ed il primo successo di Valentino Rossi sulla vettura gemella di Hesse e Whale e sulla Mercedes del Winward.

Podium GT3 - Valentino Rossi (ita) -Michelin Road to Le Mans - Circuit de la Sarthe - Le Mans - France -

In classifica generale, il Team Virage conduce con 29 punti contro i 25 del CD Sport ed i 22 del Cool Racing. Tra le GT3, leadership per l’HCR with Caffeine Six con ben 42 punti contro i 36 del Racing Spirit of Leman ed i 27 del Parker Racing. La Michelin Le Mans Cup tornerà in azione il 15 luglio a Le Castellet.

Piero Lonardo

Foto: Michelin Le Mans Cup, Nielsen Racing

L’ordine di arrivo di gara 1

L’ordine di arrivo di gara 2

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WEC – Leclerc a Le Mans con la Hypercar? Potrebbe veramente succedere

Charles Leclerc potrebbe partecipare alla prossima 24 Ore di Le Mans su una 499P. Questa l’indiscrezione che è trapelata un po’ ovunque, all’indomani della splendida vittoria della Ferrari #51 di Antonio Giovinazzi, Alessandro Pier Guidi e James Calado, stando alle dichiarazioni raccolte nell’immediato post gara.

In realtà noi lo sapevamo da un po’ prima… la presenza del boss F1 Frédéric Vasseur e del pilota della Rossa di F1 a Le Mans non è stata assolutamente casuale. La gestione Binotto era assolutamente contraria a priori a questo tipo di operazioni, che invece Vasseur non disdegna e quindi ci sarebbe nel caso – con l’assunto che la F1 e Le Mans continuino a non collidere in calendario – il via libera ad un’eventuale partecipazione di Leclerc.

Tutta da vedere peró la dinamica di questa operazione, in primis perchè un’eventuale partecipazione futura, alla luce del massimo risultato già conseguito, avrebbe un valore mediatico per il pilota sicuramente inferiore; inoltre, non vediamo perchè scombinare gli equilibri cosí sapientemente dosati finora, per cui l’unica soluzione sarebbe affidargli un’eventuale terza vettura. Gli altri due piloti per affiancare il monegasco con un minimo di esperienza – in pista o al simulatore – sulla 499P, volendo ci sarebbero già. Bisogna solo attendere 12 mesi, nei quali i sei alfieri attuali del Cavallino tenteranno di portare a casa i titoli WEC.

Nella classifica piloti, Giovinazzi, Pier Guidi e Calado inseguono a quota 82 punti contro i 107 di Hartley, Hirakawa e Buemi, con Fuoco, Molina e Nielsen quarti più staccati a quota 67. Tra i costruttori invece il divario è molto meno ampio, con Toyota a 126 punti contro i 108 di Ferrari, a tre gare dal termine e 91 punti in palio.

Piero Lonardo

Foto: Scuderia Ferrari

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WEC – Ferrari trionfa a Le Mans! Voi ci credevate ? Noi sí

La Ferrari 499P di Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado trionfa nell’edizione del Centenario della 24 Ore di Le Mans, davanti alla Toyota di Brendon Hartley, Sebastien Buemi e Ryo Hirakawa e alla Cadillac di Earl Bamber, Richard Westbrook e Alex Lynn.

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Noi ci credevamo, ci abbiamo creduto sin da quando l’abbiamo vista in pista ad Imola per le Finali Mondiali 2022, magari ancora prima quando non si poteva dire nulla. E dopo Sebring, dove ha debuttato con una pole position ed un podio, abbiamo assistito al consueto carrozzone italico di fenomeni giornalistici improvvisamente interessati all’endurance e a Le Mans, come se fino a questo momento Competizioni GT guidate da Antonello Coletta e gestite in pista da AF Corse di Amato Ferrari e Battistino Pregliasco non avesse vinto nulla.

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Un carrozzone che si è via via addensato di presenze improbabili e parvenu, corroborato dagli altri due podi conquistati nel mentre della creatura dell’Ing.Cannizzo, più la pole forse “rubata” a Spa. Ma noi in questo momento guardiamo avanti, perchè, appunto, CI CREDEVAMO VERAMENTE, e, ci teniamo a dire che abbiamo spronato a modo nostro l’armata del Cavallino che è andata a crescere sino a dominare qualifiche ed Hyperpole al debutto della vettura a Le Mans.

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Adesso però per favore, non incominciamo sia coi paragoni con la F1 che fatica da anni, nè tantomeno col volere “trapiantare” la creatura vincente in quest’ultimo scenario. Per una volta gioiamo di un successo made in Italy (per quanto la globalizzazione può ora permettere), che proseguirà il proprio cammino durante i restanti appuntamenti del WEC, a partire da Monza il 9 luglio, dove l’Autodromo brianzolo, già giubilato per il 2024 in favore di Imola, dovrà dimostrare di essere all’altezza non solo della squadra che ha riportato AL PRIMO COLPO una vittoria che mancava dal 1965 (parentesi, l’anno di nascita del qui scrivente), ma anche di un pubblico che si merita di essere coccolato come ha fatto questa Ferrari.

Peccato per la #50 di Antonio Fuoco, Nicklas Nielsen e Miguel Molina, attardata nella notte da un problema al radiatore, ma che alla fine termina al quinto posto.

La cronaca di questa 24 Ore narra di safety car interminabili (oltre 4 ore di gara) per permettere la nuova procedura di pass-around, del ritorno una tantum degli “scaldagomme” (chissà cosa ancora sarebbe successo senza, visti i tanti voli, anche sull’asciutto) ed in generale di un’edizione che, in pista, ha superato la grandeur degli anni ’70 e ’80.

Toyota, fuori per un contatto con la #7 ancora prima di metà gara, ha tentato con i vincitori 2022 nonchè campioni in carica WEC, di mantenere il contatto con la Rossa #51, ma i riavvicinamenti sono stati solo frutto di situazioni temporanee, e la botta finale di Ryo Hirakawa a meno di due ore dalla bandiera a scacchi ha di fatto cristallizzato il risultato finale.

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Se la figura vincente della Ferrari può riassumersi in quella nell’Ing.Coletta, gli statunitensi del gruppo GM hanno in Laura Wontrop Klauser non solo un “faro” capace di catalizzare altrettante attenzioni, ma anche una “capitana” vincente, visto che tutte e tre le Cadillac LMDh hanno terminato la gara e due sono finite anche a ridosso dei due major contender; non solo, la Corvette ha trionfato nell’ultima apparizione in GTE-Am a Le Mans, mettendo una seria ipoteca anche sul titolo WEC di categoria con Ben Keating, Nico Varrone e Nicky Catsburg.

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Restando in tema States, perfetta anche l’interazione con la Camaro ZL1 NASCAR schierata dall’Hendrick Motorsports, che ha mostrato al pubblico che, senza scomodare per forza energie futuribili, esistono già alternative valide al motorsport di stampo FIA. A traguardo anche entrambe le Glickenhaus e le Peugeot, ancorchè una assai attardata, mentre Porsche dovrà fare quadrato da questa esperienza, da cui esce appena dentro la top ten con la 963 #5. EDIT. Nel post-gara alla Porsche #5 è stata comminata una penalità di 4 giri per non aver completato l’ultimo giro nei limiti previsti (9’57″ contro i 6′ massimi)  e si classifica quindi sedicesima assoluta. Incommentabile invece la gara della Vanwall (ma la colpa era di Villeneuve?)

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Tornando alle GTE-Am, dietro la Corvette, autrice di una rimonta dopo un problema iniziale agli ammortizzatori anteriori, si sono piazzate l’Aston Martin dell’ORT by TF e la Porsche del GR Racing, capace pure di rimontare da una situazione di svantaggio derivante da un’uscita di strada.

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Lo spettacolo delle Hypercar ha lasciato in secondo piano la gara delle LM P2. La categoria cadetta ha premiato Inter-Europol, che ha vinto il duello a distanza col WRT. Completano il podio i francesissimi del Duqueine.

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Nella sottocategoria Pro/Am, presto fuori Racing Team Turkey ed AF Corse, il successo è andato al Crowdstrike by APR davanti al Cool Racing ed al DKR.

E’ tutto per questa incredibile edizione della 24 Ore di Le Mans. Speriamo di avervi intrattenuto al meglio con contenuti originali ed esclusivi. L’endurance mondiale come detto, tornerà in azione a Monza il 9 luglio con la quinta tappa stagionale.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo, Alberto Manganaro, Foto MorAle

L’ordine di arrivo della 24 Ore di Le Mans 2023

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WEC – A quattro ore dall’arrivo, nuovamente Ferrari davanti

Una mattinata soleggiata accoglie le vetture superstiti sul Circuit de la Sarthe. Davanti la Ferrari #51 continua a macinare terreno sulla Toyota #8 che al momento rimane l’unica concorrente a contenderle il primato assoluto.

Le due hypercar fanno l’elastico grazie all’ennesima Slow Zone, questa volta procurata da Antonio Felix Da Costa, fuori ad Indianapolis, e Sebastien Buemi riesce persino a tornare davanti perchè la 499P fa fatica a ripartire, ma la leadership della GR010-Hybrid dura appena un paio di giri, ed il pilota di Tortona riprende la marcia – per ora – trionfale davanti al gruppo prima di cedere nuovamente il volante a James Calado.

Indianapolis quasi fatale anche ad entrambe le Glickenhaus, che fino a quel momento hanno corso costantemente a ridosso delle ben più costose LMH ibride, con Olivier Pla imitato da Franck Mailleux nel corso della 18ma ora.

Dietro i duellanti le due Cadillac del Team Ganassi proseguono imperterrite, ora con Alex Lynn e Renger van der Zande, un gran bel risultato per le LMDh al debutto sulla Sarthe, al contrario di Porsche, con la 963 #5 in P6 dietro la Peugeot #93, ormai nel mirino della Ferrari #50, in rimonta dopo i problemi notturni al radiatore.

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Anche nelle LM P2 è lotta a due fra Inter-Europol e WRT. Robert Kubica riesce a portarsi davanti all’inizio della 17ma ora, ma dopo il turno di Kuba Smiechowski tocca di nuovo a Fabio Scherer, che ristabilisce le distanze su Louis Deletraz.

Quale terza forza emerge il Duqueine grazie all’effort dell’esperto Neel Jani, incalzato a propria volta da IDEC, una volta che il polesitter Paul-Loup Chatin è tornato alla guida dell’Oreca #48.

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Il ciclo sfasato dei pit invece rende di più difficile comprensione la classifica delle GTE-Am, che durante la ventesima ora perde la Porsche #911, con Michael Fassbender fuori alle curve Porsche.

Gara finita per l’attore-pilota, mentre a 4 ore dal termine sono le Iron Dames a condurre con Sarah Bovy davanti all’Aston Martin dell’ORT by TF, alla Corvette e all’altra 911 del Project 1 – AO Racing, ora affidata al veterano Gunnar Jeannette. Tutte con lo stesso numero di giri. “Rexy” è probabilmente il vero major contender delle tre pilotesse in rosa per il successo di categoria.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo 20 ore di gara

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WEC – A Le Mans dopo due terzi di gara è lotta a due Ferrari-Toyota

La notte a Le Mans può portare robusti cambiamenti o mantenere immutato lo status quo. In questo caso i tanti sconvolgimenti della prima metà di gara hanno lasciato spazio ad un consolidamento delle posizioni di testa nella classifica assoluta.

La Toyota residua, la #8 con Brendon Hartley e Ryo Hirakawa ha approfittato di alcune slow zones per costruire un cuscino di sicurezza sulla Ferrari #51. La 499P, tirata da Alessandro Pier Guidi riusciva però a riavvicinarsi e a tornare al comando, ora con James Calado che dopo 16 ora vanta 13” di vantaggio su Hirakawa.

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Dramma invece per la Porsche #6, l’ultima a vantare ancora una qualche ambizione di successo, con Kevin Estre lungo alle curve Porsche nel tentativo di doppiare una Oreca del WRT. Dietro le duellanti di testa, le due Cadillac, con la #2 ancora nel giro dei primi.

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Tra le LMP2, è ancora Inter-Europol a condurre con un vantaggio minimo sul WRT, dove Robert Kubica ambisce a riappropriarsi del successo sfuggitogli un paio di edizioni or sono. Queste sono le uniche due vetture a pieni giri, dopo che Reshad De Gerus ha schiantato la #47 del Cool Racing alle Porsche poco dopo la metà gara.

Fuori per una dinamica simile anche la vettura Pro-Am di AF Corse, che lascia la leadership della sottocategoria alla macchina del CrowdStrike by APR. In questa classifica ad eliminazione (sono rimaste solo quattro vetture in pista) resiste ancora la macchina del Graff col nostro Roberto Lacorte, dopo le riparazioni conseguenti ad un contatto avvenuto nella prima parte di gara.

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In GTE-Am infine, la Ferrari Kessel sente la pressione della Porsche del Project 1 di Matteo Cairoli, che in seguito prenderà la leadership sull’altra 911 delle Iron Dames, che a loro volta devono guardarsi dalla rimonta della Corvette con Nicky Catsburg. Nel mezzo, la Camaro NASCAR, che prosegue indisturbata in P29 assoluta.

Piero Lonardo

Foto: Piero Lonardo

La classifica dopo 16 ore di gara